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Autore: enoa79    19/08/2020    0 recensioni
Dopo la Lunga Guerra, Sigmund Snake si era recato a Kadma con tre obiettivi: rivendicare il titolo di reggente di Mardok, trovare e distruggere l’opera nera e imparare la guarigione dagli Elfi. Né i draghi nella loro millenaria saggezza, né gli abitanti di Mardok con la loro ben nota praticità, avevano però previsto che essendo orfano e minorenne, Sigmund sarebbe stato affidato ad un tutore e mandato all’Arpa, l’accademia di magia di Kadma, per diventare un membro produttivo della società. A peggiorar le cose, un ondata di crimini senza precedenti aveva investito il paese spingendo il Conclave ad azioni sempre più aggressive che avevano finito con il ridurre progressivamente le libertà dei cittadini. In questa situazione, riuscirà Sigmund a realizzare i suoi scopi e tornarsene a Mardok?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'opera Nera Libro uno Capitolo uno

Capitolo 1
In cui si tiene la prima prova pratica di Mentalica
e Sigmund evita un litigio

 

Sigmund Snake stava camminando con passo spedito verso l’aula di Mentalica ed era di pessimo umore. Quel gran bastardo del professor Armstrong gli aveva imposto il turno del primo mattino per cui si era dovuto svegliare all’alba, per finire il compito che gli era stato assegnato aveva saltato la colazione ed ora era anche in ritardo per le lezioni.

E pensare che questa volta non meritava nessuna punizione.
Era vero che due giorni prima, durante l’esame pratico di Combattimento, aveva danneggiato due aule, ma era tutta colpa dei suoi insegnanti e delle prove che la loro mente malata riusciva ad elaborare. I bifolchi l’avevano fatto combattere contro un demone di classe Gela nonostante le tecniche per sconfiggere questo tipo di entità si studiassero al VI anno.
Fortunatamente si era ricordato che il sotterraneo della prova sorge proprio sopra le vasche di purificazione. E un demone è pur sempre un demone.
Aveva fatto saltare un pezzo di soffitto, annaffiando il demone per indebolirlo in modo da avere la meglio su di lui senza usare nessun incantesimo che non avrebbe dovuto conoscere. Ma gli insegnanti non avevano apprezzato la sua capacità di pensiero laterale e lo avevano punito con due settimane di lavoro all’Ufficio Materiali Didattici [1].

In tutta onestà, lavorare al UMD non sarebbe stata una brutta esperienza, se non fosse stato per un regolamento scolastico che rasentava l’ottusità.
L’avevano messo a sintetizzare composti, ma senza usare l’alchimia perché il suddetto regolamento, per ragioni di sicurezza, permetteva l’uso dei cerchi alchemici di trasmutazione complessi solo agli studenti che avevano superato il V anno. E poco importa se lui era talmente bravo in alchimia da essere stato ammesso ai corsi avanzati nonostante fosse ancora al IV.

<< Stupido regolamento! E maledetti i professori e il loro perverso senso di giustizia. >> Pensò.
Almeno lo avevano promosso in Teoria e Tecniche di Combattimento, nonostante a loro dire la prova d’esame consistesse nell’essere sconfitto.

<< Si tratta di una prova impossibile, >> gli aveva spiegato Gertrude Sika, la professoressa di Combattimento, << vi abbiamo fatto lottare contro un avversario molto superiore alle vostre capacità per valutare come affrontate il fallimento. >>

Una totale idiozia a suo parere, ma utile secondo i professori per insegnare ai futuri Eregorius ad affrontare la morte.

<< Perché gli Eregorius devono svolgere missioni molto pericolose, spesso senza informazioni o mezzi adeguati. Alle volte le missioni si rivelano superiori alle loro capacità eccetera eccetera… >>Pensò con una smorfia ricordando il sermone della preside.

Come se a lui importasse diventare Eregorius. Che intraprendesse la carriera militare era la fissazione dei suoi insegnanti, in primis del suo tutore, Omoro Flamelin, per il quale uno dei futuri rappresentanti dei maghi al Goldor non poteva che essere un Eregorius.
Purtroppo, in quanto Snake, alla maggiore età gli spettava di diritto un posto nel Conclave indipendentemente dal livello dei suoi poteri [2], cosa che lo avrebbe reso automaticamente anche uno dei rappresentanti dei maghi. In virtù di ciò tutti continuavano a ripetergli che il suoi destino era servire il Goldor come i suoi antenati.

