Giorno
5
No,
non ho perso il giorno 4 per
strada: semplicemente, il prompt del giorno 5 ben si conciliava alla
seconda
parte del capitolo sul giorno 3.
Prescription dreams
“Mordecai,
non è il caso di
andarsene in giro a quest’ora”
“É
solo una passeggiata,
Moravich” disse il biondo, sebbene il tono fosse
tutt’altro che leggero. “Non
vado distante. Non serve che mi accompagnate”. Perché
continuate a starmi dietro?
“Ma…
dove vai?”
“Dove
mi porteranno i piedi”
“Non
sei mai andato lungo questa
via…”
“Ci
sono posti nuovi che ancora
non ho visto?”
“Beh,
giù di qui c’è solo casa
nostra e…” Moravich, realizzando la destinazione,
dovette reprimere una
reazione di sgomenta incredulità. Mordecai
al… cimitero?
Jason
cercò di sbarrare la strada
a Mordecai con un’espressione di supplica che gridava
“Torniamo a casa”.
“Moravich,
Jason…” Mordecai
chiuse gli occhi per qualche istante, trattenendo un sospiro
“Quale parte di voglio stare per
conto mio non vi è
chiara?” e intanto spingeva gentilmente a lato il fratello
per passare oltre.
“Non
è un luogo sicuro” disse
Moravich lanciando un’occhiata di sbieco in direzione dei
lumini accesi in
lontananza.
“Allo
stato attuale mi sembra che
nessun luogo lo sia” commentò asciutto il biondo,
proseguendo ancora.
“Quello
è decisamente il meno
sicuro di Esqueleto”
“ESAGERATO!”
la vocetta femminile
proveniva inequivocabilmente dall’ingresso del cimitero, non
essendoci altro
edificio intorno. Certo, i tre non erano ancora giunti
all’entrata, ma ci
volevano solo pochi metri e, confidando nell’isolamento del
luogo (non
sembravano esserci calacas nei paraggi a far la spia) non avevano
badato al
volume della voce.
“Alma,
è tardi. Che ci fai ancora
in giro?” alzò la voce Moravich ma senza alcun
cenno di volersi avvicinare al
cimitero più di quanto già non erano.
“Mi
prendi per i fondelli,
Moravich? Per te, stare sul perimetro del cimitero, è andare
in giro?”.
“I
bambini dovrebbero già essere
a dormire a quest’ora” sospirò Moravich.
Non bastava Mordecai a comportarsi in
modo allarmante, ci voleva pure la signorina a complicare la situazione.
“La bambina” tono sarcastico
“in effetti ci stava andando, ma non mi
sembrava carino non ricevere un visitatore.”
“Sapevi che stavo
arrivando?” chiese Mordecai,
che ormai era pure stanco di meravigliarsi.
“Funziona
così con tutti, niente
di speciale” rispose con leggerezza “Ma dovete
proprio continuare a stare
lontani dalla mia vista? Mi sembra di parlare coi miei
amici! Cioè, Moravich e…
c’è anche Jason? Beh, se loro
continuano a restare fuori dalla mia vista mi fanno solo un
piacere…” aggiunse
con una nota acida “ma mi sorprende ritrovarti qui Mordecai!
Di notte! Non ti
spaventavano i cimiteri?” proseguì con tono molto
più cordiale.
“A
dire il vero” rispose il
biondo avvicinandosi “avevo proprio pensato di seguire il tuo
suggerimento:
venire qui se avevo bisogno di starmene per conto mio” e con
passo felino
attraversò il cancello rimasto aperto (per lui?) senza
trovare alcuna
resistenza. Solo allora vide una grossa tarantola poco distante dalla
bambina e
subito si allarmò. E c’era anche…
l’ombra di un teschio su Alma?
“Mordecai!”
Jason e Moravich
provarono a seguirlo ma rimasero bloccati fuori dal cancello.
“Mordecai,
sembra che tu abbia
visto un morto” commentò Alma perplessa dallo
sguardo spaventato del ragazzo.
