Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Voglioungufo    30/08/2020    4 recensioni
Role swap AU | Akatsuki Naruto | No Uchiha Massacre
ShiIta | KakaIta | ObiKonan | SakuHina | Maybe SasuNaru.
Tutti conoscono la storia di Naruto e Sasuke com'è stata scritta.
Ma se Iruka non fosse mai stato l'insegnante di Naruto?
Se Sasuke non avesse mai perso il suo clan?
Se Shisui non si fosse sacrificato per il bene di Konoha?
E se Obito, abbandonato il piano dello Tsuki no Me, avesse preso Naruto con sè?
E se Sakura, stanca di essere sottovalutata dal suo maestro, scappasse per inseguire il vero potere?
Sarebbe un'altra storia, la storia che voglio raccontarvi...
Genere: Avventura, Generale, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Obito Uchiha, Sasuke Uchiha, Shisui/Itachi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap II
Il bambino scomparso
 
 
Naruto parò le mani avanti per rallentare la caduta di faccia, rotolò sull’erba ma non riuscì a rialzarsi, troppo stanco per muovere anche solo un muscolo.
“Hai già mollato?” lo derise una fastidiosa voce sopra la sua testa.
Con un ringhio riaprì gli occhi e scattò di nuovo in piedi, ma il gesto brusco gli provocò un giramento di testa e la sua vista si sfocò qualche secondo. Digrignò la mascella, deciso a non cadere.
“No, mai!” garantì con un bagliore nelle iridi blu.
Shisui allargò solo il sorriso al suo sguardo risoluto.
“Oh, ecco, volevo dire”.
Naruto era tutto malconcio, con i capelli più spettinati del solito, il sudore a insudiciargli il corpo insieme al terriccio. I suoi vestiti sembravano aver attraversato l’inferno, quando più banalmente si stava solo allenando con Shisui.
Deciso a fargliela pagare per tutte le volte che lo aveva messo con il culo a terra, iniziò a richiamare il proprio chakra per concentrarlo sui muscoli delle gambe.
Non fece nemmeno in tempo a provare lo shunshin che vide un paio di shuriken venire lanciati alla sua testa. Con un verso stridulo si spostò, perdendo l’equilibrio e la concentrazione sul suo chakra. Si ritrovò a terra, di nuovo.
“Lo stai facendo ancora” lo rimproverò Shisui lamentoso, come se fosse lui quello frustrato dai fallimenti. “Non devi prendere così tanto chakra! Oltre a metterci un’infinità di tempo, e vedi come un nemico ne approfitta, lo sprechi e rischi di finire seccato per esaurimento. No Naruto, non devi fare affidamento sulla tua quantità mostruosa di chakra!”
Naruto si imbronciò, chiudendo la bocca e mordendo la protesta.
“Senza contare che così rischi di svegliare il tuo inquilino”.
A quella prospettiva rabbrividì. Al momento erano solo lui e Shisui nel rifugio e lo sharingan dell’altro non riusciva a tenerlo a bada, se fosse scoppiato la vicina Konoha si sarebbe resa conto della loro intrusione nel Paese del Fuoco.
“Quindi,” riprese Shisui con un sorriso malizioso, “che devo fare? Dico a Kisame di portarti ancora sull’oceano?”
Lo guardò inorridito a quella minaccia. Ricordava ancora troppo bene il terrore che aveva provato quando l’uomo pesce, dopo averlo portato al largo della costa su una barchetta minuscola, lo aveva gettato in acqua con solo una spiegazione basa su come dovesse fare per camminarci sopra.
Concentra il chakra sulla pianta dei piedi. Impara se non vuoi affogare” aveva detto lo stronzo.
“Riproviamo?” lo spronò Shisui porgendogli una mano.
