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Autore: Nubia    14/09/2020    0 recensioni
-Certo che potrebbe smettere di fissarti in quel modo in un luogo pubblico! - Teddy era appena apparso alle sue spalle, facendole distogliere lo sguardo dal suo vecchio compagno di scuola; il ragazzo dai capelli blu elettrico, che ormai la sovrastava di quasi 30 cm, aveva gli occhi puntati sull’ex Serpeverde come se potesse incenerirlo con il solo potere del suo sguardo. A quella vista lei scoppiò a ridere divertita dalla reazione protettiva del Metamorfomagus. Cass agguantò il braccio destro del ragazzo, gli pizzicò un fianco divertita e gli disse: -Tesoro, lascia stare Draco Malfoy, e andiamo a mangiarci una pizza, così posso insegnarti come entrare nelle grazie di Bill Weasley e continuare a frequentare sua figlia senza rimanere ucciso.
Annuì ed iniziarono a camminare diretti verso la parete incantata che avrebbe permesso loro di tornare nella Kings Cross babbana.
Il ticchettio dei tacchi della strega attiró per un'ultima volta l’attenzione di Draco Malfoy che, nonostante sua moglie e alcuni suoi amici fossero a qualche centimetro di distanza e stessero avendo una conversazione che includeva anche lui, preferiva rivolgere il suo sguardo verso Cassandra Black!
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dorea Black, Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Capitolo 1



 

31 Luglio 1991


Sentiva le guance bruciare a causa dei potenti raggi di sole che le colpivano il viso in pieno; non riusciva a tenere gli occhi aperti, ma si beava di quella tranquillità e del silenzio rotto solamente dalle cicale. L’erba le solleticava le gambe e le braccia e sentiva un forte odore di paglia. I capelli color cioccolato avevano una sfumatura più chiara e calda sotto quella luce; erano stesi intorno alla sua testa, adornandola come una corona, e nei boccoli leggeri si erano incastrati fili d’erba. La sua pelle, solitamente bianchissima, da ‘cadavere’ come la definiva lei, ora aveva un colorito quasi dorato dato che aveva passato l’intera estate a prendere il sole in giardino. 

Iniziò a fischiettare a ritmo le note di una canzone babbana che ascoltava spessissimo negli ultimi tempi, poi cominciò a cantare: - Three six nine, the goose drank wine. The monkey chew tobacco on the street car line. The line broke, the monkey got… - si fermò ricordandosi che giorno era. Saltò in piedi ed iniziò a correre attraversando il prato, il leggero venticello le accarezzava il viso e le faceva volteggiare il vestito azzurro; scavalcò una staccionata rischiando quasi di perdere una scarpa, si infilò nel buco sotto la siepe,che avevano fatto quando erano più piccoli per uscire dal giardino, sporcandosi il vestito e sbucciandosi un ginocchio ed entro in casa attraverso la porta della cucina che dava sul cortile. Saluto frettolosamente gli elfi domestici intenti a preparare la colazione e si precipitò al piano di sopra, cercando di non farsi vedere da suo padre. Apri l’ultima porta sulla parte destra del corridoio e si mise a cantare “Tanti auguri” a squarciagola. Dal morbido piumino ne uscì una testa con i capelli neri come la pece sparati in tutte le direzioni possibili, un’espressione confusa, un paio di occhi incredibilmente verdi che sicuramente non riuscivano a metterla a fuoco come si deve. Il ragazzo allungò una mano verso il comodino, prese gli occhiali rotondi e gli mise sul naso per poterla vedere meglio. 

Harry Potter, il Ragazzo Sopravvissuto, la guardava come se avesse due teste e la pelle blu.  Amava alla follia suo fratello, ma certe volte ci metteva un po’ a rendersi conto di quello che succedeva intorno a lui, soprattutto di prima mattina. In realtà non erano fratelli di sangue, non erano nemmeno parenti, ma erano cresciuti insieme da quando lui aveva un anno e lei due, perciò si consideravano fratelli, anche se non avevano nemmeno lo stesso cognome.

-Auguri, Harry, oggi è il tuo undicesimo compleanno e riceverai la tua lettera! - disse la ragazzina entusiasta. Il moro sembrò destarsi finalmente, mise insieme tutti i pezzi del puzzle e si rese conto di quello che lei gli diceva. Quel giorno compiva 11 anni ed avrebbe ricevuto la sua lettera d’ammissione a Hogwarts, Scuola di Magia e Stregoneria. 

-Oggi è il mio compleanno! - esclamò il ragazzo con gioia alzandosi in piedi sul letto e saltellando rimbalzando sul materasso. La ragazza rise divertita e, a quel suono, Harry si fermò e la guardò con il sorriso stampato sulle labbra. Era convintissimo che sua sorella fosse la più bella ragazza dell’intero mondo ed era sicuro che a Hogwarts lei avesse già una sfilza di ammiratori. 

