Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: DrarryStylinson    13/09/2020    2 recensioni
Stiles è frutto di un esperimento genetico mal riuscito: metà uomo e metà lupo. Quando l’animale prende il sopravvento, la rabbia e l’istinto di far del male al prossimo sono impossibili da controllare. Solo un altro come lui potrebbe avere le capacità per fronteggiarlo.
Derek, rimasto solo al mondo e con un conto in sospeso con Stiles, si offre volontario per diventare anch’egli un mezzo lupo per poter così catturarlo.
Quando però la verità viene a galla entrambi dovranno rivalutare le loro posizioni in questa sorta di guerra.
Sterek!AU
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 15

Cominciai a trasformarmi già in ascensore e quando ritornò al piano terra ero pronto: un licantropo arrabbiato e molto pericoloso. Riuscivo ancora a sentire Stiles che ringhiava e speravo che non riuscisse a rompere le sbarre della gabbia e fuggire. Non ne ero molto convinto: più i minuti passavano, più la luna gli dava potere.
Mi catapultai fuori dalla porta scorrevole senza neppure aspettare che si spalancasse del tutto. Mi feci guidare dall’udito e dall’istinto, dato che il mio naso non captava nessun odore diverso dal solito. Riconobbi solo quello dei miei amici (ormai potevo definirli così, credo): Scott, Liam e Lydia, di Theo nessuna traccia e cominciai a preoccuparmi: forse la ferita era più grave di quello che pensavo.
Le mie orecchie appuntite vibrarono al suono di alcune voci: era Scott. Stava dicendo di smettere di toccarlo, che lavorava in quel posto da quasi tre anni e aveva dei diritti. Mi incamminai verso di lui, attraversando l’ampio atrio di fretta e spingendo con fin troppa forza la porta a vetri (i quali tremarono violentemente) per uscire all’esterno.
I raggi lunari mi colpirono e assaporai il potere che mi infusero. Vidi il blu dei miei occhi aumentare d’intensità attraverso il riflesso di una pozzanghera. Inspirai profondamente, tentando di inalare quella forza, ma l’ennesimo ululato mi distrasse. Era lì, proprio dietro l’angolo. Percepivo la sua presenza. Cominciai a correre verso il retro dell’enorme edificio e mi fermai solo quando lo raggiunsi.
Christopher Argent stava minacciando i miei amici puntando alla gola di Liam i suoi lunghi artigli.
Come avevo fatto a non accorgermene?, pensai sentendo la rabbia impadronirsi di me e cominciare a crescere.
“Finalmente sei qui” disse senza nemmeno voltarsi. La sua voce era diversa: più profonda e lugubre.
Sentii gli occhi pizzicare. Quell’uomo non aveva fatto altro che deludermi e manipolarmi. Era arrivato quando, dopo l’incidente, ero sdraiato in un letto d’ospedale con una gamba rotta e una commozione cerebrale. Si era approfittato della mia debolezza dovuta al lutto e mi aveva persuaso a diventare un licantropo promettendomi una vendetta che non era mai avvenuta; aveva cercato di farmi odiare Stiles e, per un po’, c’era anche riuscito. Era stato la mia guida, mi ero affidato a lui e nei ricordi di Stiles avevo compreso che voleva mia madre morta.
Mi sfuggiva il senso di tutto quello: perché orchestrare questa messa in scena?
Negli occhi dei miei amici, e grazie ai segnali chimici che emanavano, riuscivo a scorgere tre sensazioni predominanti: negli occhi di Scott c’era disgusto, in quelli di Lydia paura e Liam esalava preoccupazione. Non sapevo se per gli artigli puntati alla sua gola o se perché Theo era scomparso. Forse entrambe, forse nessuna delle due.
“Chris” chiamai per farlo voltare. Volevo che mi guardasse dritto negli occhi. Non poteva più evitare di dirmi la verità. Basta bugie, il loro tempo era finito.
