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Autore: Diablitaa    29/07/2020    0 recensioni
In un piccolo regno, tra un Re, un fratello in fuga e mille altre problematiche, c'è Astro: una principessa promessa in sposa ad un principe ma follemente innamorata di un altro uomo.
Astro, mille sogni e bellissima come una stella, tutto il contrario delle principesse, si sente soffocare dalla sua "stressante" vita, cerca di tutto per riuscire a realizzare il suo sogno ed essere finalmente felice. Completamente felice.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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“Alla fine non era andata tanto male. Certo, con Josh tra i piedi parlare tranquillamente con Chanel non è stato semplice, ma almeno sono riuscita a dirle che Nathan era stato lì quel pomeriggio, che mi aveva abbracciata ed ero al settimo cielo.
Lei d’altro canto non era poi così felice: si poteva dire che aveva una vita difficile, caotica e tanto disordinata, ma non per colpa sua.
Suo Padre, Re Alfred, aveva sposato una donna del popolo nordico, per volere del padre, in modo che i trattati di pace tra il nord e il sud andassero a buon fine. Nonostante ciò, Re Alfred non ha mai amato sua moglie Aveline, ma non ha nemmeno mai fatto nulla per nasconderlo, ha sempre dimostrato al figlio come si disprezza una donna, come l’amore non esiste per nulla al mondo…
Ci trovavamo su una panchina fuori nel giardino, purtroppo non potevamo nasconderci nella libreria segreta come era nostro solito fare, per ordine di mio padre.
-Non sparite come vostro solito, può essere pericoloso per te Astro- mi disse con tono freddo, mi guardò dritta negli occhi e vide quanto fossi scocciata.
Solo allora mi rifilò un sorriso molto tirato, per farmi capire di sorridere.
-Non ti preoccupare padre, staremo in giardino- nemmeno attesi la sua risposta, me ne andai.
Chanel mi stava raccontando con tono pacato, e qualche risata di mezzo, dei suoi genitori.
-E così mio padre non le parla più, senza un apparente motivo. Non so che stia succedendo, ma questo non fa altro che aumentare la mia non credibilità nell’amore – si fermò a guardare il vuoto.
-Non dirlo nemmeno per scherzo! Hai un bellissimo stalliere che ti vuole con tutto sé stesso e stai qui a lamentarti? Quello è l’amore! - le dissi cercando di tirarle su il morale.
-L’amore siete tu e Nathan, a proposito l’hai visto? - mi chiese curiosa.
Sembravamo due pazze, le giullari del reame avrebbero dovuto chiamarci. Ma ci facevamo vedere felici, per nascondere le vite segrete di entrambe, lo sapevamo di essere osservate ed allora facevamo credere di parlare di cose sciocche, da ragazze quando in realtà parlavamo dei problemi del proprio reame.
Diventai paonazza a sentire solo il suo nome, e sorrisi come un’ebete mentre ripensavo al suo bacio.
-L’ho visto oggi pomeriggio, mi ha portato una lettera da parte di Aron, mi ha abbracciata e siamo rimasti accoccolati per un po’, poi è arrivata Lucy-
-Quella deve sempre interrompere- mi disse lei con fare scocciato.
-Astro! - mi girai verso la voce che mi chiamava.
-Finalmente vi ho trovate! Ho bisogno di parlarti- mi disse Josh, avvicinandosi a me.
Era un bel ragazzo, questo non lo si più negare. Forse il più bello di tutto il palazzo, ma era scontroso.
Mi alzai e lo segui, dopo che mi fece segno.
Mi portò davanti a casa, dove mi aspettavano un cavallo nero e una carrozza.
-Sai, so che non ti piaccio, ma voglio fare di tutto per farti innamorare di me- mi disse, prendendomi la mano e facendomi salire.
Non proferii parola finché anche lui non fu accomodato sulla carrozza.