Indossava dei guanti con le nocche rinforzate che lasciava scoperte le dita. Non aveva la cappa nera con le nuvole rosse, era una giornata davvero calda nel Paese del Fuoco e per questo entrambi avevano optato per una maglia a rete a mezzemaniche e pantaloni standard. L’aspetto di Shisui era perfettamente rinfrescato a differenza di Naruto. I suoi capelli ricci non erano arruffati o crespi dal sudore, ricadevano sulla fronte in morbide ciocche lucenti, che facevano risaltare l’incarnato pallido e liscio, per nulla arrossato dalla fatica. A Naruto dava fastidio notare quanto fosse grande il divario di forza tra di loro. Anche se si allenava da quando era stato salvato da Konoha, non riusciva a raggiungere nessuno dei suoi compagni.
Era frustrante.
Accettò la mano con uno sguardo contrariato e lasciò che lo aiutasse a tirarsi in piedi. La brezza primaverile gli accarezzò il voltò, asciugando in parte il sudore. Si prese un attimo di pausa, gli occhi puntati verso un lato della radura. Da oltre il bosco venivano gli echi di sensazioni e chakra caldi di civili felici. Non erano poi così lontani da un villaggio, ma il fatto che non avesse nemmeno ninja di guardia rendeva comunque il rifugio sicuro.
“Domani c’è il festivale” mormorò. “Possiamo andare?”
“Hai sentito il sensei, ha detto no”.
“Per favore… non succederà niente!” provò a convincerlo.
“Non è questo”. Incrociò le braccia al petto. “Ma se ti perdo di vista, prima Tobi comincerà a colpirmi e piangermi addosso, poi Madara mi farà a pezzi e infine Obito permetterà a Hidan di sacrificarmi a Jashin. No, grazie”.
“Se non lo verrà a sapere…”
“Lo verrà a sapere”.
Naruto si imbronciò, le braccia incrociate al petto e la testa incassata fra le spalle. Era adorabile, ma ormai Shisui aveva fatto il callo a resistere ai suoi occhioni supplicanti.
“Non possiamo uscire dal perimetro sicuro del rifugio” gli ricordò un po’ amareggiato. “Se lo lasciamo, si accorgeranno della nostra presenza e verranno a catturarci. Non vuoi tornare a Konoha, vero?”
Il broncio sparì a favore di un’espressione agghiacciata.
“No, mai, dattebayo!” garantì.
Annuì. “Per questo dobbiamo restare buoni qui. E poi domani sera dobbiamo levare le tende, non abbiamo tempo”.
Nonostante avesse parlato con tono risoluto, Shisui si sentì comunque un po’ in colpa davanti all’espressione sconsolata del bambino. Aveva solo dodici anni ed era costretto alla vita di un nukenin. Nonostante il netto miglioramento rispetto a Konoha, i suoi unici amici erano tutti shinobi pericolosi di classe S, non aveva nessuno della sua età con cui fare semplici cose da bambini. I più giovani erano lui, Shisui, e Deidara, ma Deidara si divertiva facendo esplodere le persone, non era un passatempo sano per un bambino in crescita. Già per colpa di Kakuzo stava diventano un po’ troppo attaccato ai soldi, era meglio che non finisse influenzato anche da persone come Hidan o Deidara.
Gli diede un colpetto sulla nuca.
“Dai, riprendiamo. Vedrai che entro il tramonto saprai padroneggiare lo shunshin”.
“Ovviamente, dattebayo!”
 
**
 
“Dattebayo!”
Sasuke non riusciva a staccare gli occhi dal bambino straccione caduto a terra, il suo sguardo era sgranato nel cogliere ogni particolare di quel viso che si era rassegnato a non vedere mai più.
Ma eccolo lì, davanti a lui, cresciuto, vivo. E usava ancora quella stupida e fastidiosa esclamazione, come aveva fatto a non riconoscerlo subito?
Sentì al suo fianco Sakura tirare un sospiro di pura sorpresa, incredula quanto lui. Anche lei aveva avuto a che fare con Naruto prima che sparisse, anche lei doveva averlo riconosciuto. Solo Himawari non sembrava particolarmente colpita, ma non erano stati in classe insieme all’Accademia quindi non era poi così strano. Era solo sorpresa dalla scoperta dell’henge.