Argent si mosse veloce ma non tanto quanto mi aspettassi. Si girò a guardarmi e li vidi: due occhi rosso rubino che baluginavano dalla rabbia e dalla frustrazione.
Non era possibile. Chi aveva gli occhi rossi non sopravviveva. Era il primo segno del fallimento della mutazione.
Scossi la testa, troppo sbigottito per parlare e cercai di nuovo di sentire il suo odore da lupo o di scannerizzare la temperatura corporea che sarebbe dovuta essere più elevata rispetto a quella di un uomo comune. Non percepivo niente. Il battito del cuore non era potente come il mio o quello di Stiles, era normalissimo, solo leggermente più veloce per via dell’adrenalina causata dalla situazione in cui ci trovavamo.
“Sorpreso?” mi domandò il dottore afferrando il collo di Liam e parandosi dietro di lui, facendosi scudo col suo corpo.
“Ha perfettamente senso” borbottò Lydia, che si trovava leggermente in disparte al fianco di Scott. Il livido violaceo spiccava notevolmente sulla sua pelle pallida dalla paura. “Mi hai colpito perché sentivi la luna” disse lei.
Argent soffocò un ringhio. Anche lui quindi sentiva l’influenza della luna piena.
“Perché?” domandai semplicemente. Meritavo una spiegazione.
“Perché è ora che mi riprenda ciò che è mio” sibilò all’orecchio di Liam che chiuse gli occhi estremamente lucidi.
Sollevai il labbro superiore per mostrargli i denti appuntiti e mi accorsi che lui non li aveva. Era un licantropo non completamente formato, neppure le orecchie gli si erano allungate. Era difettoso e non come Stiles, il quale aveva problemi legati solo alle emozioni troppo forti.
“Sei un fallimento” compresi. Aveva gli artigli e gli occhi brillanti, ma niente di più. Per questo non lo avevo mai capito.
“Sono il primo sopravvissuto agli esperimenti di Noah Stilinski. Sono LUPO-00” disse arrabbiato. “Io gli ho insegnato tutto: come perfezionare la mutazione, quali farmaci eliminare, le dosi da utilizzare… Tutto” disse sollevando la testa per guadare la luna. La fissò con astio per pochi secondi, poi riprese a guardare me.
“Io ho detto a Noah che servivano soggetti in salute per avere successo, ma a lui non importava” sputò con rabbia. “Voleva a tutti i costi salvare la moglie e quando poi il figlio si ammalò ormai era sull’orlo di un esaurimento nervoso” disse allentando un po’ la presa sul collo di Liam, il quale riprese a respirare senza fatica.
“Quindi tu eri malato” supposi.
“Soffrivo di crisi epilettiche” rispose con una scrollata di spalle. “La licantropia mi ha guarito”.
“Perché volevi me?” chiesi tentando di distrarlo il più a lungo possibile, avvicinandomi di qualche passo.
“Sapevo quanto saresti diventato forte. Un potenziale del genere non avrei permesso che andasse sprecato”.
Annuii, ma non compresi. Cosa se ne sarebbe fatto della mia forza?
“Convinsi Noah che era solo una questione di soldi, che nessuno avrebbe sospettato nulla se la tua famiglia avesse avuto un incidente…”.
Strinsi i pugni talmente forte che il sangue cominciò a colarmi dalle mani. Udii Scott esalare un sospiro di sorpresa e Lydia trattenere un singhiozzo ma non mi voltai a guardarli.
“Si era quasi convinto ma quell’impiccione di Stiles ha scoperto tutto e ha obbligato Talia ad andarsene” disse con disprezzo. “Avrei dovuto saperlo che mi avrebbe messo i bastoni tra le ruote. Era così preso da te. Si era infatuato a causa di quello che gli raccontava tua madre” ricordò Argent. “Patetico” sibilò con disgusto.
Stiles non aveva nessuno. Era cresciuto in un laboratorio e, dopo la prematura scomparsa di sua madre quando aveva appena otto anni, non c’era stato più nessuno a volergli bene. Era un bambino alla disperata ricerca di affetto e l’unica ad averlo trattato come un figlio e gli aveva voluto bene, senza avere alcun secondo fine, era stata mia madre.
