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Autore: Izzyguns    20/07/2020    0 recensioni
William e Jeffrey in Indiana, tra scuola, problemi familiari e cani, tutto dal punto di vista di Will! Si inizia dal 1978, quando hanno 16 anni, e si conclude nel 1988.
*dal primo capitolo*
Aprii lentamente gli occhi. Dai buchi della tapparella entravano degli spiragli di luce, uno di questi illuminava leggermente la sveglia.
-Fantastico... anche oggi mi sono svegliato tardi...- dissi, guardando l’ orologio accanto al mio letto.
Mi alzai e quasi non caddi faccia avanti sul pavimento per quanto ero stordito.
Uscii dalla mia camera con ancora gli occhi chiusi dal sonno.
Bene, stava per cominciare la routine mattutina. Ogni santa mattina era sempre la stessa cosa, anche se di santo nelle mattine di casa nostra c’ era poco e niente a dirla tutta. (da qui il titolo "Every Holy Morning")
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Izzy Stradlin
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Wiliam and Jeffrey'
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DAL PUNTO DI VISTA DI WILLIAM/AXL

 
Mi svegliai. Amy era sdraiata sulle mie gambe e dormiva profondamente. Con molta attenzione sgusciai fuori dal letto e con altrettanta cautela presi in braccio mia sorella e la portai in camera sua. La poggiai sul suo letto e la coprii, poi tornai in camera mia. Erano le sette. Misi i primi vestiti che mi capitarono sotto mano e uscii dalla finestra cercando di non fare rumore. Saltando fuori mi storsi la caviglia, c’ era un sasso proprio dove ero atterrato...
-Scherziamo? Proprio qui doveva stare questo cazzo di sasso?!- gli diedi un calcio (lo so’, sono molto intelligente, cosa ci posso fare?) ma non lo spostai minimamente, quello stronzo era incastrato nel terreno! Allora gli diedi un calcio ancora più forte... il sasso rotolò poco lontano, io mi fracassai il piede (che ora aveva una storta e qualche osso rotto) e della terra mi andò negli occhi
-Oggi non me ne va’ una giusta...- dissi tra me e me, strofinandomi gli occhi. Decisi di lasciar stare il sasso, piuttosto dovevo cercare Jeff. Pensai che, essendo le sette del mattino, si trovasse a casa sua, perciò cominciai a camminare, con le mani in tasca.
Poco dopo arrivai davanti casa sua. La sua stanza era al secondo piano, dovevo trovare un modo per attirare la sua attenzione... vidi vicino allo steccato che separava le case un cassonetto, lo spostai sotto la finestra di Jeff, ci salii sopra e cercai di arrivare con la mano alla finestra, quindi cominciai a bussare. Qualche secondo dopo la finestra si aprì e Jeffrey si affacciò
-Ma che... Will! Ma cosa fai?-
-Scendi!-
-Mi dai il tempo di vestirmi?-
-Mmh... ok! Ma sbrigati!-
-Sono da te in un attimo- rientrò la testa e io scesi dal cassonetto. Poco dopo sentii la porta aprirsi
-Non avevi detto che dovevi vestirti?- chiesi, guardandolo
-Sì, dovevo solo vestirmi... perché?-
-Quindi non sei in pigiama?-
-Ma quale pigiama!-
-Che ne so’ io... pantaloni blu elettrico e maglietta a righe gialle e nere...-
-Ma smettila! Tu hai la maglietta al contrario!-
-Cosa?- mi guardai. Avevo davvero la maglietta al rovescio! -Aspetta un attimo...- di corsa tolsi la maglietta, la misi al dritto e la rinfilai.
-Dove andiamo?- chiese Jeff. Io gli sorrisi -Fai paura quando sorridi in quel modo... cosa vuoi fare, Will?-
-Lo vedrai eh, eh...-
-Mi chiedo come faccio ad essere tuo amico certe volte-
-Ti rispondo io. Ci sono tanti motivi... ci piace la stessa musica, ci piace fare casino, odiamo la scuola, riusciamo a stare nella stessa stanza senza sentire il bisogno di fare un discorso e cosa più importante sono figo, dove lo trovi uno figo come me?- ridemmo entrambi. Gli feci segno di seguirmi.
-Cosa ci facciamo qui?- chiese lui, notando che mi ero fermato davanti ad un negozio che stavano ristrutturando
-Prendi uno di questi mattoni- dissi indicando la pila che era vicino alla vetrina -e andiamo dietro a quella macchina.- indicai una bmw nera poco lontano -E senza fare domande- aggiunsi. Lui annuì poco convinto. Entrambi prendemmo un mattone e ci nascondemmo dietro alla macchina
-Ora?-
-Ora spacchiamo la vetrina- risposi soddisfatto
-Ma sei scemo? È pieno di gente la dento che sta lavorando!-
-E allora? Hai paura?- punto debole centrato. Jeff odiava quando gli dicevo che aveva paura
-No che non ho paura!-
-Sì invece. Hai paura che ci scoprano e hai paura degli sbirri!- il mio piano era semplice: più era incazzato e più forza avrebbe messo nel lanciare il  mattone
-Fammi il piacere... guarda che lancio che faccio!-
-Così mi piaci! Al mio via... tre, due, uno... via! Lancia!-
I due mattoni rossi superarono l’ auto e arrivarono dritti contro il vetro, che si ruppe in mille pezzi.
-Corri!- gridai io ridendo
Corremmo, corremmo senza voltarci. Sentivamo dietro di noi le urla degli operai. Correvamo troppo veloci. Anche quando fummo fuori portata, continuammo a correre. Quando fummo stanchi morti e con il fiatone ci fermammo
-Wow, che corsa...- disse Jeff. Io annuii. Ci guardammo negli occhi e cominciammo a ridere come due scemi. Ce ne fregava ben poco della gente che passava e che ci guardava male.
Cazzata fatta. Ora potevamo continuare la giornata come se nulla fosse.
Camminammo un po’ per Lafayette, senza una meta precisa. Ad un certo punto incrociammo una bella ragazza che portava a spasso un cane. Quando ci sorpassò, e quindi ci diede le spalle, sia io e che Jeff ci girammo a guardarla
-Wow... hai visto quella che bel c- Jeff non mi fece finire la frase
-Eh già! Proprio un bel cane... era un Rottweiler, sai?-
-Eh già... aspetta, cosa?! No... no, no, no! Tu no! Cane?! Davvero Jeff?! Ti prego, dimmi che scherzi!-
-Ehi, ma che ti prende?-
-Jeff... io stavo per dire che quella aveva un bel culo e tu fai un commento sul cane?!-
-Aaah! Tranquillo, ho visto anche quello...-
-Aah, grazie!-
 

