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Autore: kibachan    12/09/2020    1 recensioni
[Baby Netflix]
[Baby Netflix]Cosa succede a Fabio dopo la fine della seconda stagione? E a Brando sopratutto?? L'esperienza spaventosa del suo collasso sarà l'occasione per riavvicinarsi, e iniziare a lavorare per cominciare ad essere... davvero sé stesso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Cap 18 – EPILOGO

 

 

5 MESI DOPO, 30 SETTEMBRE 2020

 

 

Brando si accomodò meglio contro lo schienale del sedile posteriore dell'auto, scrollò col pollice la bacheca instagram sul cellulare, così giusto per tenersi occupato “non era necessario che mi accompagnassi comunque eh...” disse rivolto a suo padre, al posto di guida. Il tono era secco, ma non ostile.

“scherzi?! Il mio primo figlio che fa il test di ingresso all'università!” esclamò Roberto occhieggiandolo per un attimo dallo specchietto retrovisore “Io voglio accompagnarti, mi fa piacere” aggiunse sorridendo mentre tornava a concentrarsi sulla guida.

“ehm... io invece la ringrazio, un passaggio mi fa proprio comodo” intervenne Fabio, seduto accanto a lui sul sedile passeggero “fino a Tor Vergata col motorino arrivavo frullato” “figurati” rispose subito l'uomo “non mi fa nessuna fatica, hai dormito da noi” aggiunse con un sorriso.

“si... dormito... come no..” commentò a volume appena udibile Angelica, seduta accanto a Brando, sghignazzando subito dopo. Lui sbarrò gli occhi e le rifilò un pizzico sulla coscia. La ragazzina fece una muta smorfia di dolore, ritraendo la gamba e mollandogli uno schiaffo sul braccio. Lui gliene restituì un altro, leggero, sulla fronte.

Roberto ignorò i suoi figli che bisticciavano come bambini sui sedili posteriori, ridando di nuovo attenzione a Fabio “allora, nervoso?” gli chiese. Il ragazzo fece spallucce “un po'...” rispose facendo una smorfia imbarazzata.

 

In realtà stava letteralmente consumandosi dall'ansia, ma dettagli.

 

“lei perchè ce la siamo portata invece?” intervenne a quel punto Brando, riferendosi alla sorella, che gli rivolse una linguaccia. Roberto mise la freccia prima di incanalarsi per svoltare a sinistra “Perchè le diamo un passaggio a scuola, prima di andare, tanto voi avete tempo” rispose in tono calmo, per poi aggiungere, divertito “stamattina faccio il tassista!”

Fabio tirò fuori il cellulare dalla tasca, che aveva vibrato un paio di volte “papà ti manda in bocca al lupo per il test, Bra” disse leggendo velocemente i messaggi sullo schermo “digli che dopo lo chiamo” rispose tranquillamente il riccio.

Roberto lanciò di nuovo un'occhiata a suo figlio, approfittando dello specchietto. In quei mesi avevano fatto il possibile per tentare di recuperare rapporti perlomeno civili. Gli sembrava che le cose andassero meglio, in generale, tuttavia si scopriva di tanto in tanto a sentirsi quasi geloso del padre di Fabio, del legame invisibile ma palpabile che Brando aveva con lui, e che nei suoi confronti sembrava invece qualcosa di inarrivabile. Sospirò, sollevando gli occhi a controllare se il semaforo fosse scattato.

 

Fabio non gli dispiaceva. Era un bravo ragazzo, educato e tutto il resto. Certo delle volte si sorprendeva a far finta con sé stesso che fosse solo un buon amico di Brando, complice anche il fatto che non si scambiavano mai effusioni in sua presenza, e di questo gli era grato. Sapeva che le cose stavano diversamente, e a ben pensarci bastava far caso a come si guardassero per capirlo. Da un lato gli dispiaceva sapere che non si sentissero abbastanza a loro agio con lui da esternarlo, ma era dura per lui, ancora, digerire proprio tutto tutto di quella situazione.

Sperava che potesse bastare a Brando, per adesso, il suo muto assenso a quella relazione, e il suo appoggio in tutto il resto comunque.

