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Autore: Annaj    30/08/2020    1 recensioni
"Così non riesco a vivere nè con te nè senza di te,
e mi sembra di non sapere che cosa voglio davvero."
(Ovidio, Amores)
Cosa curiosa il tempo, passano i secoli ma gli uomini saranno sempre affetti dai medesimi mali, dai più oscuri desideri e tenteranno di proteggere ad ogni costo i loro segreti.
E mentre si muovono per fuggire da ogni possibile errore, ecco che qualcosa li riporta sempre al punto di partenza: è l'amore a condizionare le scelte, è per amore che si fugge ed è per amore che si resta.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Rose, Rose/Scorpius
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nuova generazione
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AZIONE E REAZIONE
 
Quella mattina all’alba James Sirius Potter era sprofondato nella sua poltrona preferita in sala comune nell’estremo tentativo di finire un noioso compito per Ruf; stava giusto iniziando a rileggere il tema, quando uno scalpiccio seguito da un rumore di porte sbattute lo distrassero e prese a guardarsi attorno cercando di capire chi si stesse dando tanta pena a svegliare tutto il dormitorio.
Stizzito e pronto a urlare qualche rimprovero seguì con lo sguardo una figurina precipitarsi di tutta fretta giù per le scale del dormitorio delle ragazze; l’avrebbe riconosciuta ovunque, anche con quell’enorme felpa che l’avvolgeva: era Rose.
Senza rendersi conto si mosse, abbandonando piuma e pergamena per andarle incontro, e per fortuna lo fece, riuscì ad afferrala poco prima che cadesse a terra inciampando in uno degli spessi tappeti; il cappuccio le copriva il volto ed era così scossa dai singhiozzi che quasi non si reggeva in piedi.
Una morsa quasi dolorosa circondò James appena posò le mani sul corpo di lei, costringendolo a digrignare i denti nel tentativo di mantenere lucidità…era passato più di un mese da quel giorno; troppo tempo che lottava per non posare gli occhi su di Lei, per non parlarle, per non avvicinarla, tutto pur di non cedere.
Premette il corpo contro il suo in un disperato tentativo di calmarla, e per James fu come se tutto fosse tornato a posto. Al diavolo il compito di Ruf, al diavolo i giuramenti, al diavolo anche il Quidditch… dovette però abbandonare presto i suoi pensieri felici per prestare attenzione ai rantoli affannati di Rose, che aveva bloccato con dita gelide la mano del cugino che si era posata sulla stoffa del cappuccio pronto ad abbassarlo.
“Po..portami… in…infermeria “ singhiozzò lei stringendosi al petto del ragazzo, mentre dalle porte dei dormitori iniziavano a scendere alcuni studenti assonnati. James non fece domande, soffocò la preoccupazione e continuò a camminare a passo sempre più veloce fermandosi solo per depositarla in uno dei lettini liberi dell’infermeria.
Attonito si lasciò scansare dall’infermiera che in uno svolazzo di vesti bianche si era chinata su Rose, che ancora scossa dai tremiti non riusciva a pronunciare alcuna parola, solamente quando con pazienza la donna le fece calare il cappuccio dalla testa, a James si fermò il cuore e presero a contorcersi furiosamente le viscere.
“Chi…?” tentò di domandare, ma gli mancò la voce e serrati i pugni si voltò correndo a perdifiato in sala grande, non aveva bisogno di prove perché già aveva una risposta. Lasciò dietro di sé i sospiri indignati e le domande frenetiche dell’infermiera.
Era furioso con sé stesso, come aveva potuto non prevederlo? Era compito suo proteggerla! Si riproverò mentre come un tornado scendeva in picchiata le scale pronto a frantumare qualche osso.
Le porte della sala erano aperte, appena il maggiore dei Potter entrò tutto il chiacchiericcio che aveva animato il tavolo al lato sinistro della stanza cessò immediatamente. Lui marciò verso il tavolo dei verde-argento a passo di carica, individuando immediatamente suo fratello. Scavalcò il tavolo spargendo ovunque latte, cereali, uova e succo di zucca; preso da un’ira incontrollabile afferrò il Albus per il bavero della camicia sbattendolo con forza al muro. Fu circondato immediatamente da serpeverde di ogni anno, ma non sembrò badarci, mentre dal tavolo degli insegnanti arrivavano rimproveri sconcertati.
“Cosa hai fatto? Perché? Ti sei bruciato il cervello?” ringhiò a pochi centimetri dalla faccia dell’altro, che non si preoccupò nemmeno di nascondere un sorriso “A quanto pare ha funzionato!!” disse divertito a voce alta, facendo scoppiare a ridere i suoi amici “Sei impazzito? non ho violato il patto… “ lo scosse con forza sforzandosi di mantenere un tono di voce controllato, ma Albus per niente preoccupato a voce più alta disse “Lo so, tu sei stato impeccabile, ma converrai anche tu che non può attaccarci senza conseguenze! Sennò poi tocca a noi…- roteò gli occhi alludendo alla schiera di persone che li circondavano -…darle una lezione di educazione!” James mollò la presa nauseato dalle velenose parole del fratello “Tu stai male!! Ti rendi conto di cosa avete combinato?” un sorriso rilassato comparve sul viso di Albus “Non so di cosa tu stia parlando, e comunque, prima di muovere accuse devi avere delle prove…!” per James fu troppo, colpì la mandibola del fratello con un gran fragore, e pregò con tutto sé stesso di avergli procurato un danno permanente
Avvertì delle braccia circondarlo e strattonarlo indietro, mentre qualcuno, forse il Professor Paciock tuonava contro di lui fiumi di biasimi, si era appena guadagnato la prima punizione dell’anno.
 
