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Autore: piccolo_uragano_    21/09/2020    4 recensioni
(UMILE SEQUEL DI "PIU' DI IERI...")
«Non farei mai niente per infastidirti» spiegò subito. «Quantomeno, non intenzionalmente» aggiunse, sottovoce.
Lei allargò il sorriso. «Grazie»
«Grazie?»
«Sì: grazie»
«E per che cosa?»
«Per quello che hai detto: non è affatto scontato»
Lui fece spallucce, e lei riconobbe il Draco Malfoy di cui le avevano raccontato i suoi fratelli. «Mi pareva il minimo, sai, non ferire le persone a cui tieni e stare sempre dalla loro parte, cose così. Ci ho messo un po’, ma l’ho imparato»
«Quindi starai sempre dalla mia parte?»
«Cascasse il mondo, Anastasia Black, sarò dalla tua parte»
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Draco/Astoria, Hannah/Neville, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Tra sparare oppure sparire 
scelgo ancora di sperare 
finchè ho te da respirare 
finchè ho un cielo da spiare. 
(Claudio Baglioni, Io sono qui)
20. 
quello che conta

 

«Perché non hai portato il tuo biondo?» domandò Lyall con aria scocciata, sedendosi all’ultima sedia libera del loro tavolo ai Tre Manici di Scopa.
«Non … non gliel’ho chiesto» ammise Anastasia, abbassando la testa. «Avreste voluto?»
Ted annuì, passandosi una mano nei capelli, quel giorno argentati.
«Quindi eravate sinceri, la scorsa settimana?»
«Certo che eravamo sinceri» la rassicurò il Tassorosso.
«Altrimenti non gli avremmo dato la nostra benedizione» si strinse nelle spalle Lyall.
«Se avessimo finto, Anya, non saremmo dei veri amici» le spiegò Ted. «Ma la nostra approvazione è vera quanto la nostra amicizia»
Anastasia sorrise di gusto. «Anche voi gli siete piaciuti»
«Ci mancherebbe altro» sbuffò Lyall. «Noi non possiamo non piacere»
La ragazza scosse la testa. «Qualcuno ha intenzione di dirmi con chi è uscita quella Grifondoro di mia cugina?»
«No» risposero i Lupin all’unisono.
«E poi, non me lo ricordo» ammise Lyall. «So solo che è Corvonero ed è uno dei preferiti di Neville»
Anya alzò le sopracciglia. «Christopher Goldman?»
«Ecco come si chiamava»
«Era la sua cotta al primo anno, come hai fatto a dimenticartene?»
«Beh» sorrise Ted. «Non posso darle torto. È simpatico e ha un bel sedere»
«Oh, allora è da sposare» lo prese in giro Lyall. «Queste sono le qualità principali»
«Si vede che sei etero» gli rispose il fratello con superiorità. «A proposito, anche Draco ha-»
«Non voglio sapere se gli hai guardato il sedere, Ted»
«È stato inevitabile» sorrise Ted. «Ed è anche per questo che è stato promosso a pieni voti»
«Questa conversazione finisce qui» si sforzò di non ridere Anya.
«Nicole è d’accordo con me»
«Ted!»
«Va bene, va bene» rispose lui, alzando le mani in segno di resa. «Posso dire l’ultima cosa?»
«No»
«E io la dico lo stesso»
Anastasia incrociò le braccia con sguardo dissentito.
«Molto meglio di Edward» decretò Ted, mentre il fratello scoppiava a ridere attirando l’attenzione di tutto il locale.
 