“Si è innamorato di te senza neppure averti mai visto. Sentiva il tuo odore addosso a Talia e ne è rimasto soggiogato: come un incantesimo” spiegò confuso. “Eri già potente prima ancora di trasformarti in licantropo” disse con ammirazione.
Sbuffai una risata ironica e per niente allegra. “È una cosa da lupo” lo contraddissi. “Quando scelgono un compagno sono legati ad esso per tutta la vita” dissi quello che mi aveva spiegato Stiles tempo addietro. “Non ero potente…” dissi sputando quella parola con sprezzo.
Chris sorrise con malignità e sollevò un sopracciglio. Liam, approfittando di quel momento di distrazione, cercò di liberarsi dalla presa del lupo ma quello non si fece cogliere impreparato: gli diede una gomitata sulla tempia, lo prese per la gola e lo guardò dritto negli occhi. Liam gli sputò in faccia e mi avvalsi di questa disattenzione per balzare dietro il licantropo e affrontarlo.
Argent lasciò andare Liam spingendolo e facendolo ruzzolare a terra. Si girò di scatto per parare il mio pugno. Barcollò e continuò a ripararsi dai miei ripetuti attacchi. Scott avanzò per aiutare Liam a rialzarsi e lo trascinò lontano.
Lo graffiai più volte sulle braccia e sul volto con gli artigli. Squarciai la sua maglietta facendolo sanguinare copiosamente dal petto. Lui cercava di difendersi come meglio poteva e non contrattaccava. Aveva ragione: ero troppo forte.
I suoi occhi rossi brillavano, pieni di energia e astuzia.
Crollò su un ginocchio e si riparò la testa con le braccia. Iniziai a prenderlo a calci sui fianchi, ringhiando di frustrazione a ogni colpo che sferravo. Cadde per terra a causa della troppa forza che ci stavo mettendo. Volevo fargli male. Meritava tutto il dolore che stava provando. Aveva ucciso la mia famiglia e finalmente potevo avere la vendetta che mi promise mesi prima.
Lo udii ridere, nonostante tutto il sangue che stava perdendo.
“Lo trovi divertente?” domandai infuriato scagliando un altro calcio.
“Prova a sentire” rispose enigmatico.
Mi fermai per osservarlo mentre se ne stava pateticamente sdraiato sull’asfalto, come un cane rabbioso messo ormai al tappeto. Guardai Scott che teneva una mano sulla spalla di Lydia, la quale era chinata sul pavimento a tranquillizzare Liam. Ascoltai il loro cuore e annusai il loro odore, ma non era mutato nulla in loro tre.
Argent cercò di alzarsi ma appoggiai il piede sul suo petto e lo obbligai a starsene giù. “Cuccia” ordinai mostrandogli i canini affilati.
Le mie orecchie sensibili scattarono e il naso si arricciò quando sentii lui: Stiles stava uscendo dall’ascensore che scampanellò simpaticamente per segnalare l’arrivo al piano terra.
Non era solo: con lui c’erano altre persone. Percepivo la loro presenza. Annusai il suo odore, o meglio, il suo tanfo di cane bagnato che aveva quando ci eravamo conosciuti. Era disperato e provava dolore. Perché doveva sempre provare dolore?
Sentii lui e quegli uomini uscire dall’edificio e incamminarsi verso di noi. il rumore delle loro scarpe si moltiplicò e divenne fastidioso e assordante.
Cosa ci faceva lì Stiles? Era chiuso nella gabbia perché non riusciva più a controllarsi, come aveva fatto ad uscire?
Lo vidi sbucare da dietro l’angolo. Era umano. La luna piena non stava avendo alcun effetto su di lui. Sudava copiosamente e aveva il viso contratto in una smorfia addolorata. Al collo aveva un collare nero e spesso. Dietro di lui marciavano i soldati di Argent, forse gli stessi che ci avevano attaccato nella casa nel bosco appartenuta a Scott.
