Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Dragon mother    14/08/2020    2 recensioni
Il Natale, per Isabella è il periodo più magico dell'anno e questo in particolare, le lascerà un regalo inaspettato. Dal prologo -..per chi, per un motivo o un altro, è costretto a vivere per strada.
Ma si sa che l’amore e la magia che avvolgono questo giorno, possono rendere possibile ogni storia.
E questa è la nostra storia.-
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, James | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buon venerdì ragazze, tutto bene?
In questo capitolo Esme ed Edward passeranno del tempo da soli e parleranno un po’.. vi lascio alla lettura.
Grazie a tutte voi che mi seguite sempre e un bacio.
 
 
 
Edward
 
“Edward caro, mi farebbe molto piacere se oggi tu venissi a trovarmi a casa, potremmo parlare e approfittare per conoscerci un po’”
Siamo appena usciti dall’ospedale e mia madre mi sta proponendo di passare del tempo insieme.
Abbiamo fatto una serie di esami e tra al massimo 2 giorni avremo i risultati, anche se in cuor mio so già che saranno positivi.
Abbiamo richiesto la procedura d’urgenza e dopo un po’ di insistenza fortunatamente ci hanno accontentati.
Alice, in attesa di una mia risposta affermativa, ha già iniziato a muoversi impaziente.
“Certo, verrò molto volentieri, se il mio capo me lo permette” dico sorridendo verso Bella e lasciandole un delicato bacio sulla guancia.
“Non devi neanche chiederlo Edward, puoi andare subito se lo desideri, il lavoro può aspettare. Inoltre pensavo di finire prima anche io oggi, mancano pochi giorni al 31 dicembre e devo ancora organizzare tutto per il cenone. Esme, ovviamente tu e Carlisle siete invitati, se non avete altri impegni” le domanda gentile il mio amore.
“Sai Bella, volevo proprio farvi lo stesso invito: perché non ci troviamo tutti a casa da noi, inviteremo pochi amici intimi e voi porterete chi vorrete. Siamo sempre così soli Carlisle ed io in quella grande casa e poi sarà l’occasione per stare insieme come una grande famiglia.”
 
Famiglia.
 
Ho così tanto desiderio di averne una tutta mia che in questo momento sarei disposto a fare di tutto.
Bella ci sta riflettendo su ed io egoisticamente sto pensando che magari aveva in mente di organizzare qualcosa solo per noi due, per stare un po’ con me.
Sì, io ho già di queste idee e la famiglia di cui parlo la vorrei proprio con lei.
Lei e dei bambini che scorrazzano allegri per casa, magari rincorrendo a piedi nudi un cane, con le mani sporche di cioccolata.
Ammetto che la mia fantasia sta galoppando ma questo per ora è il mio più grande desiderio e sarà quello che esprimerò alla mezzanotte del 31 dicembre.
Non avrei mai immaginato che la vita mi avrebbe regalato tanto e tutto in una volta, dopo avermi lasciato senza ogni singola cosa.
“Credo che sia un’ottima idea Esme però vorrei aiutarti, se per te va bene” le risponde Bella sorridendole.
“Ne sarei molto felice, sarà una festa bellissima ne sono certa, sarà l’inizio di una nuova vita per tutti” sentenzia mia madre con gli occhi lucidi.
 
Lascio Bella che raggiunge l’azienda mentre io, Alice e nostra madre ci rechiamo subito a casa.
 
Il vialetto che conduce all’abitazione è molto curato, abbellito da alcune alte piante e già dall’esterno la casa si presenta elegante e lussuosa.
Entrambe mi precedono e mi conducono per un giro panoramico delle stanze.
E’ una casa da ricchi, molto ben arredata e curata nei minimi particolari.
“Vieni Edward, ti va un thè in veranda?” mi propone mia madre guidandomi verso una grande portafinestra.
“Sì grazie, molto volentieri”
Mi rendo conto che non sto parlando molto e posso sembrare scortese ma tutte queste novità insieme mi hanno un po’ destabilizzato.
Non sono timido e generalmente non resto mai senza parole ma in questa occasione mi riesce difficile fare altrimenti.
“Vieni, sediamoci qui” mi invita lei; poi mi passa una coperta per il freddo, nel caso ne abbia necessità.
E’ premurosa, proprio come dovrebbe essere una madre e questo mi fa pensare al suo comportamento di tanti anni fa.
Non provo rancore né rabbia, solo mi concedo di essere triste, addolorato ed un po’ amareggiato per ciò che ho dovuto passare lontano da lei, perché lei mi ha abbandonato.
“Grazie” sussurro afferrando la coperta e appoggiandola sulle gambe.
La vista da lì è spettacolare: davanti a noi il giardino interno della villa sembra quello di un castello reale, con tanto di fontana al centro.
 
