Quella mattina James Potter di svegliò con le soavi urla della moglie. Si girò nel letto matrimoniale cercando di tornare a dormire, ma la porta della stanza si aprì con un tonfo. «Sei un cretino!» esclamò la donna.
«Buongiorno anche a te, amore» rispose lui assonnato. «A cosa devo questa dolcezza?». Aveva ancora gli occhi chiusi appesantiti dal sonno.
«Ti ricordi per caso chi ha messo a dormire Harry ieri sera?» domandò furente.
«L'ho messo io, perché?» chiese aprendo un occhio.
«Perché l'hai coperto con il Mantello dell'Invisibilità, stamattina quando gli ho visto solo la testa mi è venuto un infarto!» esclamò piccata.
Con gli occhi aperti James poteva vedere che aveva le braccia incrociate e si mordeva l'angolo delle labbra, come faceva quando era nervosa. James affondò il volto nel cuscino per non scoppiare a riderle in faccia. «È inutile che ridi, sei un padre degenere!» sbottò.
«Non l'ho fatto apposta! Ero stanco, credevo di aver preso la sua copertina azzurra!» si difese.
«E non l'hai sentita troppo leggera?» chiese scettica.
«Non ci ho fatto caso» rispose. «Ma è vivo no? Ti ho solo fatto prendere uno spavento e a lui verrà un raffreddore, giusto?» chiese con i soliti occhi dolci che la facevano intenerire.
«James!» lo richiamò. La voce, però, aveva preso una piega più morbida. James sfruttò quel piccolo momento di debolezza per prenderle la mano, trascinarla sul letto e darle un profondo bacio.
«Adesso sì che è un buongiorno» disse soddisfatto facendo sorridere la moglie.
I tempi erano incerti, non sapevano se e quanto sarebbero sopravvissuti ma Lily e i suoi occhi verdi sarebbero stati sempre la sua ancora.