<< Idioti! >> Pensò con fastidio. << I miei antenati si sono serviti del Goldor, più che servirlo! >>
Una delle prime cose che gli avevano insegnato da piccolo era la storia della sua famiglia, e aveva letto parte dei diari che ogni antenato aveva diligentemente scritto da quando la casata era stata fondata. Nessuno Snake aveva mai servito il Goldor, né altra istituzione da almeno un paio di ere. Al massimo i suoi predecessori erano scesi a patti con i regni del mondo esterno per perseguire i loro scopi.

<< Cosa che dovrei fare anche io! >> Gli suggerì quella parte di lui che parlava con la voce di Mojo e la sua irritazione aumentò in modo esponenziale.

Razionalmente si rendeva conto che l’Alleanza era stata una scelta obbligata e, nell’interesse del suo popolo, avrebbe fatto bene ad instaurare buoni rapporti con le autorità locali, ma nessun possibile vantaggio politico o economico riusciva a fargli piacere l’idea di lavorare a Kadma. L’attuale Goldor era formato da un branco di idioti litigiosi e il Conclave era una manipolo di vecchi bacucchi più interessati a conservare i propri previlegi che ad aiutare il paese.
Se fosse dipeso da lui avrebbe mandato tutti a quel paese e se ne sarebbe tornato a casa sua a Mardok. In effetti non desiderava altro che tornare a casa e farla finita con questa sottospecie di scuola dove l’avevano trascinato contro la sua volontà all’età di 13 anni.

<< Hai delle responsabilità! >> Gli ricordò la voce mentale di Aris.

Sigmund fece una smorfia. Odiava Aris quando aveva ragione.

Mentre saliva la scalinata centrale una folata di vento gli scombinò i capelli, che a lezione portava sempre pettinati all’indietro, e lo riportò alla realtà. Il ragazzo indugiò a guardare il panorama da una delle finestre che erano state aperte per far entrare nella scuola l’aria primaverile.

<< Una prigione, anche se ben ventilata, è sempre una prigione! >> Si disse, citando la famosa battuta attribuita a Malvius [3] << Con questo tempo, me ne andrei volentieri nella foresta a cercare qualche pianta rara invece che a quello stupido esame! >> Pensò aggiustandosi i capelli.
Aveva bisogno di fare pratica in pozioni ed erboristeria, ma le serre dell’Arpa, sebbene molto fornite, erano inutili per i suoi scopi. A parte che ci volevano un’infinità di permessi anche per avere un filo d’erba, non l’avrebbero mai autorizzato ad usare le piante che gli servivano. Anzi, non potevano proprio autorizzarlo. Sempre per via della sua età e di quello stupido regolamento.
E poi l’esame di Mentalica doveva sostenerlo, anche se probabilmente sarebbe stato troppo semplice. Il livello della sua classe non era gran ché e stavano ancora studiando le nozioni di base che erano di una noia mortale.

Con un sospiro imboccò il corridoio che segnava l’inizio della Zona Rossa che, ad ulteriore riprova della totale mancanza di fantasia per i nomi della gente di Arda, era chiamata così per via del colore dominante di decorazioni e suppellettili. La scuola, che era tale solo di nome visto che aveva le dimensioni di una piccola cittadina, era stata divisa arbitrariamente in quartieri ad ognuno dei quali era stato assegnato un colore che veniva usato per tetti e porte, per le cornici delle finestre, per quelle dei quadri e per ogni altra decorazione. A parte questa differenza cromatica, gli edifici dell’ARPA erano tutti uguali. Blocchi di marmo quadrati o rettangolari puntellati da archi e colonne, talmente pieni di statue ed altri abbellimenti che solo la magia impediva loro di creparsi e crollare. L’interno era formato da corridoi e stanze con mura e i pavimenti bianchi e lucidi e massicce colonne che reggevano i tetti a spiovente e dividevano le pareti in riquadri regolari. Porte e finestre,  riccamente decorate, si aprivano rigorosamente al centro di ogni riquadro in barba a qualunque principio di praticità mentre i riquadri vuoti erano riempiti con dipinti, statue, mobili in legno intagliato e ogni altro genere di suppellettile.

Sigmund represse una smorfia. Ogni volta che attraversava un corridoio, il che accadeva spesso visto che abitava nella scuola, aveva la sgradevole sensazione di trovarsi in un sanatorio mal gestito. Chi aveva progettato il complesso si era evidentemente ispirato all’architettura elfica, ma con risultati mediocri. L’ARPA non aveva nulla dell’armonia e della delicatezza delle città elfiche e il suo ordine ostentato era opprimente. In più di una occasione era stato preso dell’impulso di sfondare le pareti semplicemente per poter respirare.