Nessuno dei tre genin sapeva cosa fare, perciò rimasero in posizione in attesa delle istruzioni del sensei. Del resto per loro era come trovarsi davanti un morto, non erano preparati a questo e nemmeno Kakashi lo era, onestamente. Tutto aveva potuto aspettarsi da quella bazzecola di missione, tranne la comparsa del figlio del suo sensei che credeva morto da ormai quattro anni.
“Naruto…” disse piano, un tono conciliante.
Fece un passo circospetto in avanti, lento come se si stesse approcciando a un animale selvatico e fu proprio questo il modo in cui reagì il bambino perduto.
Dalle sue labbra uscì un soffio rauco, simile all’avvertimento minaccioso di un gatto, e arretrò strisciando sul pavimento. Kakashi si era accorto che aveva ricominciato a chiamare il chakra attorno a sé, ma si era anche reso conto che era lento nel farlo. Aveva del tempo per provare ad addomesticarlo.
“Naruto” riprovò ignorando l’avvertimento. Alzò una mano verso i suoi genin, intimandogli di restare fermi. “Sai chi siamo?”
Non aveva molte illusioni. Era più probabile che avesse riconosciuto Sakura e Sasuke, visto che erano nella stessa classe all’Accademia; lui era sempre stato solo un’ombra nella sua vita, una guardia ANBU con l’ordine di non avvicinarsi mai a lui.
Ma poteva ancora riconoscere il simbolo di Konoha.
Fu proprio quello che Naruto guardò, alzando gli occhi sul coprifronte. Ma non lo guardò con riconoscimento, ci fu un’improvvisa rabbia che incendiò tutta la sua espressione e la sua postura, da semplice spaventata e in difensiva, si fece anche aggressiva.
Spazzatura” rispose con disprezzo.
Poi sparì in uno scatto, il suo shunshin ultimato. Ma Kakashi riuscì a stargli addosso e nello stesso istante sparì anche lui, inseguendolo.
Sasuke guardò lo spiazzo vuoto con la sensazione che il tempo riprendesse a scorrere solo in quel momento.
“Che cosa facciamo?” Sakura spezzò il silenzio per prima, piena di nervosismo.
“A-aspettiamo qui?” propose Himawari in un tono interrogativo, era ancora molto confusa da quello che era successo. “Sensei può gestirlo da solo senza noi fra i piedi”.
Sasuke non era affatto d’accordo con quella scelta.
“Io li seguo” dichiarò.
Non era un sensore, non poteva percepire la direzione verso cui si erano diretti, ma poteva provare a indovinarla. In fondo non veniva chiamato genio per caso.
Se Naruto voleva nascondersi doveva uscire dal villaggio prima che la sua presenza venisse segnalata; l’intero villaggio era circondato da campi di riso, fatta eccezione per il lato ovest dove la grande foresta del Paese del Fuoco quasi arrivava alle porte del villaggio, lì sarebbe stato più facile per lui mimetizzarsi che in campo aperto.
“Sasuke hai visto sensei, ci ha fatto segno di non introme…”
Non lasciò nemmeno che Himawari finisse, saltò sul primo tetto a portata e da lì si diresse in direzione degli alberi verdi che vedeva. Percepì dietro di sé Sakura raggiungerlo e sorrise, ovviamente Sakura lo avrebbe sempre seguito, era l’unica cosa buona di quella cotta che aveva nei suoi confronti; poco dopo sentì anche i salti di Himawari.
Raggiunsero la foresta, rallentando il ritmo dei salti per via dei rami che davano un percorso irregolare.
“Eccoli!” chiamò Sakura.
Sasuke seguì in basso la direzione che indicava e li vide anche lui. Erano entrambi nel sottobosco, Kakashi aveva bloccato Naruto e ora stava tentando di tenerlo buono, ma quello scalciava e si dimenava come un ossesso per scappare.
“Lasciami! Lasciami!”
“Calmati, Naruto, non ti farò del male…”
“No, lasciami. Ti odio, lasciami andare”.