“Alma,
non muoverti troppo veloce
ma allontanati da lì” disse allarmato il biondo.
“C’è una tarantola vicino a
te”.
“Che?”
guardò in basso “Naaa,
Whisky è docile! Anche se può ferire in altri
modi”
“Eh?”
guardò esterrefatto la
bambina mentre consolava con tono accondiscendente e dolce il ragnetto che sembrava essere sospettosamente triste come un bimbo che
è stato appena offeso.
Guardò
Mordecai e alzò le mani “No,
davvero, è innocuo” si affrettò a
rassicurarlo. Beh, stranezza più o stranezza
meno.
“Alma,
lasciaci entrare” chiese
serio Moravich.
“Non
siete qui per me ma mi state
sulle scatole quindi no, non vi faccio entrare. Ma visto che siete qui
per lui…” fece
cenno verso Mordecai. Poi si
rivolse direttamente al biondo
“Ecco
le regole in questo posto.
Tutti possono entrare o uscire a piacimento da qui: ovviamente
è un luogo
pubblico, oltre che speciale, ma questo te lo avranno già
detto al Pavo del Corral. Ma se
qualcuno pensa di
entrare qui per qualsiasi cosa che riguarda me, lo vengo a sapere;
allora
scelgo se tenerlo fuori o farlo entrare. Tutto questo per gentile
concessione
del padrone del luogo che, essendo
appunto il padrone del luogo, può andare e venire come gli
pare.” Si rivolse ai
due fratelli “Ho dimenticato nulla?”
“Hai
dimenticato di notare che, contrariamente
a quanto hai appena illustrato, ci stai lasciando
fuori! E magari il padrone del luogo
non avrà piacere di vedere Mordecai nel suo territorio a
quest’ora della notte.
E lui sì che può trattenere le persone
all’interno del suo territorio” replicò
Moravich con una punta di stizza.
Alma
alzò gli occhi al cielo
“Basta non venire qui con brutte intenzioni e nemmeno si fa
vedere! E poi
Mordecai vuole solo starsene per i fatti suoi – ho capito
bene?” chiese al
biondo.
Mordecai
fece un cenno
affermativo, intontito da quella discussione tra una bambina (oh,
strana pure
la bimba, vestita con pigiamone di pile rosa che la faceva assomigliare
a un
peluche gigante ma che teneva come animaletto domestico una tarantola e
stava
confinata da anni in un cimitero) e due adulti, discussione che
presumibilmente
aveva come oggetto Emanuel e da cui il biondo sembrava apparentemente
tagliato
fuori.
“In
conclusione: fai come vuoi
Mordecai. I miei amici, che al momento ci stanno guardando dalle tombe
come
tanti vicini di casa ficcanaso – sì
ragazzi,
vi sto osservando! - non
ti
infastidiranno. Lascio a te la scelta di farli entrare quando vuoi, se vuoi. Posso limitare gli ingressi ma
non le uscite: sentiti libero di andare via in ogni momento, se non ti
sentissi
a tuo agio. E se vuoi star per conto tuo, tolgo anch’io il
disturbo. So quanto
possa essere una rottura quando qualcuno
impone la propria presenza. Siate liberi di far quel che volete, voi
che potete”
girò i tacchi con un gesto di
commiato e si allontanò verso la chiesa, lasciando i tre a
sbrigarsela da soli.
Whisky il ragnetto la
seguì come un
docile cagnolino.
“Mordecai,
ti lasciamo da solo,
se è questo che desideri. Ma torniamo a casa”
“Perché
non posso restare qui?”
Moravich
non rispose. Se avesse
detto qualcosa, qualunque cosa, in risposta, avrebbe potuto prendere in
considerazione l’idea di seguirlo. Ma lo stava tenendo ancora
all’oscuro.
Ancora segreti.
“Non
starò via molto. Ci vediamo
più tardi”. Cercò di non badare alle
voci dei fratelli che lo chiamavano mentre
lui dava loro le spalle e si allontanava.
Piuttosto.