Entrò nell’aula e si affrettò a sedersi nel suo banco in ultima fila, salutando i suoi compagni con un distratto buon giorno detto solo per abitudine. Fortunatamente il professore non era ancora arrivato. Gli altri alunni erano già tutti in aula, impegnati a parlottare tra loro e a ripassare in preda all’ansia per la prova. Nessuno rispose al saluto di Sigmund, cosa a cui lui non faceva più caso. Buona parte degli studenti aveva iniziato ad ignorarlo dopo che, a metà del primo anno, si era vendicato delle angherie di Goffredo Badin e dei suoi amici sostituendo il loro sapone liquido con estratto di Orgran [4] iperconcentrato ad effetto ritardato. Tutto il gruppo di bulli era finito in infermeria per tre mesi, e benché nessuno degli studenti colpiti fosse particolarmente amato, tutti erano stati d’accordo sul fatto che Sigmund avesse esagerato. In fondo Goffredo aveva solo cercato di farlo entrare in piedi nel water.
Passando tra i banchi, Sigmund notò Pakins che armeggiava con i suoi appunti in preda alla disperazione e si lasciò scappare l’ennesima smorfia della giornata. Pakins era in assoluto il peggior studente della scuola e Sigmund era certo che avrebbe fallito la prova.

Nicolas Pakins era un ragazzo bassino e paffutello con gli occhi e i capelli castani e il viso da orsetto. Non era molto intelligente ed era così impacciato ed imbranato che suscitava la solidarietà e la compassione dei suoi compagni. Sigmund provava una repulsione istintiva nei suoi confronti. Probabilmente perché era capace solo di piangersi addosso e di approfittare della bontà altrui.

La sua reazione di disgusto non passò inosservata, causando molte occhiatacce, ma lui notò solo il cipiglio di Ellyone Narwhall, l’unica creatura della scuola capace di fargli perdere le staffe. La ragazza era seduta in seconda fila a parlare con i suoi due migliori amici, Thomas DelaFleur e Maxine Fallon.
Erano tre degli studenti più popolari della scuola. Ellyone era una ragazza lentigginosa con i capelli ricci tanto rossi da sembrare fuoco. Di buon carattere, seria e giudiziosa, a detta di tutti era una studentessa modello e Sigmund la detestava perché non faceva altro che riprenderlo con un odioso atteggiamento da capoclasse. Maxine aveva gli occhi e i capelli castani ed era più bassa dell’amica, ma molto più formosa. Allegra e spontanea, era molto apprezzata dai suoi compagni, soprattutto maschi, non esattamente per il suo carattere. Thomas era un ragazzo di statura media, con gli occhi e i capelli neri. Non era particolarmente bello, ma gli occhiali gli davano un aria intellettuale che piaceva molto alle sue compagne.

I maghi, naturalmente, potevano curare con la magia difetti molto più gravi della miopia, ma una vecchia legge mai abrogata, la Sezione 610, vietava ai minorenni di usare la magia per migliorare o correggere il loro aspetto, tranne nel caso di gravissime lesioni o malformazioni che potevano mettere in pericolo la vita del mago. Sigmund era personalmente contrario all’uso della magia per fini estetici, ma considerava questa legge stupida e troppo restrittiva.
La correzione dei difetti di vista non aveva a che fare con l’estetica. Gli occhiali erano un impedimento per lo studio, soprattutto nelle prove pratiche, perché potevano essere persi. Sigmund era sicuro che nessuno avrebbe protestato se DelaFleur avesse chiesto di fare uno strappo alla regola, tanto più che durante la guerra la Sezione 610 era stata infranta in più di una occasione. Inoltre Thomas DelaFleur era il favorito dei professori  e l’idolo della scuola.
Sua madre, Edvige DelaFleur, era uno degli Eregorius che avevano sconfitto l’Innominato e aveva perso la vita nello scontro. Rimasto orfano, Thomas era stato adottato da Aurus Serinus, Primo Consigliere del Goldor. Si era mostrato subito molto precoce e dotato di grande talento e, da quando aveva iniziato i corsi regolari, era sempre stato il primo in tutto, con grande soddisfazione di Serinus, degli insegnanti e apparentemente del Goldor tutto. Oltre ad essere un genio, era anche buono, modesto e altruista e per questo tutti lo amavano, con la sola eccezione di Sigmund che lo considerava un pallone gonfiato.

<< Non capisco cosa abbia contro Nicky! >> Esclamò Ellyone, lanciando un’occhiata di traverso a Sigmund.

<< Chi? >> Chiese Maxine. << Ah! Snake! Ti prego, lascialo perdere. >> Si affrettò ad aggiungere temendo lo scoppio di uno dei soliti litigi.