“Devo riportarti a Konoha, a casa…”
“Non è la mia casa!” ruggì con foga. “Lasciami, ammazza-amici!”
Naruto diede un colpo allo stomaco di Kakashi con il piede, ma Sasuke poteva giurare che non fosse così forte, probabilmente era il modo in cui lo aveva chiamato a destabilizzare abbastanza Kakashi perché il bambino sgusciasse via dalla sua presa. Ma non fece molta strada, perché i tre genin atterrarono dai rami sbarrandogli la via di fuga.
Per un momento Sasuke si sentì in colpa davanti allo sguardo pieno di tradimento che Naruto gli rivolse, ma si ricordò che era lui quello a essere stato ingannato con una henge. Era lui quello che doveva sentirsi tradito, non il contrario.
Naruto provò ad aggirarli, ma ormai Kakashi si era rialzato ed era di nuovo su di lui. Lo bloccò prendendogli le braccia dietro la schiena, resistendo allo scalciare e gridare del bambino.
“Non siamo i tuoi nemici, Naruto” disse affaticato dal tentativo di trattenerlo senza ferirlo. “Non so cosa ti abbia detto Shisui, ma…”
“Se non mi lasci andare faccio uscire la volpe!” lo interruppe Naruto con tutto il fiato che aveva nei polmoni, gli occhi piccoli dal terrore.
Sasuke non capì che cosa intendesse con quella minaccia, ma doveva essere qualcosa di pericoloso perché Kakashi si irrigidì e si fece più guardingo.
“Non lo farai” disse risoluto.
“Sfidami, dattebayo!”
Ma se anche Kakashi volesse farlo, non ne ebbe tempo. Sasuke vide troppo tardi il gruppo di affilati shuriken che furono lanciati alla testa del suo sensei, che fortunatamente ebbe più velocità di riflessi e riuscì a evitare. Per farlo però lasciò andare Naruto, che ne approfittò per rotolare via.
Alzarono subito la testa verso la direzione da cui erano venuti gli shuriken, un giovane uomo era accucciata in equilibrio su un ramo. Per la seconda volta in una manciata di minuti, Sasuke si ritrovò con la bocca socchiusa e lo sguardo sgranato dalla sorpresa.
“Che bel ritrovo” commentò Shisui, un sorriso ironico. “Ciao, senpai. Ciao cuginetto”.
 
 
**
 
La pergamena era decisamente ingombrante, le dimensioni erano davvero notevoli anche per essere rotolo. Ma del resto lì dentro erano contenute molte tecniche proibite di Konoha, non poteva di certo aspettarsi un rotolo di pochi centimetri. La scansione dello sharingan confermò a Shisui che si trattava di quello autentico e non di una copia.
“Perfetto” considerò e tirò fuori un rotolo molto più piccolo, una semplice pergamena di tenuta, dove sigillò al suo interno il Rotolo Proibito per trasportarlo più facilmente. Rialzò quindi lo sguardo su Mizuki.
Se non ricordava male, erano stati insieme all’Accademia, anche se in classe diverse. Nei suoi ricordi era un ragazzino rancoroso nei confronti di Konoha e del Sandaime, perciò quando aveva dovuto pensare a qualcuno che si infiltrasse era il primo che gli era venuto in mente. Fortunatamente, da adulto Mizuki si era dimostrato molto volenteroso di tradire Konoha per un mucchio di soldi.
Prese quindi la borsa con suddetto mucchio di soldi, la stessa che Kakazu gli aveva consegnato quasi piangendo all’idea di tutti quei risparmi che sparivano dalle casse dell’Akatsuki.
“È tutto qui, quanto pattuito” disse.
Mizuki l’aprì per assicurarsene e sorrise viscido alla vista delle banconote.
“Sei sicuro che nessuno ti abbia beccato?” insistette Shisui nervoso.
Erano riusciti a restare invisibili ai radar di Konoha per quattro anni, non aveva nessuna intenzione di interrompere questa striscia felice.