Col
cavolo che voleva stare da
solo in un cimitero!
Si
sbrigò a raggiungere Alma. Ok,
faceva inquietudine pure lei ma.. le faceva pure un po’ pena.
Ok, ultimamente
aveva il sospetto che le sue sensazioni facessero cilecca e questo lo
destabilizzava un po’ ma non riusciva a credere che Alma
avrebbe potuto
nuocergli in qualche modo.
“Già
qui?” chiese la ragazzina
appena Mordecai la raggiunse. Non volle entrare in chiesa ma
deviò verso una
panchina e lì si sedette.
“Meglio
che non mi porti uomini
in casa o il padrone” fece
un segno
con le dita come se stesse mettendo le virgolette alla parola
“si potrebbe
irritare” .
Mordecai
arrossì violentemente
“Ma io non..!”
“Ma
stai tranquillo! Sei quasi
più pesante di quelli che hai lasciato fuori!”
“Sembri
conoscerli bene”
“Bene…
non tanto. Ma diciamo che
se non li avessi conosciuti ora starei meglio. Forse.”
“Perché
dici così?” non era
semplice curiosità: si domandava cosa avessero fatto i suoi
fratelli di così
brutto da scatenare l’antipatia di una ragazzina
all’apparenza così dolce.
“È
una storia lunga e non mi va
di rovinarmi la serata con ricordi spiacevoli. Se ti va, puoi sempre
chiederlo a
loro.” Fece una smorfia, come a intendere che non ci
scommetteva un centesimo
sulla loro sincerità di una loro eventuale risposta.
Ancora
una volta, Mordecai ebbe
l’impressione di intravedere un’altra figura
evanescente sovrapposta ad Alma.
Uno scheletro il cui aspetto era piuttosto familiare.
“Posso
chiederti una cosa?”
Alma
fece un cenno affermativo.
“Anche
tu sei una divinità?”
chiese titubante. Non era esattamente una domanda che faceva con
leggerezza.
Alma
lo guardò senza comprendere.
“Da
quanto tempo sei qui,
Mordecai?”
“Quasi
un anno”
“Sei
qui da un anno e te ne esci
ancora con queste domande?” chiese incredula.
“Scusa
tanto se sono venuta a
conoscenza della tua esistenza da meno di una settimana!”
“Il
punto non è conoscere me da
una settimana ma essere ad Esqueleto da un anno e non conoscere i
fondamentali.
Comunque sì, sono pure io una divinità, e
congratulazioni per lo spirito
d’osservazione eh!”
“Siete
davvero tante” sospirò.
“Noi siamo…
beh..Sì..? La cosa ti turba Mordecai?”
“No,
non è quello. È che… vedo
cose che non dovrei vedere, sento cose che non dovrei
sentire… cose che mi
sembrano familiari ma non dovrebbero
esserlo… e non capisco”
“Ciò
che non capisci oggi non è
detto che non le capirai domani, basta metterci impegno”
Mordecai
la guardò scettico.
“O
almeno questo dice il maestro
di scuola e, prima che tu me lo chieda, viene lui qui a darmi lezioni a
domicilio. Homeschooling l’aveva chiamato”.
“Non
credo di volerle davvero
conoscere, queste cose”
“Perché?”
“Non
so. Paura, credo”
“Ma
così è peggio, no?”
Mordecai
non rispose.
“Quando
mi hanno portata qui,
c’erano tante cose che non capivo e anch’io avevo
paura. Piangevo sempre,
volevo la mamma e il papà. Ma Esqueleto è
così: ti sussurra delle cose e finché
non le capisci ti spaventano. Poi però ci arrivi a capirle
(ci arrivano tutti)
e ti rendi conto che la paura era per l’attesa, non per
quello che verrai
davvero a sapere”.
“E non potrei,
semplicemente, ignorarle?”
“Se
sei qui a Esqueleto no, non
puoi non ascoltare. Anche se ti strappassi occhi e orecchie,
continueresti a
vedere e sentire cose.
Però dopo va
meglio. Credo”.
