Salve a tutti, gente! Chiedo
anticipatamente venia per questo capitolo, dato che non mi convince più di
tanto… ma oltre che a spiegare alcune piccole cose, mi serviva per il prossimo,
che beh… Sarà scoppiettante! :D Come in tutta la storia, anche in questo capitolo
c’è un piccolissimo spoiler, anche se ho pensato bene di coprirlo in qualche
modo… Date il benvenuto ad uno dei personaggi che più amo in tutto Bleach! *_*
/applausi/ Spero di averlo caratterizzato se non bene, almeno benino, perché è
un po’ complesso et ambiguo, rispetto agli altri Espada… Speriamo bene!
Ok, passiamo ai ringraziamenti, è
meglio! XD
Ci_chan: carissima, non
volevo deprimerti così! Ora mi sento in colpa! ;_; Il problema che Grimmjow,
come ben sai, è mooolto suscettibile… Una parolina
sbagliata e s’incazza come una iena! (o meglio, pantera), figurati se gli
tolgono il suo adorato numero 6 cosa fa! Tranquilla, stai tranquilla che le
cose si sistemeranno a tempo debito… credo. Eh eh!
Non smetterò mai di ringraziarti, è un piacere delizioso leggerti! *_* A presto
con il prossimo capitolo! :*
Aribo:
è
stato terribile anche per me immaginarlo in quel momento, per uno orgoglioso e
iroso come lui è veramente il massimo del peggio. Soprattutto se accade per la
seconda volta, in via totalmente definitiva, e il suo posto viene preso da una
mocciosa come Narumi. Lo ammetto, sono stata veramente cattiva nel capitolo
precedente, ma credimi… E’ meglio così. :) Preparati, perché le sorprese non
sono finite, non ancora! (e non saprei se in bene o in peggio XD) Grazie, grazie
davvero con il cuore!
Mies: Ma ciaooo! Finalmente ti rileggo! *_* Ahaha devi essere
rimasta di cacca con tutti questi capitoli, uno peggio dell’altro! :D Ora
arriva il bello, uh uh uh! Bentornata,
cara! :*
crazy_for_hidan: oh, una new-entry, giusto? *.* (siete talmente tanti che può capitare qualche
dimenticanza XD) Grazie, grazie! *_*
IkariNoKuroshi: Un’altra new-entry! Ma quante siete? *me balla contenta* Graaazie! Lo so, lo so, un altro mio enorme difetto è
quello di concludere i capitoli nel momento peggiore… ma almeno così c’è
attesa! :D Allora per questo mi sparerai, ahaha! Grazie mille! :*
E ora un ringraziamento a chi ha aggiunto questa
fanfiction tra i preferiti (aumentate ad ogni capitolo *_*):
1
- allychan
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2 - Ametista
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3 - anjelik [Contatta]
4 - Annachiara [Contatta]
5 - Aribo
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6 - ary_tan [Contatta]
7 - Ci chan
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8 - crazy_for_hidan
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9 - GacktLove [Contatta]
10 - Getcopy [Contatta]
11 - GexeTheNemesi [Contatta]
12 - giuliettavr89
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13 - glo91
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14 - Ica [Contatta]
15 - Kurai04
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16 - masychan [Contatta]
17 - Mies [Contatta]
18 - Rin Uchiha [Contatta]
19 - Ritsuka96
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20 - xCaRolx [Contatta]
21 - Yaoi4ever
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E chi l’ha aggiunta
alle seguite, grazie mille!
1
- ale_9038
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2 - Ci chan
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3 - crazy_for_hidan
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4 - Hoshimi [Contatta]
5 - Ino_Chan [Contatta]
6 - Smemo92
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7 - Yoko_kun [Contatta]
Siete
splendidi, veramente! :*
Capitolo XII
Aizen non mi aveva tolto solo la
libertà, con una facilità disarmante, ma mi privò anche del famoso braccialetto
che aveva rovinato tutto, spiegandomi che ormai non ce n'era più bisogno.