«Aaaaaaargh!»
Draco saltò in piedi dal divano su cui era seduto con Blaise, trovandosi a correre su per le scale della Malfoy Manor seguito dall’amico, entrambi con la bacchetta in mano. In pochi secondi, raggiunsero l’ingresso della stanza padronale.
«Anastasia!» gridò il biondo,  mentre Blaise correva verso la finestra spalancata per sporgersi e controllare che non ci fosse niente – o nessuno – di insolito nel parco, Draco spalancava la porta del bagno con un calcio.
Ciò che trovò, però, non era niente per cui valesse la pena allarmarsi tanto.
Anastasia era in piedi davanti allo specchio, in accappatoio, con i capelli ancora umidi e un’espressione terrorizzata.
«Porco Salazar, ti sembra il caso di-»
«Non mi è uscito!» si lamentò lei. «Guarda! Boccoli, sono piena di dannati boccoli da Black
«Che cosa non ti è uscito?» domandò titubante il biondo.
«L’Incantesimo Lisciante, naturalmente!» si lamentò di nuovo lei.
«Posso?» domandò Blaise, titubante, alle spalle di Draco.
«Non è niente di che» sbuffò Draco. «Pensavo ti fossi fatta male o che fosse entrato qualcuno in casa, cazzo!» la sgridò. «Anastasia, Merlino, pensavo fossi in pericolo, pensavo fosse qualcosa di grave
«Ma è qualcosa di grave!!» strillò lei. «Insomma, guardami! Merlino e Morgana, sembro Kayla
A quel punto, Blaise si spinse sulle punte per guardare oltre le spalle di Draco e si sforzò di trattenere una risata, riuscendo malamente nell’impresa.
Draco si portò le mani sui fianchi. «Mi sono spaventato» ripeté.
«Anche io sono spaventata!» ringhiò Anastasia. «Sembro Kayla!»
«Sei molto più bella di Kayla» rispose lui, abbassando la voce.
«Lo dici solo perché sono isterica!»
«Oh, certamente!» rispose lui alzando di nuovo il tono di voce. «Perché sono proprio il genere di mago che dice cose solo per compiacere!»
«Allora non dire fesserie, testa di troll» disse lei acida, allacciando le braccia sul petto. «Devo andare da Walburga»
«Da chi?!»
«Da Walburga, a Grimmauld Place! Lei è l’unica che sa come rimediare a queste cose!»
Draco corrucciò la fronte. «Walburga è …»
«Lo so che è morta, lo so, ma il suo quadro sa come sistemare i miei capelli!» ringhiò ancora lei.
«Walburga Black?!» domandò lui in un tono isterico ormai quanto il suo.
«Morgana, quante altre streghe con questo nome di merda pensi che potrei conoscere?!»
«Ti devi calmare» le ordinò lui.
«Tu ti devi calmare» sputò lei. «Io devo andare da Walburga»
 
Anastasia batté i piedi con forza sul pavimento dell’ingresso, entrando al numero dodici di Grimmauld Place. Aveva imparato che tanto non importava come si svegliasse, si infuriava comunque. Quindi, tanto valeva divertirsi un po’.
«Chi osa disturbare la casa dei padri dei miei padri?» tuonò il quadro.
Ecco, appunto.
«Sono io, nonna» sorrise lei, parandosele davanti.
«Tu … hai messo al mondo altri Black impuri …»
«Ecco» ringhiò lei. «Non sono Kayla, nonna, sono Anastasia»
«Tu! Sporca lurida-»
«Non mi è uscito l’Incantesimo Lisciante» spiegò. «Come faccio?»
«Come osi parlarmi-»
«Walburga ascoltami, per favore» le disse lei. «Non posso andare in giro con questi boccoli, persino tu mi hai confusa per Kayla» spiegò di nuovo. «Non importa che io sia impura o che non sia Serpeverde, non è mai importato, ho i tuoi capelli e il tuo cognome e quindi mi devi aiutare»
 
