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Autore: cin75    21/08/2020    7 recensioni
Dalla storia:
“Credi davvero che, ora come ora, conoscendomi...” fece ironico, indicandolo. “...tu possa essere in grado di uccidermi?” affermò con arroganza.
Il cacciatore sorrise a quell’arroganza, leggendo soddisfatto un certo stupore sul volto del demone.
“E tu credi davvero che, ora come ora, conoscendoti...” fece altrettanto ironico. “...io sia venuto qui da solo, figlio di puttana!!?” spostando appena lo sguardo alle spalle del demonio.
Genere: Angst, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Sistemarono tutto su un tavolo poco distante da Sam, così da non perderlo mai d’occhio.
La strega ci mise alcuni minuti per assembrare tutti i componenti magici e poi recitò qualche parola in una lingua strana che perfino Castiel trovò sconosciuta.
“Privilegi infernali!” fece compiaciuta lei quando scorse quel disagio angelico. “Ma potrei insegnartela Castiel...in privato, magari!” ammiccò sorridendo quando vide l’angelo decisamente in imbarazzo dato che oramai capiva certi atteggiamenti “predatori”
“Ok...vi prenderò una stanza all’Hilton quando avremo risolto questa storia e rimesso Sam in piedi. Ora vediamo di darci una mossa!” si intromise Dean avvicinandosi a loro e al tavolo e poi rivolgendosi alla strega. “Sicura che sarà più preciso dell’ultima volta?”
Rowena non gli rispose, ma agì velocemente.
Gli afferrò una mano, gli fece un piccolo taglio sul palmo e lasciò che il sangue cadesse nella ciotola di rame.
“Ehi!!!” si lamentò Dean. “Ma che...” cercando di riavere la sua mano.
“Rowena cosa stai facendo?!” fece Castiel.
E quando Rowena lasciò la mano di Dean così che questi potesse fasciarsela sibilando un seccato “Non c’è di che!!”, disse: “La sfera è un artefatto demoniaco ma contiene tutto ciò che è Sam e ciò che è Sam è ciò che lega lui..” guardandolo. “..a te!” guardando Dean.
“Ma non c’è il sangue di Sam nella sfera!” fece presente l’angelo.
“No, ma c’è Sam!” asserì la rossa. “E credimi il sangue non è solo un legame biologico, almeno non per i Winchester!” disse con una certa punta di orgoglio quel motto di famiglia che lo stesso Winchester aveva perfino elargito al compianto Crowley.
Castiel annuì impercettibilmente.
Dean si ritrovò a fissare Sam. Poi fece un respiro profondo.
“L’incantesimo è già attivo?!” chiese a Rowena.
“Devo solo pronunciare il resto della formula.” rispose lei.
“Ok. Puoi...puoi darmi solo qualche minuto?!” ed era velatamente supplice.
“Naturalmente, tesoro!” fece dolcemente poggiandogli una mano sul petto perché aveva ben inteso a cosa servisse quel tempo richiesto dal cacciatore
Dean si allontanò da loro e si avvicinò a Sam.
Prese una sedia.
Ci si sedette e per alcuni  momenti restò in silenzio a guardare il fratello.
“D’accordo stronzetto...stammi a sentire. So che tutti dicono che tu non sei più tu in questo momento ma io...io sono sicuro del contrario. So che tu ci sei...sei qui...” disse poggiandogli la mano sul petto, lì dove batteva il suo cuore. Lì , dove sapeva c’era ancora la sua bellissima anima. “..perciò ora io ti dico cosa faremo e tu farai esattamente ciò che ti dirò.” facendo valere tutta la sua autorità da fratello maggiore. “Tu stringerai i denti, resisterai, combatterai fin quando io non sarò tornato e avrò portato a Rowena quella palletta magica e le avrò consegnato quel bastardo con tanto di biglietto di ringraziamento perché..sai una cosa?...” fece abbassando la voce come se non volesse far sentire quello che diceva se non a Sam. “La rossa è davvero incazzata per quello che Oblivius ti ha fatto. Non ti facevo tipo da signora...avanti negli anni!!”
