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Autore: Angel_lilac    23/08/2020    2 recensioni
Pensieri di uomini destinati a rimanere sepolti
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Non ti ho mai chiesto di tornare, eppure credevo l’avresti fatto. Ho ancora impressi i tuoi occhi assetati di riconoscimento, ma intristiti da dubbi e compromessi. Ricordo di essermi chiesta se saresti tornata, ma l’unica preoccupazione che riuscii ad esprimere fu di come fossi riuscita a sigillare tutti i tuoi sogni in un bagaglio così misero. Mi risposi che non avevi bisogno di altro, perché li portavi nel cuore, insieme a me. Tuttavia, sembra che abbiano preso il sopravvento su qualsiasi cosa che condividesse il tuo amore. 

Ma anche se l’inchiostro sulle lettere che eravamo solite scriverci ha cominciato a sbiadire, non ti lascerò andare altrettanto facilmente. Se hai trovato qualcuno di migliore, nonostante abbia giurato che non l’avresti fatto, io ti perdonerei. Il fatto che tu ci abbia lasciati senza pronunciare una parola e senza degnarci di uno sguardo non mi impedisce certo di rievocare tutte quelle volte in cui ho ignorato le tue attenzioni. Anche se la notte non riesco a dormire perché la tua assenza mi tormenta, prometto che non pronuncerei una parola di rimprovero se ti riavessi davanti. Posso giurare che se non avessi una valida giustificazione del perché tu non abbia chiamato per tutti questi anni, non ti amerei di meno. 

Se sei riuscita a soddisfare tutte le ambizioni che portavi con te quel giorno, non ho che da essere orgogliosa. Se hai potuto realizzare quella vita esigente di chi punta troppo in alto per potersi permettere ripensamenti, potrei anche dimenticare che non ti sei voltata appena fuori i confini di casa. E anche se ogni volta che mamma o papà scavalcano il cancello il mio cuore ha un fremito, non posso ritenerti responsabile per la mia debolezza. 

Se, tornando, mi porterai in dono qualche parola di scusa, non l’accetterei. Il mio dolore è una pura conseguenza di un egoismo che quasi mi impedisce di essere felice per te. E se neanche la tua presenza riuscisse a porre fine alle mie sofferenze e alle mie eccessive paranoie, non te ne farei una colpa. Se dovessi confessarmi di non aver sentito la mia mancanza, lo capirei e se, vedendo come mi hai lasciata dovessi pentirti di averlo mai fatto, riacquisterei vigore per farti abbandonare quel folle pensiero. 

Se, invece, dovessi decidere di farti attendere ancora per molti anni, ti aspetterò con la stessa pazienza che ho conservato solo per te e continuerò ad annaffiare quella pianta di gelsomini che ti piaceva tanto, così che la prima cosa che sentirai, avvicinandoti al cancello, sarà il suo profumo. 

Forse, tra qualche tempo, quando anche io sarò mossa da ambizioni irrefrenabili tanto quanto lo erano le tue, il posto che occupi nel mio cuore comincerà a farsi sempre più piccolo, soffocato dall’illusione di poter diventare qualcuno per la gente, senza in cambio trasformarmi in nessuno per te. Ma, nel frattempo, continuerò a ricordare quando costruivamo palazzi con i rametti spezzati del frutteto e quando venivano rimproverate perché ridevamo di gusto a mezzanotte. Ricorderò quando restavo sveglia ogni volta che eri fuori casa, aspettando impaziente la tua buonanotte. So per certo che anche tu facevi lo stesso, ma fingevi che fossero gli angoscianti rumori della notte a tenerti sveglia. 

Vorrei poterti abbracciare fino a soffocare o fino a convincermi di quanto sia vano il dolore che ho provato per tutto questo tempo. Sarà come se non te ne fossi mai andata. 

E anche se l’ho tenuto nascosto per tutti questi anni, mentre ti allontanavi sempre di più da noi, con la valigia in una mano e la mia lettera nell’altra, avrei giurato di averti vista piangere.

   
 
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