-Ho parlato con tuo padre, ho scoperto che non sei mai uscita da Palazzo e so che volevi scoprire com’è la vita nel tuo paese, tra il popolo così io e tuo padre ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di portartici, stasera per l’esattezza- mi disse, dopodiché la carrozza partì.
-Non era ciò che intendevo e volevo fare soprattutto- gli dissi, incrociando le braccia sotto il seno.
-Oh, peccato tesoro, che cosa desideravate? - disse con un fare tutto estremamente gentile.
Lui non era per nulla gentile, l’aveva dimostrato più di una volta, ovviamente quando eravamo soli.
Non passavo molto tempo con Josh, ma quelle poche volte mi erano bastate per capire com’era fatto.
La prima volta che lo vidi avevo solo 16 anni, dopo quasi un’ora che eravamo insieme cercò di baciarmi e dopo averlo rifiutato mi diede della poco di buono. Lui era più grande di me, aveva già avuto una donna in passato che se la diede a gambe levate, e posso anche capirla.
-Sai, tu non sei come le altre principesse, o ragazzine, come vi fate chiamare voi- disse a metà viaggio ed interrompendo i miei pensieri.
-Ragazze, per l’esattezza- lo corressi, sempre guardando fuori dal finestrino.
-Quello che è cara, tanto vale. Tu sei molto estroversa, non hai paura di niente e hai la capacità di affrontare un uomo- appoggiò la sua mano sulla mia gamba sinistra.
-Tira giù la tua lurida mano dal tuo corpo. - dissi con il tono più freddo che potessi usare.
-Andiamo Astro, non è la prima volta che ti fai toccare da un uomo- posò ancora la mano sulla mia coscia, ma questa volta cercò di spostarla più in su.
-Non mi faccio toccare dai vermi però- gli dissi, togliendogli la mano in modo definitivo.
Non so se rimase ferito, o semplicemente non aveva voglia di litigare ma questa mia offesa nei suoi confronti, lo fece smettere di parlare.
Il paese non era per niente come me lo aspettavo, papà ne parlava sempre come se fosse tutto rose e fiori ed invece era tutt’altro.
Le persone ci guardavano esterrefatti, la principessa Astro era venuta a trovarli, non capitava da quando avevo 10 anni. Ma a quell’età il paese era dieci volte meglio: le case erano tutte colorate, ognuno aveva ciò che voleva, desiderava e prendeva era così che funzionava. Ora è solo pieno di gente che cerca cibo, carità e un po’ di gentilezza.
-Perché non fa niente per aiutare questa povera gente? - chiesi d’improvviso all’uomo accanto a me.
-Non sono questioni che la riguardano- tagliò corto.
-Le cose cambieranno, ne può stare certo- sussurrai.
-e chi vorrebbe cambiarle? Tu? Ma per favore! - urlò e subito dopo disse al capo carrozza di tornare indietro.
Nessuno parlò per tutto il viaggio, nemmeno sapevo quanto sarebbe durato il viaggio, Lucy mi aveva tolto l’orologio e la maledii mentalmente.
Mi persi a guardare la natura attorno a me, immaginai come poteva essere bello se avessi avuto un cavallo per me.
-Dì a tuo padre che ci siamo divertiti ma siamo tornati presto perché eri stanca- mi disse, prima di scendere.
-Ai suoi ordini maestà- dissi prendendomi gioco di lui.
Scesi con il sorriso sulle labbra ed entrai a palazzo, volevo solo andare a letto.
Entrai in sala da pranzo, sorridendo ma Chanel era davanti alla porta.
-Chanel! Abbiamo una conversazione in sospeso! - le dissi, prendendole il polso e facendola girare verso di me. Appena si girò la sua faccia era tutto tranne che contenta.
-Chanel che succede? Perché quella faccia? - le chiesi sospettosa, non curandomi della presenza di mio padre.
Lei in tutta risposta si girò per mostrarmi la tavola da pranzo.
-Ciao Sorellina- mi disse la persona in più seduta a tavola.
Cosa diavolo ci faceva lui qui?
   
 
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