“Tu…
hai una mamma e un papà?
Dove sono ora?”
“Fuori”
rispose laconica.
“Mi
dispiace”
“Sapessi
a me… Piuttosto, non
capisco perché hai detto tutte queste cose a me, che non mi
conosci – e da
queste parti è sempre meglio conoscere bene il proprio
interlocutore, vero Whisky? -
mentre stai evitando Jason e Moravich. Dovreste essere
più che amici, o
sbaglio?”.
Mordecai
guardò il ragno reagire
al richiamo di Alma “Dimmi che avete tolto le ghiandole
velenose a quel ragno”.
“Potrei
anche dirtelo, ma sarebbe
una bugia. Avanti, sputa il rospo”.
“Beh,
tu mi sembri così carina,
un po’ come Artemisia, e sento che non faccio male a dirti
queste cose.”
“Oh,
la bibliotecaria! Sì è
carinissima, mi porta sempre tanti libri per passare il tempo, sai
com’è, qui è
un po’ un mortorio!” sorrise alla sua stessa
battuta.
“Quanto
ai miei fratelli sento che
mi tengono nascosto qualcosa. Questo mi inquieta”.
“Ma
se ti vogliono bene, forse
non ti dicono tutto per non farti agitare, ti agiti già
abbastanza da solo!”
Mordecai
rimase in silenzio a
riflettere su quanto detto.
“Ma,
come hai detto tu prima, non
sapere le cose mi mette ansia lo stesso”.
“Loro
sanno meglio di te cos’è
Esqueleto. Avranno voluto aspettare che cogliessi i segni che la
città ti sta
mandando, come è successo a tutti. Ma nessuno può
sapere meglio di te se è
giunto il momento di capire, e a certe cose, credimi, è
molto meglio arrivarci
da solo. Se venissero solamente raccontate, potresti non crederci.
Basta
affidarsi ai sogni, ti si sveleranno quando sarai pronto ad
accoglierli”.
I
sogni… tipo quello fatto mesi
addietro, quello dove c’era uno scheletro molto somigliante
all’ombra che va e
viene dall’aspetto di Alma? …meglio non affrontare
il discorso, sarebbe
piuttosto complicato e, soprattutto, Mordecai aveva la sensazione che,
se
glielo avesse detto, la ragazzina gli sarebbe scoppiata a ridere in
faccia.
“Quindi…
dovrei sognare”
“Col
cuore aperto alla voglia di
conoscenza. Che poetessa che sono” si autocompiacque la
ragazzina. “E dacci
dentro con camomilla, passiflora o melissa, che ansioso come sei
scommetto che
fatichi a prendere sonno. Chiedi qualche infuso a Ebenezer, sono sicura
che la
conosci”.
“No,
ora non sono più ansioso”.
Era vero. Non aveva affrontato direttamente il discorso, forse non lo
avrebbe
affrontato comunque coi fratelli, ma chiacchierare alla leggera, senza
interruzioni provenienti dall’esterno, e allo stesso tempo
ricevere
rassicurazioni sul fatto che era normale ciò che stava
succedendo, che la colpa
è della città, che quando le cose saranno chiare
allora saranno meno spaventose,
lo aveva fatto stare un po’ meglio. Esqueleto e i suoi
abitanti saranno pure
inquietanti ma almeno le ragazze sono rassicuranti.
Anche quando talvolta assumono
sembianze spaventose. E anche quando iniziano a lanciare sbadigli senza
ritegno.
“Ti
ringrazio Alma. Si sta
facendo davvero tardi. Credo che tornerò dai miei
fratelli”
“Scommetto
che li troverai ancora
attaccati al cancello”
“E
tu dovresti davvero andare a
dormire”
“Puoi
giurarci che lo farò”
Si
alzarono dalla panchina.
“Fai
attenzione alla tarantola”
“Tranquillo,
dorme fuori. È un
ragno da guardia”
Mordecai
rise per la battuta.
“Non
era una battuta. Lui fa davvero la
guardia”.