10 anni dopo

-Ehi- saluto Slash e mi siedo sul gradino della scale, vicino a lui. Mi risaluta con un cenno.
Le scale portano alla camera di Izzy.
-Mi sa’ che Iz sta con qualche ragazza...- dice Slash
-Ah, davvero?-
-Sì...-
-Hai sentito qualcosa?-
-Sì...-
Slash è ubriaco. Lo vedo dagli occhi e dalla voce.
-Origliamo!- dico, dando una pacca sulla spalla a Slash e alzandomi.
-Ma...-
-Oh, non dirmi che non l’ hai mai fatto!- lui sorride malizioso.
Vado vicino alla porta della camera e ci poggio l’ orecchio... eh sì, Izzy non è solo
“Ehi, calma... mi stai sbavando tutto il collo... ehi, ehi! No, la lingua in bocca no! L’ igiene!”
Igiene? Ma che...
“Calma! Mi hai graffiato... torno subito, tu resta qui e fai la brava”
Izzy sta uscendo, corro a sedermi vicino a Slash. Dietro di noi si apre la porta e Izzy ci passa accanto
-Ti stai divertendo, eh?- chiedo sorridendo
-Ehm... sì- lui sorride quasi imbarazzato, poi continua a scendere le scale. Mi assicuro che se ne sia andato e mi rialzo. Faccio segno a Slash di seguirmi e lui, a fatica, si alza. Andiamo alla porta e ci poggiamo tutti e due l’ orecchio.
-Dei... guaiti?-
-Sembra di sì...- risponde lui
-Io apro-
Slash annuisce e si allontana di qualche passo. Lentamente apro la porta. Non si vede molto, la luce è spenta e la serranda è abbassata...
-Slash, accendi la luce- dico sottovoce
-Ok... dove cazzo è l’ interruttore?-
-Lascia... faccio io-
Accendo la luce.
-Ma non c’ è nessuno!- esclama Slash
-Ma che diavolo...-
Sento una specie di abbaio. Anche Slash lo ha sentito, entrambi ci giriamo verso la fonte del suono
-Ma vaffanculo!- grido
Di corsa usciamo dalla stanza e andiamo a cercare Izzy
-Izzy!- lo chiama Slash.
Lui si gira e ci guarda -Che c’ è?-
-Non c’ è nessuna ragazza in camera tua!- esclamo io -C’ è un cane! Noi pensavamo che stessi con una ragazza!-
-Cosa ci facevi in camera con un cane?- chiede Slash
Lui scuote la testa e ride -Noi stavamo solo giocando e smettetela di chiamarla così... un cane... si chiama Pearl-
 -E perché è qui?- chiedo io
-Perché questa è casa mia e il mio cane vive con me!- risponde lui
-Ah... vero- dice Slash, passandosi una mano tra i capelli
-Aspettate... stavate origliando?- continua Izzy
-Ehm...- e ora cosa gli dico?

Fine

 
  
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