Kakuzu poggia una boccetta dal contenuto verdastro sul tavolo, proprio sotto il naso di Hidan.
Il ragazzo solleva un sopracciglio, ne afferra il tappo con due dita e lo svita. Ne inspira l’odore e, appurato che esso non sia commestibile, arriccia il naso contrariato.
«Che cazzo è questa roba?»
«Smalto. Devi metterlo.»
Hidan sbatte un paio di volte le palpebre, poi ripunta le pupille sul microscopico contenitore che ha dinanzi.
«Cazzo!»
Esclama, alzandosi e facendo schiantare la sedia sul pavimento dietro di sé.
«Questo non me lo avevate detto!»
«Che cosa?»
«Che fossimo anche un gruppo di drag!»
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