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Autore: vento di luce    12/10/2020    7 recensioni
Una raccolta di racconti eterogenei,che comprende non solo i personaggi principali,ma anche molti altri personaggi,trattando i loro sentimenti a partire da una parola,che sia astratta o concreta,che ha catturato la mia attenzione,facendo riferimento sia all'anime che al manga.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Turbamenti-Loop
One shot



*********
 

“In realtà non è Becky la ragazza che amo”, disse Abel seduto ai piedi di un albero in compagnia di Georgie, dopo aver lavorato per ore nei campi, avvicinandosi sempre più, “quella che mi interessa veramente è…”
 “Abel!”, lo interruppe con tono brusco Arthur, che fino a quel momento era rimasto teso, in disparte, ad osservare i due dialogare in intimità.
La ragazza aveva chiesto ad Abel se fosse arrabbiato con lei per aver dovuto abbandonare la festa della giovane Clarke che, dopo quanto accaduto, era partita subito per l’Inghilterra.
“Però a te piaceva Becky, non è vero?”, aveva insistito Georgie, fino a provocare quella risposta inaspettata del fratello, che stava quasi per rivelarle le sue origini se non fosse intervenuto Arthur.
La fanciulla, vedendo quegli strani sguardi fra i ragazzi, quei silenzi improvvisi, sbottò dicendo: “ho capito, mi state escludendo dai vostri segreti. Sono vostra sorella ma mi trattate come un’estranea!”
Abel, osservandola poi andare via imbronciata, strinse un pugno quasi a conficcare le unghie nella pelle. I sentimenti che nutriva nei confronti di quella creatura, per lui divina, stavano diventando ogni giorno che passava più intensi, facendo ormai fatica a trattenersi. Ma quello che lo faceva più stare male, che non lo faceva dormire la notte, era non poter dire la verità all’unica ragazza che davvero amava. Avrebbe voluto fermarla in quel momento, urlarle tutto il suo amore e invece Georgie, ancora una volta, aveva frainteso.


“Loop, dove sei? Torna qui!”, iniziò a dire più volte la fanciulla mordendosi un labbro, addentrandosi nella foresta, pentita per aver rimproverato poco prima il tenero koala.
 “Sei soltanto un pasticcione, lo sapevo che non dovevamo portarti con noi. Vai via, abbiamo da fare qui”, aveva aggiunto Abel in quel frangente, rincarando la dose. Allora Loop, mortificato, vedendo quelle espressioni adirate, si era allontanato mesto.
I tre fratelli erano cresciuti, le loro esigenze non erano più quelle di una volta, avevano meno tempo per il piccolo koala e anche meno pazienza. L’animale così, in alcune circostanze era diventato più un fastidio che una compagnia.
 “Dove sarà andato a finire, non dovevamo comportarci a quel modo”, esclamò Georgie vagando fra gli alberi quando Arthur, sentendo la sua voce, la raggiunse poco dopo insieme al fratello dicendo: “Non preoccuparti, vedrai che lo ritroveremo.”
“Loop deve capire che non possiamo giocare sempre con lui”, intervenne Abel, spostando una ciocca di capelli dalla fronte, scocciato.
 “Magari si è perso e non trova la strada”, disse  la ragazza guardandosi intorno, “ho paura che non lo rivedremo mai più.”
“Stai tranquilla, vedrai che lo riporteremo a casa”,  esclamò Arthur accennando un sorriso, poggiando le sue mani sulle spalle delicate della ragazza, rassicurandola ancora una volta, “sarà soltanto nascosto da qualche parte.”
“Forse so  dove si è cacciato quel combina guai. Si sarà sicuramente rintanato nel bosco degli eucalipti”, disse Abel grattandosi la testa, “cerchiamolo separati così  lo troveremo prima.”


Loop nel frattempo, inconsapevole di quanto Georgie fosse preoccupata per lui, stava mangiando proprio delle foglie di eucalipto, di cui era ghiotto, in compagnia di una femmina di koala.
“Non puoi avermi abbandonata”, sussurrò la fanciulla una volta rimasta sola, continuando a chiamarlo senza tregua, quando vide ad un tratto talmente tanti koala che si sentì quasi mancare. Toccandosi per un momento la testa con una mano sentendola girare, facendo un profondo respiro li osservò con attenzione, alcuni stavano giocando mentre altri dormivano rannicchiati. Ma nessuno di loro era Loop, con la sua espressione buffa, un essere speciale che avrebbe riconosciuto tra tutti.  Georgie così, sospirando, proseguì a cercarlo, immersa in quell’odore balsamico che tanto amava annusare sul pelo soffice del suo compagno di giochi,  ripensando al loro primo incontro.