«Tutto questo per dei capelli» sbuffò Draco.
«Amico, credo che noi … noi maschi, insomma, non potremo mai capire davvero perché ci si possa struggere così per dei boccoli» sorrise Blaise, sedendosi dall’altro lato della Scacchiera dei Maghi, come d’abitudine. «E poi, c’è il fattore Kayla»
«Altra cosa che non riesco a capire» rispose Draco.
«Beh, questo non è così difficile» gli disse Blaise. «Crede … o almeno, credo che lei creda che tu stia con lei solo per Kayla»
«Se volessi stare con Kayla, starei con Kayla» sbuffò lui, accendendosi il sigaro.
«Lo so che a te pare un concetto semplice e banale, Draco, ma per lei non lo è»
«Non è che sembri semplice, è che lo è» si spazientì Draco. «E non … non è che vedendo lei con dei capelli diversi mi sarebbe venuta voglia di stare con sua sorella anziché con lei! Non penso a Kayla in quel modo da una vita. Voglio dire, è sposata. Con Fred Weasley. Sarei folle
«Draco, ma io queste cose le so» rispose Blaise calmo. «Evidentemente, è Anastasia che non lo sa. Credo che essere innamorati faccia questo effetto, sai. Perdi di vista i concetti più semplici, dai di matto per dei boccoli, sposi Fred Weasley, e cose del genere» gli sorrise.
Draco lo guardò con aria pensierosa. «Pensi che io sia innamorato?»
Blaise rispose spalancando gli occhi. «Perché sei tu a chiederlo a me?»
Il biondo si strinse nelle spalle. «Non lo so, non ci ho mai pensato» si trovò a spiegare quasi senza accorgersene. «Di Astoria credevo di essere innamorato, ma con Anastasia … è tutt’altra cosa»
«Beh, non so quanto conti il mio parere, ma non credo esista un solo modo di innamorarsi» spiegò allora Blaise. «Forse, ogni volta è diverso. Ogni volta ti cambia, e quindi la volta dopo è diverso»
«Ogni volta?» si stupì Draco. «Quante volte ci si può innamorare?»
«Non credo ci sia qualcuno che tiene il punteggio, amico» sorrise Blaise. «Altrimenti, toglieresti tutto il divertimento»
Draco non mutò espressione, mantenendo la fronte corrucciata e lo sguardo perso.
«Che c’è?»
«Non ci avevo mai pensato»
«Al fatto che potresti essere innamorato?»

«E se lo fossi?»
«Non è una cosa grave, Draco» sorrise Blaise. «Anzi, tutt’altro. A sentir alcuni, è ciò che permette all’umanità di andare avanti»
«Tecnicamente, è il sesso che permette all’umanità di andare avanti» lo corresse Draco. «E lo sai tu come lo so io, che per il sesso non è necessario essere innamorati. Altrimenti, parola mia, su questo pianeta saremmo la metà di quanti siamo»
«Anche questo è vero» ammise Blaise. «Rimane il fatto, che secondo me lo sei»
«Innamorato?»
«E, per definizione, fregato» sorrise lui. «Sai, forse … forse era destino»
«Non accetto discorsi che abbiano a che fare con il destino, Zabini» sputò Draco.
«No, fratello, ascoltami: forse, in qualche modo, sapevi che sarebbe arrivata lei. Era scritto che vi sareste trovati. Per questo con Kayla è andata male prima che iniziasse e Astoria ti ha mollato proprio al momento giusto»
Draco sbuffò e scosse la testa. «Detta così sembra che io la debba ringraziare» constatò. «E poi scusami, scritto dove? In che senso scritto? Se sta scritto da qualche parte, Merlino, credo di avere il diritto di leggerlo, visto che riguarda la mia vita»
Zabini scosse la testa. «Così levi tutti il divertimento. Di nuovo. Sei diventato un guastafeste!» lo prese in giro l’amico, e risero insieme, pur sapendo entrambi che Draco avrebbe rivisitato quella conversazione per giorni, per poter giungere a una conclusione lucida e logica su un argomento che di lucido e logico non aveva assolutamente nulla.