Fortunatamente l’arrivo del professor Oki evitò ogni possibile discussione.
Edgar “topo da biblioteca” Oki era un omino piccolo piccolo, con gli occhi a mandorla tanto stretti da sembrare perennemente chiusi. Vestiva sempre con lunghe tuniche marroni che lo facevano sembrare un topo di campagna e girava carico di libri. Per questo, gli alunni lo avevano ribattezzato “topo da biblioteca”, nel senso letterale del termine.
Sebbene sembrasse un tipo inoffensivo, doveva essere un mago molto potente, visto che la materia che insegnava, la Mentalica, era una delle più difficili del quarto anno e a dire il vero di tutti quelli successivi. La Mentalica consisteva nell’uso della magia senza supporti materiali, come bacchette o bastoni, ed era un arte in cui riuscivano solo i maghi più potenti. I rudimenti, però, dovevano essere insegnati a tutti.

Oki posizionò i suoi libri al lato della scrivania e iniziò a spiegare che oggetto della prova era la levitazione. Gli studenti, a turno, dovevano sollevare un foglio di carta, ruotarlo su se stesso e riposizionarlo sulla cattedra senza perdere il controllo dell’incantesimo. Sigmund represse l’istinto di alzare gli occhi al cielo. Lui sapeva fare incantesimi infinitamente più complessi con la sola forza della mente.
Con un sospiro, incrociò le braccia e si costrinse ad osservare la cattedra.
Tranne nel caso di DelaFlour, che non solo riuscì a compiere l’esercizio senza problemi, ma dietro richiesta del professore sollevò e fece ruotare un paio di libri tra lo stupore generale, le performance furono così deludenti che non poté evitare allo sconforto di deformargli il viso.
Un paio di studenti, tra cui la Narwhall, riuscirono quasi a completare la rotazione del foglio, ma i più furono capaci solo di sollevarlo.
Il peggiore, come Sigmund aveva previsto, fu Pakins che non riuscì a convincere il suo foglio a muoversi.
Sigmund fu l’ultimo ad essere chiamato e si alzò pigramente dal suo banco. Venne accompagnato alla cattedra da numerosi sguardi di sfida che nascondevano il desiderio di vederlo fallire almeno per una volta. Lui aveva ottimi voti in tutte le materie come DelaFleur, ma mentre DelaFelur era oggetto di universale ammirazione verso di lui gli altri studenti mostravano solo fastidio e disappunto. Probabilmente era dovuto al fatto che non fingeva modestia. Era consapevole di essere più bravo degli altri e lo diceva apertamente, ma quegli sciocchi dei suoi compagni si offendevano invece di apprezzare la sua onestà.

Non avrebbe mai capito la gente del mondo esterno.

L’atteggiamento degli altri studenti lo irritava a tal punto che avrebbe voluto far ballare una yolda [5] tutti i libri di Oki solo per dare uno schiaffo morale a tutti.

<< Non pensarci neppure! >> Tuonò la solita voce nella sua testa. << Non possiamo farci scoprire per un capriccio. >>

A malincuore Sigmund si limitò a eseguire l’esercizio in maniera perfetta, per poi tornare al suo banco con assoluta indifferenza. Se non poteva battere DelaFleur voleva almeno essere il migliore di tutti gli altri. Incassò comunque con soddisfazione il “mooolto bene” del professore e le occhiate di meraviglia dei compagni e il suo umore migliorò un po’.

Al termine della lezione gli studenti si riversarono nei corridoi per raggiungere l’aula di Evocazione nell’Area Grigia.
Maxine, Ellyone e Thomas cercavano di consolare Nicolas per la sua pessima prova.

<< Non abbatterti! >> gli disse Thomas, dandogli una pacca sulla spalla, << la Mentalica è una pratica difficile. Non tutti riescono al primo colpo. >>

<< Devi anche considerare che non hai potuto allenarti molto perché eri di turno alle serre. >> Si affrettò ad aggiungere Ellyone. << Il professore ne terrà conto. Se avessi potuto studiare meglio… >>

<< Avrei fallito ugualmente! >> La interruppe Nicolas. << Ammettiamolo! Sono un totale incapace! Dovrei lasciare la scuola. >>

<< Non sarebbe una cattiva idea! >> Borbottò Sigmund che aveva inavvertitamente ascoltato lo scambio di battute.

<< Che vorresti dire? >> Ellyone si girò di scatto scoccandogli un’occhiataccia.

Sigmund era sorpreso dal fatto che la Narwhall lo avesse sentito a più di un git [6]di distanza nonostante non vantasse le sue doti. La sua discendenza gli aveva garantito sensi molto più sviluppati degli altri maghi, che un addestramento specifico e le circostanze avevano acuito ulteriormente.

<< Probabilmente ho solo parlato a voce alta. >> Gli disse il suo buon senso.

