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Autore: ali04    20/09/2020    2 recensioni
"Il Sound Music Camp era iniziato malissimo, ma poi mi aveva conquistato e un pezzetto del mio cuore era rimasto tra quegli alberi."
Seguito della fan fiction Sound Music Camp.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, D.O., D.O., Lu Han, Lu Han, Suho, Suho
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Imprevisti
 
 
 
POV BAEKHYUN
 
 
Ogni prima sera al Sound Music Camp veniva organizzato un falò di benvenuto e chiunque volesse poteva partecipare esibendosi. L’estate prima l’avevo fatto anch’io e Chanyeol mi aveva confessato che quello era stato il momento in cui si era innamorato di me.
Sarebbe stato bello se, in onore di quel momento, io e il mio gigante avessimo potuto esibirci come duo, ma purtroppo agli insegnanti non era permesso.
Niente però ci vietava di andarci insieme e stare seduti l’uno accanto all’altro. Grazie Sehun e Luhan.
Arrivammo quando i posti erano già quasi tutti occupati, ma fortunatamente vidi la manina di Kyungsoo alzarsi in mezzo a tutte quelle teste e, una volta raggiunto, scoprimmo che ci aveva tenuto un posto in mezzo agli altri nostri amici.
– Ci sono più iscritti quest’anno o è una mia impressione? – chiese Chen, guardandosi intorno.
– Hai ragione – spiegò Suho – Il direttore ha detto che quest’anno c’è stato un aumento di iscrizioni e, se andrà avanti così, dovrà fare delle audizioni per decidere chi potrà partecipare.
– Sono certo che Leeteuk troverà una soluzione per evitare le audizioni. – disse Chanyeol – Piuttosto farà costruire delle camerate in più.
L’applauso che si era alzato dalla folla, interruppe il nostro discorso e tutti guardammo al centro della scena, dove accanto al falò acceso si era posizionato il direttore del Sound Music Camp: Leeteuk.
– Ragazzi e ragazze, bentornati o benvenuti al Sound Music Camp!
Un forte boato si levò dalla folla e tutti applaudimmo.
– Come ogni anno, siamo qui stasera per il falò di benvenuto e chiunque voglia è libero di dimostrarci il motivo per cui è qui. Quest’anno sarà ancora migliore del precedente e tutti i nuovi arrivati sono ragazzi di grande talento che porteranno il nostro campo estivo a un livello superiore.
– Sono fortunati ad avermi ancora con loro. – commentai, facendo ridere il mio gigante.
– Ma bando alle ciance, lascio lo spazio a voi, miei preziosi protetti. Divertitevi!
Un altro applauso si levò e subito dopo i primi ragazzi si misero accanto al falò per fare la loro esibizione.
– Vado anch’io! – esclamò Jongin, facendosi largo tra di noi per passare. Nessuno aveva dubbi che sarebbe andato: era il ballerino migliore del SM Camp e ballare gli era necessario come respirare.
Lui e Kyungsoo avevano avuto dei momenti parecchio brutti l’estate prima, ma tutto si era risolto ed erano diventati schifosamente sdolcinati. Ma tanto io e Chanyeol lo eravamo di più. Eravamo i migliori a farci carinerie, caso chiuso.
– Dovresti andare anche tu – disse il mio ragazzo – Non tirarti indietro.
Ci pensai qualche istante: ma sì, era tempo di far vedere a quei dilettanti cosa significava cantare.
Mi alzai in piedi e mi feci largo anch’io tra la folla, seguito da Chen che evidentemente voleva esibirsi come me. Ci mettemmo in attesa del nostro turno e nel frattempo, come delle vecchie pettegole, commentavamo le altre esibizioni. L’unico su cui non avevamo nulla da dire era Jongin: sempre impeccabile.
– Quest’anno niente danza. – disse improvvisamente il mio amico, cogliendomi di sorpresa.
– Cosa? Ma Chen…
– Niente ma Chen. L’anno scorso l’ho fatto per mia madre e, anche se sono migliorato, non voglio diventare un ballerino. Le ho parlato e ha accettato che seguissi solo le lezioni di canto.