Attese un attimo, come se stesse aspettando che Sam gli rispondesse e lo rimproverasse per l’allusione a quell’assurda liaison amorosa.
Niente.
Nemmeno un fremito. Un tremore. Una semplice contrazione nervosa.
Così, anche sul viso del cacciatore più grande ogni emozione si spense.
“Sammy...non mollare fratellino. Ti prego.” sussurrò rinsaldando il tocco sul torace del minore. “Ok..Ok...devo andare ora.” disse, poi, come per darsi coraggio a lasciarlo in quelle condizioni.
Tornò dall’angelo e la strega.
“Non sei tenuto a venire con me, Cass!” azzardò quando si rese conto che l’angelo aveva indossato di nuovo il suo trench.
Castiel lo fissò, tra l’interdetto e il divertito. “Questa fa ridere perfino me, Dean!” fu la replica a quello strano avvertimento.
“No, dico sul serio e poi se io dovessi fallire , c’è bisogno che uno ci riprovi e perciò...”
“E perciò smetti di dire stronzate!” lo apostrofò Castiel. “E’ vero che i miei poteri non sono più quelli di una volta ma un demone sono ancora in grado di affrontarlo. E poi, Sam è mio amico, è la mia famiglia.. e non esiste che io me ne stia qui con le mani in mano sapendo che potrei essere molto più di aiuto venendo con te, quindi...vediamo di darci una mossa!” asserì deciso.
Dean accennò un gesto di assenso con il capo e poi guardò la strega alla sua sinistra.
“Senti...so che ora sei una regina, che l’Inferno è complicato e stronzate del genere, ma ..insomma..potresti restare qui fin quando torniamo?” chiese lievemente in imbarazzo.
Infondo, ora, Rowena era a capo dell’Inferno e lui le stava per chiedere di fare da baby-sitter a suo fratello. “Non mi va che stia da solo in queste condizioni.”
Rowena sorrise e poi: “Tranquillo zuccherino. Dove vuoi che vada una signora...avanti negli anni!” fece lei, decisamente ironica.
Dean si sentì scoperto e forse arrossì perfino.
“Ohw!! io...sì, cioè...siamo onesti...non sei di certo un giovane bocciolo!!” disse e rendendosi conto un secondo dopo di aver peggiorato la situazione.
Rowena sospirò sconfortata.
“Sei e sarai sempre un boscaiolo maleducato!” asserì offesa.
Dean accusò il colpo ma non se lo tenne. “Oh andiamo...infondo è proprio per questo boscaiolo maleducato che hai mosso il tuo bel culetto infernale dal trono degli Inferi!” disse mostrando uno dei suoi sorrisi impertinenti.
“Dean!!!” esordì l’angelo con tono di richiamo.
La strega ghignò appena e : “ Bel culetto, eh?!” ironizzò.
Castiel lo fulminò con lo sguardo quando vide il cacciatore annuire e sorridere sghembo. Scosse la testa sconsolato e poi trattenne il fiato, certo che ora la strega si sarebbe presa la sua giusta vendetta femminile. E invece…
“Dean Winchester, ti sei salvato in calcio d’angolo!!” fece orgogliosa del suo….bel culetto.
“Ok, penso che ora possiamo finirla e concentrarci.” si affrettò a intromettersi l’angelo così da fermare quello strano dialogo.
“Sì, credo che sia ora!” fece anche Dean.
“D’accordo. Non appena avrò terminato di pronunciare la formula, l’incantesimo vi porterà a soli pochi metri da Oblivius. Dovrete essere molto scaltri e veloci , perché lui lo è.” li avvisò, dopo di che, iniziò a declamare in quella antica lingua e non appena lanciò la polvere di zolfo nella ciotola, una luce incandescente si irradiò ovunque e sia Dean che Castiel sparirono nel nulla.
Rowena sospirò, e si rese conto che era da quando aveva tenuto aperto per ore, quel portale su un altro mondo, che non si sentiva così preoccupata per qualcuno.
Voltò lo sguardo verso quello che avrebbe voluto tanto essere un suo pseudo discepolo e che gli era entrato nel cuore e il suo viso si addolcì.
“Andrà tutto bene, Samuel. Vedrai ..tuo fratello sarà anche uno zoticone testardo ma non c’è niente che lo ferma quando si tratta di te. Quindi...devi solo tenere duro!!” disse sedendoglisi vicino.