“Sicurissimo” garantì Mizuki. “Quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi”.
Shisui sperava fosse così, ma in ogni caso anche se Mizuki fosse stato catturato gli aveva imposto un genjutsu al loro primo incontro. Nemmeno il ninja di Konoha sapeva chi avesse davvero dato la commissione, il genjutsu gli faceva credere che Shisui fosse uno shinobi di Iwa.
Con un cenno veloce del capo lo salutò quindi, deciso a non restare il più del necessario nei confini del Paese del Fuoco. Si teletrasportò il più velocemente nel loro covo e sperò che Naruto fosse già pronto per partire.
“Naruto? Sono tornato, sei pronto?” chiamò non vedendolo nella stanza principale, la stessa che avevano usato anche per dormire.
Non ottenne risposta e questo cominciò a preoccuparlo, ma decise che era troppo presto per trarre conclusioni affrettate, Naruto poteva essersi appisolato da qualsiasi altra parte. Fece quindi un rapido giro dell’intero covo, che lo riportò alla stanza iniziale senza aver trovato nulla.
Cazzo.
Naruto non c’era. Obito lo avrebbe ucciso.
 
**
 
In una scala da uno e dieci, la situazione era molto pericolosa.
Shisui lanciò per prima cosa un’occhiata al marmocchio, lo stesso che aveva avuto l’ardore di scappare da sotto il suo naso per andare al festival che gli era stato chiaramente proibito. Almeno sembrava stare bene, non vedeva ferite, era solo sporco di terriccio e foglie. Tornò quindi a guardare Kakashi e maledì la sua terribile fortuna. Non era preoccupato per i tre genin, anche se tra loro c’era Sasuke erano comunque bambini, ma Kakashi era pericoloso. Non sapeva se era in grado di tenergli testa, forse in uno scontro di logoramento visto che aveva sicuramente più chakra dell’Hatake, ma non sapeva se poteva resistere così a lungo. Era già faticato dall’uso prolungato del suo Mangekyo in quei ultimi giorni, non sapeva quanto avesse potuto fare affidamento sullo sharingan. Sicuramente Kakashi conosceva le sue tecniche e sapeva di Amatsukami, infatti non lo aveva più guardato negli occhi appena lo aveva riconosciuto.
Non devo per forza combatterlo, si disse, devo solo prendere Naruto e squagliarmela, questo posso ancora farlo.
Nessuno lo uguagliava nella velocità, sicuramente nessuno dei presenti. Con un continuo uso dello shunshin si sarebbero allontanati abbastanza  da far perdere le loro tracce, per poter poi raggiungere il rifugio nel Paese dell’Erba.
Era comunque una seccatura. Erano riusciti a restare fuori dal radar di Konoha per quattro anni, ricomparire avrebbe solo ricordato loro che c’era un nukenin Uchiha da catturare il prima possibile. Per non parlare che ora sapevano che il loro prezioso Junchūriki era ancora vivo e avrebbero fatto di tutto per riaverlo.
“Shisui, che piacere rivederti” disse Kakashi, rispondendo al suo iniziale saluto.
Anche lui sta osservando il cambio di situazione e meditava sui suoi possibili svantaggi e vantaggi. Sicuramente non si aspettava l’intervento di un criminale del calibro di Shisui. Stava osservando specialmente la sua cappa nera con le nuvole rosse.
“Il piacere è solo tuo” garantì il nukenin con un sorriso odioso.
Si teletrasportò veloce davanti a Naruto, una spada corta sguainata. Anche se lì era in una posizione più facilmente attaccabile, almeno poteva difendere il bambino e impedire lo prendesse in ostaggio.
“Ora, se non ti dispiace, noi dobbiamo andare” disse mantenendo il finto tono cordiale.
“In realtà, mi dispiace” disse Kakashi mettendosi in posizione di attacco, tirò a sua volta fuori dei kunai.