Sentii il crepitio di una scossa e notai Stiles irrigidirsi e resistere a fatica dallo stramazzare al suolo. Era un collare elettrificato che aveva la capacità di impedire a Stiles di trasformarsi e guarire. In quel momento era un essere umano qualsiasi ed era vulnerabile. Gli uomini che lo circondavano possedevano pistole spara dardi e manganelli elettrici e tenevano Stiles sotto tiro.
“No!” urlò Scott cercando di avvicinarsi al giovane lupo e venendo subito bloccato da due soldati in nero che gli puntarono contro una mitraglietta.
“Stiles” lo chiamarono Liam e Lydia quasi contemporaneamente. Il primo si rialzò in piedi, sostenuto dalla donna, e li fissò con sguardo di sfida.
Apprezzai il loro coraggio ma la loro presenza era del tutto inutile. Argent non si sarebbe fatto scrupoli ad ucciderli, come non se li era fatti in tutti quegli anni alla Stilinski Corporation quando aiutava Noah a sacrificare persone innocenti solo per puro egoismo.
Chris si rialzò e lo guardai inerme. Stiles aveva una colt puntata alla tempia, le mani legate ed era continuamente sconquassato da scariche elettriche che gli impedivano di trasformarsi.
“Cosa vuoi fare ora che siamo qui entrambi?” chiesi afferrando Argent per un braccio per impedirgli di avvicinarsi al mio compagno. Un brivido mi attraversò quando, per sbaglio, risucchiai un po’ del suo dolore. Chris mi guardo sorpreso a quella sensazione e si divincolò.
“Non voglio fargli del male. Voglio prendermi ciò che mi appartiene” rispose zoppicando verso i suoi soldati. Quattro di loro avanzarono e, senza nemmeno scambiarsi un cenno, spararono.
“NO!” sbraitò Stiles subito zittito da una manganellata.
Restai immobile, aspettando che le loro armi si scaricassero per avere il tempo di guarire e contrattaccare. Mi riparai il volto con le mani e ascoltai Chris avvicinarsi a Stiles.
“Ti sono mancato?” domandò ironico.
“Lascialo andare. Prendi me” tentò di convincerlo.
“Devo prendere te. Solo in questo modo potrò prendere anche lui” vaneggiò.
Gli uomini mi scaricarono addosso le loro armi. Avevano fatto l’errore di colpirmi tutti insieme e, nel poco tempo che ci misero a caricare, mi ero già ripreso anche grazie alla luna piena che amplificava le mie abilità.
Li attaccai senza pensare, disarmandoli con facilità e rompendo qualche osso. Urlarono di dolore. Atterrai l’ultimo facendolo volare tre metri più indietro con una spinta.
Vidi Argent far scattare gli artigli e Stiles tentare di trasformarsi, ma solo i suoi occhi mutarono e divennero dorati.
“Dammi il tuo potere” ringhiò Argent conficcando gli artigli nello stomaco di Stiles.
Mi paralizzai, non comprendendo quello che stava avvenendo, e in più avevo paura che se avessi provato ad allontanare Chris, Stiles si sarebbe fatto male.
Un altro colpo di pistola mi trapassò una rotula e mi fece inginocchiare e, impotente, percepii l’energia di Stiles venire meno. Lo vidi roteare gli occhi gialli, dai quali scendevano grosse e lucenti lacrime. Il viso divenne pallido ed emaciato e delle enormi occhiaie comparvero sotto i suoi occhi.
Argent ritirò gli artigli pieni di sangue e Stiles crollò in ginocchio. Era umano. I suoi poteri da licantropo erano appena stati rubati.
Si accasciò al suolo, privo di sensi, mentre Argent, inebriato dalla nuova forza ottenuta, rideva sguaiatamente.
Mi avvicinai di corsa, spingendolo via per avvicinarmi a Stiles. “Ehi, ehi” sussurrai delicatamente.