Dean e Castiel, avevano ancora gli occhi chiusi quasi sentirono di nuovo il duro della terra sotto i loro piedi. Erano all’angolo nord di un vecchio impianto di depurazione.
“Merda!” esclamò Dean, mettendosi una mano sullo stomaco. Odiava davvero spostarsi in quella maniera.
Castiel lo fissò, annusò l’aria. “Sì, è decisamente questo l’odore ma credo sia normale dato che questo era un impianto di depurazione!”
Dean lo guardò deluso. “No, Cas...io intendevo….” e poi sconfitto: “Lascia perdere. Troviamo quel bastardo demoniaco, recuperiamo la sfera e mettiamo fine a questa storia!” si avviarono e quando , da una finestra, videro Oblivius che armeggiava con alcuni oggetti, misero entrambi le mani alle loro armi.
“Ok! Atteniamoci al piano!” fece Dean.
“Dean...il tuo piano...non è che mi convinca!”
“I miei piani funzionano sempre, amico!” disse sicuro di se e indicando all’angelo la direzione che doveva prendere per entrare nell’edificio. Lui sarebbe entrato dall’ingresso principale.

“Ehi, figlio di puttana...ti ricordi di me?!” fece Dean mentre avanzava verso Oblivius che si voltò di scatto a causa di quella intrusione inaspettata.
“Winchester!! o almeno...” fece sarcastico poi: “...quello che rimane dei due! Dimmi?, il fratellino ha iniziato a sbavare e farsela sotto?”
Dean fece scivolare nella sua mano il pugnale di Ruby, lo strinse forte e alzò il braccio come se stesse caricando il colpo. Un passo cauto verso il demone, pronto all’attacco.
Oblivius lo fissò. “Sul serio?!” fece ghignando appena e fece un gesto repentino con la mano come se avesse appena scacciato una mosca. Contemporaneamente Dean sentì la solidità del pavimento allontanarsi dai suoi piedi e una potente onda d’urto lo sbalzò via, lanciandolo senza possibilità di resistenza contro la parete alle sue spalle.
L’impatto gli spezzò il fiato. Battè la testa ma fece ricorso a tutte le sue forze per costringersi a non perdere i sensi. Obbligò le sue gambe a piegarsi così che i piedi potessero puntare contro il pavimento e aiutarlo a rimettersi dritto. Ci riuscì, ma nel tempo di quei movimenti, il demone ebbe tempo di raggiungerlo.
Tutto , poi, avvenne in pochi minuti.
“Cercherò di spiegarti nel modo più chiaro possibile come andranno le cose adesso!” ringhiò Oblivius, afferrando Dean per una spalla e piantandogli un pugno potente al centro dello stomaco. Il cacciatore si piegò in due, strinse gli occhi. Sbuffò in cerca d’aria. Trattenne l’istinto di vomitare ma non potè evitare di sputare sangue.
“Goditela ...fin che puoi….” ansimò Dean, tenendosi il ventre tremendamente dolorante. Si sentiva come se quel pugno lo avesse passato da parte a parte tanto era stato forte. “io...ti ucciderò...”
Oblivius lo colpì ancora , ancora e ancora lasciandolo a terra, con le spalle contro dei bancali abbandonati. E se la godeva davvero a vedere il cacciatore indietreggiare come una preda che cerca di sfuggire inutilmente al suo aguzzino.
“Credi davvero che, ora come ora, conoscendomi...” fece ironico, indicandolo. “...tu possa essere in grado di uccidermi?” affermò con arroganza.
Dean sorrise a quell’arroganza, leggendo soddisfatto un certo stupore sul volto del demone.
“E tu credi davvero che, ora come ora, conoscendoti...” fece altrettanto ironico. “...io sia venuto qui da solo, figlio di puttana!!?” spostando appena lo sguardo alle spalle del demonio.
Oblivius arricciò lo sguardo, perplesso. Poi, una strana energia lo raggiunse. Strabuzzò gli occhi nel momento esatto in cui si voltò e si ritrovò di fronte gli occhi accesi di puro azzurro celestiale di Castiel.
“Avrei dovuto fermarti secoli fa!!” esordì l’angelo, non dandogli alcun tempo di reazione e colpendolo con quanta forza aveva, tanta da metterlo ko. La sua potenza e la magia dell’arma angelica che impugnava , ebbero la meglio.