-Andiamo a fare colazione, Harry, papà ci sta sicuramente aspettando. 

Scesero entrambi le scale, Harry con il solito cespuglio di capelli indisciplinati in testa, gli occhiali tondi poggiati sul naso, la cicatrice a forma di saetta sulla fronte, la maglietta sgualcita e i pantaloni del pigiama molto più lunghi delle sue gambe. 

Uscirono in giardino e, sul terrazzo adiacente alla casa, c’era una tavola imbandita con tante pietanze, uova strapazzate, bacon, salsicce, pomodori e funghi grigliati, pane tostato, fagioli in salsa, tè nero, porridge, muffin e, ovviamente, l’immancabile succo di zucca. 

Seduto al tavolo e nascosto dalla Gazzetta Del Profeta, c’era il padre che gli aspettava per iniziare a mangiare.

-Buongiorno ragazzi e tanti auguri Harry! - disse l’uomo piegando il giornale magico, posandolo sul tavolo e alzandosi. 

Sirius Black, in tutto il suo splendore, sovrastava i due ragazzi, non tanto perché loro superavano a malapena il metro e cinquanta, ma perché lui aveva quasi un metro e novanta.  I capelli neri e lucenti gli arrivavano fino a poco sopra le spalle, come quando era giovane e frequentava ancora Hogwarts; era molto avvenente e aveva un atteggiamento molto elegante, anche se il passare degli anni e gli orrori del passato gli avevano rubato quella scintilla che lo caratterizzava. AbbracciòHarry alzandolo da terra e facendogli gli auguri ancora una volta. Poi, i suoi occhi grigi e penetranti si posarono sulla ragazza: -Che cos’hai fatto, Cass? - chiese indagatore notando la ferita che lei aveva al ginocchio.

Lei scosse la testa e sorrise: -Oh, niente di che, padre, non ti preoccupare, non fa nemmeno male.- Ma questo non era vero, dato che dalla ferita scendeva anche un rivolo di sangue color rubino.

Sirius ridacchio, la fece sedere su una sedia, tirò fuori dalla tasca la bacchetta e la puntò contro il ginocchio della figlia: - Epismendo! - lui sussurrò deciso, e la sbucciatura scomparve come per… magia!

-Grazie, papà -disse lei quasi vergognandosi di aver provato a mentirgli. Lui la baciò sulla fronte, sorrise e fece segno a Harry di sedersi anche lui. 

Mentre i due ragazzi mangiavano, litigando per l’ultimo muffin al cioccolato, Sirius si perse a guardarli ed i ricordi cominciarono a riaffiorare. 

 

Dieci anni prima, la mattina del 31 ottobre 1981, si era svegliato con un sorriso sulle labbra e felicissimo perché aveva tutto quello che aveva sempre desiderato: una moglie meravigliosa, estremamente bella, intelligente e una della più brillanti streghe di quel secolo, una figlia che aveva portato ancora più gioia nella sua vita ed era già un portento all'età di due anni, i migliori amici del mondo, un figlioccio, una casa piena d’amore e calore umano, così diversa da quella in cui era cresciuto… Anche se al di fuori di quelle mura domestiche c’era una guerra terribile iniziata da uno dei maghi oscuri più potenti, Lord Voldemort, tutte le bellezze della sua vita, i legami, le amicizie e l’amore gli davano motivi in più per combattere. Come se non bastasse, la sera prima, sua moglie gli aveva confessato che fra qualche mese avrebbero avuto un altro bambino, un maschio questa volta. 

Nel giro di una giornata, però, aveva perso quasi tutto - la sua amata Brianna e il piccolo che non era ancora nato, il suo migliore amico James e la dolce Lily, quel traditore… - e si era ritrovato a ventun anni vedovo, dovendo crescere da solo due bambini, e ad affrontare una lunga vita senza le persone che più aveva amato al suo fianco. Tutto il Mondo Magico stava festeggiando la caduta del Signore Oscuro, Voldemort era stato sconfitto, ma lui era in lutto.

 

Si destò cercando di non pensare più a quei momenti terribili e concentrandosi sul festeggiato, quel ragazzino che era la copia sputata di James, e su sua figlia che era così simile alla madre, gli faceva quasi male ogni volta che la guardava. Da piccoli avevano entrambi le guance paffute e rosee, ma con il passare del tempo, crescendo, avevano iniziato a somigliare ai genitori perduti; Harry era in tutto e per tutto James, ma aveva gli occhi verdi di sua madre e anche la sua gentilezza e integrità.

Cassandra Black, invece, era un miscuglio perfetto tra lui e la sua defunta moglie: anche lei aveva gli occhi di sua madre, blu come l’oceano, con sottili pagliuzze dorate che le contornavano l’iride; il carattere, però, l’aveva preso tutto da suo padre, era sincera, ingegnosa, sempre pronta a mettersi in gioco e ad uscire da ogni situazione, ma aveva anche la capacità di essere molto cattiva e crudele con le persone che odiava, tipica caratteristica dei Black. Un altro tratto che aveva preso dalla madre era il modo di muoversi, di parlare, il gesto che faceva sempre spostandosi i capelli oltre la spalla sinistra, come se le dessero fastidio che la toccassero in quel punto, il modo in cui camminava, con un’eleganza indicibile, esattamente come Brianna. 