Aprì gli occhi, erano ancora gialli, ma non riuscì a muoversi. Spezzai le manette che legavano i suoi polsi, notando che aveva ancora gli artigli e gli levai il collare elettrificato che aveva arrossato la pelle pallida. I soldati indietreggiarono.
“Derek” mi chiamò Lydia. “Il morbo di Batten” mi ricordò.
Stiles era tornato umano ed era tornata anche la sua malattia. Stava per morire.
“Stiles, ascoltami. Non ti serve tutto quel potere. Puoi trasformarti comunque. C’è la luna piena e tu sei un lupo mannaro” dissi senza senso. Non sapevo come funzionasse. Non sapevo neppure che eravamo capaci di sottrarre la forza ad un altro lupo.
Udii Chris avvicinarsi. Percepii l’energia di Stiles al suo interno. Lo sentii sguainare gli artigli per farmi la stessa cosa che aveva fatto a Stiles: voleva privare anche me della licantropia. Non osavo immaginare come sarebbe diventato se fosse successo. con la mia forza e la capacità di guarigione di Stiles sarebbe stato invincibile. Non potevo permetterlo.
Afferrai la mano del mio compagno, la portai alle labbra e la baciai. Fissai i suoi occhi gialli, con il timore che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui li avrei visti.
Feci un giro su me stesso di centoottanta gradi e afferrai Argent per il polso. Aveva tentato di infilare gli artigli nella mia carne per rubare la mia licantropia. Lui mi aveva tramutato in un lupo mannaro solo perché catturassi Stiles e lo portassi da lui. Quello era il suo piano fin dall’inizio ed io, come uno stupido, non avevo mai sospettato di nulla.
“Ridagli i suoi poteri” esclamai adirato spezzandogli le ossa del polso e sentendole guarire. I suoi occhi erano ancora rossi e ne fui sollevato: non avrei sopportato vedere gli occhi gialli di Stiles su un volto che non fosse il suo.
“Non si possono restituire, solo rubare” rispose con voce gutturale. I suoi canini erano cresciuti, così come le orecchie appuntite e pelose.
“Lo stai uccidendo” urlai disperato colpendolo più volte ai fianchi. Tirandogli pugni e ginocchiate che avrebbero rotto le costole di un uomo comune. Lui gemeva di dolore ma guariva rapidamente e incassava senza contrattaccare.
Era come se stesse studiando fino a che punto poteva spingersi oltre. Quanto avrebbe potuto sopportare prima di cedere e quanto fosse alta la soglia del dolore. Si stava godendo il suo nuovo status da licantropo evoluto.
Al mio ennesimo affondo, Argent mi bloccò. Sollevò le braccia davanti al volto per parare il colpo e mi fissò sorridendo divertito. “Sarebbe dovuto morire nove anni fa” disse malignamente. “Ha vissuto fin troppo”.
Scagliò un fendente e mi graffiò il volto. Il sangue zampillò dalla guancia ferita.
“Se non fosse stato per me non avrebbe vissuto così a lungo” esclamò balzando di qualche metro per atterrare dietro di me e attaccarmi alle spalle.
Non feci in tempo a girarmi che mi afferrò entrambe le braccia e affondò i denti in una spalla. Ringhiai dal dolore e lo presi per il collo con una mano. Gli feci fare una capriola in aria e lo sbattei per terra davanti a me. Sdraiato sulla schiena, mi prese le caviglie e mi fece cadere.
Vidi di sfuggita Scott avvicinarsi a Stiles. I soldati non glielo impedirono, ormai non era più una minaccia.
Ruzzolai al suolo e rotolai verso Chris. Mi arrampicai su di lui e mi misi a cavalcioni sul suo corpo. Chiusi le mani a pugno e iniziai a colpirlo ripetutamente, gli ruppi il naso, gli zigomi e la mascella, ma guarirono in pochi secondi per cui continuai ringhiando e ruggendo di frustrazione.
Argent infilzò gli artigli nel mio fianco sinistro. “Io ho detto a Noah come salvare Stiles. Senza di me quell’uomo non avrebbe curato neanche un raffreddore”.