Dean respirò esausto e sollevato, poggiando la testa contro le assi di legno che aveva alle spalle restando fermo con lo sguardo sull’angelo che troneggiava orgoglioso sul corpo senza sensi del demone. Sembrava quasi una trasposizione del quadro in cui Michele sconfiggeva Lucifero.
Poi tossì e il dolore che gli si propagò in tutto il corpo lo rese paradossalmente lucido.
“Te la sei presa comoda!!! Stava per farmi fuori!!” fece cercando di tirarsi su e fallendo miseramente.
“Dean….” fece l’angelo che fece per raggiungerlo, ma il cacciatore lo fermò. "Te l'avevo detto che il piano non mi convinceva!"
"Ti avevo detto di non metterci troppo, però!" replicò il cacciatore, gemendo un attimo dopo per una fitta all'addome.
"Dean!!" 
“No, no...sto bene. Disegna una trappola e ammanettalo. Impacchettiamo il regalo per nostra signora degli Inferi.”e gemette ancora vistosamente mentre riusciva però a rimettersi in piedi.
Castiel prese quello che occorreva dalla sacca che Dean aveva lasciato cadere prima di farsi vedere da Oblivius, tutto però senza staccare gli occhi dall’amico ferito.
“Cass?...la sfera. Dov’è la sfera!?” chiese un attimo dopo, in pieno allarme.
Castiel mise una mano nel suo trench e ne tirò fuori l’artefatto.
“Gliel’ho sfilata dalla giacca prima di colpirlo!” fece fiero sorridendo sghembo. Dean strabuzzò gli occhi dalla sorpresa.
“Cavolo angioletto!! Questo è rubare, con stile, ma è pur sempre rubare. Lo sai che si va all’inferno?” lo provocò.
“Ci sono già stato e poi ho alcune conoscenza laggiù che chiuderebbero di certo un occhio per me!” rispose a tono, l’angelo.
“E stiamo diventando anche spiritosi!!” asserì compiaciuto Dean.
Quando il demone fu “al sicuro” all’interno del sigillo di Salomone e con tanto di manette anti demone, Dean chiamò Castiel.
“Ehi! È ora che tu ti metta in contatto con Rowena così che ci possa riportare indietro!” fece
“Sì, ma lascia prima che ti curi….non mi sembra che tu stia bene!” disse l’altro allungando una mano verso il cacciatore.
“Cass...ti ho detto che sto bene. E poi i tuoi poteri servono per contattare Rowena, non sprechiamoli per cose inutili!! Lo sai...te lo ha detto anche lei quel richiamo è potente, quindi..” disse allontanando la mano e trattenendo un gemito.
“Ma potrei fare….”
“Castiel!!” lo richiamò forse troppo duramente. “Dobbiamo tornare da Sam. Ora!!”
L’angelo si ritrasse a malincuore. “D’accordo. Come vuoi!” obbedì anche se controvoglia.
“Ok!” fece soddisfatto. E poi, ritornando “gentile”: “Grazie e ...tranquillo...sto bene!” cercò ancora di rassicurarlo.

Castiel chiuse gli occhi e iniziò a pronunciare il richiamo che Rowena gli aveva insegnato e che avrebbe permesso loro di contattarla più velocemente che con un incantesimo di evocazione. La strega non aveva voluto cellulari.
Sono troppo potente per abbassarmi a questa tecnologia così antica!” aveva detto quando Dean le aveva proposto di tenere il cellulare di Sam.
E non appena , l’angelo ebbe finito il richiamo magico, una coltre di fumo iniziò a sprigionarsi dal terreno e li avvolse , inghiottendoli definitivamente e portandoli via da quel posto , dove rimase, senza sensi , solo Oblivius, comunque reso innocuo dal sigillo salomonico e le manette anti demone.

Alcuni momenti dopo, riapparvero nella grande sala del bunker , dove ad attenderli c’era proprio la strega. Lei li squadrò e soprattutto non potè non notare le condizioni in cui era Dean. Alzò le sopracciglia in un  gesto di chiara sorpresa.
“Qualcuno si è divertito, a quanto vedo!! E non mi riferisco a te.” ironizzò.
“Già, già...esilarante!” rispose Dean, che recuperava la sfera dal suo giacchetto e la porgeva a Rowena. “A dopo i particolari salienti. Ora, fa’ quello che devi!”
Rowena non replicò, prese la sfera e si recò velocemente nella stanza di Sam.
Dean e Castiel la seguirono, non senza che l’angelo, di tanto in tanto guardasse di sottecchi il cacciatore che a volte arrancava lungo il corridoio, poggiandosi con la spalla al muro come a volersi sorreggere.
“Dean, lascia che io...”
“Smettila di fissarmi Cass!, è inquietante, per non dire imbarazzante. Te l’ho detto: sto bene!!” lo rimproverò entrando nella stanza dove Sam era ancora in quella sua sorta di apatia metafisica. “Sono...sono solo stanco. E poi lo sai che odio spostarmi in questo modo..” disse , andandosi a poggiare alla piccola scrivania del fratello, lì, dove la strega iniziò ad armeggiare con alcuni ingredienti che aveva già preparato.
“Il nostro amico dov’è?!” chiese mentre mescolava questo e quello.
“Bloccato in una trappola del diavolo con tanto di manette anti demone” fece Dean, mentre si cercava una posizione, comunque in piedi, che lenisse il disagio che provava.
Rowena lo guardò e arricciò le labbra, come se fosse delusa. “Come credi possano prelevarlo i miei!”
“Ehi!?” fece seccato il cacciatore. “Tu hai detto che lo volevi in regalo. Io te l’ho impacchettato. Ora... come ritirare il pacco sono problemi tuoi. Fosse stato per me, quel bastardo starebbe già campeggiando nel Vuoto!”
“Ok! Ok!!” fece accondiscendente , lei. “Manderò i miei demonietti più forti!” e si rimise a lavoro.