Non sapevo se essere felice o no per il mio amico, ma sapevo che cantare era la sua grande passione e la danza era solo un mezzo per rendere felice sua madre, che era una famosa e stimata ballerina classica.
Gli diedi una pacca sulla spalla e gli augurai il meglio, mentre un pensiero si faceva strada nella mia mente: perché io non ballavo?
Insomma, ero fantastico nel canto e al pianoforte e l’estate prima, al saggio finale, mi ero dimostrato anche un ballerino discreto. Perché non ci avevo mai pensato?
Mi ero cimentato nella composizione musicale ed era andata benissimo, perciò non sarebbe stato male fare qualcosa di nuovo.
Inoltre Chanyeol sarebbe stato impegnatissimo, perciò almeno avrei avuto qualcosa da fare mentre aspettavo che finalmente fosse tutto per me.
Chanyeol. Il ragazzo più talentuoso che avessi mai conosciuto. Sapeva suonare il pianoforte, la chitarra, la batteria, cantava, componeva, faceva rap… insomma, un mago della musica.
Perché anch’io non potevo fare più cose? Avevo deciso: il giorno dopo sarei andato nell’ufficio di Leeteuk e gli avrei chiesto se potevo avere un posticino nella classe di danza.
Certo, il professor Eunhyuk mi terrorizzava, ma sapevo che ce l’avrei fatta.
Finalmente arrivò il mio turno di esibirmi e andai accanto al falò, che mi fece quasi sciogliere per il calore.
– Ehi, ciao a tutti. So che mi conoscete dall’anno scorso perché suvvia, è impossibile dimenticarmi, ma mi presento lo stesso, per i poveri inconsapevoli che non mi conoscono. Sono Byun Baekhyun!
Mi aspettavo un applauso fragoroso, invece un’unica persona stava applaudendo. Indovinate chi.
Alzai gli occhi al cielo e, nonostante non se lo meritassero, deliziai tutti con la mia sublime voce.
Quegli antipatici dovettero ricredersi, infatti vidi più di una lacrima scendere mentre cantavo.
Alla fine del mio acuto, tutto il Campo esplose in un applauso: adesso sì che si ragiona!
– Sei stato bravissimo, Baek. – si complimentò Kyungsoo, quando tornai al mio posto.
Chanyeol mise un braccio intorno alle mie spalle e mi avvicinò a sé.
– Sei sempre il migliore per me. – mi sussurrò e io non potei fare a meno di baciarlo.
Quanto mi faceva sciogliere quel gigante melenso.
Il falò sembrava durare all’infinito e, a causa del viaggio e della giornata ricca di emozioni, iniziai ben presto a sbadigliare. Accorgendosene, Chanyeol mi prese la mano.
– Se sei stanco posso accompagnarti in camera.
– Non credo di riuscire a reggere ancora molto. – risposi, strofinandomi un occhio.
– Allora andiamo.
Ci alzammo e salutammo i nostri amici, che parevano altrettanto esausti. Senza farci vedere, sgattaiolammo sul sentiero, nascosti dal punto in cui si teneva il falò.
– Leeteuk dovrebbe fare una scaletta – disse Chanyeol, sbadigliando – Se permette a chiunque di esibirsi durerà tutta la notte. Ora tu devi andare a riposare, domani iniziano le lezioni e…
Ma che gigante ingenuo.
Quando fummo al bivio che portava alle camerate degli insegnanti, afferrai la mano di Chanyeol e lo trascinai verso la sua.
Il mio ragazzo strabuzzò gli occhi, sorpreso.
– Cosa fai? Sai che non puoi dormire nella mia stanza.
– E chi ha detto che voglio dormire? – risposi, lanciandogli un’occhiata maliziosa.
Chanyeol scoppiò a ridere quando finalmente capì che la stanchezza era stata una scusa per darcela a gambe.
Quando aprimmo la porta della sua camera, quella sbattè per la forza della spinta che le avevamo dato. Ci saltammo letteralmente addosso e in tempo record i vestiti erano volati per tutta la camera e io stavo urlando. Mi avrebbero sentito? Quella sera no grazie al falò, ma sapevo di dovermi controllare.