“Buonanotte
Alma” sorvolò
il biondo, seppur sentendo scivolare
un sudorino freddo dietro al collo.
“Buonanotte˜˜”
cantilenò leggera
la ragazzina sparendo nella chiesa. Chissà se dormiva in una
bara come i
vampiri. Il parallelismo gli fece tornare in mente il fatto che, quella
sera,
era stato lui, semmai, a bere sangue, non Alma. Rabbrividì.
Meglio non farsi
domande.
**
Mordecai
notò i fratelli lasciar
andare un sospiro di sollievo nel vederlo tornare e, soprattutto, nel
vederlo uscire
dal cancello del cimitero, che si chiuse da solo alle sue spalle.
“Davvero,
non c’era bisogno che
rimaneste al freddo solo per aspettarmi” non era irritato ma
era sinceramente
dispiaciuto di averli lasciati all’aperto. Dopotutto, era
ottobre.
Jason
appoggiò una mano sulla
spalla del biondo, come per dirgli che non sarebbero mai potuti andare
a
dormire sapendolo fuori casa e turbato.
“Torniamo
a casa. Mi è venuta
voglia di bere qualcosa di caldo” propose
il biondo. Chissà se tenevano della
camomilla in casa.
“Sì,
torniamo a casa. Dovrebbero
esserci diversi tipi di tisana nella dispensa” disse Moravich.
Bingo.
**
La
routine giornaliera di Alma
era scandita da piccoli doveri che le garantivano la salvezza dalla
precipitazione in uno stato di angoscia perenne legata allo stare
confinata
della stessa zona per tutti i giorni della sua vita a Esqueleto,
iniziata ben cinque
anni prima, quando aveva a malapena concluso la prima elementare. La
mattina si
alzava presto per dare il becchime alle quaglie (sì, aveva
un piccolo pollaio
nella parte più interna del cimitero, ai suoi
amici non dispiaceva) prima di prepararsi la colazione e
iniziare a
studiare, da privatista ovviamente, le materie dal programma di prima
media. Il
pomeriggio, dopo la scuola, sarebbe venuto il maestro della scuola
della città
a darle un po’ di ripetizioni e non voleva mai trovarsi
impreparata. Poi c’era
la chitarra, il giardinaggio (coltivava personalmente i
cempasùchil che
adornavano il cimitero durante il Dia de muertos e ne forniva al Pavo
come suo
contributo personale alla festa a cui non avrebbe partecipato) e,
ovviamente,
le chiacchiere con gli amici che
occupavano le tombe. L’unica seccatura, a parte
l’isolamento ovviamente, era la
visita giornaliera del padrone del luogo.
“Il
mio servitore mi ha informato
che hai avuto delle visite ieri sera” le comunicò
laconico Dorian.
“È
il lavoro di Whisky dopotutto”
commentò piattamente.
Dorian
si accigliò “Non potevi
dargli un nome più dignitoso?”
“A
lui sembra piacere” rispose
facendo spallucce.
“Non
lasciarti coinvolgere Alma.
Ciò che deve accadere, accadrà”.
“Certamente,
ciò che deve
accadere, accadrà, ma intanto hai messo i tuoi servitori a
sorvegliare
Mordecai”
“Sono
i suoi fratelli. Avranno
cura di lui”
“Oh
sì, Mordecai non dubita
dell’amore che i suoi fratelli provano per lui.
Sfortunatamente, a chi va la
loro lealtà?”
“E
la tua lealtà? Dove si
schiererà stavolta?” domandò Dorian
affilando lo sguardo.
Era
soltanto una ragazzina ed era
ancor più piccola quando incontrò per la prima
volta quell’uomo altissimo
dall’aspetto cupo, responsabile della sua prigionia ad
Esqueleto, tuttavia lo
guardò dritto negli occhi “La mia
lealtà verso di te non è mai vacillata e mi
dispiace che tu lo abbia messo in dubbio. Ma sono Alma
Elefthería ora, e non ho
alcuna intenzione di rinunciare a questa esistenza. Non di
nuovo”.