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Autore: _ A r i a    10/08/2020    1 recensioni
{ Pirate!AU }
Per lunghi anni la Royal aveva imposto la sua egemonia su ciascuno dei sette mari. La nave pirata più temuta, più ammirata e, inevitabilmente, anche la più ricca. Nel corso delle loro innumerevoli scorribande avevano accumulato un bottino così considerevole che avrebbero potuto fermarsi su un’isola qualsiasi e vivere per sempre un’esistenza nello sfarzo e nel lusso più sfrenato.
Il capitano, tuttavia, probabilmente non ci sarebbe mai riuscito.
Jude, questo il nome di quel giovane uomo che, appena ventenne, guidava il più noto equipaggio pirata della storia, non aveva mai preso in considerazione l’idea di abbandonare quella vita di scorribande e razzie. Toccare terra lo innervosiva, ed era solito farlo solo se costretto.
Voleva viaggiare. Voleva visitare ogni angolo esplorabile del mondo. Sentire il vento tra i capelli lo faceva sentire vivo, potente.
Ed era per lui l’unica cosa che contasse.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: David/Jiro, Joe/Koujirou, Jude/Yuuto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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pirates

All’alba fu tempo di contare i danni.
Jude era poggiato con la schiena all’albero di trinchetto, il jolly roger che sventolava sopra di lui. Teneva il braccio sinistro stretto al corpo, indolenzito dopo gli scontri della notte precedente. Aveva riportato solo poche ferite superficiali, ma nonostante ci avesse gettato sopra dell’alcool continuavano a bruciare come infuocate.
Già, il fuoco. A Jude sembrava ancora di vederlo danzare davanti ai suoi occhi, nonostante le fiamme fossero state ormai domate ed estinte.
Joe e David si stavano lentamente avvicinando a lui. Jude li intravide in lontananza, mentre la brezza fresca gli faceva sbattere la casacca blu contro il torace. Avevano la testa china, e Jude sapeva che si sentivano in colpa per quanto era accaduto la notte precedente.
Quando lo raggiunsero, il primo a prendere parola fu David.
«Capitano», aveva cominciato «sono rammaricato per gli ultimi eventi. Continuo a sentirmi così in colpa per quanto è successo, non riesco a comprendere come sia potuta sfuggirmi una cosa del genere…»
Jude aveva sospirato lentamente. La verità era che il primo a sentirsi in colpa era proprio lui. Lui era il capitano, lui doveva garantire la sicurezza del suo equipaggio. E non l’aveva fatto.
Dov’era lui, quando la nave era stata attaccata? Sotto coperta, nelle sue stanze. Così s’impegnava a tutelare gli uomini che avevano deciso di seguirlo?
«No, David.» Jude s’era passato distrattamente una mano tra i capelli. «Avrei dovuto essere con voi fin dal primo momento, e non è stato così.»
«Beh», s’era intromesso Joe. «Immagino che adesso dovremo cercare il porto più vicino in cui attraccare. Ho consultato alcune mappe di navigazione, e da quello che mi è parso di capire Black Dust‒»
Jude s’era discostato con foga dall’albero di trinchetto, incamminandosi in avanti.
«Non se ne parla. È fuor di discussione.»
David era sobbalzato sul posto. «M-Ma… Jude…», aveva provato ad obiettare.
«Dovendo cercare un’altra isola, la più vicina si troverebbe quantomeno a una settimana di navigazione da qui», aveva protestato Joe, in maniera più risoluta. «Continuando ad imbarcare acqua a questa velocità, non ci arriveremo nemmeno…»
Jude si era voltato di scatto nella loro direzione, la sciabola che era appesa alla cintura di seta che teneva annodata in vita aveva ondeggiato violentemente.
«Davvero state fingendo di non sapere cosa significherebbe questo?», li aveva incalzati Jude. «Equivarrebbe a tornare con la coda tra le gambe. Sarebbe la dimostrazione della nostra incapacità di stare in mare aperto, di fronteggiare un nemico. Volete ammettere così platealmente di essere stati sconfitti
Furia. Jude la percepiva così nitidamente nella propria voce. Da quando l’aveva sentita montare in petto la notte precedente, probabilmente non aveva mai abbandonato il suo corpo.
Quella sarebbe stata un’ammissione di colpevolezza. E no, Jude non era pronto a mettere da parte il proprio orgoglio.
«Ascolta, Jude.» Joe s’era avvicinato a lui, abbassando di un poco il tono della voce. «Tornare a Black Dust è una sconfitta per tutti, ma quali altre possibilità abbiamo? Morire nel bel mezzo dell’oceano? Non credo che sia un’alternativa meno umiliante. In ogni caso abbiamo già informato il timoniere della nuova destinazione, per cui ci dirigeremo lì con o senza il tuo benestare.»
Jude lo aveva fissato, stizzito. Cos’era quello, una sorta di ammutinamento?
Era vero, stava pestando i piedi come un bambino viziato, ma la verità era che tornare a Black Dust significava riaprire una ferita del suo passato.
Una ferita che non era mai riuscito a sanare.
«Perfetto», aveva sibilato. «Allora fate pure come volete, tanto mi sembra che sia stato già tutto deciso.»
David aveva fatto per aggiungere qualcosa, Jude tuttavia non gliene aveva dato la possibilità, voltandosi di scatto e sparendo poco dopo sottocoperta.