Aveva incontrato grosse difficoltà ad adeguarsi alle regole della comunicazione verbale della gente di Kadma e a volte gli capitava di alzare il tono di voce senza volere. Lo stesso buon senso gli suggerì di ignorare i suoi compagni e di recarsi a lezione, ma era annoiato e la Narwhall aveva una tale espressione di sfida che non resistette alla tentazione di rispondere. Si avvicinò lentamente al gruppo con le vesti nere che ondeggiavano ad ogni suo passo, e nel vederlo Nicolas deglutì, più per ammirazione che per paura.
La divisa dell’ARPA era formata da un paio di pantaloni neri, tenuti in vita da una cintura dorata, e da un maglione anch’esso nero a collo alto con le rifiniture in oro. Su questo vestito si indossava una tunica di velluto nero rivestita internamente di rosso per gli uomini e verde per le donne. Sul petto della tunica era impresso in oro il simbolo del Goldor: la fenice sul sole che sorge. Questa divisa esaltava notevolmente il fisico di Sigmund che era oggetto di ammirazione anche da parte dei suoi nemici più accaniti (i quali tuttavia affermavano che a parte la bellezza, la straordinaria intelligenza e il talento per la magia, non avesse nessun’altra dote di rilievo).
Sigmund Snake infatti era alto e con un fisico aggraziato. Aveva capelli tanto biondi da essere quasi bianchi, grandi occhi grigio argento e tratti delicati che sembrava fossero elementi estetici molto apprezzati nel mondo esterno. L’essere considerato bello era stata una vera sorpresa per Sigmund, visto che a Mardok nessuno aveva mai mostrato particolare interesse per il suo aspetto, e all’inizio aveva pensato ad un modo per prenderlo in giro. Ma in breve tempo aveva dovuto riconoscere che l’apprezzamento degli abitanti di Kadma era autentico, cosa che aveva rafforzato la sua convinzione di essere finito in una gabbia di matti.

<< Potresti trovare un buon impiego statale a Taris, si dice che lì non siano molto schizzinosi. [7] >> Disse sorridendo a Pakins che arrossì furiosamente e indietreggiò di un passo.

<< Non è il caso che Nicolas rinunci alla sua carriera al Goldor solo perché gli è andata male una prova. >> Intervenne Thomas con un tono pacato.

<< Pakins va male in tutte le materie. >> Gli rispose Sigmund. << In altri tempi sarebbe già stato sbattuto fuori! >>

<< Come ti permetti! >> Disse Ellyone. << Se c’è qualcuno che dovrebbero sbattere fuori quello sei tu! >>

<< E perché mai? Sono un… >>

<< Attento a quello che dici! >> Lo ammonì Aris. L’avviso gli permise di correggersi in tempo.

<< …un vero mago, io! >>

Purtroppo per Sigmund, le sue parole furono male interpretate.
Tutti sapevano che il padre di Nicolas era un comune umano, cioè privo di poteri magici. La cosa non era di per sé un limite perché la magia si trasmetteva con il sangue e il figlio di un mago era, a sua volta, un mago anche se aveva un genitore comune. In un lontano passato c’erano state controversie tra i maghi puri e i mezzosangue, ma le questioni raziali erano state spazzate via dalla guerra e da 700 anni di convivenza forzata. Tuttavia, era ancora considerata un’offesa ricordare ad un mago le sue origini comuni ed Ellyone, pensando che l’obiettivo di Sigmund fosse appunto quello di sottolineare questo aspetto, perse le staffe.

<< Ma come ti permetti! Tu…Tu… >> Strillò puntandogli contro un dito accusatore.

Il ragazzo si stupì per quella reazione spropositata, ma prima di poter chiedere chiarimenti sul perché la Narwhall fosse così oltraggiata, Thomas si frappose tra loro per mettere pace e Sigmund non riuscì a reprimere l’istinto di mandarlo a quel paese.
Aveva appena finito la frase che la voce della professoressa Griffin, la direttrice della scuola, tuonò alle sue spalle.

<< Cosa succede qui? >> Queste parole fecero sobbalzare tutti.

Agata Griffin era una donna di mezz’età che da giovane doveva essere stata molto bella. Aveva i capelli neri striati di bianco e un espressione seria perennemente dipinta sul viso. Gli studenti la temevano per il suo carattere inflessibile e severo e la chiamavano la “Lady di Ferro”, o vecchia zitella e arpia quando erano sicuri che nessun professore ascoltasse.

La Griffin trapassò Sigmund con lo sguardo. << Signor Snake! Non starà di nuovo attaccando briga con i suoi compagni? >>

<< Stavamo solo chiacchierando, signorina. >> Si affrettò ad intervenire Thomas.