Bevve un altro sorso di tè nero dalla tazza di porcellana, la posò sul  piattino e prese dal tavolo una busta che era arrivata quella mattina, poco prima della colazione, porgendola a Harry; il ragazzo la afferrò e con le mani tremanti e, per colpa dell’emozione non riuscì a dire niente. Era consapevole del fatto che l’avrebbe ricevuta, lo sapeva fin da piccolo, ma era sempre un traguardo nella vita di un mago ricevere quella lettera. 

Sulla busta c’era scritto il suo nome e l’indirizzo:

 

Mr. H. Potter

Trerice House

Kestle Mill

Newquay 

Cornwall

 

Aprì la busta, rimuovendo lo stemma di Hogwarts fatto di cera rossa, usato per sigillarla e ne tirò fuori il contenuto, cioè due pagine di pergamena.





 

SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA 

DI HOGWARTS

Direttore: Albus Silente

 

(Ordine di Merlino, Prima Classe,

 Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso,

Confed. Internaz. dei Maghi)



 

Caro Signor Potter,

 

          siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie. 

          I corsi avranno inizio il 1 Settembre. Restiamo in attesa della sua risposta via gufo.


Con ossequi,

 

Minerva McGranitt

 

Vicedirettrice


Oltre alla lettera, c'era anche un elenco dei libri di testo, dell'uniforme e vari accessori. Gli allievi potevano anche portare un gufo, un gatto oppure un rospo. Ed era specificato che agli alunni del primo anno era severamente vietato l'uso dei manici di scopa.

Sirius stava per informarli che sarebbero andati a Diagon Alley prima di pranzo per acquistare tutto il necessario per il nuovo anno scolastico. Non fece però in tempo ad aprire bocca perché Harry si alzò di fretta e corse di sopra dicendo qualcosa come "Devo rispondere alla lettera".

Cass  ridacchiò divertita e Sirius fece lo stesso. 

-Mi serve un nuovo calderone per Pozioni - disse lei prima di addentare una fetta di bacon croccante.

-Che cos'è successo al tuo calderone comprato l'anno scorso? -chiese Sirius curioso.

-L'ho fatto esplodere durante l'ultima lezione  per sbaglio…- Sirius alzò un sopracciglio sicuro che quello non era il vero motivo. -In realtà, non è stato proprio per sbaglio...solo che quella stupida di Hortensia Vaisey mi aveva fatto salire il nervoso e volevo proprio che la Pozione Singhiozzante le esplodesse in faccia, cosa che è realmente successa.

Sirius scoppiò in una risata contagiosa.

-E Piton mi ha tolto dieci punti! - esclamò lei contrariata. -Come fa a togliere punti alla sua Casa!?

La risata di Sirius scemò e digrignò i denti: -Certo che lo ha fatto, sei mia figlia!, - esclamò lui quasi ringhiando. - Quel maledetto Mocciosus, avrei dovuto ucciderlo anni fa!

-Papà! - lo rimproverò lei contrariata. Suo padre e il suo professore di Pozioni si odiavano a morte sin dai tempi in cui erano studenti a Hogwarts e questo odio, purtroppo, certe volte si rifletteva su di lei. Certo, Piton non era certo uno zuccherino, ma minacciare di ucciderlo perché le aveva tolto dei punti era decisamente troppo.

-Visto che non mi fai mai divertire, corri su a prepararti e dillo anche a Harry, così possiamo andare a Londra per fare gli acquisti. 

Cass annuì e finì di mangiare, dopodiché andò di sopra a cambiarsi.  





Angolo Autrice

Salve a tutti! Chiedo venia per il ritardo, però ci siamo trasferiti da poco e siamo stati 2 settimante senza internet! Un'attrocità!
So che al momento tutto sembra molto confuso ed enigmatico, però abbiate pazienza perchè tutto verrà spiegato nel momento dovuto.
Per fare un po' du luce sulla situazione, questa storia fa parte di una serie, una trilogia; la seconda parte parlerà dei Malandrini e della storia di Sirius e Brianna, la terza parte sarà sulla Nuova Generazione e tutto quello che succede dopo la Seconda Guerra Magica e, questa prima parte, sarà incentrata su Cassandra. 
In questa storia, Sirius si è sposato, ha avuto una figlia, non è stato rinchiuso ad Azkaban e ha cresciuto Harry e Cassandra insieme. Il quando, dove e perchè lo scoprirete nei capitoli a venire.
Spero che tutto questo vi incuriosisca e ci leggiamo al prossimo capitolo!

-Nubia

 
   
 
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