Ma per la nostra prima notte dopo settimane volevo che Chanyeol sapesse quanto mi era mancato.
 
***
 
Mi dovevo essere addormentato, perché venni svegliato da dei forti colpi alla porta.
– Chanyeol! Chanyeol!
Qualcuno urlava il nome di Chanyeol. Ero ancora io a farlo? Quella però non era la mia voce.
– Chanyeol svegliati, presto!
Eppure quella voce la conoscevo: era Luhan. Il gigante accanto a me si mosse e spostò lentamente la mia gamba, che si era intrecciata alle sue.
I colpi alla porta erano forti e, quando fui abbastanza sveglio da ragionare lucidamente, capii che il tono era allarmato.
– Yeol, sveglia. – borbottai, toccando la spalla del mio ragazzo.
Luhan batteva alla porta e improvvisamente disse due parole che fecero sparire gli ultimi residui di sonno e fecero svegliare completamente entrambi: – Al fuoco!
Chanyeol scostò le coperte e si precipitò alla porta, infilando a fatica un paio di jeans.
Aprì quel tanto che bastava per vedere Luhan ma per nascondergli la mia presenza.
– Cosa succede? – chiese a un Luhan affannato.
– Vediamo del fumo tra i boschi, dobbiamo andare a vedere.
Chanyeol imprecò e afferrò la maglietta da terra: – Arrivo subito.
– Sbrigati. – rispose Luhan, andandosene.
Chanyeol richiuse la porta e si sedette sul letto per mettere le scarpe.
– Che sta succedendo? – chiesi spaventato. Non mi capitava spesso, ma quando succedeva perdevo la calma – Sta bruciando il bosco?
– Non lo so, andiamo a controllare.
– No – dissi, afferrando il braccio di Chanyeol, che si era già alzato – Non andare, per favore. È pericoloso.
– Baek, se ci sono delle fiamme dobbiamo spegnerle o chiamare i pompieri. Inoltre lì c’è…
– Non mi interessa! – sbottai, perdendo la calma – Non può andare qualcun altro?
– Sono un insegnante adesso, sono responsabile di tutti voi.
I colpi alla porta tornarono e sentimmo la voce del professor Eunhyuk chiedere a Chanyeol se fosse sveglio.
– Sì, ci sono! – rispose e fece per uscire, ma poi tornò indietro – Torna nella tua camerata e resta lì, ma stai pronto, in caso le fiamme dovessero arrivare da noi.
Mi si riempirono gli occhi di lacrime e le maledissi mentalmente: – D’accordo, ma sta attento.
Chanyeol annuì e si affrettò a uscire dalla stanza.
Fuori si sentiva una grande agitazione e perciò, nel caso stessero facendo un appello, mi affrettai a farmi vedere.
Come immaginavo, le insegnanti donne erano rimaste al campo e stavano passando di camerata in camerata per vedere se eravamo tutti lì. Arrivai nella mia giusto in tempo prima che la professoressa Taeyeon entrasse.
– Kim Chen, Do Kyungsoo e Byun Baekhyun. – lesse, segnando i nostri nomi nella sua cartellina. – Non uscite da qui, se ci sarà bisogno di evacuare il campo sentirete una sirena e dovrete raggiungere l’entrata il più in fretta possibile.
– Dov’è Suho? – chiesi, quando la professoressa se ne fu andata.
– Con gli altri responsabili – spiegò Kyungsoo, sedendosi sul letto – Ma cosa sta succedendo?
Raccontai ai miei amici quello che avevo sentito e dissi loro che Chanyeol era andato nel luogo dell’incendio.
Doveva essere evidente che ero terrorizzato, perché Chen mi abbracciò e mi disse che Chanyeol non si sarebbe fatto nemmeno un graffio.
– Tu lo conosci Chanyeol – piagnucolai – Potrebbe inciampare nei sui stessi piedi e cadere di faccia sul fuoco. O potrebbe sbagliare strada e finire in mezzo alle fiamme. O ancora potrebbe morire nel tentativo di salvare qualche scoiattolo sperduto.