Le unghie entrarono in profondità nella mia carne. Stava tentando di sottrarmi il potere. I soldati si avvicinarono, li scrutai con gli occhi azzurri e brillanti, sperando che desistettero. Uno di loro mi pungolò con il bastone elettrificato e fece partire una scarica nella speranza di farmi tornare umano. Non funzionò.
“Di nuovo, idiota!” urlò Argent sotto di me.
Mi spararono i dardi elettrici ma sentii solo il solletico. Non mi ero mai sentito così felice di essere stato torturato da Lydia durante gli addestramenti. Forse lei aveva previsto che per me sarebbe finita male e, in questo modo, mi aveva dato una chance.
“Sono immune all’elettricità, stronzo” ringhiai strappando i suoi artigli da dentro il mio corpo. Mi rialzai in piedi e gli feci un cenno con la mano, piegando tutte le dita, di venirmi a prendere. “Finiamola una volta per tutte” dissi deciso. Ruggii ai soldati in nero che si allontanarono intimoriti.
Argent, già guarito, si rimise in piedi con un balzo e si succhiò via il sangue dalle dita. I suoi occhi rossi brillavano come rubini nel buio della notte illuminata solo dai lampioni e dalla luna piena.
Combattemmo per minuti infiniti e nessuno dei due riusciva ad avere la meglio sull’altro. Lui guariva velocemente, ma io ero più forte.
Sentivo l’energia di Stiles scorrere dentro di lui, la percepivo così come percepivo il vento ghiacciare il sudore sulla mia pelle. Volevo, anzi dovevo, restituirgliela.
Più volte cercai di trascinare Argent da Stiles. Aveva ancora fuori gli artigli e forse avrebbe potuto riprendersi il suo potere altrimenti, se fosse stato troppo tardi, gli avrei dato il mio. Ma c’era ancora tempo, Stiles stava resistendo con tutte le forze che gli erano rimaste.
“Non meriti questo dono. Ridaglielo!”
Argent rise ancora della mia stupidità.
“Ti prego. Sta morendo” tentai la strategia della supplica. “Non provi neppure un po’ di pietà?”.
“Certo che la provo. Gli risparmierei questa sofferenza” rispose. “Posso ucciderlo subito, se vuoi” aggiunse crudele.
Respirai affannosamente. “Sai quello che hai fatto a questo ragazzo, vero?” chiesi cercando di prendere un po’ di tempo per guarire. “La tua sete di potere lo ha reso un assassino”.
Chris aggrottò le sopracciglia. “Dopo tutto questo tempo ancora non l’ha capito?” domandò quasi tra sé e sé. “Io ho ucciso Noah Stilinski” confessò ad alta voce cosicché anche Stiles, che non aveva più l’udito super sviluppato, potesse sentirlo. “L’ho colpito nello stesso punto in cui Stiles lo aveva graffiato e l’autopsia ha riscontrato che era stato un animale ad ucciderlo e nessuno sapeva della mia natura. Così ho fatto ricadere la colpa sul ragazzino e l’ho ingannato modificando il battito del cuore e l’odore, per far sì che anche lui mi credesse” spiegò senza alcun rimorso. “E mi ha creduto. Era talmente sconvolto che non ha pensato di indagare lui stesso”.
La verità tanto agognata era finalmente venuta a galla.
Lo guardai con disprezzo e sentii Stiles singhiozzare di sollievo. Percepii un po’ di senso di colpa evaporare dal suo corpo. Era ancora con noi, era partecipe e stava ascoltando la confessione di Chris Argent.
“Calmo, Stiles. Sta’ tranquillo” lo consolò Scott asciugandogli il sudore dalla fronte.
“Era solo un ragazzino e ha lasciato che quella notte lo segnasse a vita. La luna piena poi ha fatto il resto e ha reso il lupo ingestibile” mormorò con disinteresse. “Stiles non ha mai ucciso nessuno, non avrebbe il fegato di farlo”.
