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Autore: mask89    28/09/2020    10 recensioni
Naruto è in esilio auto inflitto, ma un omicidio, legato a delle circostanze misteriose, lo costringe a ritornare a Konoha, dove sarà costretto ad affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Jiraya, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Minato/Kushina, Naruto/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Chapter XVI - 10/10/2018

 

Era fuori di casa da più di un mese. L’indagine sotto copertura gli aveva portato via più tempo del previsto, ma si poteva ritenere soddisfatto, l’organizzazione criminale era stata sgominata. Quei criminali informatici si erano dimostrati più ostici del previsto, ma alla fine li aveva stanati. Uno dei capi era riuscito a fuggire, ma i vertici dell’agenzia per cui lavorava gli avevano assicurato che in pochi giorni lo avrebbero catturato; ormai quel farabutto aveva le ore contate. Non era mai stato tutto quel tempo lontano da lei. D’altronde, lui non era neanche aduso partecipare a missioni sotto copertura, poichè era un analista dell’agenzia e, a detta di molti, uno dei migliori, se non il migliore, che fosse passato ultimamente da quelle parti. Ma non gli interessavano tutte quelle belle parole, voleva solo tornare a casa, farsi una doccia e vederla. L’unico metodo che conosceva, per togliersi tutto quel lerciume che in quei giorni era stato costretto a toccare, rinvangare, per poter chiudere quell’indagine.

Guardò l’orologio, segnava le 5:35 del mattino del 10/10/2018. Non un orario ideale per chiamare una persona; anche se si trattava della propria ragazza e, che di lì a pochi mesi, sarebbe diventata sua moglie. Si limitò a mandare un messaggio: “Hinata finalmente oggi torno a casa, l’incarico che dovevo svolgere è terminato. Per farmi perdonare di questa prolungata assenza forzata ti porterò al nostro locale preferito, così festeggiamo anche il mio compleanno. A stasera. Ti amo.”

Mandò un messaggio anche al suo superiore; quella sera non voleva essere disturbato per nessuna ragione al mondo. Come di consueto motivò la sua richiesta, anche se non ne aveva la necessità; sapeva che non avrebbe battuto ciglio, specialmente dopo il successo della missione. Però, lui ci teneva ad essere trasparente nei rapporti. Inoltre, Jiraiya andava oltre la semplice definizione di capo. Si diresse verso la sua squadra. Un aereo li aspettava all’aeroporto militare per tornare a casa. Durante le ore di volo avrebbero dovuto sistemare tutte le scartoffie. Sarebbe stata una lunga giornata lavorativa, ma non gli importava; il solo pensiero di rivederla lo faceva sentire più vivo che mai.  

 

Era sotto casa sua, era arrivato in anticipo di qualche minuto, ma non l’aveva avvisata, poichè sapeva che era sempre puntuale e poi, qualche minuto di attesa non lo avrebbe certo ucciso, anzi. La vide uscire dall’appartamento. Era magnifica. L’abito che indossava quella sera era semplice, ma fasciava magnificamente il suo corpo, mettendo in risalto tutte le sue forme e i lunghi e fluenti capelli neri, che le ricadevano morbidi sulle spalle. Ma, la cosa che lo lasciava ogni volta senza fiato, erano i suoi occhi. Occhi in cui gli piaceva perdersi, immergersi, ogni volta che gli fosse possibile. Occhi che gli donavano una pace e una serenità che in tutta la sua vita non aveva mai avuto. Ma Hinata non era solo quello. Era bellissima, senza ombra di dubbio, e più volte i suoi amici avevano rimarcato nei loro discorsi da “uomini e da bar” tale aspetto, ma a lui interessava poco; ciò che amava profondamente era il suo carattere, un caleidoscopio di caratteristiche uniche e speciali.

Ricordava ancora quando l’aveva incontrata la prima volta: si era trasferito da qualche mese, o per meglio dire fuggito dalla sua città natale, adducendo la scusa che voleva frequentare la migliore università di informatica della nazione. Dopotutto, cos’altro puoi fare quando il tuo migliore amico si fidanza, in quanto stufo di essere single, con la donna della tua vita, quella che tu hai sempre segretamente amato dalle elementari, approfittando del fatto che lei avesse una cotta per lui da inizio liceo? Konoha era diventata, all’improvviso, troppo stretta per lui, troppo asfittica. L’unico modo, per sfuggire a quel senso di claustrofobia, era allontanarsi da quella città e lasciare quei ricordi dolorosi e indelebili alle sue spalle. Quella soluzione, per quanto sofferta, aveva cominciato a dare i suoi frutti, ma ciò che aveva dato una svolta alla sua vita era stato l’incontro con Hinata. L’aveva conosciuta ad una festa universitaria per matricole, dove era stato trascinato a forza dai suoi amici di corso Gaara e Killer B, nonché compagni di scorribande in rete. Non che non gli piacesse uscire e fare baldoria, sia chiaro, ma il contraccolpo psicologico era ancora troppo forte in lui, quindi, la sua voglia di divertirsi non era proprio morta, ma emanava un odore alquanto particolare. Oramai era lì, ma di certo non potevano costringerlo a fare chissà cosa. Avanzò verso il bar e prese una birra. Cominciò a girovagare per il locale, i suoi timori erano fondati, in ogni angolo vedeva coppiette limonare abbastanza pesantemente e non di rado gli capitava di vedere dei ragazzi presi dai fumi dell’alcool provarci, in un modo del tutto imbarazzante, con delle ragazze. Dopo un paio d’ore ormai, la pazienza aveva raggiunto il limite.  Decise ad andare via, la situazione lo aveva alquanto annoiato. Però, una scena lo incuriosì: un ragazzo ci stava provando con una ragazza, ma il volto di quest’ultima faceva trasparire che era tutt’altro che interessato alle avances, anzi tradiva un certo disgusto, ma soprattutto, paura. Decise di intervenire, aveva sempre aborrito certi atteggiamenti. Scacciò in malo modo l’importunatore e rassicurò la ragazza, ma quest’ultimo gesto gli fu fatale. Quando incrociò quegli occhi il suo cuore perse un battito, per poi cominciare ad accelerare follemente. Quello fu l’inizio della loro conoscenza che, nel giro di poco tempo, si trasformò in una relazione. Per poi arrivare alla proposta di matrimonio. Hinata, nel giro di poco tempo, aveva preso il posto di Sakura nel suo cuore. 