 
****
Quando gli studenti rividero Rose qualche giorno dopo pensarono che avesse tagliato i capelli, con gran rammarico dei Serpeverde, che non avevano potuto godere della vista della loro opera. Solamente Madama Rosmary, l’infermiera, fu testimone delle pene che la ragazza dovette sopportare per far ricrescere i capelli ad una lunghezza quantomeno accettabile per uscire dall’infermeria.
Albus Severus si era ben guardato di stare alla larga dal clan Potter-Weasley, non si era affatto pentito, dopo anni di angherie vendicarsi era stato piacevole, ma al contempo era consapevole che aver colpito Rose era stato un colpo basso. Conoscendo suo fratello sapeva che prima o poi James Sirius gliela avrebbe fatta pagare.
A distanza di settimane il solo che ancora non riusciva a darsi pace fu proprio Scorpius Malfoy, che si sorprese sempre più spesso ad osservarla, come quel giorno, a Pozioni…
“Signor Malfoy, è dei nostri?” Lumacorno torreggiava sopra il suo calderone “Scusi signore, non l’ho sentita!” lui rise di gusto, massaggiandosi i baffi “Ah ….Benedetto ragazzo, ti chiedevo se stasera mi raggiungerai nel mio studio. Sai una delle nostre cenette intime. E direi che...” gli strizzò l’occhio prima di voltarsi e tuonare “Signorina Weasley, Rose… ci sarà anche lei stasera vero?” la ragazza che stava qualche posto più in là smise di rimestare il contenuto del suo calderone e annuì lentamente “Bene, bene è fatta allora!! Malfoy, voglio che tu vada a prendere Rose stasera e la scorti alle mie stanze. Se non lo fai lo verrò a sapere” disse battendo le mani contento di sé.
Di sicuro era convinto di avergli fatto un gran favore.
Rose iniziò a protestare, ma appena Lumacorno disse che non voleva che girasse per il castello sola, dopo quello scherzo terribile di cui era stata vittima, la ragazza ammutolì e tornò a fingere concentrazione sulla sua pozione. Ovviamente non aveva idea il buon Lumacorno di aver appena affidato la sua alunna preferita nelle mani di uno dei suoi carnefici.
 