- Sai, Narumi. -, mi stava dicendo
durante la cena, in cui sedevo come sempre al suo fianco. - L'occhio destro di
Ulquiorra funziona esattamente come questo bracciale. Sai dell'occhio di
Ulquiorra, vero? -
Scossi la testa, non troppo
interessata della cosa. Ormai era tutto perduto, cosa poteva importarmi?
- Ecco, l'occhio di Ulquiorra può
generarsi all'infinito, una volta che lo si usa per rivedere ciò che ha
memorizzato. E quel bracciale è stato creato proprio secondo questo meccanismo.
E' grazie a lui, infatti, che oltre che segnalare la tua presenza, io potevo
anche vedere cosa facevi, dicevi o con chi eri. -
Abbassai lo sguardo sul mio piatto
ed annuii, come se la cosa avrebbe anche dovuto interessarmi.
- Tuo fratello è davvero un
bambino simpatico. -, aggiunse, facendomi rabbrividire.
- Sì, lo è... -, mormorai,
perdendomi un attimo nei miei ricordi di quando eravamo ancora insieme. Una
famiglia, nonostante tutto, felice.
- Potrai andare a trovarlo, se
vuoi. Sei libera di andare ovunque tu voglia, ora. - Lo guardai sorpresa,
mentre si ripuliva elegantemente le labbra con un tovagliolo, guarda caso
anch'esso bianco. - Confido nel tuo buon senso. -
L'idea di rivedere le persone a me
più care mi fece sorridere dopo giorni di pianti e silenzi, e Aizen ne fu
lieto, o così mi disse.
“Sorridi, sorridi sempre, Narumi. Sei il raggio di luce che illumina
questa eterna notte.”
Come prevedibile Grimmjow non
partecipò alla cena, dato che ormai io avevo preso il suo posto e non aveva
diritto a stare nella stessa tavola degli Espada. Doveva essere terribile per
lui quella situazione, ma per me lo era doppiamente. Era a causa mia, solo
causa mia se ora non era più l'Espada numero Sei. Mi odiavo, lui mi odiava. Cosa avrei potuto fare
per rimediare?
Era incredibile quanto mi mancasse
quel disgraziato. Era passata più di una settimana dall'ultima volta che mi
aveva rivolto rabbiosamente la parola, poi più nulla. Non ero riuscita a
scorgerlo da nessuna parte. Chissà cosa stava facendo... Mi pensava, ogni
tanto? Anche solo per maledirmi, ma qualche volta levava il suo pensiero verso
di me? Io non riuscivo a non fare altro. Continuavo a vedermi davanti agli
occhi il suo sguardo terribile, a sentirmi sulla pelle il lieve tocco delle sue
mani sulla nuca, il suo respiro sul collo... Perché oltre che non avere più la
libertà di vivere in pace la mia vita, dovevo anche essere maledettamente
innamorata di lui?
Lilinet, una delle poche creature
simpatiche e apparentemente docili degli Espada presenti, e l'ombra
personificata dell'unico uomo che godeva della mia stima lì dentro (tale
Starrk), mi risvegliò dai pensieri e mi chiese se mi andava, dopo cena, di
restare a chiacchierare con lei; un'abitudine, ormai, che aveva preso da
qualche giorno, dato che la incuriosivo e a differenza delle altre Espada ed Arrancar
donne sembravo quella più socievole ed interessante.
Accettai, con un lieve sorriso;
del resto, alla sola idea di passare l'ennesimo fine serata da sola in quella
maledettissima stanza bianca mi sentivo opprimere. Almeno per un po' mi sarei distratta.
- Ehi, Starrk! Non dormire, razza
di zoticone! -, esclamò la ragazza, tirandogli un bel calcione nel di dietro e
spodestandolo dal divano a due posti che aveva occupato sdraiandocisi sopra.
- Uhn... Lilinet, che c'è? Ora non
posso neanche riposare in pace? -, si lamentò l'Espada, un bell'uomo dai
capelli scuri lunghi fino alle spalle e un pizzetto curato sul mento.