Un giorno di tanti anni prima aveva accompagnato suo padre adottivo, Eric, a tagliare la legna insieme ai fratelli e, annoiandosi non potendo aiutarlo in quel faticoso lavoro, si era allontanata sedendosi sotto un albero, vedendo d’improvviso qualcosa di morbido caderle addosso.
“Abel sei tu? Smettila di scherzare, vieni fuori”, aveva esclamato la bambina non vedendo nessuno, sentendo poi quella strana cosa cascarle di nuovo sopra. In quel momento una palla di pelo, mostrando un grazioso musetto, si era aperta davanti ai suoi occhi.
“Come sei carino”, aveva detto Georgie osservando quel cucciolo di koala, animale tipico dell’Australia, del quale si era subito innamorata. “Non hai la mamma?”, aveva continuato prendendolo in braccio accarezzandolo, sorridendo dopo averlo osservato arrampicarsi in modo goffo sul tronco di un albero, cadendo più volte, “allora da adesso sarò io la tua mamma.”
Ci era voluta poi tutta la persuasione di Eric e dei figli per convincere Mary a tenere quel piccolo animale ma, dopo tanta insistenza, la donna alla fine aveva ceduto. Quella sera così, nella stanza che condivideva all’epoca con i fratelli Georgie, perdendosi in quegli occhietti dolci, aveva deciso di chiamare il suo nuovo amico Loop. Da quel giorno il koala era diventato un componente della famiglia Buttman.


Ridestandosi da quei pensieri la ragazza pronunciò ancora il suo nome e, proprio in quell’istante l’animale, avvertendo quel richiamo accorato, scese dall’albero dove stava ammirando il panorama, risalendo però subito dopo per tornare dalla sua compagna.


“Loop vuoi venire fuori si o no? Maledizione, sto iniziando a perdere la speranza”, esclamò nel frattempo Abel, seguitando anche lui a cercarlo, con la testa però immersa in tutt’altri pensieri. Si sedette poi su un masso, mordendo l’unghia di un dito sempre più nervoso, quando sentì un rumore.
“Arthur”, disse con un bastone in mano, vedendo il fratello spuntare dalle siepi.“ dal rumore che hai fatto credevo fosse un lupo.”
“Per un attimo ho pensato che volessi colpirmi”, rispose l’altro.
“Secondo te sarei stato davvero capace di farlo?”, esclamò Abel gettando quel pezzo di legno a terra, “ma ti confesso che l’ho desiderato tanto. Tu riesci a comportarti con Georgie come un bravo fratello, non lo sopporto! Sei davvero sicuro che provi solamente questo per lei?”
 “Per me è soltanto una sorella”, disse Arthur con fare calmo e il subbuglio nel cuore, mentre il vento s’insinuava fra i suoi capelli castani.
“D’accordo, ma se scopro che hai mentito non esiterò ad ucciderti”, esclamò il fratello guardandolo dritto negli occhi.
“Va bene, però stai attento anche tu. Se farai qualcosa che farà soffrire Georgie te la farò pagare. Per lei siamo i suoi veri fratelli e nessuno ha il diritto di toglierle quest’illusione, nemmeno noi.”
“Lo so”, sussurrò Abel socchiudendo gli occhi, poggiando una mano al tronco di un albero, “io la amo  e vorrei gridarlo al mondo intero ma non lo farò. Tanto lo scoprirà da sola prima o poi, non è vero?”
Arthur, guardando con sguardo malinconico quegli occhi blu imploranti, fece solamente cenno di assenso con la testa.
I contrasti tra i due fratelli, riguardo il destino di Georgie, erano appena cominciati.


Lontano dai problemi degli umani, come vivesse in un’altra dimensione Loop, in quel frangente, continuava a trascorrere momenti sereni, assaporando nella sua incoscienza animale quelle nuove sensazioni. Guardarsi per pochi istanti, conoscersi e capire di voler condividere insieme a qualcun altro la propria esistenza, senza intrusioni di nessun tipo. Una vita semplice in confronto a quella degli uomini.


Georgie invece continuava a camminare ormai del tutto sconfortata, all’oscuro di quanto era accaduto fra Abel e Arthur, di essere la causa della loro contesa, quando ad un tratto vide un koala di spalle sul ramo di un albero.
“Loop sei tu?”, disse incredula. Non appena l’animale si girò, la ragazza illuminò il suo bellissimo volto di un sorriso radioso dicendo: “Ti ho cercato dappertutto, pensavo non ti avrei più rivisto.” Subito dopo comparve tra le foglie di eucalipto una koala, che strusciò la testa a quella del suo amico e la ragazza, schiudendo la bocca, aggiunse: “Hai trovato una compagna!”
Tentò poi più volte di convincere Loop ad andare via con lei ma invano, inciampando anche su una radice di un albero, cadendo a terra.