Poco dopo si avvicinava al letto di Sam, la sfera tra le mani a coppa. Le poggiò sul petto del ragazzo, chiuse gli occhi, iniziò una sorta di nenia arcaica e quando riaprì gli occhi, questi sfavillavano di una luce purpurea e immediatamente dopo anche la sfera iniziò a brillare e pareva che ciò che fosse al suo interno si agitasse, vorticasse come se stesse spingendo per uscire e liberarsi da quella prigione.
Poi con un gesto veloce, Rowena girò le mani, così che la sfera si ritrovasse a contatto con il corpo di Sam e premette con forza contro il torace.
Una luce accecante occupò l’intera stanza, costringendo angelo e cacciatore a chiudere gli occhi e quando riuscirono a mettere a fuoco, lo sguardo di Rowena era di nuovo normale e anche Sam sembrava avere una sorta di espressione sul viso.
“Ma cosa...” fece Dean , avvicinandosi al letto, in apprensione. Si aspettava decisamente che il fratello si riprendesse subito. 
“Rowena?!” si accodò Castiel.
“Tranquilli. Tutto è di nuovo come e dove deve essere!” fece fissando con una parvenza di dolcezza  , Sam.
“Ma perché non è sveglio?!” chiese Dean.
“Ha comunque bisogno di riposo. Dagli qualche ora e riavrai la tua...spina nel fianco!” fece ironica.
Dean avrebbe voluto davvero controbattere a tono, ma desiderava tanto che la sua “spina nel fianco” tornasse a rimproverarlo su tutto, che accettò quella velata presa in giro della strega.
“Ok! Allora ho tempo per andarmi a prendere una birra o forse...due !” fece uscendo dalla stanza senza rendersi conto che Castiel continuava a fissarlo e notare come Dean stringesse ancora un braccio attorno al corpo.
Quando il cacciatore non fu più nella camera, Castiel si avvicinò a Rowena.
“Sicura che lui...”
“Non scherzerei mai sulla sua vita!” disse sorprendentemente seria, carezzando la fronte del giovane.
Dopo alcuni minuti e dopo aver rimesso i vari oggetti ed ingredienti magici nel loro contenitori: “Onestamente è l’altro che mi preoccupa.” azzardò.
“Dean?!”
“Non ha l’aspetto di chi se la passa bene.”
“Oblivius c’è andato pesante con lui. Li ho raggiunti appena in tempo e...” e poi restò in silenzio, fissando la porta della stanza.
Rowena lo scrutò incuriosita. “E?!” lo incoraggiò a continuare.
“...troppo tempo per prendere una birra.” asserì con una certa nota di preoccupazione. Lasciò quello che aveva in mano e uscì dalla stanza.
Percorse il corridoio che portava alla cucina e non appena voltò l’angolo...
“Rowena!!!!” chiamò allarmato.
Dean era riverso a terra. Accasciato contro la parete. Le braccia ancora strette all’addome. La bocca sporca di sangue, quello stesso sangue che imbrattava parte del pavimento.
Castiel gli corse immediatamente accanto, spostò le braccia del cacciatore e scostò anche la camicia, notando sull’addome dell’amico una vistosa macchia violacea. Era decisamente un danno interno, molto probabilmente un’emorragia. Per questo Dean era così particolarmente sofferente. E lo sentiva respirare appena.
“Dean?...Dean??!” lo richiamava apprensivo. Lo mise dritto, spalle al pavimento e impose le mani su di lui, concentrandosi.
La sua magia salvifica iniziò ad agire e nel frattempo venne raggiunto da Rowena.
“Oh per tutto il fuoco dell’Inferno !!” esclamò la strega, affiancandosi all’angelo.
“Il danno è molto esteso….” fece Castiel continuando la sua cura, sforzandosi di restare concentrato. “..ma sono ancora debole. Quella formula di richiamo era molto potente e..”
“Certo che lo era!!” ammise la strega.
“...e io non so se….” e stranamente la regina lo vide sudare. Ed era strano dato che i tramiti non sudavano!!
“Aiutami...” sussurrò. “...per favore!”
“Dovrò essere molto creativa quando ritornerò sul trono e mi chiederanno perché tanto affanno per salvare i Winchester!” fece ironica quando si accoccolò accanto al corpo svenuto del cacciatore.
“Beh!! tu dì loro che la regina non deve dare giustificazioni sui suoi piani di governo!” rispose senza esitare l’angelo.
“Saresti un ottimo consigliere, angioletto!” lo adulò mentre metteva le sue vicino a quelle di Castiel e lasciò che i suoi occhi brillassero ancora. 