- Ma tu dormi sempre! -
- Particolari che non vale la pena
sottolineare. -, rispose, mettendosi a sedere e stropicciandosi gli occhi con
le mani guantate. - Oh, ci sei anche tu, vedo. -
Sorrisi, insicura sul da farsi.
Erano due persone piacevoli, nonostante tutto, ma erano anche due Espada, due
potentissimi Espada. L'idea di "socializzare" con loro mi inquietava
un po', in realtà.
E Grimmjow, non era un Espada, anche lui?
Già, era...
Scacciai con forza quei pensieri,
imponendomi di concentrarmi sui due che, visto il rapporto che avevano,
sembravano fratelli.
- Aizen-sama dice che sei molto
forte. -, fece Starrk, curioso. - Mi piacerebbe verificare di persona, un
giorno o l'altro. Che ne dici? -
Ci pensai su un po', ma visto che
l'unica valvola di sfogo che mi era rimasta era combattere, cosa che non mi
sarei mai sognata di fare in tutta la mia vita!, accettai, conscia di avere
come avversario il più forte, o così mi sembrava di aver capito. Speravo solo
che la storia dello Spirito Ribelle fosse sparita, o almeno diminuita, con il
mio essere diventata Espada.
- Lilinet, la finisci di giocare
con i miei capelli? -, sbuffò, mentre l'altra gli metteva il broncio. - Sei
peggio di una palla al piede. Se continui mi trovo costretto ad appenderti per
i piedi alla prima cosa che trovo. -
Lilinet batté le mani, entusiasta.
- Oh, sembra divertente! -
Starrk mi guardò con una vena di
rassegnazione, cosa che mi fece sinceramente ridacchiare. Mi piaceva
quell'uomo, oltre ispirare simpatia e tranquillità, dava anche la vaga
impressione di essere una persona fidata. In altre circostanze avrei usato il
termine amico, ma era ovvio che con
lui, ne con nessun altro a Las Noches, potevo prendermi il lusso di
utilizzarlo. Non esistevano amici, lì dentro. Solo servitori e collaboratori,
nient'altro.
- Narumi, lascia che ti chieda una
cosa. -
Lo guardai incuriosita, non
sapendo bene cosa aspettarmi. - Ditemi pure, Starrk-san.
-
- Prima di tutto evita di darmi
del voi, mi sento vecchio. E sono giovane come un ragazzino, io. -
Abbassai lo sguardo, per
nascondere un altro sorriso.
Poi lui continuò. - Mi è sembrato
di notare uno strano rapporto tra te e Capelli Azzurri. -
Sbarrai gli occhi e arrossii
contemporaneamente, come se mio padre mi avesse colta con le mani nella
marmellata. - Un... rapporto? -
Mi lanciò uno sguardo eloquente,
che mi bastò per evaporare direttamente. - Guarda che non sto sempre dormendo.
-
- Anche se non si direbbe. -,
aggiunse Lilinet, che si beccò uno scappellotto sul collo.
- Come li chiamate, voi umani?
Sentimenti, eh? -
Sapevo dove stava arrivando,
accidenti! Che razza di discorsi si metteva a fare? Scossi veementemente la
testa, rossa come un pomodoro.
Mi sorrise, stravaccandosi contro
lo schienale del divano, apparentemente stanco. - Lo immaginavo. Ma lascia che
ti dia un consiglio: noi non... amiamo.
Anche se ti parla uno che non ha mai voglia di fare niente, beh noi
combattiamo, e basta. L'unico nostro amore è la nostra spada, è il sangue che
scorre. Non c'è spazio per i sentimentalismi negli Espada. Specialmente in
quelli come Grimmjow. -
Mi morsicai le labbra, conscia che
tra non molto avrei sentito gli occhi pizzicare per le lacrime. - E'...
orribile. -
- Cosa? Non amare? -
- Io amo ogni giorno, ogni cosa.