 “Georgie!”, esclamò Abel trovandosi nei paraggi, accorrendo subito dopo aver sentito la sorella gridare, seguito da Arthur, “ ti fa molto male?”, sussurrò piegandosi, accarezzando la gamba della fanciulla.
Le sue mani scorsero, tremando, su quella pelle setosa con una tale delicatezza che, chi lo avesse visto in quell’istante, non avrebbe mai potuto pensare fosse la stessa persona di poco prima. Quando era vicino a Georgie il suo tono, spesso aspro si addolciva, come se le parole gli si sciogliessero in bocca, i suoi gesti bruschi diventavano di velluto.
“Grazie, non preoccuparti”, rispose la giovane rialzandosi.
“Hey ma quello non è Loop?”, intervenne Arthur.
“Si, si è trovato una compagna”, disse l’altra.
 “Anche lui doveva averne una prima o poi no?”, esclamò Abel con voce incrinata, ammirando la sua Georgie, di una bellezza sempre più ammaliante, ogni giorno che trascorreva.
 “Sembrano proprio innamorati”, disse la ragazza, non potendo immaginare minimante il tormento interiore del fratello.
“Somigliano agli uomini”, commentò Arthur.
“Georgie dobbiamo rassegnarci, Loop non vorrà più venire a casa con noi”, esclamò poi Abel.
 “è normale, se si ama qualcuno tutti gli altri diventano meno importanti”, rispose la fanciulla sorridendo, “anche i fratelli.”
Nell’udire quelle ultime parole al giovane si gelò il sangue.
“Vorrei tanto incontrare anch’io un uomo da sposare, bello e forte, ma solo se posso vivere vicino ai miei due fratelli e vederli ogni giorno”, continuò Georgie giungendo le mani, muovendosi  allegra a passo di danza, fino quasi a sfiorare il volto di Abel. Piccoli atti che la ragazza compiva nell’ingenuità di un rapporto fraterno, ignara delle sensazioni, inconfessate, che poteva scatenare.
Stordito da quella vicinanza inaspettata, da quel profumo, il fratello avrebbe voluto baciarla incurante di tutto, sentendo di non riuscire più a resistere. Voleva sentire il suo sapore, sfiorare la sua anima ma, facendo un profondo respiro, trattenne quell’energia bruciante, che lo stava devastando, con tutta la forza che aveva in corpo.
“Certo, nessuno può portarti via da me”, disse Abel prendendola in braccio.
“Mettimi giù!”, esclamò Georgie facendo finta di lamentarsi, dando dei colpetti su quelle spalle maschili che tanto la facevano sentire al sicuro dopo la morte del padre.
“Non posso, sei ferita.”
“E Loop?”
“Stai tranquilla, verrà a trovarci ogni volta che vorrà”, rispose il giovane incamminandosi, stringendo la ragazza percependola così fragile a contatto con il suo petto muscoloso. In quel frangente non esisteva per lui nient’altro che Georgie.


Arthur, lasciato invece indietro, li osservò ancora una volta in disparte, non vedendo più un fratello e una sorella, ma una coppia che si stuzzicava con affetto. Si chiese quanto Abel  sarebbe riuscito ad arginare quel che provava nei confronti della fanciulla. Un pensiero assillante, tanto da rendere le gambe pesanti, quasi incapace di muoversi.
 “Sono felice per voi, potete amarvi senza che nessuno dica niente”, disse poi il ragazzo guardando Loop e la sua compagna, “io invece non posso dire a nessuno che amo Georgie, nemmeno a mio fratello”, aggiunse con un nodo alla gola, pronunciando quelle parole.
Scuotendo la testa, con gli occhi umidi fino ad inondarsi di lacrime, corse via d’improvviso al tramontar del sole, soffocando nel profondo del cuore quel sentimento crescente. Non poteva farlo, non poteva ferire Abel, vittima lui stesso di un miraggio d’amore.


Così, in quello che doveva essere un giorno spensierato come tanti, le naturali effusioni di quel piccolo koala avevano smosso gli animi dei tre fratelli, facendo provare ad ognuno di loro diverse, intense sensazioni.
Il tempo dei giochi era finito e quello dell’amore per Abel, Arthur e Georgie, con i suoi turbamenti, era appena cominciato.
 

*********
 

Note:

-Alcune informazioni sul koala.

Il koala trae sostentamento dalle foglie di eucalipto, tossiche per altri esseri viventi, ma adatte al suo particolare apparato digerente, fornendogli cibo ma anche i liquidi necessari alla sua sopravvivenza. Questo animale, avendo come habitat prediletto le foreste di eucalipto, è caratterizzato da un forte odore balsamico che impregna il suo pelo donandogli questo tipico profumo, proteggendolo anche dai parassiti.
 
 
 
 
  
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