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Autore: Voglioungufo    03/08/2020    6 recensioni
Role swap AU | Akatsuki Naruto | No Uchiha Massacre
ShiIta | KakaIta | ObiKonan | SakuHina | Maybe SasuNaru.
Tutti conoscono la storia di Naruto e Sasuke com'è stata scritta.
Ma se Iruka non fosse mai stato l'insegnante di Naruto?
Se Sasuke non avesse mai perso il suo clan?
Se Shisui non si fosse sacrificato per il bene di Konoha?
E se Obito, abbandonato il piano dello Tsuki no Me, avesse preso Naruto con sè?
E se Sakura, stanca di essere sottovalutata dal suo maestro, scappasse per inseguire il vero potere?
Sarebbe un'altra storia, la storia che voglio raccontarvi...
Genere: Avventura, Generale, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Obito Uchiha, Sasuke Uchiha, Shisui/Itachi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più contesti
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Un po’ di coordinate per capire meglio questa RoleSwap!AU:
-  “Role Swap” significa: ruoli scambiati. È quel trope dove il ruolo dei personaggi (antagonista, protagonista, buono, cattivo…) viene scambiato tra essi;
- In questa storia Iruka non è mai stato insegnante all’Accademia. È un normale chūnin e non ha avuto occasione di entrare in contatto con Naruto;
- Obito ha scoperto il vero piano di Zetsu e tutte le implicazioni dietro Lo Tsuki no Me, che decide di non attuare più;
- Il massacro Uchiha non avviene, in compenso Shisui dopo che Danzo gli ruba l’occhio invece di suicidarsi decide di abbandonare il villaggio e diventa un nuniken.
 
Altri piccoli appunti:
- C’è un original character nella “nuova” squadra 7, Sarutobi Himawari. Vi assicuro che non è un self-insert perché ha un ruolo specifico per la crescita di Sasuke e Sakura;
- I rapporti same-sex sono tranquillamente accettati nel mondo shinobi, solo che non esistono matrimoni e per questo le famiglie dei clan fanno molta pressione perché i figli si sposino e portino avanti la discendenza. Banalmente è un po’ come nella Grecia Classica, solo che è una pratica meno istituzionalizzata;
- Nella storia si comincia a considerare adulto un* bambin* nel momento in cui diventa un ninja (altrimenti per i civili  l’età resta sui 18 anni);
- L’OOC ovviamente è perché essendoci circostanze diverse e ruoli scambiati i personaggi non saranno naturalmente fedeli al manga. Non sarà eccessivo, la caratterizzazione resta quella (Sasuke sarà Sasuke, solo un Sasuke che vuole diventare Hokage e Naruto sarà Naruto, ma un Naruto che disprezza Konoha);
- Le coppie… HAHAHAHAHA non ne ho idea, per questo non ne ho inserite. Le uniche certe sono gli ShiIta e i KakaIta che sì, come potete ben vedere è un po’ un triangolo. So che a molti non piacciono, ma vi chiedo di avere fede per questa idea che ho in mente, giuro che non vi pentirete e vi struggerete con me e Itachi hahahaha. Comunque sappiate che in qualche modo riuscirò a incastrare la sakuhina u.u ho qualche ideuzza ma devo vedere se i personaggi me lo permettono.
 
Non ho altro da dire. Spero solo che anche questa mia sciocca idea vi piaccia! Recensioni per farmi sapere il vostro parere sono sempre benvolute^^
Vi lascio al prologo.
Hatta.
 