Sasuke cercò di ricomporsi dallo stupore per prepararsi anche lui all’azione, deciso a rendersi utile. Ma non appena tirò fuori le sue armi, Kakashi abbaiò:
“Voi tre statene fuori”.
“Sì, esatto, lasciate fare agli adulti” lo seguì Shisui, che non moriva di certo dalla voglia di ferire il cuginetto. “Andate a giocare da qualche parte”.
Sasuke arrossì di colpo per quell’offesa, odiava essere sminuito e non era più un bambino! Era un ninja, era addestrato a combattere ed era lì per quello, come si permettevano?
Kakashi fu il primo a scattare, lanciò uno dei kunai alla faccia di Shisui, il quale riuscì a deviarne facilmente la traiettoria con la lama del suo tantō. L’azione lo distrasse abbastanza da non permettergli di reagire in tempo all’attacco diretto di Kakashi, si trovò l’uomo venirgli incontro con un altro kunai. Nonostante dovesse pensare anche a difendere Naruto, riuscì a deviare anche il lancio del secondo Kunai e parò il pugno di Kakashi. Prima che potesse contrattaccare, Shisui danzò velocemente in una figura di scherma e tagliò con la lama il petto di Kakashi.
Sasuke sgranò gli occhi e Sakura lanciò un grido di paura, mentre Himawari sussultò.
Ma dalla ferita non uscì sangue. Il corpo stesso di Kakashi sparì in una nuvola di fumo e al suo posto si presentò un ceppo d’albero.
Shisui sorrise esasperato. “Kawarimi” indovinò.
Si guardò attorno, lo sharingan attivo per scorgere il minimo movimento e anticiparlo. Da destra, sinistra, avanti e indietro non veniva nulla. Lanciò uno sguardo sopra tra gli alberi, ma anche lì non si vedeva nessuna traccia di Kakashi. Fu con un secondo di ritardo che si ricordò di guardare in basso, ma appena lo fece la terra si crepò ed emerse una mano che lo bloccò, impedendogli di saltare.
“Merda” imprecò e non trovando una soluzione migliore pensò di dirigere a tuta forza il suo tantō verso la terra.
Era una mossa poco precisa, Kakashi riuscì a stabilizzarlo prima che emergesse totalmente dalla terra e la lama non arrivò mai alla sua testa. Il Jōnin di Konoha lo lanciò lontano, facendogli perdere l’equilibrio.
Ora era davanti a Naruto, a incombere su di lui con lo sharingan visibile.
“Naruto, vieni con me” disse affrettato, ignorando il modo in cui il ragazzino tremava di paura.
Provò ad afferrarlo, ma con la visione periferica Kakashi vide Shisui scagliargli una serie di piccole palle infuocate. Per evitarle dovette saltare lontano, liberando la strada verso Naruto e Shisui fu in un baleno, veloce come si raccontava, a proteggerlo con il suo corpo.
“Prova a toccarlo ancora” iniziò lento, “e io ti strapperò quell’occhio che hai rubato”. Sorrise. “Chissà, magari potrebbe starmi meglio”.
 
Sasuke doveva intervenire. Non gli importava cosa aveva detto il sensei e le rimostranze delle sua compagne di squadra, Kakashi aveva bisogno del loro aiuto. Era ovvio che non potesse combattere Shisui e prendere Naruto, doveva concentrarsi su una cosa sola mentre gli altri facevano il resto.
Guardò Sakura e Himawari. Loro due sembravano troppo bloccate e spaventate per agire, avrebbe dovuto pensarci lui.
Attese paziente il momento, i muscoli tesi e nervosi per la tensione del momento. Doveva solo aspettare il momento giusto, uno in cui Kakashi avrebbe catturato tutta l’attenzione di Shisui, magari riuscendolo a portare abbastanza lontano. Gli bastava che lasciasse incustodito Naruto solo per tre secondi.
Nel frattempo iniziò ad avvicinarsi lentamente, scivolando alle loro spalle. Appena avrebbe preso Naruto sarebbe dovuto scappare e visto come si era comportato con Kakashi, il loro obiettivo non sembrava disposto a collaborare, doveva bloccarlo in qualche modo. Tirò fuori il suo filo ninja per legargli almeno le mani.