– Wow, hai davvero una fiducia incondizionata nel tuo ragazzo. – commentò Chen, scambiandosi un’occhiata con Kyungsoo.
D’accordo, in quel momento non ero particolarmente fiducioso e nella mia mente si stagliavano le peggiori immagini del mio gigante in fiamme.
Le lancette dell’orologio continuavano a scorrere ma il tempo sembrava durare molto di più. Ogni minuto durava almeno un’ora.
Non sapevo che cosa fare, ero spaventatissimo e in ansia. Provai a sbirciare fuori dalla porta, ma da lì non vedevo niente.
– Io vado a dare un’occhiata. – decisi, ma subito una presa ferrea si serrò sul mio braccio.
– Cosa credi di fare tu? – chiese Chen – Non dobbiamo muoverci.
– Non voglio andare proprio dove c’è l’incendio, ma almeno dove posso vedere meglio.
– Perché?
– Per vedere quanto è grave! – sbottai e mi liberai dalla sua stretta – Devo forse ripeterti che il mio ragazzo è lì?
Chen sospirò, ma quando Kyungsoo si alzò dal letto e infilò una felpa, non poté più ribattere.
– Veniamo con te.
Sapevamo che dall’entrata del campo si poteva vedere abbastanza bene in lontananza, non essendoci camerate o altri edifici a coprire la vista. Ci avviammo lì, silenziosi ma veloci.
Quando raggiungemmo l’insegna del Sound Music Camp, mi fermai a guardare la colonna di fumo nero che si alzava dal bosco. Le fiamme vere e proprie non si vedevano, ma il loro rosso acceso colorava il nero della notte.
– Temo sia più grave di quanto immaginavamo.
Sussultammo tutti e tre sentendo un’improvvisa voce arrivare dall’oscurità.
Ecco chi mi avrebbe davvero capito: Sehun.
Il ragazzo fissava lo stesso punto che stavo guardando io, con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni grigi della tuta.
– Luhan non mi ha permesso di andare con lui – disse, con un tono di voce che non gli avevo mai sentito: era spaventato. – Avrei potuto aiutarlo.
– Sono sicuro che sta bene. – disse Kyungsoo, per tranquillizzarlo un po’.
Sehun si passò una mano tra i capelli e un lungo sospiro lasciò le sue labbra. Subito dopo, un forte rumore improvviso squarciò il silenzio.
Le sirene si avvicinavano sempre di più e, anche se non vedemmo i vigili del fuoco passare, capimmo quando ci avevano raggiunti e superati per andare nel luogo dell’incendio.
– Voglio andare lì. – dissi tra me e me, ma sapevo che era una sciocchezza. Cosa avrei potuto fare? Sarei stato solo d’intralcio e, anzi, potevo farmi male e far perdere tempo a chi era lì per spegnere l’incendio.
Mi sedetti su un tronco caduto e mi presi la testa tra le mani. Come se stessi vedendo un film, mi tornò in mente quando l’estate prima ero stato seduto su quello stesso tronco, ma per un motivo ben diverso: volevo andarmene.
Avevo sbattuto contro la realtà, cioè che non ero il più bravo al mondo in canto e pianoforte, e perciò la mia grande idea era quella di rinunciare a tutto e tornare a casa. Ma Chanyeol mi aveva rincorso e costretto a rimanere.
Non volevo pensare a scenari tragici, ma più il tempo passava, più la mia paura cresceva. Ero ad un passo dal farmi prendere dal panico, quando sentimmo un vociare arrivare dal bosco. Mi alzai e anche i miei amici si misero sull’attenti.
I nostri eroi stavano tornando? Ora che c’erano i pompieri la loro presenza non era più necessaria, giusto?
Le voci erano sempre più vicine e io non vedevo l’ora di riabbracciare Chanyeol.
La prima figura spuntò dagli alberi, seguita da altre due. Poi iniziarono ad aumentare sempre di più e ben presto ci ritrovammo a guardare un gruppo numeroso di ragazzi e ragazze spaventati.
Rimanemmo lì fermi, come dei perfetti scemi: ma chi erano quelle persone?
– Andate avanti, forza. Mettetevi in ordine.
