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Autore: Ahimadala    02/10/2020    1 recensioni
Ricomincia un nuovo anno ad Hogwarts: il sesto anno.
Ma per Draco Malfoy non sarà un anno come gli altri: in una sola estate le sue certezze sono state stravolte e iniziano a crollare una dopo l'altra.
Un compito dal Signore Oscuro ed un unico obiettivo: sopravvivere e far sopravvivere la sua famiglia.
Tra tutti i problemi che appannavano la sua idea di futuro, l'amore per una mezzosangue era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato.
Dal testo:
La osservò mentre le sue dita percorsero il profilo di quel marchio. Era strano. Un tocco così delicato su quel segno così oscuro. Si sentiva in qualche modo guarito.
Lei aveva questo effetto su di lui.
"Perchè vuoi farlo? Perchè vuoi mettere in pericolo la tua vita per aiutare me?"chiese.
"La mia vita è già in pericolo" affermò decisa, continuando a fissare il suo avambraccio.
"Solo per questo?"
[...]
"Lascia che io ti aiuti" furono le parole di Hermione, sussurate sul bordo delle sue labbra.
"Ad una condizione" rispose lui. Non aveva scampo, era debole di fronte a lei.
Le sue resistenze crollavano, la sua volontà vacillava, la sua ragione e il suo buon senso si dissolvevano.
"Devi permetterti di proteggerti"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Lavanda/Ron
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Draco fu il più rapido, percorrendo il corridoio a lunghe falcate verso la fonte del rumore.
Poco più indietro Theo lo seguiva tentando di calmarlo.
"Potrebbe essere la gatta di Gazza, non è il momento di farsi prendere dal panico". L'unica cosa che ottenne come risposta fu uno sguardo torvo da parte del biondo.

Il corridoio era vuoto: qualunque fosse stata la fonte di quel rumore era sparita.
"Sarà stato quello stupido gatto, non preoccuparti" disse Theo, rallentando il passo. "Andiamo".

Harry ebbe i riflessi pronti, sfilando dalla tasca il suo mantello dell'invisibilità e sfuggendo alla vista dei due serpeverde per un pelo. Col cuore che gli batteva nel petto corse a cercare i suoi amici. Doveva raccontare a Ron ed Hermione ciò che aveva sentito.

***
Nella testa testa di Draco riecheggiavano le parole del professor Piton. Il momento che aveva cercato di rimandare il più possibile era arrivato.
Cosa avrebbe raccontato ad Hermione? La verità. Più le starà vicino e più sarà in pericolo.
Entrando nel suo dormitorio si fiondò dritto sul letto, determinato ad avere un po' di riposo prima di affrontare la verità con Hermione quella sera.

Un movimento sulla sua scrivania catturò la sua attenzione.

Una civetta, con una lettera al becco, lo fissava da lì.
Strano: la posta veniva recapitata in sala grande, non in dormitorio.
Non era il solito gufo della famiglia Malfoy, dalle piume argentee e la stazza imponente. Questo era decisamente più piccolo, dal piumaggio quasi dorato e dagli occhi blu. Chi gli mandava un messaggio?
Prese la lettera al becco porgendo al gufo dei croccantini come ricompensa, ma questo li ignorò. Aprì la lettera, riconoscendo la calligrafia di sua madre.

Draco , mi sono assicurata che questa lettera non venga intercettata. Il tempo sta per scadere. I mangiamorte stanno per prendere il ministero e a breve pretenderanno Hogwarts. Il loro passo successivo sarà la registrazione di tutti i nati babbani. Se vuoi proteggere qualcuno, l'unica cosa da fare è allontanarlo e costringerlo alla fuga.

Dietro questa lettera vi sono tutte le istruzioni necessarie per riparare l'armadio, Bellatrix sta programmando l'attacco a due settimane da oggi. Non compiere gesti avventati.

Tua madre

Draco lesse le parole di sua madre per ben due volte prima di guardare il retro del foglio con le istruzioni per trovare e riparare l'armadio. Riflettè su ciò che vi era scritto. Narcissa sapeva di lui ed Hermione e gli stava dicendo di lasciarla andare, di costringerla a fuggire. Severus lo aveva avvisato sui progetti dei mangiamorte ma non ci aveva mai riflettuto veramente.

Come poteva convincere Hermione a fuggire e nascondersi? Avrebbe dovuto allontanarla. Sarebbe stata più al sicuro con Harry, Weasley e l'ordine, non con lui e la sua banda di mangiamorte.

Doveva ferirla, convincerla ad odiarlo. È ciò che ha fatto durante tutti questi anni ad Hogwarts, non dovrebbe rivelarsi difficile.
Eppure adesso il pensiero gli fece venire un nodo alla gola.

Si alzò, tirando un calcio al piede del letto e maledicendo se stesso. "Stupido, stupido, stupido". Cosa gli è venuto in mente? Ha preso in giro se stesso e lei credendo che questa storia potesse mai funzionare. A pensarci adesso gli veniva quasi da ridere. Era ora di far scoppiare questa bolla felice all'interno della quale si era rinchiuso e affrontare la realtà.