Finalmente il suo momento arrivò. Per evitare un jutsu di terra Shisui era dovuto scattare in alto su un ramo, ma allo stesso tempo Kakashi aveva dovuto imitarlo per via di una palla di fuoco dell’Uchiha. Ora Naruto era il solo a terra, aveva la via libera.
Kakashi non aveva ancora insegnato loro il shunshin, ma Sasuke era veloce. Arrivò su Naruto prima che sia Shisui che Kakashi potessero rendersene conto. Il ragazzino biondo non riuscì a reagire in tempo, Sasuke lo atterrò grazie al suo taijutsu e tentò subito di legarlo.
“Lasciami, cosa stai facendo?!” strillò Naruto.
Aveva inevitabilmente attirato l’attenzione di Shisui, Kakashi lo stava tenendo occupato ma doveva muoversi. Il suo record di nodi era il migliore della classe, ma la questione diventava un pelo più difficile se chi dovevi legare si dimenava tutto il tempo.
Lo sguardo tradito negli occhi blu faceva male.
“Dobbiamo riportarti a casa, a Konoha…”
“Konoha non è la mia casa!” ripeté con una ferocia che fece sussultare Sasuke. “Nessuno mi ha mai voluto, nessuno di voi…”
“Ci sono i tuoi amici”.
L’urlo con cui rispose fu addirittura più furioso. “Non ho mai avuto amici!”
Voleva ribattere, ma Naruto aveva ragione; nessun bambino della loro classe si era mai avvicinato a lui, mai. Lo indicavano solo per deriderlo, rubargli i quaderni e incolparlo di qualsiasi cosa.
“Io sono tuo amico” bisbigliò mentre riusciva finalmente a bloccare le mani dietro la schiena.
Per un momento, Naruto smise di combatterlo e si limitò a guardarlo. Ma non con riconoscimento, ma come un animale diffidente e ferito.
“Bugiardo” ringhiò.
Sasuke non riuscì a ribattere, sentendo che aveva terribilmente ragione. Era stato il suo più grande rimpianto, scoprire che quel bambino che lo aveva tanto incuriosito era scomparso, soprattutto poco dopo quello che gli aveva fatto… si sforzò di non pensarci, caricandoselo sulle spalle. Aveva ovviamente ricominciato a dimenarsi perciò provò a scambiare uno sguardo con Sakura e Himawari perché lo aiutassero. Dovevano allontanarsi da lì prima che Shisui riuscisse a superare Kakashi.
Raggiunse le sue compagne e con loro iniziò a correre nel sottobosco, confidando che loro due gli avrebbero guardato le spalle visto che era bloccato a trattenere Naruto.
Riuscirono a fare solo pochi passi. Sasuke nemmeno lo vide arrivare, Sakura tentò di intromettersi, ma nessuno di loro tre aveva la preparazione necessaria per affrontare Uchiha Shisui.
Sasuke non capì nemmeno quello che successe.
Seppe solo che Himawari e Sakura erano sotto le braccia di Kakashi, lanciatosi a salvarle da un’altra palla di fuoco che aveva incendiato un albero. Lui invece si trovò stordito a terra, senza più Naruto intrappolato, con una fitta di dolore incredibile alla testa e aveva del sangue a coprirgli un occhio, stava sanguinando copiosamente.
Shisui si appollaiò su un ramo in alto, liberando Naruto dal filo in cui lo aveva intrappolato. Tornò subito vigile sulla situazione, ma Kakashi non sembrava più pronto a intervenire, in quel momento sembrava più interessato a proteggere Sakura e Himawari e guardava Sasuke come se volesse raggiungere anche lui.
Si alzò traballante in piedi, sentendo una brutta sensazione di nausea alla bocca dello stomaco. Si pulì il viso dal sangue e incrociò lo sguardo con Shisui, per un secondo gli parve lo stesso guardando con rimorso.
