Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
Segui la storia  |       
Autore: Hoshi_10000    01/10/2020    0 recensioni
Ogni persona è destinata a provare dolore, perchè per comprendere cosa sia la luce occorre il buio e così per capire la felicità occorre anche il dolore. Che tu sia un bambino o un anziano, un principe o un ladruncolo, non fa alcuna differenza: ci sarà il dolore, e solo dopo averlo provato potrai davvero capire cosa sia la felicità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Abmad Saluja, Hakuryu Ren
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 La fine ha diverse forme

-Sei certo di volerli vendere oggi? Le uniche messe bene erano le due femmine di due giorni fa, quelli che abbiamo ora non hanno un bel colore, ce li pagheranno poco o nulla.-
Passi lungo il corridoio, e lamenti di prigionieri: le guardie stanno tornando, e a giudicare dalle loro parole sono lì per qualcuno di loro.
-Ho sentito che oggi verrà un inviato del Colosseo, pagherà qualsiasi cifra per un Fanalis.-
Cigolio di chiavi, e la porta si apre, rivelando il solito secondino grasso accompagnato da una giovane guardia: se solo riuscisse a strapparsi le catene dai polsi potrebbe ammazzarli entrambi a mani nude, nonostante non abbia neppure cinque anni.
-A tutti piacerebbe acquistare un bambino, potranno gestirlo e educarlo come meglio credono.- commenta sarcastico, e suo padre snuda i denti, strattonando invano le catene, mentre suo fratello si rannicchia contro il muro e trema.
-Il direttore ha detto quale prendere?-
-Dobbiamo valutare noi. Vieni, occupati di quello vicino alla femmina, io mi occupo di quello che ringhia.-
Il secondino grasso, il capo fra i due, gli si avvicina, e lui tenta di saltargli alla gola, ma fallisce come al solito, soffocandosi con il collare di ferro, e l’uomo ne approfitta per prendergli il mento e esaminarlo: ha una guancia distrutta, tutta la pelle si è strappata, ed il suo viso è incrostato di sangue e paglia, i suoi capelli sono più selvaggi che mai e i suoi occhi lanciano fiamme.
-Com’è messo quello?-
-Non lo so, non lo riesco a capire, è stretto su se stesso, se solo…- la guardia fa un passo in avanti, e sua madre scatta, afferrandolo per una spalla e buttandolo a terra. Non fa in tempo ad urlare che è morto, con un braccio piegato sotto il corpo in modo innaturale e il cranio frantumato contro il pavimento di pietra.
Lo’lo sorride diabolico, fiero di lei, e prova a mordere l’uomo che ancora lo tiene, ma proprio non ci riesce.
-È forte la tua mamma, eh demonio?- gli chiede, e Lo’lo tenta d’urlare nella speranza di fargli esplodere il cranio, ma non ci riesce, non c’è aria a sufficienza lì dentro, e tutto il viso gli fa ancora male per la ferita e la violenta infezione in corso, contro cui la sua sola saliva non ha mai potuto nulla.
-Quegli imbecilli dei nuovi secondini li hanno messi troppo vicini, lo dicevo io che era pericoloso.- scuote il capo, gli occhi per nulla dispiaciuti dalla morte del collega.
-Avvicinati anche tu, e vedrai quanto può essere pericoloso.- lo invita Lo’lo, e l’uomo ride.
-Allora sai pure parlare, non ti facevo così intelligente. Andrai benone, e questa guancia ti sta a pennello, se solo la puliremo darai l’idea di un animale forte e selvaggio, proprio ciò che la gente vuole comprare.-
-Fallo, e ti strapperò un dito.-
La guardia ride, e lui pensa che smetterà presto di farlo quando metterà in pratica le sue minacce, specie perché se vuole portarlo via da lì deve staccare le sue catene dal muro, ma l’uomo estrae un coltello dalla cintola e glielo avvicina alla gola.
-Provaci, e ti giuro che raderò al suolo questa città, a costo di farlo da solo.- minaccia suo padre, vanamente.
L’uomo passa la lama di piatto sulla guancia, provocandogli un dolore immane e quasi si aspetta che voglia slabbrare ulteriormente lo strappo, e invece dopo un attimo quello si alza e va a staccare le sue catene dal muro. Vorrebbe saltargli addosso, vorrebbe atterrarlo, e ammazzarlo lentamente, non come sua madre, ma non ci riesce, si sente intorpidito, i muscoli non gli rispondono.
-Temo che non morderai nessuno cucciolo.- gli dice scompigliandogli i capelli, con la voce carica di disprezzo, mollandogli poi un pugno allo stomaco che gli fa vomitare bile, la sola cosa che contiene da giorni.
-Fossi in te non rifarei mai più uno scherzetto come quello- dice alla sua seconda madre, indicandole la guardia riversa a terra -o la prossima volta potrei fare di peggio, a nessuno importerà se a quello lì che ti stringi al petto manca un orecchio o la lingua.-
Strattona la sua catena, e lui cade in avanti, i capelli che s’impregnano di vomito.
Ricorda la steppa, in cui correva libero e felice, azzuffandosi coi suoi fratelli e cacciando al fianco dei suoi genitori, il giorno in cui hanno iniziato a correre non più per l’ebbrezza del vento che soffia nei capelli ma per fuggire. Ricorda i pasti magri, le notti passate al freddo nelle grotte, accoccolato con i suoi fratelli per scaldarsi, e il volto dei mercanti di schiavi che li avevano presi grazie a dei corvi.
Mentre quell’uomo lo trascina per i corridoi, la testa sollevata da terra grazie alla catena tenuta corta, sente le urla di suo fratello, che chiama il suo nome disperato, e quasi vede le lacrime della sua matrigna mentre infierisce sul cadavere della guardia per sfogare la frustrazione. È semi-cosciente quando la guardia gli butta addosso un secchio d’acqua e gli passa rudemente una mano sulla guancia per ripulirlo, ma non vorrebbe, se sarà sveglio durante l’asta se ne ricorderà per tutta la vita, e non potrà mai smettere di pensare alla sua famiglia che piangeva per lui, ma anche per sé stessa.
L’uomo lo lega ad un palo, mentre l’effetto di quella sconosciuta droga inizia a svanire e gli acquirenti a radunarsi sotto il pulpito. Non vede la luce da settimane, ha desiderato rivedere il sole a lungo, e ora finalmente eccolo.
-… e ora finalmente il Fanalis che potete vedere. È stato catturato a Katargo un mese fa, insieme alle due Fanalis che abbiamo venduto l’altro ieri e il resto della sua famiglia. Sua madre ha ucciso una guardia pur essendo incatenata e lui ha quasi stappato una mano ai mercanti che li hanno catturati. Come prezzo base proponiamo dieci mila falci.-
“Non era sua madre” vorrebbe dire amaramente, mentre le mani scattano in aria e i numeri si susseguono incessanti. Ripensa alle giornate passate senza un pensiero, alla serenità della sua vita passata e alla felicità: la parola “venduto” segna per lui la fine di tutto.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic / Vai alla pagina dell'autore: Hoshi_10000