<< Non ho bisogno che tu mi difenda, DelaFleur! >> Pensò Sigmund e si accorse che aveva espresso ad alta voce i suoi pensieri.

La cosa parve non piacere alla Griffin, ma la professoressa si limitò ad intimare a tutti di affrettarsi a raggiungere l’aula di Evocazione.
Sigmund lasciò il gruppo scoccando un’occhiata in tralice a Thomas. Era uno dei pochi studenti che aveva un’opinione positiva di lui e che aveva cercato di diventare suo amico, ed era l’unico che ancora perseverava nell’intento. Non era mai riuscito a capire a cosa mirasse con la sua gentilezza.
Gli altri ragazzi si affrettarono a seguire il suo l’esempio.

 << Lei no, signorina Narwhall. Ho bisogno di parlarle. Venga con me in presidenza. Il professor Kibir è già stato avvisato. >>  

Ellyone sorpresa seguì la direttrice mentre gli altri si diressero verso l’aula di Evocazione parlottando sull’accaduto, non appena la Griffin fu a distanza di sicurezza.

<< Chi sa perché le vuole parlarle? Spero non sia successo nulla! >> Disse Maxine.

<< Cosa dovrebbe essere successo? >> Domandò Thomas << Sarà semplicemente arrivata una comunicazione di suo padre. >>

<< Veramente la Griffin mi sembrava… “accigliata.” >> Commentò Nicolas.

<< La vecchia zitella è sempre accigliata! Dovrebbe trovarsi un uomo! >> Rispose Maxine.

A Thomas non piacque la battuta. << Maxine! Non dovresti parlare così della direttrice! >>

Per suoi compagni Thomas aveva un unico piccolo difetto. Non gradiva che si parlasse male dei professori. Difetto che gli era perdonato, visto che gli insegnanti della scuola erano in un certo senso la sua famiglia.
Fino a pochi anni prima, l’Arpa era anche sede di alcuni importanti uffici del Goldor e molti funzionari soggiornavano nella scuola. Anche il Sommo Serinus vi aveva vissuto a lungo, portando Thomas con sé. Normalmente, ai bambini non era permesso restare all’Arpa per più di 7 giorni, ma nel suo caso era stata fatta un’eccezione, per cui Thomas aveva trascorso molta della sua infanzia nella scuola.
Solo altri due bambini avevano avuto lo stesso previlegio. Sigmund Snake perché, rimasto orfano, era stato affidato a Omoro Flameling, professore di Pozioni, e Anthony Benedict la cui madre, che come molti Eregorius durante la guerra aveva dovuto sacrificare la famiglia alla patria, aveva deciso che avrebbe personalmente cresciuto almeno il più piccolo dei suoi figli e nessuna autorità era stata in grado di impedirle di tenere il bambino con sé nei lunghi periodi di soggiorno all’Arpa.

<< Almeno ci ha liberato di Snake! >> Affermò Nicolas per cambiare discorso.

<< Ma non l’ha punito! >> Sbottò Maxine. << Non è giusto che quello la passi sempre liscia. Solo perché è uno Snake! >> E continuò a lamentarsi dell’ingiustizia dei privilegi riconosciuti a Snake fino a quando non furono in aula.