Jude aveva lanciato via con furia le pergamene srotolate sulla sua scrivania.
Follia. Quella era, senza ombra di dubbio, un’enorme follia.
Non era sempre stato il capitano della Royal. Prima di salpare con un equipaggio tutto suo, era stato il vice della Black Dust.
La Black Dust era stata ciò che ora era la Royal, ma in maniera decisamente maggiore. Non esisteva uomo che avesse solcato il mare che non ne conoscesse il nome, e che non nutrisse un terrore cieco al solo sentirlo nominare.
Lui, David e Joe erano stati parte di quell’equipaggio che si era fatto la fama del più temibile dei sette mari, lasciandosi alle spalle solo una scia di morte e distruzione.
A dir la verità, la quasi totalità dell’equipaggio della Royal aveva fatto parte della Black Dust, e questo ne spiegava lo strapotere fisico.
Venne un momento, tuttavia, in cui il capitano della Black Dust aveva deciso di fermarsi. La nave che nessuno aveva mai avuto il coraggio di attaccare aveva accumulare così tante ricchezze nel corso dei suoi innumerevoli anni di navigazione da permettersi di colonizzare un’intera isola, che prevedibilmente aveva preso il nome del veliero stesso.
All’inizio l’idea era stata esaltante, tanto più che Jude s’era ritrovato circondato da privilegi, vista la sua importanza all’interno della flotta. Quei profumi inebrianti, però, avevano finito ben presto per soffocarlo.
Gli mancava il mare aperto. Le rive dell’isola erano costantemente lambite dall’oceano, ma ciò non bastava a sostituire l’adrenalina dell’avventura o la salsedine tra i capelli – l’odore della libertà, per Jude.
Sapeva, tuttavia, di non star raccontandosi tutta la verità.
C’era un altro motivo, infatti, che lo aveva spinto ad allontanarsi da Black Dust.
Jude si era lasciato cadere a terra, seduto tra le carte di navigazione ormai irrimediabilmente sparse sulle travi lignee del pavimento. Ricordi che credeva ormai dimenticati presero a fluire nella sua mente, come veleno che colava da una fiala: memorie di lingue intrecciate, di mani che percorrevano avidamente il suo corpo e di notti di passione, che credeva di aver ormai abbandonato nelle notti d’estate di diversi anni prima.
Tornare a Black Dust, tuttavia, significava lasciarle riemergere dal dimenticatoio in cui così a lungo le aveva gettate, e Jude non era certo di essere pronto per questo.
Lo sguardo di Jude si era posato sull’ampia vetrata che riempiva di luce la sua stanza. Sotto di lui, le onde continuavano a scontrarsi furiosamente contro la chiglia.





▬ notes

Fa troppo caldo per editare, sigh. Così finisco sempre per ridurmi all'ultimo e mi stresso il doppio. Una condotta lungimirante, oserei definirla.
Comunque! Oggi ho poche cose da dire, quindi cercherò di metterle in ordine per andare più in fretta.
Anzitutto: ho inserito un banner ad inizio capitolo ora provo anche a metterlo nel prologo, pregate per me. Non è come sarebbe dovuto venire nella mia testa, perché volevo aggiungere anche una fanart di Kidou ma non ho trovato una che soddisfacesse tutte le mie necessità (pg voltato di lato, no occhialini, camicia bianca indosso etc) e l'unica che più o meno ci si avvicinava era di un* fanartist che vieta il repost. Un tempo non ci avrei dato peso, ma twitter mi ha cambiata e ora sono una persona nuova, per cui nada, ci teniamo un banner più semplice (sulla linea di quelli per dn e diwk) e amen.
Poi, il capitolo: più rileggo queste parti iniziali mentre le edito e più mi rendo conto di quanto sembrino "rushate". Un po' è perché all'inizio volevo tenermi sintetica per rientrare nei limiti del contest, un po' è anche per via della mia paura di bloccarmi di nuovo per... giorni? Mesi? Anni?, su una long, per cui ho cercato il più possibile di sbrigarmi, perché avevo fretta di finirla, ecco perché poi l'ho conclusa in una settimana. Modificarla adesso non mi sarebbe in grado, perché ho sempre paura di rovinare quello che ho già scritto oltre al fatto che non saprei esattamente cosa aggiungere, per cui mi sa che anche questo ce lo teniamo così, lol. Tra l'altro questo è quasi un capitolo di passaggio (andiamo bene, cominciamo già con i capitoli di passaggio al secondo aggiornamento)... ma i prossimi tre saranno letteralmente pieni di cose, per cui dai, forse sono perdonata ahah.
Infine volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto il prologo, e in particolare chi ci ha tenuto a esprimermi il proprio apprezzamento. Non me l'aspettavo, sinceramente, per cui grazie, non immaginate nemmeno lontanamente quanto io ve ne sia grata <3
Bien, per oggi ho detto tutto, ci vediamo presto, ossia tra cinque giorni, per il prossimo aggiornamento. Io, intanto, finalmente domani me ne vado AMMARE, yaaay **
See ya,
Aria
   
 
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