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Autore: fennec    31/07/2020    5 recensioni
Piccolo e, soprattutto, mio primo esperimento su Oscar e André… Vi prego, siate clementi.
Avrebbe potuto anche chiamarsi “Terribilmente complicato”, ma alla fine ho optato per questo titolo, un po’ in onore del Piccolo Principe… Spero si riesca a capire perché.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte seconda
 
 


 
Fu strappato all’incoscienza da Morfeo quando il fuoco della bocca incontrò il ghiaccio terribile della realtà…
O almeno così gli parve. Come se dovesse essere punito per i suoi sogni arditi e, si sa, niente può essere più labile del confine tra sogno e incubo.
Perché quando riaprì gli occhi o, meglio, l’unico occhio che gli era rimasto, il bagliore del colore del grano che così bene conosceva e che così tanto amava lo colpì come uno stiletto al cuore.
- Oscar? –
Desiderio e paura al tempo stesso… possibile che un solo nome potesse riassumere una vita intera, l’unica vita che valesse la pena di assaporare?
- Sta’ zitto, André, non so come tu faccia a parlare con un labbro così gonfio! –
Allora di quello si trattava, la realtà ghiacciata che gli aveva morso le labbra non era altro che il panno fresco e bagnato con cui Oscar gli stava tamponando la bocca, attenta e dolce come solo lei sapeva essere.
- Mi spiace, André, ho provato a cercare del disinfettante in tutta l’infermeria, ma proprio non l’ho trovato. Mi viene il dubbio che il dottore usi il Cognac per pulire le ferite o stordire i pazienti… per te, del resto, non dovrebbe essere una novità – aggiunse con un tono di rimprovero.
“Ma senti un po’ da che pulpito” pensò. Non ebbe, però, il coraggio di replicare, i loro rapporti erano così tesi che un solo passo falso avrebbe potuto rompere il sottile filo su cui giocavano a fare gli equilibristi.
Piuttosto pensò bene di recuperare (ammesso che fosse possibile) quel poco di pudore e di orgoglio che aveva perso cedendo alla passione.
- Vi ringrazio per la vostra premura, Comandante, ma non ce n’è bisogno, posso far da solo, al massimo mi darà poi un’occhiata il dottore –
- Non è in servizio ed evidentemente la Guardia Metropolitana, agli occhi di chi di dovere, non è abbastanza importante da avere un medico sostituto sempre a disposizione. E forse è meglio così… – aggiunse, pensierosa - Se il dottore ti avesse visto e avesse saputo il motivo del tuo stato, avrei dovuto scrivere un rapporto… –
“Come se la situazione non fosse già terribilmente complicata” sembrava volesse aggiungere.
Allora era questo, il vero problema?
“E ditemi, Comandante, quale sarebbe la ragione del mio stato?”
Anche questo, però, non poté dirlo. Lo sguardo di Oscar era così triste che non sarebbe stato corretto andare oltre.
Le rose hanno le spine ma sono fragili, dopo tutto.
E lui, forse, non aveva mai imparato ad osare, ma sapeva bene come cogliere una rosa e quello non era il modo. Forse non lo sarebbe mai stato.
- Non vi preoccupate, Comandante, so badare a me stesso. Voi avete altri problemi per cui preoccuparvi –
Parole dette da un innamorato folle e quasi cieco che era appena stato massacrato di botte dai suoi camerati ed era stato salvato da un amico mezzo nobile, mezzo criminale e da una donna che vestiva ed agiva come un uomo… Ecco, forse quelle parole infondevano più ilarità, che sicurezza. Ma Oscar non replicò, non fece nemmeno una smorfia o, almeno, ebbe la decenza di risparmiargli anche questa umiliazione.
Sembrava impossibile che appena qualche anno prima si dicessero tutto, ogni segreto, ogni pensiero, in piena libertà e il silenzio serviva solo a dare forma a ciò che con le parole non si poteva esprimere.
- Ammetto di essere molto preoccupata per te, André –
Lui le dava del voi e lei gli dava del tu… chi dei due stava sbagliando? Entrambi oppure nessuno? L’amore era così terribilmente complicato.
Ma Oscar aveva parlato di sé al femminile, le volte che lo aveva fatto si potevano contare sulle dita di una mano… forse André poteva ancora permettersi di sperare.
- E io ti ripeto – (il passaggio al tu era stato intenzionale) – che non c’è ragione per cui ti debba preoccupare per me –
- Un buon Comandante si preoccupa sempre per i suoi uomini –
Questo di certo non se lo sarebbe mai aspettato e, a giudicare dalla sua espressione sorpresa, lei per prima non credeva alle sue stesse parole.
Qualcosa di nuovo e indefinito sembrò congelarli per un attimo eterno. Oscar che stringeva ancora il panno inumidito a mezz’aria e André, se possibile ancora più stordito di prima, che non capiva più se stesse sognando o se fosse sveglio.
Magari stavano sognando entrambi senza saperlo.
“Sognare è così terribilmente complicato”.
- André, io… - sembrò soppesare le parole con accuratezza, come un medico che deve confessare una diagnosi terribile, ma era un tono deciso e al contempo affettuoso quello con cui si rivolse a lui, lo stesso che usava quando erano bambini e volevano fare la pace dopo aver litigato.
- Ti voglio molto bene, André, ma non voglio che tu ti faccia del male. Non potrei mai perdonarmelo –
 