Quando Dean riaprì gli occhi si rese conto di essere disteso sul suo letto, nella sua stanza.
Castiel leggeva dei fogli dall’aspetto antico, seduto alla sua scrivania.
“Ehi!” lo richiamò il cacciatore.
“Finalmente!” fece l’angelo. “Ti avevo detto che avrei dovuto curarti.”
“Ma che è successo?!” chiese sentendosi bene, ma al tempo stesso ancora leggermente scombussolato.
“Avevi una grave emorragia interna, ti ho trovato svenuto nel tuo stesso sangue...” spiegò Castiel.
“Ohw!!” si sorprese l’altro.
“...e meno male che Rowena era ancora qui e ha potuto darmi una mano!”
“Beh! Il regalo già gliel’ho fatto, vuol dire che ora le manderò anche un cesto di frutta!” scherzò sedendosi sul letto, dando le spalle alla porta della camera.
“Darai un cesto di frutta anche a me?!” replicò l’angelo.
“Sarebbero soldi sprecati dato che tu non mangi!”
“Ma varrebbe il gesto!” lo provocò ancora
“Stai cercando di farmi sentire in colpa?” fece pungente, Dean.
“Tu? Sentirti in colpa?” fece retorico. “Sarebbe una novità!!” questa volta, ironico.
“Ma come stiamo diventando sagaci.” cercò di finire quel battibecco. Poi guardò l’orologio e sospirò. “Ok...sono le sette!” affermò , strofinandosi il viso, come per schiarirsi le idee e portare via quello che era rimasto di quel senso di confusione onirica.
“Devi andare da qualche parte?!” chiese Castiel.
“Quando Rowena ci ha riportati qui prima, ho visto l’ora. Erano le cinque di pomeriggio. Sono le sette adesso, e lei ha detto che a Sam sarebbero servite un paio di ore per riprendersi...quindi penso che ora si sia ripreso perciò voglio andare a…”
“Dean??!” lo richiamò l’angelo.
“Che c’è?”
“Credo che tu….cioè...” incerto su come dire quello che voleva dire. “...insomma...”
“Ok! Sputa il rospo, Cass!”
“Tu hai ragione...sono le sette, ma...”
“Ma che?!”
“In verità sono le ….sette di mattina!” fece già preparato alla reazione che sarebbe venuta da quella rivelazione.
Dean strabuzzò gli occhi, la sua bocca si aprì e si chiuse senza dire parola. “Io...io...”
“Dean!!” leggermente allarmato e impreparato a quella situazione di stasi.
“Io...sono stato ko per un’intera nottata?!”
“E anche la sera , se conti che erano, appunto, solo le cinque e venti quando ti ho trovato svenuto!!” precisò come di solito faceva quando la cosa, secondo lui, meritava chiarimenti.
“Cazzo!! Sam?...dov’è Sam?!!” fece , tirandosi su velocemente dal suo letto, pronto ad uscire dalla stanza, ma....

“Sono qui, idiota!!” fece la voce di Sam alle sue spalle.