Era opinione comune tra gli studenti che i professori trattassero Sigmund Snake con troppo riguardo, e tutti imputavano la cosa alla sua famiglia.
La famigli Snake era potente e ricca, e molti dei suoi membri si erano distinti nell’uso della magia. In particolare l’Arcimago Daneel Snake era stato uno dei creatori della barriera che proteggeva Kadma.
La ricchezza della famiglia era dovuta al fatto che dalla V era gli Snake governavano le terre di Mardok nell’Aras-Nai o, in lingua volgare Valle della Morte. Una piccola valle nell’estremo nord del continente, che era completamente circondata dai Monti Invalicabili. Nell’Aras-Nai erano situati i più ricchi giacimenti del pianeta di Oricalco, Mitrill e numerosi altri materiali fondamentali per la creazione di artefatti magici. Per lungo tempo l’estrazione era stata impossibile a causa dell’Aura, una fitta nebbia che occupava quasi tutta la valle e si estendeva e ritraeva come la marea ricoprendo periodicamente anche le miniere. Secondo gli esperti la presenza di minerali ad alto valore magico era da imputare proprio all’azione dell’Aura, sebbene nessuno fosse mai riuscito a spiegare il fenomeno.
Le leggende di numerosi popoli accennavano alla valle. Secondo alcune l’aura era il confine con il regno delle ombre, secondo altre era il frutto della morte di un Arcano o di qualche incantesimo impossibile. Per i Nani tutto il complesso dei monti invalicabili era la prigione del più pericoloso dei mali del mondo, mentre la tradizione Elfica voleva che l’Aura fosse un potente campo magico creato dai Draghi per proteggere la loro dimora.
Nessuno aveva mai potuto verificare queste leggende perché l’Aura aveva il piccolo effetto collaterale di uccidere tutto ciò con cui entrava in contatto, batteri compresi. Per questa ragione era pericolosissimo avvicinarsi alla valle. Per millenni dalla scoperta dei giacimenti tutti i regni di Arda avevano periodicamente perso possesso della zona e cercato senza successo un modo economico e poco rischioso per estrarre i materiali. L’Aura, infatti, aveva anche la proprietà indebolire la magia fino ad annullarla del tutto, per cui neanche i maghi erano mai riusciti nell’impresa.
La soluzione al problema fu trovata da Menerik Snake. Studiando l’Aura, Menerik era riuscito a sviluppare un tipo di magia capace di resistere alla sua vicinanza. Con alcuni suoi fedeli, aveva preso possesso dell’Aras-Nai, all’ingresso della quale aveva fatto costruire la fortezza di Mardok. Molti regni avevano rivendicato il possesso della valle, ma non erano mai riusciti a scacciare gli Snake. Da un lato, la loro fortezza era inespugnabile perché poteva essere raggiunta senza pericolo da un unico passaggio, il passo di Mardok, pesantemente protetto dalle truppe fedeli alla famiglia. Dall’altro, gli Snake si erano sempre rifiutati di rivelare il segreto dalla loro magia e, anche se fossero stati cacciati, i vincitori non avrebbero mai saputo come sfruttare le miniere.
Alla fine, la Disputa delle Miniere si era risolta a favore della famiglia Snake grazie all’intelligenza di Nerissa Snake. Nerissa aveva formalmente riconosciuto l’autorità della Federazione degli Stati di Arda, impegnandosi a fornire agli stati membri materiale magico dietro equo compenso [8]. Agli Snake restava la proprietà di Mardok e della valle e il permesso di sfruttamento in eterno delle miniere.
A Nerissa si deve anche la soluzione del problema della mano d’opera da impiegare nei lavori di estrazione che, anche se non più antieconomici grazie alla magia, restavano pericolosi e difficili. La maga aveva suggerito di impiegare i criminali, proposta che era stata accolta con entusiasmo in  tutta la Federazione. Erano gli anni in cui si era affermato ad Arda il movimento contro la pena di morte e, sotto la spinta dell’opinione pubblica, molti stati avevano riformato il loro ordinamento. Si era però creato il problema di cosa fare di coloro che si erano macchiati di crimini efferati. A molti non sembrava né giusto né economico mantenerli in prigione a spese dei contribuenti. La soluzione di permettere loro di riabilitarsi lavorando per il bene collettivo era sembrata la più sensata ed umana. Ma le condizioni di vita nelle miniere erano tali che in poco tempo, nella cultura popolare, la condanna alla reclusione a Mardok era diventato sinonimo di “punizione peggiore della morte”.

Così gli Snake si erano arricchiti, ma avevano acquistato una brutta fama, che la guerra non aveva fatto altro che aumentare. Nonostante fosse una fonte strategica di rifornimenti per i suoi nemici, l’Innominato aveva sempre ignorato Mardok. Così l’Aras-Nai era stata l’unica terra, oltre Kadma ad evitare l’occupazione, e la cosa aveva fatto nascere molte domande. Si sospettava che gli Snake praticassero la magia nera da generazioni, anche se nessuno aveva mai trovato prove sufficienti contro di loro, e se qualcuno le aveva trovate, non era sopravvissuto abbastanza per raccontarlo. Gli Snake, comunque, avevano continuato a rifornire Kadma di materiali magici durante tutto il conflitto attraverso il Portale dei due Fuochi, una porta magica creata da Daneel Snake e dal Sommo Maestro degli elfi Anthares ai tempi della costruzione della barriera, proprio al fine di garantire i collegamenti tra Kadma e Mardok. Così, contro la famiglia non era mai stata ufficializzata nessuna accusa.

Sigmund era l’unico erede degli Snake. Sua sorella maggiore e sua madre erano morte in un incidente quando aveva quattro anni e suo padre era deceduto durante la rivolta di Mardok. Aveva un solo parente in vita, il fratello di sua madre, con cui tuttavia non era in buoni rapporti perché mirava solo ad impadronirsi dei suoi beni. E questa era la ragione per cui non era stato affidato ai suoi zii, ma ad Omoro Flameling che lo aveva portato con lui all’Arpa nonostante fosse troppo piccolo per seguire le lezioni.
I suoi zii, tuttavia, avevano ottenuto dal Goldor la gestione delle miniere fino alla sua maggiore età, che per i maghi è a 25 anni. Per fortuna, Mardok aveva le sue protezioni. Non erano sufficienti per allontanare tutti i maghi di Kadma che avevano occupato la valle approfittando dell’assenza di un Reggente, ma erano perfettamente in grado di agire su menti deboli come quelle dei suoi stolti parenti. I suoi zii erano velocemente caduti vittima del potere di Mardok e ne avevano lasciato la gestione al comandante Baffin, ex guardia personale di suo padre. Era una persona di cui Sigmund si fidava molto.