Anastasia trascinò i piedi nell’ingresso di Villa Black, e sua madre, guardandola, non seppe decidere se fosse più affranta o più scocciata. La guardò sfilarsi il cappotto e notò i capelli, non lisci, ma che formavano delle morbide onde e cadevano delicati dietro le spalle.
«Anastasia?» chiamò allora, quasi con timore.
La ragazza le rivolse uno sguardo decisamente scocciato. «Sono Kayla» mugugnò, afferrandosi una ciocca di capelli. «Non si vede?»
Martha non riuscì a trattenere un sorriso. «Oh, perdonami, Kayla» scherzò. «Sto diventando come mia madre»
«Che hai detto?» si allarmò Sirius scendendo le scale scalzo.
«Ho confuso Kayla per Anastasia» spiegò rientrando in cucina, notando però un timido sorriso sul viso della figlia. «Meno male che uno dei nostri figli maschi ha una cicatrice sulla fronte, sennò confonderei anche loro» aggiunse, aprendo le finestre. «Però» si contraddisse, girandosi di nuovo verso la figlia e il marito. «Sono abbastanza convinta che mia figlia Kayla, fino a questa mattina, fosse molto incinta»
Anastasia si lasciò cadere al suo posto al tavolo da pranzo. «Boccoli Black» spiegò. «Non riesco a tornare liscia e sono identica a Kayla»
«Da quando assomigliare a Kayla è un problema?» s’insospettì Sirius.
«Io non sono Kayla, papà» ringhiò la figlia.
Martha si portò una mano sulla bocca in segno di finto stupore. «Davvero?»
«Smettila, Martha»  la intimò Sirius. «Lo sai che vederti con l’Alzimer è la mia più grande paura»
«Alzheimer» lo corressero le due. «Vieni, bambina mia» disse poi alla figlia. «Te li sistemo io, i boccoli Black» le fece segno di avvicinarsi con un gesto dolce. Anastasia si avvicinò alla madre che le fece segno di darle le spalle e afferrò la bacchetta. «Sirius, intanto, per favore, prepara la tavola per Kayla – quella vera – e i nostri altri figli – quello con la cicatrice sulla fronte e quello alto con la barba, per intenderci» in men che non si dica, i capelli di Anastasia erano tortati più che lisci. «Ecco fatto, mostriciattolo»
Anastasia sembrò tornare a respirare, accarezzandosi ogni ciocca con cura. «Come hai fatto?! Neanche Walburga ha saputo aiutarmi!»
Sirius scosse la testa. «Walburga non ha voluto aiutarti» la corresse, sistemando le posate.
«E poi» aggiunse Martha «Saranno anche i boccoli Black, ma te li ho fatti io» sorrise. «Come tutto il resto» le strizzò l’occhio.
«E se posso permettermi» disse Sirius avvicinandosi alla moglie per passarle un braccio attorno alle spalle. «Lo hai fatto divinamente»
Martha posò la testa sulla spalla di Sirius, per poi notare che Anastasia li guardava con la sua espressione pensierosa – perfettamente identica a quella degli altri suoi figli e di suo marito. «Tutto bene, mostriciattolo?» domandò allora, con il tono dolce usato poco prima.
Anastasia annuì. «Certo»
«A cosa pensi?»
Anya guardò Martha. Avrebbe davvero voluto confidarsi, raccontarle tutto quanto, e avrebbe davvero voluto correre alla Malfoy Manor per chiedere scusa a Draco, Blaise, Kora e anche ai quadri e forse anche a Narcissa per aver dato di matto per dei boccoli inaspettati ma più che conosciuti.
«A niente, mamma»
Martha le sorrise: sapeva che non era vero.
E Anya sapeva che lei lo sapeva, ma a volte è meglio fare finta di niente.