Dean si voltò di scatto. “Sammy? Stai bene?”
“Sì!” rispose l’altro, solamente. E poi: “E sono incazzato nero con te.”
“Sì, stai decisamente bene!” convenne il maggiore, andandogli vicino e mettendogli le mani sulle spalle come a voler controllare quello stare bene. E poi non resistette, lo attirò a sé e lo abbracciò. Respirando sollevato e decisamente tranquillizzato.
Sam sorrise in quella stretta fraterna e poi muovendosi appena, cercò di appoggiare il sacchetto del pranzo e le birre che aveva portato, sul tavolo al suo fianco e che Dean aveva completamente ignorato in quell’abbraccio.
Quei movimenti , se pur accennati e cauti, costrinsero il maggiore a mollare la presa su di lui.
“Sammy..” fece rinsaldando la presa delle mani che erano rimaste ancorate alle spalle del minore. “Cosa ricordi?!”
Sam inspirò profondamente incurvando le labbra in una chiara smorfia di confusione.
“A dire il vero...non molto. Ricordo che stavo lottando con Oblivius, poi non so come ...una sorta di fiacchezza mi ha sovrastato e tutto è diventato confuso. Non ho visto più niente, non sentivo più niente. Sapevo di essere vivo, ma stranamente non mi rendevo conto di dove fossi e nemmeno riuscivo a pensare lucidamente. Ero, in un certo senso,  tranquillo ...non so spiegartelo, non meglio di così!”
Dean , istintivamente gli poggiò una mano tra la guancia e il collo, comprensivo, perché sapeva quando il minore odiasse non avere in controllo della sua vita e della sua mente. Cavolo!, se lo sapeva!! Ma era stato comunque lieto di aver saputo che quella situazione assurda non aveva causato dolore al fratello.
Poi….
“Come ti senti?” chiesero all’unisono, suscitando una risata stentata da parte dell’angelo.
Rispose per primo Sam.
“Alla grande. Rowena era ancora qui quando mi sono ripreso e mi ha spiegato tutto. La sfera, il demone e tutto il resto, ma...” inspirò profondamente. “Tranquillo, sto bene!”
“Ok, ok!” fece convinto, il maggiore.
“E tu?!” chiese Sam. “Come stai?!...Castiel mi ha detto quello che avete dovuto fare per recuperare la sfera. Come ti è saltato in mente di fare da diversivo?” ed era decisamente apprensivo. “E se Castiel avesse tardato o trovato un qualche impedimento?”
“No….io non ho...” provò a giustificarsi l’angelo, tirato in causa.
“Beh!! in effetti non è che tu sia stato veloce!” tentò , il cacciatore.
Castiel lo fissò in tralice. “Beh! Cosa volevi che facessi ?, che entrassi in pompa magna con tanto di fulmini, scintille e ali spiegate così da far fuggire Oblivius?” fece ironico. “O aver trovato un modo silenzioso per nascondere al meglio la mia energia e prenderlo alle spalle come tu mi avevi chiesto di fare?!” ora, decisamente sarcastico e accusatorio.
Dean guardò di soppiatto il fratello che digrignava le labbra per nascondere il più possibile un sorriso impertinente e , messo alle strette, non esitò a mostrare il suo di lato impertinente.
“Wow!! qualcuno è diventato permaloso!!” scherzò , alzando le mani verso l’angelo, in segno di resa.
“Io...io..Io non avrei mai permesso che...che tu...”
“Cass?!” e l’angelo tacque. “Ti sto prendendo in giro.” fece accondiscendente e poggiandogli una mano sulla spalla.  “Non c’è niente di sbagliato in quello che hai fatto!” ribadì con decisione, notando un immediato sollievo sul volto dell’amico angelico.
“Già, Castiel!” convenne anche Sam. “E’ solo che Dean sta invecchiando e non regge più un combattimento con un demone!”
Dean lo guardò con offesa. “Ehi!!! Io faccio il culo a te e ad ogni demone che mi si para davanti tutte le volte che vuoi, stronzetto!”
“Seh!, come no!!” replicò Sam.
“Ma che figlio di….”
“Dì la verità...stai rimpiangendo gli effetti di quella palletta magica!” fece scherzando, il giovane cacciatore, solo che stranamente, vide qualcosa mutare sul volto del maggiore. Una strana improvvisa serietà.
“Non dirlo nemmeno per scherzo, Sammy!” parve volerlo ammonire il fratello.
“Dean, io..” cercando di trovare una sorta di scusa. Capendo immediatamente cosa doveva aver causato anche al maggiore, anche se in maniera diversa, quel manufatto demoniaco.
“No...no..” disse sottovoce, senza rimprovero, ma solo con pacata consapevolezza.
“Dean...sto bene.” si sentì di rassicurarlo, avvicinandosi appena.
“Sì, ok. Ma...ma tu non dirlo, ok?!”
“Ok, Dean. Ok!”