Luhan sbucò dalla vegetazione e quasi stentai a riconoscerlo: i capelli castani erano sporchi di nero e spettinati, i vestiti erano anch’essi sporchi e una manica della maglietta era strappata. Aveva uno sguardo esausto e gli occhi lucidi.
Appena lo vide, Sehun gli corse incontro e lo strinse in un abbraccio che avrebbe potuto spezzarlo a metà.
– Piano, Sehun – Luhan ridacchiò e lo strinse a sua volta – Sto bene, stai tranquillo.
I ragazzi sconosciuti continuavano ad aumentare e a riempire lo spazio all’entrata del campo. Poco a poco arrivarono anche i primi insegnanti, tutti ridotti male come Luhan.
Il mio sguardo setacciava ogni viso, ma non si posava mai su quello di Chanyeol.
– Yeol? – provai a chiamarlo, camminando in mezzo a quel gruppo di persone – Chanyeol?
I ragazzi ricambiavano il mio sguardo, ma non sapevano di chi stessi parlando.
Raggiunsi il professor Eunhyuk, che stava facendo mettere i ragazzi in fila.
– Ha visto Chanyeol? – gli chiesi, ormai in preda a una crisi isterica.
Eunhyuk, guardò alle sue spalle e poi intorno a sé: – Era dietro di me.
Mi mancò il fiato e, ignorando l’insegnante che mi chiamava, feci qualche passo in mezzo al bosco, chiamandolo a gran voce.
Vedevo solo altri ragazzi e, ora, anche degli adulti, ma di Chanyeol nessuna traccia.
Iniziai a imprecare con tutti gli insulti e le parolacce che conoscevo, mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime.
– Ecco il mio scaricatore di porto preferito.
Sussultai e potei giurare che il mondo avesse ripreso in quel momento a girare. Chanyeol era a pochi passi da me, irriconoscibile.
Sembrava essere appena uscito da una vasca di fuliggine, la sua voce era molto più roca del solito e ogni tanto tossiva, tenendosi una mano sul petto.
– Sto bene. – fece in tempo a dire, prima che corressi ad abbracciarlo.
Byun Baekhyun, il ragazzo che odiava piangere, in una sola notte aveva speso le lacrime di una vita intera.
Chanyeol mi accarezzò i capelli, cercando di calmarmi: – Sto bene, piccoletto. Solo un po’ ammaccato.
Ogni colpo di tosse sembrava una sofferenza, perciò mi allontanai per lasciarlo respirare.
– Non mi sembra che tu stia bene.
– I medici mi hanno già visitato, ma più tardi torneranno per darmi qualcosa. Ora c’erano altre persone di cui prendersi cura.
– Ma stai male!
– È solo un’intossicazione da fumo – sorrise – Ah, e ho una piccola scottatura sul braccio, ma niente di serio.
Solo in quel momento notai il braccio in parte fasciato e la manica della maglietta completamente strappata. Anche i suoi jeans erano rotti e si potevano vedere dei tagli e delle piccole ferite.
– Sto bene. – ripeté, vedendo come il mio sguardo setacciava il suo corpo.
– Ma cosa è successo? – chiesi, ma lui non fece in tempo a rispondermi, che dal bosco arrivarono anche Leeteuk, affiancato da una donna bionda.
Quando ci vide, il direttore ci fece cenno di uscire dal bosco: – Andiamo, dobbiamo riunirci.
Lo seguimmo e, nel poco tempo in cui eravamo rimasti appartati, l’entrata si era riempita non solo dei ragazzi sconosciuti, ma anche di quelli del nostro campo, incuriositi dalla situazione.
Irene corse a vedere come stava il fratello, ma lui la tranquillizzò velocemente per poi rivolgersi a tutti noi.
– Ragazzi, stanotte è successa una cosa molto grave. C’è stato un incendio qui vicino e purtroppo tutto ciò che le fiamme hanno raggiunto è stato distrutto.
Nessuno osò fiatare o fare commenti, tutti in rispettoso silenzio.
– Non tutti voi sapete che qui accanto c’era un altro campo estivo, il Korean Idol Camp. Purtroppo, l’incendio è partito da lì.