 
 
Prologo
 
 
L’intera città era illuminata dai raggi della luna piena, che scacciava le ombre e metteva a nudo ogni vicolo. Era una pessima notte per scappare, ma non c’era più molto tempo prima che gli agenti ROOT lo intercettassero.
Dalla cima del tetto, Shisui rivolse solo un ultimo fugace sguardo nella direzione delle facce degli Hokage e si accorse di non provare nemmeno un’oncia di rimpianto. Tutto quello che provava era rabbia, rabbia cocente che scorreva nel suo sangue.
E tradimento.
Allungò una mano alla benda, le dita che premettero contro l’orbita vuota. Pulsava ancora sorda, dolorante per la ferita brusca che non aveva avuto il tempo di medicare accuratamente.
Fece una smorfia e, senza più guardare indietro, senza badare al dolore e alla stanchezza che sconquassava tutto il corpo, concentrò il suo chakra allo scatto. Shunshin era sempre stata la tecnica in cui più eccelleva, ma esausto com’era lo portò velocemente in ginocchio quando si fermò oltre le porte di Konoha. Tossì violento, l’unico occhio rimasto che spremeva lacrime di dolore; le sue bobine di chakra sembravano essere ancora profondamente danneggiate. Non badò quando l’erba venne macchiata di sangue.
“Non sforzarti troppo”.
Al di là della condizione pietosa in cui si trovava, Shisui riuscì a reagire velocemente alla voce estranea. Estrasse il tantō che teneva sulle spalle, quel solo gesto gli fece sfocare la vista. Si rilassò solo quando riconobbe la cappa nera, con il motivo di  nuvole rosse, che l’uomo apparso dal nulla indossava.
Rinfoderò la spada corta mentre alzava la testa e si accorse che l’uomo – Uchiha Madara o Uchiha Obito, questo doveva essere ancora chiarito – non indossava la tipica maschera tigrata con cui lo aveva visto ultimamente. Era la prima volta che vedeva il suo viso e la sua espressione appariva molto stanca, ma anche molto risoluta.
“Ci abbiniamo” commentò Shisui scherzoso, indicando l’occhio mancante dell’altro.
Obito non rispose, privo di umorismo. Si spostò verso di lui e Shisui poté notare che sulle sue spalle stava aggrappato un bambino biondo, con vispi occhi azzurri che lo guardavano incerti e curiosi. Non dovette vedere le cicatrici dei baffi sul suo viso per riconoscerlo, il Jinchūriki del Kyūbi era molto bravo a distinguersi e farsi notare.
Non chiese perché fosse con loro. Anzi, era abbastanza ovvio che il piano originale del nin-mancante fosse  rubare una delle risorse più preziose di Konoha. Shisui era capitato quasi per sbaglio.
Un errore.
“Andiamo” chiamò Obito.
Con un’ultima scintilla di esitazione, guardò la mano guantata che l’uomo gli offriva. Per un momento gli parve di vedere il volto mite e gentile di Itachi, il sorriso che si formava quando gli offriva dei dango.
Bastò una pulsazione all’orbita vuota a ricordargli perché lo stava facendo.
Afferrò la mano con una stretta decisa.
Il secondo dopo una forza sconosciuta lo stava trascinando nel nulla.
 