“Gli hai fatto credere di essere un assassino!” gridò Lydia oltraggiata.
“Se lui non ha mai ucciso nessuno… chi ha ammazzato la mia famiglia?” chiesi anche se dentro di me sapevo già la risposta. La sapevo fin dall’inizio.
Argent sbuffò una risata dal naso. “Sapevo che se gli avessi fatto credere di aver messo qualcuno sulle tracce di Talia, lui avrebbe voluto raggiungerla per proteggerla. A me è bastato solo aspettare che fosse vicino a lei e utilizzare l’AconiRAL per controllare i suoi movimenti” rivelò e sorrise orgoglioso del suo operato.
“Hai manipolato i suoi movimenti per far sì che facesse schiantare la macchina?” domandai ricordandomi di quando aveva utilizzato l’AconiRAL per paralizzarmi durante uno scontro diretto con Stiles, prima che fuggissimo insieme.
“Lui non l’ha mai sospettato e ha creduto di aver perduto il controllo durante il plenilunio”.
“Hai idea di quello che ha vissuto?” chiese Liam senza veramente aspettarsi una risposta.
“Non avevo intenzione di uccidere anche le tue sorelle, tua madre era l’obbiettivo” aggiunse. “Scusami” mi schernì senza provare il minimo rimorso.
Ringhiai scoprendo le zanne e preparandomi per un altro attacco ma mi bloccai: Stiles cominciò a far fatica a respirare. Il suo odore divenne più acre, gli artigli si ritirarono e gli occhi tornarono a loro colore naturale. Era il momento: doveva prendersi il mio potere. Corsi verso di lui ma Argent mi saltò letteralmente addosso.
“Non ti permetterò di salvarlo” esclamò.
“Devo farlo” mi divincolai mentre i sensi di colpa mi sopraffecero. Avevo sempre creduto che fosse un assassino, la causa di ogni male. Era solo un’altra vittima del gioco malato di Christopher Argent.
I soldati mi spararono addosso e mi rallentarono notevolmente. Udivo le grida di Liam e Lydia, sentivo Scott praticare a Stiles la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco.
Avevo isolato il cuore di Stiles. Non era forte e vigoroso come quando lo avevo conosciuto. Era debole e lento. Troppo lento.
Mi inginocchiai al suo fianco, grondante di sangue e sudore, presi la sua mano e cercai di infilare i suoi artigli dentro di me. “Ti prego, tirali fuori” supplicai agitandogli la mano mentre Scott tentava di rianimarlo. “Prendi il mio potere” lo incoraggiai con la voce rotta.
Il morbo di Batten lo stava portando via. La malattia, scomparsa grazie alla licantropia, era di nuovo la causa della sua morte.
Argent mi afferrò per la maglietta sporca di sangue e mi scaraventò a terra. Cercai di rialzarmi ma lui si chinò su un ginocchio, dietro di me, e affondò le granfie tra le mie scapole. Spalancai le labbra senza emettere alcun suono.
Liam corse verso di me ma venne atterrato da un uomo in nero. Lydia chiamò aiuto con quanto più fiato avesse in gola e Scott non smetteva di insufflare aria nei suoi polmoni.
Sentii che era sereno. Aveva scoperto di avere ancora un’anima candida e di non aver ucciso né il padre né Talia, l’unica persona a cui voleva bene. Poteva bastare? Era una morte degna per Stiles o avrebbe voluto di più?
E io, cosa avrei potuto fare?
Un lupo è fedele per natura. Ha un solo compagno e quando lo sceglie rimane legato ad esso per tutta la vita. Ma cosa succedeva se il compagno moriva? Avrebbe vissuto il resto della sua esistenza in solitudine e sentendo la sua mancanza giorno per giorno e ogni minuto di vita senza di lui sarebbe stato più agonizzante del precedente
La mia agonia era appena iniziata: Stiles era morto.

 

Lasciate traccia del vostro passaggio: una recensione, anche breve, è pane quotidiano per gli scrittori
.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: DrarryStylinson