-, gli dissi, stringendo convulsamente i pugni. - Amo il cielo azzurro la
mattina quando mi sveglio, amo camminare per Karakura in mezzo alla gente, amo
cantare a squarciagola anche se sono stonata, amo giocare a basket, amo andare
a scuola ed incontrare i miei amici, amo mio fratello e mio padre più di me
stessa! E odio, odio con la stessa
intensità combattere e uccidere! Mi sento un mostro, ora che sono qui, tra di
voi, come voi! Un mostro! E voi amate
questa vita? -
Mi ritrovai a piangere come
un'isterica, davanti ad altri Espada che erano nella nostra stessa sala. Non
m'importò cosa avrebbero pensato, se si sarebbero messi a ridere per prendersi
gioco di me, ma quello era ciò che sentivo veramente, un turbinio di sensazioni
che dovevo far fluire fuori, per non rischiare veramente la pazzia.
Lilinet mi guardava sbalordita per
il mio sfogo inaspettato, mentre Starrk si era solo limitato a corrugare la
fronte. - Siamo due mondi diversi, Narumi. Tu non capisci me e io non capisco
te, è normale. Prima o poi ti abituerai. -
Mi nascosi il viso tra le mani,
piangendo senza una spalla di sostegno, circondata dalle persone che più
detestavo al mondo. Mi sentivo sola, tremendamente sola. Una preda in mezzo a
decine di predatori.
Una preda.
La sua preda.
Corsi via in lacrime, scusandomi
velocemente con Starrk e Lilinet, e mi diressi velocemente nella mia stanza. O
meglio, pensai di andare lì. Ma sapevo bene che la porta che avevo di fronte
non era quella della mia camera, ma quella di qualcun altro che avrebbe
preferito morire piuttosto che dovermi vedere.
Aprii la porta con forza, senza
neanche bussare per educazione, e lo trovai seduto sulla finestra, intento a
guardare il vuoto. Si girò di scatto appena si accorse di me, per poi
assottigliare lo sguardo a due fessure, riconoscendomi.
Io rimasi lì, una mano ancora
sulla maniglia, gli occhi rossi e gonfi per le lacrime, le guance imporporate
per lo sfogo e la vergogna. Ero lì, immobile senza dire una parola.
Improvvisamente tutto quello che avevo pensato di dirgli l'avevo totalmente
rimosso dalla testa.
- Vattene. -
Mi morsicai il labbro inferiore
per reprimere un singhiozzo, anche se ormai c'era poco da nascondere.
- Non farmi alzare. Non sono in
vena di giocare. Vattene. -
Voltò lo sguardo per continuare a
contemplare il nulla, fuori dalla finestra. E io tremai al pensiero di quello
che stavo per dire.
- Grimmjow... -, mormorai, senza
forze. - Tu... ami combattere? -
Lui mi guardò, ancora una volta, e
non potei fare a meno di sentire caldo con quegli occhi su di me, nonostante
trasmettessero solo arroganza e rancore.
- Vattene. Non lo ripeterò. -
- Io non amo combattere. -,
proseguii senza ascoltarlo, imponendomi un po' di calma per completare il
discorso. - Io odio combattere. Odio le guerre, odio i conflitti. Ma da quando
sono qui... io combatto tutti i giorni. E non parlo della spada. Io... ho
combattuto per avere la tua stima, arduamente. Ho combattuto contro me stessa e
tutt'ora lo faccio. Combatto perchè quel poco che avevo vinto l'ho perso... e
combatto perchè devo riuscire a non pensare... a non pensare a quanto tu sia
importante per me. Ho bisogno di te,
Grimmjow. -
Abbassai lo sguardo, ora più
sollevata per essermi tolta quel peso di dosso. Non m'importava come mi avrebbe
giudicata. Non m'interessava più niente, ormai. Non c'era nulla da perdere, ma
tutto da guadagnare.
Rimase in silenzio, assorto nei
suoi pensieri, senza far trapelare ne stupore ne disgusto per le mie parole. E
io me ne andai, senza aggiungere altro.