 

Parcheggiò di fronte al Collodi e mise in folle senza spegnere il motore “ciao tesoro” disse all'indirizzo della sua figlia minore, porgendo la guancia indietro per chiedere un bacio, che non si fece attendere. Angelica si sporse in avanti, in piedi, chinata tra i due sedili anteriori, per baciare il padre sul naso “ciao papà!” lo salutò allegramente, per poi girarsi e afferrare Fabio per una guancia “ciao Fabietto!” disse stampando un rumoroso bacio anche a lui. Brando approfittò di quella sua posizione per mollargli una pacca sul fondoschiena “oh te ne voi annà!” esclamò ridacchiando per poi prendersi in pieno la sua arrabbiata reazione ridendo “Brando sei un cavolo di maniaco!!” gli urlò lei poggiando un ginocchio sul sedile e avventarglisi contro, iniziando una specie di braccio di ferro con tutte e due le mani per tentare di picchiarlo.

“ragazzi eddai...” supplicò Roberto mentre Fabio ridacchiava.

Angelica rinunciò dopo qualche secondo, mollandogli le mani in uno scatto nervoso “vedi di farmi sapere come è andata stronzo!” gli urlò di nuovo, prima di scendere dalla macchina come una furia.

 

Dopo una quarantina di minuti Roberto fermò la macchina nell'ampio parcheggio del campus di Tor Vergata e i due ragazzi scesero dalla macchina “grazie signor De Santis” disse Fabio con un sorriso facendo un cenno della mano, che l'uomo ricambiò, poi si rivolse al figlio “Bra, fammi sapere eh?” il riccio annuì, sganciandogli un sorriso “sì, sì... stasera ti racconto” gli disse “grazie papà” aggiunse salutandolo con la mano.

Fabio gli vide rilassare del tutto lo sguardo solo quando il padre si fu allontanato con la macchina. Beato lui.... lui stava corrodendosi lo stomaco dalla paura...

Si incamminarono vicini e si unirono al resto di ragazzi e ragazze assembrati attorno alla bacheca degli annunci per le matricole, per vedere dove dovevano andare.

Miravano a due corsi molto diversi, quindi ovviamente il test non lo avrebbero svolto insieme.

 

“ok, io sto in aula F” disse Brando strizzando gli occhi per mettere a fuoco il suo nome nel mare di scrittine su quel foglio “io in aula T” gli fece eco Fabio, che era riuscito ad avvicinarsi un po' di più e scorreva un dito sulla bacheca per tenere il segno “dall'aula A alla M sono là” aggiunse indicando a destra “tutte le altre a sinistra” Brando fece uno sbuffo di risata “perfetto, ai due angoli opposti, me sa che ce vediamo dopo” Fabio fece un lungo sospiro mentre si spostavano un po' per non stare in mezzo alla calca di gente, scosse le mani e le braccia come a volersi scrollare di dosso la tensione “te devi dà una calmata” gli dissi Brando studiandolo con un sopracciglio sollevato “di questo passo svieni prima di iniziarlo il test” aggiunse in tono di scherno “è una parola...” commentò Fabio mettendosi una mano sullo stomaco, senza offendersi per la presa in giro. Brando gli sorrise, un po' intenerito da tutta quella agitazione.

 

Lui, non sapeva bene perchè, non era in ansia per niente.

 

“su su..” gli disse attirandolo a sé per le braccia e stringendolo per un momento appena, battendogli le mani sulla schiena “sei troppo teso, è solo un test a crocette e tu sei preparato” Fabio sorrise per un attimo a sentirsi abbracciare, anche se solo per un istante, davanti a tutta quella gente. Lo vide lanciargli un'occhiata quando si separarono e poi aggirare lo sguardo intorno, con un sorriso contento e un sospiro lungo

“non mi sembra vero che tra meno di un mese ci trasferiamo qui, alla casa in affitto. Non vedo l'ora di vivere di nuovo insieme a te” ammise candidamente. Fabio arrossì ma cercò di non farsi trasportare da quel suo slancio affettuoso

“mi dispiace riportarti coi piedi per terra” gli disse “ma TU vieni a vivere qui di sicuro” ricordò “a me mio padre mi permette di trasferirmi solo se ha senso perchè studio qui, e da casa mia sono 30 km... se non passo il test” aggiunse facendo un gesto della mano “a casa con papà” Brando corrucciò la fronte per il suo pessimismo cosmico “potresti almeno tentare di essere un po' più positivo? Mi stai facendo venire l'ansia pure a me” lo rimproverò. Fabio incrociò le braccia al petto “io sono sconvolto che tu non lo sia per niente! Siete in 5000 per quanti? 300 posti?” lo incalzò. Brando sbuffò “ho studiato come un pazzo per sto co cazzo di test” ribattè, come se l'impegno da solo dovesse giustificare una sicura promozione. Fabio fece un sbuffo di risata “vorrei avere un decimo della tua fiducia in te stesso” commentò sorridendogli, e Brando gli sorrise di rimando, teneramente stavolta. Non si rendeva neanche conto che tutta la fiducia in sé stesso che aveva, gliela aveva passata lui, un pochino per volta.

