Il 3 maggio 1998 fu un giorno difficile per tutti.
Fu difficile per la famiglia Weasley, che doveva affrontare un lutto.
Fu difficile per Harry che improvvisamente non sapeva più cosa fare. Aveva dedicato i suoi ultimi sette anni a dare la caccia ad un uomo che lo voleva morto e una volta ucciso doveva ricominciare a prendere in mano la sua vita.
Fu una giornata difficile per la McGranitt, preside ad interim, che si trovava con la scuola mezza distrutta e una cinquantina di corpi in un'aula e quello di Voldemort in un'altra.
E fu una giornata complessa anche per il Ministero che dovette giungere alla scuola e arrestare i Mangiamorte.
Harry guardava la Sala Grande, con ancora un po' di polvere qua e là, ma che aveva riacquistato un po' della sua familiarità con le tavolate. Con suo grande dispiacere, c'era la stessa confusione che aveva lasciato quando era andato a dormire. Provò una fitta di vergogna: la famiglia Weasley, la famiglia Canon, Andromeda, la famiglia di Lavanda di certo non avevano chiuso occhio. E forse manco la McGranitt e gli altri professori.
Non appena iniziò a camminare per la Sala Grande molti occhi lo scrutarono, Lumacorno lo guardò con ammirazione. Raggiunse Hermione e Ron seduti in una delle quattro tavolate a mangiare dei toast. Non sembravano rilassati ma almeno erano puliti. Si sedette accanto ad Hermione rimanendo in silenzio.
Inevitabilmente la sua mente finì a quell'Halloween del 1991, quando avevano salvato Hermione dal troll. Era iniziato tutto da lì. Da quel momento erano diventati amici e nessuno era riuscito a separarli. Avevano litigato, si erano innamorati, avevano accettato l'uno i difetti dell'altro e lo avevano sempre assecondato, anche quando sbagliava. Avevano perfino accettato di andare a cercare gli Horcrux con lui senza sapere da dove iniziare. Avevano messo in gioco la loro vita per lui.
«Grazie» disse guardandoli e catturando la loro attenzione. «Grazie perché in questi sette anni mi siete stati vicini. Senza di voi non sarei riuscito a fare niente di tutto questo».
«Oh Harry!» esclamò Hermione. Harry intravide i suoi occhi lucidi. Ron gli diede una pacca sulla spalla con fare amichevole.
«Che ne sarà adesso? Di noi, intendo» domandò Ron.
«Non lo so» ammise Harry alzando le spalle. «Abbiamo tutta la vita davanti. Nessuno che minaccia alla nostra vita, niente da cercare e distruggere, possiamo uscire senza pozione Polisucco o Mantello dell'Invisibilità».
«Sembra strano, eh?»
«Già» convenne Hermione. «Ma noi staremo insieme, vero?» chiese poi ansiosa. Ron annuì e le strinse la mano.
Ad Harry invece tornarono in mente le parole di suo padre nella foresta, quando era pronto a morire. Questa volta, però non erano parole di rassegnazione o di tristezza. Erano piene di speranza e di futuro. Guardò attentamente gli amici negli occhi: «Fino alla fine» rispose.