Sgranai gli occhi e finalmente capii chi erano tutti quei ragazzi: altri studenti con i loro insegnanti. Non sapevo che accanto al Sound Music Camp ci fosse un altro campo, ma in fin dei conti il mio sogno non era diventare un idol, perciò un campo estivo con quel nome dovevo averlo ignorato a prescindere.
– Ora devo chiedere a tutti un po’ di comprensione e di gentilezza – continuò Leeteuk – Per il resto della notte divideremo i ragazzi tra le varie camerate. Fate in modo che si sentano a loro agio e che abbiano ciò che gli serve. Domani io e la loro direttrice, la signora Lee Chaerin, decideremo cosa fare.
Finito il suo discorso, Leeteuk ci congedò e gli insegnanti iniziarono a dividere i ragazzi tra le nostre camerate.
– È meglio se vai, io devo farmi una doccia e preparare un letto per chi verrà nella mia stanza. – disse Chanyeol.
– Non posso venire io nella tua stanza? Non dovresti nemmeno preparare il letto e il mio alla camerata sarebbe libero.
Chanyeol ridacchiò e mi posò un bacio sulla fronte: – Ci hai provato, piccolo. Ci vediamo domani.
Sospirai e guardai il mio ragazzo allontanarsi. Avrei voluto restare con lui, curare le sue ferite, controllare che quella tosse gli passasse e abbracciarlo per far sparire la paura di perderlo che avevo provato.
Invece cercai i miei amici e li trovai che circondavano un Suho in versione responsabile.
– Voi avete una camerata da quattro persone, come anche noi. Ma la vostra è più grande. – stava dicendo, indicando Jongin.
– Nella nostra c’è posto per almeno tre sacchi a pelo. – disse Lay, nel tentativo di aiutarlo.
– Fai anche cinque, possiamo spostare un po’ i letti. – disse Xiumin e Suho sembrò sul punto di abbracciarli e baciarli entrambi.
– Bene, allora a voi diamo cinque ragazzi e a noi… – Suho pensò alla nostra camerata.
Era molto più piccola e l’unico spazio libero sul pavimento era il corridoio tra i due letti a castello.
– Uno?
– No – lo corresse Chen – Noi tre.
Lo guardammo confusi e il ragazzo fece spallucce: – Se Baek e Kyungsoo dormono nello stesso letto e io e Suho facciamo altrettanto, restano liberi due letti e il pavimento.
Suho ci pensò un attimo, poi annuì: – Andata. Tornate tutti in camerata. Tra poco vi mandiamo i ragazzi.
 
***
 
Passarono solo pochi minuti, prima che tre spaventati e imbarazzati ragazzi bussassero alla nostra porta.
– Hanno detto che domani organizzeranno meglio. – disse come scusa uno di loro, arrossendo.
Decisi di prendere in mano la situazione e saltai giù dal mio letto, che ora condividevo con Kyungsoo, e sorrisi al ragazzo.
Ora che gli ero di fronte, mi resi conto di essere qualche centimetro più basso di lui e molto meno imponente. Guardai il suo fisico e poi il suo viso: i due erano in netto contrasto.
– Non dovete preoccuparvi – dissi, rivolto anche ai due ragazzi dietro di lui – Speriamo che starete comodi e, se vi serve qualcosa, non vi basta che chiederla.
I miei amici si guardarono allibiti per tanta gentilezza.
Ragazzi miei, quello era il frutto degli insegnamenti di Chanyeol sul vivere in un paese civile.
Il ragazzo che aveva parlato stese il sacco a pelo per terra, mentre gli altri due si sdraiarono nei letti. Mentre stavo salendo per mettermi anch’io sotto le coperte, lui mi fece un inchino.
– Grazie mille, sei molto gentile. Tutti voi lo siete. Io mi chiamo Jungkook.
– Baekhyun. – risposi e restai in attesa di altre presentazioni, ma subito mi resi conto che si erano tutti addormentati, stremati.
Mi affrettai a sdraiarmi accanto a Kyungsoo e non feci nemmeno in tempo ad andare sotto le coperte, che il sonno venne ad afferrarmi e a portarmi con sé.
   
 
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