Tutti consideravano Mardok un luogo inospitale e lugubre, ma chi l’aveva visitato riteneva che questa opinione fosse troppo generosa. Per questo nessuno riusciva a capire perché Sigmund Snake desiderasse tornarci. Ma Sigmund era dotato del Terzo Occhio e aveva visto la vera essenza dell’Aura. Dietro l’apparenza di morte aveva trovato la vita; ma soprattutto aveva trovato i Draghi.

 


Note:

[1]L’Ufficio Materiali Didattici (UMD) è l’organo dell’ARPA che si preoccupa di procurare o realizzare i materiali per le lezioni sia teoriche che pratiche. Back-->

[2]Uno dei requisiti per essere ammessi al Conclave è essere un mago o un elfo di livello VII  secondo la classificazione di S.G. Chang, mago vissuto nella V era. Tale classificazione distingue per i maghi e per gli elfi 8 livelli crescenti di potere. Il livello viene assegnato da apposite commissioni a seguito di prove specifiche volte a valutare le abilità dei candidati (per una descrizione più dettagliata vedi nota 4 del capitolo 5)Back-->

[3]Malvius, era sconosciuta. Studioso a cui sono attribuiti importanti testi di magia nera tra cui il Libro Nero conservato nella Biblioteca di Flamelia. Malvius è una figura mitologica nella cultura dei maghi e su di lui si raccontano numerose leggende. La storia a cui fa riferimento Sigmund è quella del soggiorno forzato del mago presso l’antica città di Erena nell’isola di Altrove. Secondo la leggenda il governo cittadino aveva  vietato al mago di abbandonare la città, ma gli aveva assegnato un sontuoso palazzo con molti servitori e nobili e personaggi importanti andavano a fargli visita liberamente. Si narra che durante una festa organizzata in suo onore, un invitato avesse trascorso molto tempo ad elencare le meraviglie della città e a sottolineare il suo clima mite nonostante la vicinanza ad un deserto e Malvius gli avesse appunto risposto <>.Back-->

[4]Organ: pianta urticante molto diffusa nelle foreste delle regioni occidentali del continente.Back-->

[5]Yolda: popolare ballo caratterizzato da movimenti frenetici e rapidi.Back-->

[6]Git: Unità di misura elfica pari alla distanza percorsa da un’onda di magia ad alto potenziale nell’unità di tempo in un sistema isolato. 10 git corrispondono ad 1 hagit, 100 estri ad un rogit, 1000 estri a un virgit.Back-->

[7] Il suggerimento di Sigmund ha un tono canzonatorio. Taris, una delle città che reggevano la barriera era abitata prevalentemente da gnomi, elfi silvani e umani noti per il loro carattere bonario e pacifico. Gli abitanti, interessati esclusivamente all’agricoltura e all’allevamento, avevano convinzioni particolari  per quanto riguarda la politica e l’amministrazione: i loro rappresentanti e gli impiegati statali erano rigorosamente persone che potremmo definire “medie”, senza alcuna dote particolare. Si riteneva infatti, che il classico “tipo medio” potesse fare meglio gli interessi di tutta la popolazione, in quanto statisticamente più rappresentativo della popolazione stessa. La cosa sembrava funzionare, visto che la regione di Taris era la più prospera e pacifica di Kadma, ma nell’immaginario collettivo l’impiegato statale di Taris era l’uomo senza qualità per eccellenza, il mediocre in assoluto.Back-->

[8] Secondo il trattato firmato da Nerissa gli Snake, ufficialmente, non potevano decidere il prezzo delle partite di materiali magici. La somma da versare per i minerali veniva deciso dal piano finanziario della Federazione, ma alla famiglia Snake era riconosciuto il diritto di decidere quanto minerale cedere per quel prezzo.Back-->


Utilities

Mappa di Kadma: https://www.deviantart.com/enoa79/art/Kadma-Map-716862960


Link al fumetto

L'opera nera - pag 1: https://www.deviantart.com/enoa79/art/L-Opera-Nera-Capitolo-1-Pag-1-347046961

Galleria

Deviantart: https://www.deviantart.com/enoa79

  
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