Steso sul letto dospedale, Rashid gira la testa verso la finestra. Che bello mormora. I raggi di un sole timido, appena evaso da una prigione di nubi, carezzano limmenso giardino della struttura, ancora lucido di pioggia. E un lungo, doppio arcobaleno rifulge nel cielo, simile ad una lastra dacquamarina. Il giovane sorride. A causa del veleno di Fang, si sono formate delle cellule tumorali nel suo corpo. Per questo, ha scelto di isolarsi. Non ha voluto nemmeno la compagnia di Azam. Ha chiesto alle persone amate di proseguire la vita senza di lui. Perdonami., pensa. Lui ama quelluomo, tanto grosso quanto gentile. E, per questo, non può costringerlo a vedere la sua sofferenza. Non sarebbe giusto. Lui deve seppellire Azam, Azam non deve seppellire lui. Anche qui è possibile godere di qualcosa mormora, sereno. Durante i primi, dolorosi mesi è stato spesso assalito dalla disperazione. Ha avuto paura. Perché lui, così giovane, è stato colpito così? E non è stata una malattia causata dalla sventura, ma da una crudeltà voluta. Poi, ha potuto vedere la primavera sbocciare nel giardino dellospedale. E, in quel momento, ha compreso. Per lui, cè ancora una speranza.