Albus Severus Potter non teneva particolarmente al suo compleanno, era un giorno come tanti, uno qualsiasi. Sì, gli piaceva ricevere gli auguri, avere i regali, avere una torta eccetera, ma non gli piaceva fare una festa ed essere al centro dell'attenzione. Lo faceva sentire a disagio. Quel giorno però sembravano esserselo tutti dimenticati. 
Aveva provato a fare qualche cenno alla madre, ma non era servito a niente.
Suo padre e lo zio Ron sembrava fossero stati risucchiati dal Ministero.
James non aveva fatto altro che prenderlo in giro, come al solito. Solo Lily si era immolata per fare un giro al parco quel pomeriggio, anche se non aveva accennato a nessun augurio.
Qualche cugino gli aveva inviato un gufo di auguri ma nessun regalo. Era arrivato persino a pensare che gli avessero organizzato una festa a sorpresa ma sua madre era troppo calma e soprattutto, dimenticarsi del compleanno sarebbe stato l'espediente più antico e patetico del mondo.
Erano seduti su una panchina e Lily non aveva fatto altro che guardare l'orologio per tutto il tempo. «Hai fretta?» chiese infastidito.
Lily lo guardò con aria colpevole. «No, è che forse dovremmo andare».
«Andare?» ripeté.
«Sì. Si sta facendo buio» rispose facendo saettare lo sguardo da lui al cielo.
«Buio? Lily, è luglio, il sole tramonta alle nove!» rispose isterico. «Io non so che vi prende oggi, siete tutti strani. Volevo solo fare una passeggiata nel parco visto che anche il mio migliore amico mi ha detto di avere cose più importanti da fare, nel giorno del mio compleanno!» sbottò all'improvviso. 
Lily inspirò guardando il parco, poi gli mise una mano sulla spalla. «Vieni andiamo a casa» gli disse. 
Albus, deluso da quella giornata, la seguì senza guardare dove andasse, altrimenti si sarebbe accorto che avevano fatto più strada del dovuto, che erano passati davanti casa loro superandola e adesso erano davanti al pub. «Che ci facciamo qua?» domandò confuso. 
«Fai solo finta di essere sorpreso, ok?» fu la risposta che gli diede. 
Il locale era totalmente al buio, fecero in tempo a fare un passo che una luce si accese e svariati parenti ed amici urlarono «SORPRESAAAAA!» 
I suoi genitori corsero ad abbracciarlo, James gli scompigliò i capelli, già spettinati. Anche Scorpius gli diede una pacca sulla spalla facendogli gli auguri e così trascorse la prima ora, tra auguri e battutine. 
Solo verso la fine della serata si accorse di sua sorella Lily in un angolo da sola. Si avvicinò maledicendosi di essersi voltato così male quel pomeriggio, in fondo volevano solo fargli una sorpresa. «Tutto bene?» Lily alzò la testa. 
«Sì, certo. Piaciuta la festa?» domandò gentile. 
Albus annuì sedendosi sulla sedia libera. «Mi dispiace per oggi pomeriggio, non dovevo voltarmi in quel modo». 
«Avrei fatto anche di peggio al tuo posto, e lo sai». Albus rise concordando con la sorella.
«Potevate trovare un’altra scusa però, così mi avete fatto sentire male per tutto il giorno!» le fece notare. Lily increspò le labbra.
«Ah, io l’ho detto, ma Scorpius sosteneva il contrario. Diceva che così l’avresti ricordato per sempre». 
Guardò velocemente i suoi parenti ed i suoi amici mangiare e parlottare. Su una cosa avevano ragione: avrebbe ricordarlo quel compleanno per il resto della sua vita.