L’angelo, che fino a quel momento, era rimasto in silenzio, colpito anche lui da quel momento in cui Sam mostrava la sua forza, e paradossalmente, Dean, la sua debolezza, tentò di intromettersi.
“Sentite ….” li destò da quello scambio di sguardi che era l’ “universo Winchester”. “...lungi da me il voler interrompere il “vostro” momento..” ironizzò, suscitando un sorriso ai due fratelli e segretamente pensò di essere riuscito nell’intento.”...ma sono stanco di sentire brontolare lo stomaco di Dean. Quindi che ne dite se andiamo di là e mentre lui si ingozza, facciamo il punto della situazione “Chuck vs Jack”!?!”
I due fratelli si fissarono, si sorrisero e annuirono in sincrono.
“Che ti dicevo, Sammy?...qualcuno è diventato permaloso!” istigò Dean mettendosi alla destra dell’angelo una volta usciti dalla stanza.
“O forse geloso...” lo provocò Sam, alla sinistra , invece.
“Io non sono...” cercò di giustificarsi, l’angelo.
“Sta’ zitto, Cas!!” fecero all’unisono , ridendo con lui.
Raggiunsero il salone del bunker e mangiarono insieme, ridendo per gettarsi alle spalle le ultime ore, prendendosi in giro: gli atteggiamenti ancora ingenui di Castiel, la “vecchiaia” di Dean, i capelli di Sam perfettamente in ordine anche dopo quello che aveva passato.
Poi il maggiore si alzò per andare a prendere altre birre in cucina.
Sam e Castiel rimasero al tavolo.
Silenzio. Un silenzio che Sam intuì era a stento trattenuto dall’angelo.
“Ok! Se devi chiedere ….chiedi. Ma smetti di trattenerti. Sembra che tu stia per esplodere!” fece sorridendogli.
Castiel si guardò intorno , o meglio, si assicurò che Dean non fosse di ritorno.
Sam notò quel comportamento guardingo.
“Castiel, ma che hai?!”
“Perchè gli hai mentito?!” chiese senza troppi giri di parole.
“Mentito?”
“Io so che cosa fa davvero la sfera. E di certo non è tranquillità come tu...”
“Castiel...”
“Se così fosse stato...un’intera guarnigione angelica non ...”
“Castiel, sta’ zitto!” gli ordinò Sam, guardando verso il corridoio. “Hai ragione, ma ..sta’ zitto!”
“Spiegami!” disse l’angelo accondiscendente. “I segreti tra voi non hanno mai portato a niente di buono.”
Sam sospirò. Castiel aveva ragione, ma questo di certo era un segreto che non avrebbe danneggiato il rapporto tra lui e Dean.
“Hai ragione. In quella sfera tutto era fuorché tranquillo. Anzi...provavo angoscia, rabbia , un’oppressione talmente profonda da provare dolore. Impazzivo dalla frustrazione di non riuscire a reagire, di sapere che non avevo la possibilità di reagire in alcun modo. Ma tu….” e poi fissò Castiel negli occhi: “...tu dimmi. Che cosa cambia per Dean sapere o meno quello che davvero ho provato?”
“Ma lui...”
“Castiel, mentre tu controllavi Dean, Rowena mi ha parlato della sfera, della ricerca abbandonata da parte degli angeli dopo che tu andasti via per salvarlo dall’Inferno, di come..”
“Ma come diavolo fa a saperlo?!” chiese interrompendolo , sorpreso da ciò che Rowena non poteva sapere.
“Non chiederlo a me. Già sapeva cose segrete quando era solo una strega. Figurati adesso che è la regina dell’Inferno!!” ironizzò il ragazzo.
“Ma perché hai mentito a Dean? Infondo non c’era pericolo che potesse cercare vendetta su Oblivius. Quel demone sarà già nelle mani di Rowena e quasi mi fa pena!!”
“Non era della vendetta che avevo paura, ma di quello che avrebbe provato Dean. Conosco mio fratello, lo conosco fin troppo bene. Si sarebbe dato la colpa di tutto perché avrebbe pensato che se il Paradiso non ti avesse comandato di tirarlo fuori dall’Inferno, tu avresti portato a termine la missione. Avresti trovato la sfera, ucciso Oblivius e quello che mi è successo non sarebbe mai accaduto!” spiegò e Castiel non riuscì ad obbiettare. Perché infondo al suo cuore sapeva che il giovane amico aveva ragione. “Quindi ...per favore, Castiel. Lasciamo le cose come stanno, ok?!”
Castiel lo fissò consenziente, annuì impercettibilmente.
Stava per dire altro, ma la voce allegra di Dean che ritornava con le birre, lo fece desistere e così lasciò che la serata continuasse in quella meritata tranquillità.

**************

In un luogo lontano dal porto sicuro che era il Bunker, il più delle volte, ...in un luogo dove era la luce del fuoco a farla da padrone, in un luogo dove non era la musica classic rock a fare da sottofondo, o l’odore del whisky invecchiato a solleticare l’olfatto, o le risate di due fratelli e del loro angelo custode a riecheggiare tra i vari corridoi,...in quel luogo disperso tra i meandri dell’Inferno più profondo, le urla di un demone risuonavano disperate.
“Mia regina...ti prego...” piangeva in cerca di compassione, una compassione che non avrebbe avuto. “….perdona il mio errore...”
“Ti avevo dato un compito…un semplice compito di controllo del territorio e tu? Tu hai disobbedito. Hai disobbedito a me!?!” fece con fare sconvolta. Guardando gli altri demoni che la circondavano. Stava impartendo una lezione che voleva fosse pubblica.
“Io...io pensavo...di arrecarti piacere...eliminando i Winchester!!” cercò di giustificarsi.
“I Winch...” fece alterata. “I Winchester fanno parte di un mio piano di governo che non sono tenuta a rendere pubblico ad un semplice demone come te!!! e se te li avessi lasciati uccidere, le conseguenze sarebbero state innumerevoli!!” rispose facendo suo un suggerimento angelico. “Tu dovevi solo obbedire!” fece severa e poi si voltò verso i demoni che assistevano. “Che questo sia di lezione a tutti.” e con un semplice gesto della mano, il corpo del demone iniziò di nuovo a contorcersi facendolo gridare di puro dolore.
“Lunga vita alla regina!!” fece un demone, mentre Rowena gli passò accanto, così che anche altri iniziassero ad esultare intanto che la strega regnante passasse tra di loro, impettita e austera.




 



 

                                                                                                          

   
 
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