Alice arriva poco dopo con due tazze fumanti di tè e alcuni biscottini ma non resta lì con noi, si dilegua inventando di dover fare qualcosa in città che neanche ho ben capito.
Ci saluta entrambi con un bacio e dalla sua espressione è facile intuire che se ne va per lasciarci tranquilli a parlare e in fondo le sono grato per questo.
So bene perché Esme ha voluto questo incontro e so anche che sperava in un mio sì, per poter parlare un po’ da soli.
“Edward, io vorrei cominciare col chiederti perdono, anche se so che non vale niente, non vale tutta la sofferenza che hai provato in tutta la tua vita, in tutti i giorni in cui ti sei guardato attorno e non hai trovato la tua mamma e il tuo papà accanto.
Per tutte le volte che ti sei sentito solo e abbandonato e non avevi nessuno a cui confidare le tue paure e i dubbi sul tuo fututo. Ti chiedo perdono Edward e devi credermi, è stato tutto molto più grande anche di me”
Una lacrima le solca una guancia e non voglio che pianga, troppe lacrime sono state versate nelle nostre vite, d’ora in poi voglio che sul suo viso ci sia sempre il sorriso.
Allungo una mano e le asciugo quella calda perla che ancora si trova sul suo volto.
“Non devi piangere più e sappi che se anche gli esami fossero negativi, potrai sempre contare su di me, potrò sempre essere il tuo Edward se lo vorrai” le dico facendomi più in là sulla panchina e avvicinandomi a lei.
Mi prende le mani tra le sue e quel contatto mi fa capire che in qualunque caso tra noi c’è un legame.
“Grazie figliolo. Ora gustiamoci il te e dopo ti racconterò com’è iniziata la tua storia”
 
Inizia il racconto parlandomi di mio padre, di quanto lei ne fosse innamorata e lui di lei, nonostante la diversità sociale e di quanto erano felici quando avevano scoperto di aspettare un bambino.
“Eravamo felicissimi all’idea e anche se non eravamo sposati, avremmo provveduto a farlo presto. Ma la nostra gioia si è spenta il giorno in cui non ho più potuto tacere e ho dovuto dirlo ai miei genitori. Per loro questo era un disonore doppio, la gravidanza e per di più con un ragazzo di un ceto inferiore.”
Assimilo le parole di mia madre e già posso intendere la piega della mia storia.
“Mi hanno costretta a lasciare la città e a rifugiarmi in un convento dove avrei portato a termine la gravidanza. La scusa per tutti era lo studio fuori città.
Quando sei nato ti ho tenuto tra le mie braccia una volta sola, poi mi sei stato strappato e di te non ho più avuto notizie.
Ho perso i contatti con tuo padre il giorno che ho varcato le porte del convento e di lui non ho più saputo niente, come lui non sa di te.
Quando sono tornata a casa dopo il parto, venivo controllata a vista e sono caduta in un brutto periodo di depressione.
Mi hanno detto che lui aveva lasciato la città ma non ci ho mai creduto; credo invece che i miei genitori l’avessero minacciato se avesse anche solo osato avvicinarsi a me.
Tempo dopo mi hanno fatto conoscere Carlisle, non lo amavo ma l’ho dovuto sposare e solo con il tempo ho imparato ad apprezzarlo.
Quando poi è nata Alice, le cose sono andate migliorando ma il mio pensiero per te era sempre lì, al mattino quando mi alzavo e alla sera quando andavo a dormire. Carlisle, suo malgrado, era consapevole della mia situazione e l’ha sempre accettata ma io in tutta la mia vita ho amato tanto un solo uomo e quello era tuo padre.
Non so se è ancora vivo e dove si trova ma voglio provare a cercarlo, a costo di litigare con mio marito e di scoprire che in fondo anche lui si è rifatto una vita.
In ogni caso è giusto che sappia di te” conclude spazzando via l’ennesima lacrima dal suo viso.
La guardo e sul suo volto posso vedere tutta la sofferenza che ha provato nel vedersi strappare un figlio dalle braccia; sofferenza parallela alla mia che sono cresciuto senza genitori.
“Una cosa posso dirti Edward: hai gli occhi di tuo padre” aggiunge poco dopo.
Porta una mano al mio viso per lasciarvi una carezza e appena prima che l’allontani da me, la fermo appoggiandola alla mia guancia: quante volte avrei voluto una carezza del genere, quante volte mi è mancato il calore di una mano materna sul mio corpo di bambino ed ora che ne ho la possibilità non voglio più farne a meno.
“Porti con te tanta sofferenza ed io di certo non ne voglio aggiungere; non sono un giudice, non ne ho il diritto, siamo stati tutti vittime di qualcosa molto più grande di noi.
Non ho odio, né rabbia, né rancore verso di te perché tale è la tua sofferenza come lo è per me, l’unico sentimento che posso provare è la tristezza, l’amarezza di essere stato privato di te e di mio padre ma sono anche addolorato perché siamo stati trattati in questo modo, come se non ci meritassimo di vivere e amare liberamente.
Ora che ti ho trovata e qualunque sia il risultato degli esami, non ho intenzione di privarmi più del tuo amore e stai certa che mi troverai sempre accanto a te, qualunque sia la strada che prenderà la nostra vita”.
L’abbraccio stretta, mentre i nostri corpi sono scossi da singhiozzi e all’orecchio lei mi sussurra
“Benvenuto nella mia vita, figlio mio”
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Dragon mother