 
**
 
Kakashi era stanco dopo cinque giorni di caccia ininterrotta. Era stato in prima linea nelle ricerche di Uchiha Shisui, mandando il suo branco perfino oltre il confine del Paese del Fuoco.
Era ovvio fosse stato scelto per quel compito: era un eccellente ANBU, un tracker migliore degli Inuzuka e un possessore di un sharingan; quella era una combinazione rarissima, che in missioni come quelle non andava sprecata.
Ma era stato inutile.
Cinque giorni dopo nessuno era riuscito a rintracciare Shisui. Il suo odore si interrompeva poco oltre le porta di Konoha, come se da quel punto in poi fosse stato inghiottito dal nulla. Era proprio questo a preoccupare Kakashi: le persone semplicemente non potevano sparire, anche il più abile degli shinobi avrebbe lasciato dietro di sé una traccia. Soprattutto considerando che le ricerche erano partite all’istante, era impossibile che in poche ore il vento ne avesse disperso l’odore.
Ma Kakashi era stanco e non badò a nessuna di queste preoccupazioni mentre faceva rapporto all’Hokage sul suo fallimento. Era tornato da una missione in incognito a Kumo quando erano partite le ricerche e ovviamente non aveva potuto sottrarsi. Ora la stanchezza esigeva che riposasse il suo corpo.
Ma quando l’Hokage lo congedò, non si teletrasportò direttamente al suo appartamento.
Si spostò sui tetti della città, lasciò che il proprio chakra si espandesse pigramente in cerca di quello oscuro e malizioso del Kyūbi. Il senso di allarme si attivò nel momento esatto in cui si rese conto che non riusciva a percepirlo, non in tutto il villaggio.
Un’oscura premonizione cominciò a far battere forte il suo cuore, ma non l’ascoltò e la cacciò lontana dalla sua mente. Cambiò invece la direzione dei suoi salti e si diresse veloce verso il condominio dove era stato stanziato il figlio di sensei.
Gli bastò atterrare sul balcone per accorgersi che l’appartamento era vuoto. Scivolò quindi senza scrupoli al suo interno dalla finestra.
Era disordinato, come sempre. Ma c’erano meno vestiti per terra, il lavabo del lavandino non erano pieno di tazze di ramen e la spazzatura puzzava troppo – come se non fosse stata buttata da parecchi giorni. Non c’era nemmeno il cappello da notte con cui l’aveva visto dormire, non trovò lo zaino e non c’erano le scarpe.
Gli bastò aprire il frigo per capire cosa fosse successo: era vuoto, fatta eccezione di un cartone di latte scaduto.
Naruto era sparito.
Non seppe come riuscì a rimanere calmo, come riuscì anche solo a considerare freddamente i vari indizi quando il suo cuore sembrava voler scappare dal petto. Si tagliò la mano con un kunai e la sbatté con forza sul tavolo. Con una nuvoletta di fumo un carlino comparve sul ripiano, gli occhi stanchi ed esasperati, mentre il resto del branco si distribuì sul pavimento, tutti erano nella stessa condizione malridotta.
“Capo, capisco la situazione di emergenza, ma…”
“Pakkun”, lo interruppe Kakashi, “ho bisogno che tu vada dall’Hokage a dirgli che Naruto è sparito. Il resto: con me, cercate il suo odore e seguitelo.”
Aveva dato l’ordine con voce controllata, in tono freddo che non ammetteva repliche, ma nonostante ciò al suo branco fu fin troppo chiara l’agitazione che turbinava dentro il giovane uomo. Era in condizioni terribili, con il chakra vicino all’esaurimento. Fu per questo che Pakkun non protestò e fece quanto ordinato.
Kakashi non rimase un secondo di troppo nell’appartamento. Fiducioso in Pakkun, uscì dall’appartamento e seguì il branco che cominciò a cercare l’odore di Naruto, ignorando tutte le altre fragranze. Kakashi non riusciva a percepirne neanche una debole traccia e questo lo spaventava: da quanto tempo era sparito e nessuno se n’era accorto?
Il branco lo portò in una zona che in quegli ultimi giorni aveva battuto molto, poco fuori dalle mura.
“L’odore si ferma qui, capo” informò Urushi. “Ci sono altri due odori, uno sconosciuto e l’altro è quello che ci hai già fatto cercare”.
Non c’era bisogno che lo specificasse. Del resto Kakashi aveva capito tutto nel momento in cui il branco si era fermato ad annusare lo stesso identico punto in cui anche l’odore di Shisui scompariva.
Quella consapevolezza aumentò la tachicardia. Tutta la pesantezza del consumo di chakra piombò su di lui e la vista cominciò a mancargli, le gambe tremavano.
Cinque giorni. Naruto era sparito da cinque giorni e nessuno se n’era accorto. L’Hokage, che aveva promesso che il figlio del suo sensei era al sicuro, non sapeva nulla. Non sapeva che Shisui…
“Ha rapito Naruto” riuscì solo a dire prima che la sua visione si oscurasse a cadesse a terra.
Ma anche nell’incoscienza quell’ultimo pensiero gli divorò la mente.
Aveva perso Naruto, l’ultimo legame con la sua vecchia squadra.
Aveva fallito, ancora.
   
 
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