 

Il rumore della portiera dell’auto che si chiudeva lo riportò al presente. La baciò, le sue labbra erano morbidissime. Inspirò a pieni polmoni quel suo dolce profumo al gelsomino. Le era mancata terribilmente!

 

La serata era stata piacevole, ma sentiva una strana tensione in Hinata. Era una sensazione mai provata prima, una novità assoluta nel loro rapporto. Neanche le prime volte che erano finalmente usciti da soli, aveva provato una sensazione simile. Aveva provato a chiederle il motivo di tale atteggiamento, ma la donna aveva sempre sviato elegantemente il discorso. All’improvviso una idea gli venne in mente, lì si sarebbe giocato tutte le sue carte. 

Fecero una lunga passeggiata, per tutto quel tempo non parlò nessuno dei due. Ad entrambi, in quel momento, le parole sembravano inutili e fuori posto. La condusse nel posto in cui le aveva chiesto di sposarsi. Sperava che quel posto l’aiutasse a sciogliere il nervosismo che l’attanagliava, in modo tale da capire cosa avesse. La guardò a lungo, il volto di Hinata sembrava più rilassato, decise che era il momento di capire cosa avesse.     

«Mi dici cosa ti succede?»

«Naruto io…io» deglutì rumorosamente «non riesco più a tenermi dentro questa cosa…»  Lo guardò dritto negli occhi. «Sono incinta!»

Rimase senza parole. Era la prima volta che accadeva una cosa simile. Sentì il sangue defluire dalle guance. Poi, quando finalmente il suo cervello ricominciò ad elaborare le informazioni appena ricevute, un urlo di gioia eruppe dalla sua bocca. Strinse la donna forte a sé.

«Da quanto lo sai?» Chiese con la voce rotta dall’emozione.

«Qualche giorno, non sapevo come l’avresti presa, per questo era preoccupata.»

L’uomo la baciò, in lontananza sentì il rombo di una motocicletta che si avvicinava, ma non gli interessava, anche se stonava con la perfezione di quel momento. Fu un attimo, intorno a loro esplose il caos. Dei colpi di pistola infransero quel silenzio, istintivamente si abbassò. Poi come tutto era cominciato finì.

Andò alla ricerca di Hinata e la vide a pochi metri da sé, riversa a terra. Il tempo sembrò scorrere più lentamente. Quegli occhi che aveva tanto adorato, così pieni di vita ora erano vitrei e non restituivano più quella gioia di vivere. Sentì qualcosa rompersi dentro di sé, tutto era andato in frantumi. Si ritrovò ad abbracciarla, a sussurrare parole alle sue orecchie, a toccare le sue labbra con i polpastrelli della sua mano, ma nessun segnale veniva dalla persona che aveva tanto amato. Urlò. Un urlo disperato pieno di dolore e si ritrovò a maledire il cielo e la sua stessa esistenza. Gli avevano portato via la cosa più preziosa, anzi, le due cose più preziose. Non aveva avuto il tempo di dirle quanto era felice per quella notizia, quanto l’amava. Il mondo per lui aveva cessato di esistere.  
 

Quando si destò da quei ricordi, notò che i suoi occhi erano secchi e gli bruciavano. Tutte le lacrime trattenute nell’ultimo periodo si erano esaurite quella sera. Lui non poteva più amare, anzi non doveva più amare. A causa del suo lavoro aveva perso Hinata e suo figlio. Non se lo sarebbe mai perdonato. Inoltre, non poteva permettere che questo accadesse nuovamente. Doveva rimanere impermeabile ai sentimenti e poi il solo fatto che un’altra donna si fosse insinuata nella sua vita, lo faceva sentire male. Gli sembrava di tradire la sua memoria. 

Perse il conto di quanto tempo era stato seduto sul quel divano a rinvangare quei ricordi. All’improvviso, uno strano profumo lo ridestò dal quel torpore che l'aveva invaso. Acuì i suoi sensi, non era un odore qualsiasi, era il suo profumo, quella fragranza di gelsomino che tanto adorava di lei. Si guardò intorno stupefatto, ma non riusciva a vedere o percepire nulla. Un leggero venticello colpì il suo viso, come una carezza. 

E capì che era lei, che ancora una volta lo stava riportando alla vita, ancora una volta gli stava donando speranza.

Si ritrovò a piangere. Un pianto diverso, liberatorio; perché dal profondo della sua anima, capì che lei lo aveva perdonato, anzi, non lo aveva mai accusato di nulla. Grazie a lei era riuscito a perdonare, finalmente, sé stesso. 

Prese il telefono, sapeva cosa doveva fare.


Spazio autore:

Ciao, 
puntualmente, come ogni lunedì, ecco il nuovo capitolo.
Finalmente siamo giunti al punto di partenza, dove la storia ha avuto inizio. Il passato tragico di Naruto è stato rivelato in tutta la sua tragicità.
Ammetto che sono molto legato a questo capitolo, perchè è stato il primo che ho scritto, quindi ho un legame molto particolare.
Come sempre, spero che sia stato di vostro gradimento.
A presto!
Mask.
   
 
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