“Direi che possiamo anche salutarci” disse.
Kakashi non sembrava d’accordo, ma rimase a terra a fissarlo con frustrazione.
“Perché?” sbottò. “Tu eri uno dei più fedeli, perché stai tradendo Konoha?”
Un’ombra strana passò nell’occhio rubino del cugino, la sua espressione si fece meditabonda e piena di risentimento. Sembrò pronto a partire, ma poi cambiò idea.
“Sasuke” chiamò e lui sussultò suo malgrado. “Dovresti chiedere a tuo padre se ha ancora quell’ambizione”.  Si voltò verso Kakashi. “E tu… domanda a quel vecchio Hokage se userà quell’ultima soluzione”.
C’era disprezzo e rabbia nel suo tono, come se stesse sfogando un rancore millenario, ma Sasuke non capì che cosa intendesse, quelle parole lo lasciarono solamente confuso. Non riuscì a dire niente e anche Kakashi rimase in silenzio, le sopracciglia aggrottate davanti a quelle parole che sembravano nascondere segreti pericolosi. Lo guardarono mentre faceva arrampicare Naruto sulla propria schiena, ma proprio quando era pronto a partire si bloccò. Dandogli la schiena, disse un’ultima cosa.
“Già che ci sei, Sasuke, chiedi a Itachi se conosce il posto dove la tartaruga superò la lepre a mezzogiorno”.
Provò a protestare che quella frase non aveva nessun senso, ma Shisui era già sparito.
Naruto con lui.
 
Per un secondo ci fu un silenzio sospeso e si sconvolse quando a interromperlo fu proprio Kakashi. Da quando erano una squadra non aveva mostrato una sola emozione, era rimasto un bastardo pigro e ironico per tutto il tempo. Ma in quel momento un grido di frustrazione lasciò la sua bocca, così forte che sembrò echeggiare per tutta la foresta. Sasuke sussultò quando lo vide lanciare un kunai contro il ramo da cui era sparito Shisui.
“Ancora!” gridò. “Me l’hai portato via ancora”.
Quelle parole risuonarono nella sua testa dolorose e presto si aggiunse quel bugiardo che Naruto aveva soffiato con tanta veemenza. Aveva ragione, all’epoca Naruto sarebbe potuto essere suo amico se solo non avesse… se solo quella volta non fosse stato così stupido. Forse non se ne sarebbe andato.
Un grugnito gli uscì dalle labbra prima che se ne rendesse conto e d’istinto si portò una mano all’occhio. Il dolore alla testa era aumentato, era un pulsare terribile proprio dietro gli occhi.
“Sasuke-kun!” sentì Sakura chiamarlo.
Poi le ginocchia cedettero e si trovò svenuto a terra.
 
 
 
 
 
Ehi! Ecco il nuovo capitolo di questa nuova long :D
Iniziamo subito con il botto e spero che la scena di azione non sia stata troppo confusa >.<’’ È sempre difficile gestire così tanti personaggi che fanno tante cose diverse, ma sono anche una cosa che adoro T_T Infatti, proprio sulla scia del manga canonico, ci sarà parecchia azione :D Anche molti temi continueranno a essere riproposti, anche se in chiavi diverse.
Ma non divaghiamo! Vi è piaciuto? Ovviamente so che molte cose sono senza risposta, ma con i prossimi capitoli si verranno a sapere. Tipo come mai gli Uchiha sono riusciti a evitare il massacro o all’episodio che fa riferimento Sasuke…
 
Faccio anche un piccolo annuncio che esula dalla storia: purtroppo sono messa malissimo con la sessione di esami, fino all’11 Settembre non riuscì a pubblicare nulla, quindi per quella data tutte le long sono ferme. Mi dispiace, ma ho due esami davvero grossi da dare! Rimedierò quando avrò finito la sessione u.u
Grazie mille per aver accolto la storia con così tanto entusiasmo! Sono felice che l’idea vi piaccia!
Hatta.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Voglioungufo