“Ci mancava solo questa. Miseriaccia.” Rose imprecava mentre si infilava un tubino nero con le maniche in pizzo. Odiava il Lumaclub, odiava la gente che il professore invitava e la cosa che odiava di più era doversi vestire elegante.
Un’occhiata all’orologio. Era in anticipo, magari se fosse scesa prima avrebbe potuto evitare Malfoy e andarci da sola. Sparì in una nuvola di profumo e uscì dalla camera. Scese le scale in fretta, sperava di non incontrare nessuno, dopotutto era ora di cena…
E invece si imbatté proprio in James che, in tenuta da Quidditch, stava analizzando alcuni schemi di gioco. Attratto dal rumore dei tacchi sulla pietra, il ragazzo, aveva alzato lo sguardo, e dovette costringersi a rimanere immobile, mentre il suo istinto urlava “raggiungila, corrile incontro”, Lei era come una calamita.
“Dove vai?” chiese con finto tono noncurante appena fu certo che lei lo avrebbe sentito “Lumaclub…” l’irritazione traspariva nettamente dal suo tono di voce
“Da sola?” la ragazza gli lanciò un’occhiata di traverso
 “E’ una delle sue riunioni intime …” disse non riuscendo a celare una smorfia
 “ Ah… giusto solo voi cocchi …- al sarcasmo del cugino Rose avvampò lanciandogli un’occhiata di traverso -e ti sei messa in tiro …” aggiunse facendo avvampare ancora di più le guance di lei.
“Allenamento?” chiese in un sussurro cercando di cambiare discorso, e James-egocentrico-Potter abboccò all’amo portandosi le mani dietro la testa “Ho una squadra da mandare avanti! Il torneo non si vince da solo…” disse tronfio e lo sguardo di lei fu attratto dal suo petto dove era appuntata la spilla lucente da capitano.
Rose aprì la bocca per replicare, ma non emise alcun suono, alcuni ragazzi della squadra scendevano in gran carriera dai dormitori e tra loro ovviamente c’era quella gattamorta di Aurora Figh, appena la vide Rose increspò le labbra e ammutolì. Proprio mentre stava per trovare le parole giuste per filarsela, Alice Paciock, comparve al suo fianco, tutta sporca di terra e con un enorme sorriso in volto “Rosie, muoviti lui è già qui fuori…” disse allusiva strizzando l’occhio all’amica, che in risposta la fulminò con un’occhiataccia
“Lui chi?” tuonò James, senza ricevere nessuna risposta, difatti Rose si era già defilata verso il ritratto ed Alice era corsa come un fulmine verso il dormitorio per darsi una pulita. Uscendo Rose aveva intercettato un’occhiata astiosa della Figh, a cui lei aveva risposto con un gran sorriso, il solo pensiero di aver infastidito James l’aveva resa di buon umore; il giusto compenso per la serata noiosa che l’aspettava.
Il sorriso di Rose svanì appena mise piede fuori dalla sala comune, Malfoy l’aspettava appoggiato alla balaustra delle scale, automaticamente mise il broncio “Non ho bisogno della guardia del corpo” sbuffò incamminandosi rapida per evitare che la squadra uscisse e li trovasse ancora là “Sono stato costretto” rispose lui rigido e nessuno dei due emise un fiato per tutto il tragitto fino alle stanze di Lumacorno.
Rose non era una stupida, sapeva che dietro al tiro mancino dei capelli c’erano i serpeverde, ma era certa che né Albus né Malfoy avessero contribuito. Il primo perché odiava sporcarsi le mani, preferiva gli scontri verbali; il secondo invece non aveva alcun interesse ad attirare su di sé l’attenzione e l’ira del clan Potter-Weasley, se fosse uscito che un Malfoy aveva complottato contro una Granger-Weasley sarebbe stata la fine della pace ad Hogwarts.
Fu strana quella serata per Rose, rendersi contro che Scorpius Hyperion Malfoy continuava a fissarla fu strano, non sentirlo fare nessuna battuta maleducata fu strano, il sorriso esitante con cui la salutò davanti alla Signora Grassa dopo averla riaccompagnata alla torre, fu decisamente strano. Ma non ebbe modo di rifletterci oltre, una volta superato il buco del ritratto, si trovò davanti una scena che le fermò il cuore e le fece venir voglia di vomitare tutto l’ananas candito, che Lumacorno l’aveva costretta a ingollare.
James le dava le spalle, a torso nudo, la testa inclinata verso l’alto, mentre ai suoi piedi in ginocchio Aurora Figh, Rose la riconobbe dai lunghi capelli paglierini, si dava un gran daffare per soddisfare il suo capitano.
Rose incespicò indietro sconvolta, decisa a non dargliela vinta, non avrebbe mai fatto una scenata, facendo meno rumore possibile ripercorse il cubicolo, la Signora Grassa scocciata le disse che non l’avrebbe fatta rientrare quella notte.
Con le scarpe in mano corse per il castello senza meta, con un solo desiderio: scomparire dalla faccia della terra.
Quando la mattina dopo Rose Granger-Weasley entrò alla Torre, aveva tutta l’intenzione di essere vista, sfilò tra i compagni con addosso il vestito e le scarpe della sera prima i capelli scombinati e un sorriso volutamente lascivo in volto. I pettegolezzi si mossero alla velocità della luce e in men che non si dica anche al tavolo dei serpeverde arrivò la voce che la Weasley aveva passato la notte con qualcuno… Albus tirò una gomitata a Scorpius “Beh… potevi dirmelo amico, non mi sono accorto di niente stanotte…” ma l’altro senza dar conto di averlo sentito aveva spostato lo sguardo al tavolo dei grifondoro alla ricerca della rossa, non la trovò. Però vide James Potter, che torvo lanciava occhiate assassine al tavolo dei corvonero dove Rose rideva di gusto appoggiata alla spalla della fedele Paciock per qualcosa che uno degli Scamandro stava dicendo in quel momento.
Malfoy scattò in piedi e uscì dalla sala, la mascella contratta e i pugni serrati in preda a una inspiegabile furia omicida.
 
 
  
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