Guardò l'orologio. L'ora dell'inizio si avvicinava. 50 minuti davanti a uno schermo e poi il calcolatore automatico avrebbe comunicato immediatamente chi era stato promosso e chi no. Fece un paio di passi avanti, per arrivargli a pochi centimetri, e gli prese delicatamente tutte e due le mani nelle sue

“se passi l'esame ti devo dire una cosa” gli disse a bassa voce “che cosa?” gli chiese Fabio incuriosito, e un filino agitato. Brando rise scuotendo la testa “no, no, solo se vieni promosso!” ribattè con un sorrisino bastardo. Fabio liberò le mani dalle sue sospirando esasperato “Bra così mi ammazzi però!” esclamò “io già ho ansia per il test! Ma è una cosa brutta?” indagò “no è una cosa bella” si affrettò a rispondere lui “almeno credo...” aggiunse girando lo sguardo di lato, questa volta un pizzico in imbarazzo. Fabio lo guardò ancor più incuriosito, ma Brando a quel punto guardò di nuovo l'orologio e si fece un passo indietro “vabbè, dobbiamo andare, c'abbiamo l'appello tra 5 minuti, ci vediamo qui tra un'ora?” gli disse in tono pratico “sì... ma...” tentò Fabio, incerto se volesse far cadere il discorso nel vuoto così, ma il riccio non gli diede possibilità di replicare “ok, in bocca al lupo, ciao” gli disse di fretta, chinandosi per lasciargli un velocissimo bacetto a stampo sulle labbra, prima di incamminarsi nella direzione opposta senza voltarsi più.

Fabio rimase per un secondo lì interdetto, prima di grattarsi la testa, scrollare le spalle per tentare di tornare concentrato, e dirigersi anche lui verso la sua aula.

 

 

UN'ORA DOPO

 

Fabio affrettò il passo verso il luogo dell'appuntamento, nei pressi della bacheca, ormai erano le 11 e il sole gli scottava sulle spalle, in quella giornata incredibilmente tersa di Settembre. Sentì una stretta allo stomaco, non spiacevole, nel vederlo lì, già arrivato, che lo aspettava. Si morse le labbra per non sorridere in maniera troppo evidente quando incrociarono lo sguardo, ancora a qualche metro di distanza. Parlò solo quando gli fu arrivato di fronte

“sono..” iniziò, ma Brando a quel punto gli parlò sopra senza farlo finire “ti amo” disse secco, guardandolo negli occhi. Fabio si bloccò sgranando gli occhi “che hai detto???” chiese di riflesso, quasi non potendo credere alle sue orecchie. Brando evitò il suo sguardo per un attimo, sorridendo imbarazzato, poi di nuovo gli piantò gli occhi scuri nei suoi “che non me ne frega un cazzo se hai passato l'esame o no” scandì “te lo dico uguale, ti amo” ripetè. Fabio sentì le farfalle che abitavano il suo stomaco iniziare praticamente una festa da ballo, arrossì completamente, facendolo ridacchiare, doveva essere piuttosto evidente “ti amo anch'io” riuscì a farsi uscire, anche se la voce gli tremava “amo tutto di te” aggiunse, prima di afferrargli il viso tra le mani e iniziare a baciarlo senza ritegno, di dove fossero e di chi poteva vederli. Brando si irrigidì solo per un attimo, preso in contropiede, poi gli mise a sua volta una mano sulla guancia, ricambiando il suo bacio con la stessa intensità, le labbra che si massaggiavano frenetiche, quasi senza darsi il tempo di respirare.

Se l'erano detto già centinaia di volte in realtà, quanto si amavano. Se lo dicevano con gli occhi, con le braccia, le mani, con i baci, già da un sacco di tempo. Ma per Fabio sentirlo dire dalla sua voce, bassa e profonda, col suo tono che adorava, sentirselo dire da Brando insomma, era una sensazione troppo bella da spiegare.

Si separarono dopo un minuto circa, ma senza allontanarsi, si tenevano ancora stretti, la fronte poggiata l'una contro l'altra, il respiro un po' pesante

“oh comunque” disse Fabio tra un respiro e l'altro “l'ho passato l'esame eh..” Brando fece un sbuffo di risata “sì, pure io” ribattè in tono ovvio, facendo ridere anche Fabio.

 

 

 

  
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