Hermione doveva vederlo per ciò che era realmente, odiandolo come meritava.

***

Harry trovò Hermione di ritorno dalla biblioteca.

"Devo parlarti" disse il ragazzo.

"Non ora Harry"

"Riguarda Malfoy"

***

Il momento di affrontare la verità, ed Hermione, era arrivato. Draco si esercitò con l'occlumanzia prima di vederla, raccogliendo tutti i ricordi degli ultimi mesi e i suoi sentimenti per lei e seppellendoli in profondità. Non dovevano risalire, non stasera. Stasera sarebbe tornato il Draco Malfoy di sempre, quello che l'ha ferita più volte senza mai porsi il minimo scrupolo, quello che anni prima gioiva nell'umiliarla e vederla allontanarsi in lacrime.

Arrivò in corridoio e lei era lì che lo aspettava al solito posto. Lo accolse con un aria leggermente diversa dal solito, più fredda, preoccupata.
-Bene-.

"Ehi" disse, raccogliendo una ciocca di capelli e portandosela dietro l'orecchio. "Devo parlarti".

"Anche io".

Camminò tre volte avanti e indietro, chiedendo alla stanza un posto diverso da quello a cui erano abituati. Freddo, cupo, scomodo: nessun letto, nessuna libreria, nessun caminetto.

Scorse l'espressione preoccupata e perplessa della grifondoro non appena varcò la soglia e si sforzò di non pensare a ciò che lei si aspettava, al loro rifugio, a quello che avrebbero fatto in quella stanza se la realtà non fosse tornata a perseguitarlo.

Nonostante i suoi sforzi e l'occlumanzia non potè fare a meno di pensare, anche se solo per un secondo, a quanto avrebbe voluto averla per un ultima volta, affondare in lei con tutta la sua disperazione e perdersi nel suo calore fino a dimenticarsi il suo stesso nome.

Ma no, non era lì per quello.

"Harry ti ha sentito parlare. Dice di averti sentito dire che devi uccidere qualcuno" con le mani incrociate sul petto, Hermione parlava guardandolo dritto negli occhi.
"Era più che convinto di aver sentito bene, nonostante abbia provato a diassuaderlo.."

"È la verità" la interruppe lui, sforzandosi di non guardarla negli occhi e concentrandosi su un punto nel muro dietro di lei.

"Che cosa vorrebbe dire?"

"Mi è stato dato un compito e devo svolgerlo"

Hermione scrollò le spalle, avvicinandosi a lui. "Tu non sei un assassino Draco, perché non me ne hai parlato? Di chi si tratta? Ci inventeremo qualcosa, parlaremo con Silente e... "

"Smettila"

Hermione cambiò espressione, mantenendo lo sguardo fisso su di lui, ma non parlò.

Draco continuò. "Non posso disobbedire"

Hermione fece un altro passo verso di lui e Draco dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per resistere alla tentazione di stringerla a sé, respirando appena per non essere inondato dall'odore del suo shampoo alla vaniglia.
"Silente e l'ordine ti aiuteranno, io ti aiuterò, siamo ad Hogwarts, siamo al sicuro qui"

Draco fece un passo indietro, allontanandosi da lei. L'espressione sul volto della grifindoro cambiò, tingendosi di preoccupazione.

Era il momento di ferirla, di assicurarsi che gli sarebbe stata lontano.

"La decisione è già presa" rispose freddo, mentre il suo nodo alla gola cresceva sempre più. La conversazione doveva finire il prima possibile.

"Tu non sei un assassino" rispose lei, tentando di nuovo di avvicinarsi. Il suo tono di voce adesso era cambiato. Era basso, privo della sua solita determinazione e sicurezza.

"Non sai nulla di me".

"So che sei non sei come cerchi di apparire. Tu non sei questo, non sei costretto a seguire la strada che hanno scelto per te Draco, lasciati aiutare"

Draco rispose forzando una risata amara, con la gola che oramai bruciava per lo sforzo di trattener le lacrime e ringraziando la poca luce della stanza che gli impediva di vedere quelle di lei.

"Non sai nulla di me. Cosa ti fa pensare che io voglia il tuo aiuto? Credi di conoscermi dopo qualche scopata? È stato divertente finché è durato ma ora basta".
La faccia della grifondoro le confermò che era riuscito nel suo intento. L'aveva spezzata.

"Questa cosa" continuò, agitando la mano tra lo spazio tra loro due "è stato il culmine di una bella fantasia, ma è andata avanti troppo a lungo"

Sentendosi ormai sul punto di non poter più trattenere le proprie lacrime si diresse verso la porta, fermandosi un momento sull'uscio.
Senza guardarla in viso aggiunse:

"Non avrai mica creduto che ci fosse qualcosa di vero tra noi? Ti credevo più sveglia, Granger" e se ne andò, senza nemmeno rivolgere un ultimo sguardo, sentendo il peso delle sue stesse parole mandargli il cuore in frantumi.



Rieccomi e scusate la lunga assenza. Cercherò di essere costante e postare almeno un capitolo a settimana. La storia sarà finita entro il 2021:) fatemi sapere cosa ne pensate

   
 
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