                                                                                                   
Anastasia entrò nella stanza di Draco in punta di piedi, con in mano le Converse e i capelli sistemati in un’acconciatura arrangiata dietro la nuca. Trovando il Serpeverde seduto ai piedi del letto, però, lasciò cadere le braccia con delusione. «Che ci fai sveglio?» domandò, lasciando cadere le scarpe in un angolo della stanza.
Lui la guardò e sorrise. «Pensavo» si limitò a dire. «Tu che ci fai qui? Non sono neanche le sette del mattino!»
«Volevo venirti a svegliare» spiegò lei con un sorriso, levandosi il vecchio giaccone troppo largo per posarlo su una poltrona. «A che pensavi?»
«A una ragazza»
Si sedette accanto a lui. «Carina?»
«Bellissima» rispose lui, accarezzandole il viso. «Mi ha cambiato tutte le carte in tavola»
«Wow» sorrise lei. «Una tosta»
«Troppo, forse» continuò lui. «Settimana scorsa mi ha fatto una domanda a cui non ho risposto»
Anastasia si morse un labbro.
«Nulla di troppo impegnativo, ma mi ha dato un bel po’ a cui pensare» spiegò. «Credo sia questo … il suo potere, su di me. Mi permette di cambiare cose, anche piccole, pensieri o idee magari insignificanti, che credevo essere immutabili»
Anya sorrise e inclinò la testa di lato, per poi incrociare le gambe sul letto.
«Mi ha chiesto che lavoro farei, o cosa studierei, se potessi scegliere»
«E tu non hai risposto»
«E io non ho risposto» confermò lui. «Ma … se non importasse chi sono, chi sono stato o quello che ho fatto, ecco, credo che vorrei essere un Auror» disse, quasi con vergogna. Abbassò la testa, e lasciò che Anastasia gli afferrasse le mani, perdendosi ad osservare quei polsi sottili e quelle dita lunghe e piene di anelli più o meno preziosi.
La guardò afferrargli il braccio con decisione ma senza forza e senza fretta, alzare la manica del maglione fino al gomito per scoprire  quel tatuaggio che lui cercava di non guardare mai.
«Questo» sussurrò, accarezzando il serpente. «Non importa più a nessuno, tranne che a te» spiegò allora. «Quello che conta» e gli afferrò il mento con pollice e indice per costringerlo a guardarla negli occhi. «quello che conta davvero, intendo, è quello che c’è qui dentro» e gli premette l’indice sulla fronte. «E qui» e poi portò la mano sul cuore. «Solo questo»
Draco sospirò e afferrò la mano di lei che era rimasta sul suo petto, per baciarne il palmo.
Avrebbe voluto dire tantissime cose, ma non sapeva come mettere in ordine tutto ciò che stava pensando.
Lei sembrò capire, e, con la sua solita aria Malandrina, gli strizzò l’occhio e gli sorrise.
«Puoi diventare quello che vuoi, Draco Malfoy. Non oggi, non domani, se non ti senti pronto, ma quando lo sarai … potrai essere ciò che più desideri. Persino un Auror»
«Grazie» le sussurrò, con voce spezzata. «E non solo per stamattina»
Lei si avvicinò e con estrema delicatezza gli afferrò il viso tra le mani e gli baciò prima la punta del naso e poi le labbra.  
«Perché eri venuta qui all’alba?» domandò allora lui, cercando di recuperare una parvenza di normalità.
«Per svegliarti con il solletico e un sacco di baci» sorrise lei.
«Oh» sembrò pentirsi lui. «Aspetta, faccio finta di dormire, così lo puoi fare»
Lei rise così forte da svegliare ogni oggetto nella tenuta, ma a nessuno importava davvero.



NdA: credo sia importante, ogni tanto, fermarsi a riflettere. Perchè, che lo vogliamo o no, le persone a cui permettiamo di entrare nella nostra vita, ci cambiano sempre un po'. E per quanto faccia paura, non è detto che sia un male. 
Buona settimana a tutt*!

fatto il misfatto, 
C

P.S.: il prossimo capitolo contiene una bomba. Forse due. Dipende dai punti di vista. 
   
 
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