- Ma se voi, Maestà, volete ugualmente la morte di André, allora io ho il dovere di difenderlo. Chiedo, Maestà, che venga sottoposto a un regolare processo e, se questa mia richiesta non sarà accolta, prenderò io il posto di André sul patibolo! -
 
- Giuro che un giorno, se sarà necessario, darò la mia vita per te come tu sei stata capace di fare per me. È un impegno solenne quello che prendo con te, Oscar: un giorno, se il destino lo vorrà, sacrificherò la mia vita per te! –
 
Forse erano stati loro stessi a scegliere la loro condanna tanti anni prima.
Oppure, come in una favola terribile e senza tempo, il destino, ancor prima che nascessero, si era voluto prendere gioco di loro: della figlia che avrebbe dovuto essere un figlio e del figlio che non aveva mai conosciuto il proprio padre. E ora, in un’infermeria militare, in cui solo le umide e fredde mura facevano da spettatrici, un altro atto aveva fine ed uno nuovo aveva inizio, verso un finale quanto mai incerto.
- Nemmeno io voglio che tu ti faccia del male, Oscar. Sono qui per proteggerti, qualsiasi cosa voglia significare… Se è vero che ognuno di noi nasce con uno scopo, allora il mio è sempre stato questo. Ti chiedo solo di accettarlo e di perdonarmi per… -
Esattamente per cosa avrebbe dovuto perdonarlo? Per ciò che le aveva fatto? Perché aveva visto la donna che era e che cercava in tutti i modi di nascondere? Perché l’amava troppo? Perché non aveva saputo custodire questo segreto fino alla fine? Era sempre più confuso e la stanchezza, il dolore e l’incertezza rendevano tutto più difficile, così terribilmente complicato.
Stava per concludere con un vago e disperato “per tutto” che poteva significare anche “niente” quando il colore del grano gli venne incontro luminoso, un colpo di vento fresco, forte e fragile, che si scontrò sul suo petto, sprizzando scintille e André non seppe dire se erano di gioia o di dolore.
Si rese appena conto che il suo corpo rigido sembrò sciogliersi, inebriato dal profumo di quella rosa, le cui spine erano fonte di immensa gioia e di eterna disperazione. E, mentre dei singhiozzi (era lei a piangere od erano entrambi?) scuotevano i loro corpi, si disse che anche lui, in fondo, era una rosa e se avessero potuto appassire insieme sarebbe stato l’uomo più felice e più fortunato del mondo. Del resto, forse, era stato così fin dall’inizio.
“L’amore, a volte, è così terribilmente semplice”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve, popolo di EFP e abitanti del fandom di Lady Oscar,
Innanzi tutto vi ringrazio per avermi accolto in modo così caloroso! I vostri commenti mi hanno fatto un immenso piacere e mi hanno anche aiutato a correggere alcune imprecisioni: il nome della bambina innamorata di André (Christine) e del corpo militare che viene assegnato ad Oscar (sapevo che non poteva essere la Guardia Cittadina, ma l’aggettivo “Metropolitana” proprio non mi veniva)… grazie!
Per quanto riguarda l’utilizzo di aggettivi alcune volte maschili e altre femminili in riferimento ad Oscar, la scelta alternata chiaramente non è casuale, ma dipende da come il personaggio si percepisce o viene percepito da altri. Infine, il grande dilemma: fedeltà al manga o all’anime? Io ho optato per entrambi dove e quando fosse possibile e, per licenza poetica, talvolta mi sono permessa di ricontestualizzare cronologicamente qualche battuta dell’anime.
Postrema autem non minimus, nuntio vobis gaudio magno: habemus tertiam et quartam partem! Verranno pubblicate ogni settimana o poco più, concedetemi il tempo di andare e tornare dalle vacanze.
Ed ora ciancio alle bande e bando alle ciance, spero che questa continuazione non vi abbia deluso troppo! Grazie per il vostro tempo e… se, vorrete concedermeli, i vostri preziosi commenti/consigli/insulti e via dicendo.
Alla prossima (spero!),
fennec
  
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