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Autore: adrienne riordan    14/10/2020    0 recensioni
[La calaca de azùcar]
La vita a Esqueleto sembra tranquilla ma non lo è affatto. A farne le spese saranno i suoi abitanti, quelli nuovi, quelli vecchi e... quelli antichi.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno 5

No, non ho perso il giorno 4 per strada: semplicemente, il prompt del giorno 5 ben si conciliava alla seconda parte del capitolo sul giorno 3.

 

Prescription dreams

“Mordecai, non è il caso di andarsene in giro a quest’ora”

“É solo una passeggiata, Moravich” disse il biondo, sebbene il tono fosse tutt’altro che leggero. “Non vado distante. Non serve che mi accompagnate”. Perché continuate a starmi dietro?

“Ma… dove vai?”

“Dove mi porteranno i piedi”

“Non sei mai andato lungo questa via…”

“Ci sono posti nuovi che ancora non ho visto?”

“Beh, giù di qui c’è solo casa nostra e…” Moravich, realizzando la destinazione, dovette reprimere una reazione di sgomenta incredulità. Mordecai al… cimitero?

Jason cercò di sbarrare la strada a Mordecai con un’espressione di supplica che gridava “Torniamo a casa”.

“Moravich, Jason…” Mordecai chiuse gli occhi per qualche istante, trattenendo un sospiro “Quale parte di voglio stare per conto mio non vi è chiara?” e intanto spingeva gentilmente a lato il fratello per passare oltre.

“Non è un luogo sicuro” disse Moravich lanciando un’occhiata di sbieco in direzione dei lumini accesi in lontananza.

“Allo stato attuale mi sembra che nessun luogo lo sia” commentò asciutto il biondo, proseguendo ancora.

“Quello è decisamente il meno sicuro di Esqueleto”

“ESAGERATO!” la vocetta femminile proveniva inequivocabilmente dall’ingresso del cimitero, non essendoci altro edificio intorno. Certo, i tre non erano ancora giunti all’entrata, ma ci volevano solo pochi metri e, confidando nell’isolamento del luogo (non sembravano esserci calacas nei paraggi a far la spia) non avevano badato al volume della voce.

“Alma, è tardi. Che ci fai ancora in giro?” alzò la voce Moravich ma senza alcun cenno di volersi avvicinare al cimitero più di quanto già non erano.

“Mi prendi per i fondelli, Moravich? Per te, stare sul perimetro del cimitero, è andare in giro?”.

“I bambini dovrebbero già essere a dormire a quest’ora” sospirò Moravich. Non bastava Mordecai a comportarsi in modo allarmante, ci voleva pure la signorina a complicare la situazione.

La bambina” tono sarcastico “in effetti ci stava andando, ma non mi sembrava carino non ricevere un visitatore.”

 “Sapevi che stavo arrivando?” chiese Mordecai, che ormai era pure stanco di meravigliarsi.

“Funziona così con tutti, niente di speciale” rispose con leggerezza “Ma dovete proprio continuare a stare lontani dalla mia vista? Mi sembra di parlare coi miei amici! Cioè, Moravich e… c’è anche Jason? Beh, se loro continuano a restare fuori dalla mia vista mi fanno solo un piacere…” aggiunse con una nota acida “ma mi sorprende ritrovarti qui Mordecai! Di notte! Non ti spaventavano i cimiteri?” proseguì con tono molto più cordiale.

“A dire il vero” rispose il biondo avvicinandosi “avevo proprio pensato di seguire il tuo suggerimento: venire qui se avevo bisogno di starmene per conto mio” e con passo felino attraversò il cancello rimasto aperto (per lui?) senza trovare alcuna resistenza. Solo allora vide una grossa tarantola poco distante dalla bambina e subito si allarmò. E c’era anche… l’ombra di un teschio su Alma?

“Mordecai!” Jason e Moravich provarono a seguirlo ma rimasero bloccati fuori dal cancello.

“Mordecai, sembra che tu abbia visto un morto” commentò Alma perplessa dallo sguardo spaventato del ragazzo.

“Alma, non muoverti troppo veloce ma allontanati da lì” disse allarmato il biondo. “C’è una tarantola vicino a te”.

“Che?” guardò in basso “Naaa, Whisky è docile! Anche se può ferire in altri modi”

“Eh?” guardò esterrefatto la bambina mentre consolava con tono accondiscendente e dolce il ragnetto che sembrava essere sospettosamente triste come un bimbo che è stato appena offeso.

Guardò Mordecai e alzò le mani “No, davvero, è innocuo” si affrettò a rassicurarlo. Beh, stranezza più o stranezza meno.

“Alma, lasciaci entrare” chiese serio Moravich.

“Non siete qui per me ma mi state sulle scatole quindi no, non vi faccio entrare. Ma visto che siete qui per lui…” fece cenno verso Mordecai. Poi si rivolse direttamente al biondo

“Ecco le regole in questo posto. Tutti possono entrare o uscire a piacimento da qui: ovviamente è un luogo pubblico, oltre che speciale, ma questo te lo avranno già detto al Pavo del Corral. Ma se qualcuno pensa di entrare qui per qualsiasi cosa che riguarda me, lo vengo a sapere; allora scelgo se tenerlo fuori o farlo entrare. Tutto questo per gentile concessione del padrone del luogo che, essendo appunto il padrone del luogo, può andare e venire come gli pare.” Si rivolse ai due fratelli “Ho dimenticato nulla?”

“Hai dimenticato di notare che, contrariamente a quanto hai appena illustrato, ci stai lasciando fuori! E magari il padrone del luogo non avrà piacere di vedere Mordecai nel suo territorio a quest’ora della notte. E lui sì che può trattenere le persone all’interno del suo territorio” replicò Moravich con una punta di stizza.

Alma alzò gli occhi al cielo “Basta non venire qui con brutte intenzioni e nemmeno si fa vedere! E poi Mordecai vuole solo starsene per i fatti suoi – ho capito bene?” chiese al biondo.

Mordecai fece un cenno affermativo, intontito da quella discussione tra una bambina (oh, strana pure la bimba, vestita con pigiamone di pile rosa che la faceva assomigliare a un peluche gigante ma che teneva come animaletto domestico una tarantola e stava confinata da anni in un cimitero) e due adulti, discussione che presumibilmente aveva come oggetto Emanuel e da cui il biondo sembrava apparentemente tagliato fuori.

“In conclusione: fai come vuoi Mordecai. I miei amici, che al momento ci stanno guardando dalle tombe come tanti vicini di casa ficcanaso – sì ragazzi, vi sto osservando! -  non ti infastidiranno. Lascio a te la scelta di farli entrare quando vuoi, se vuoi. Posso limitare gli ingressi ma non le uscite: sentiti libero di andare via in ogni momento, se non ti sentissi a tuo agio. E se vuoi star per conto tuo, tolgo anch’io il disturbo. So quanto possa essere una rottura quando qualcuno impone la propria presenza. Siate liberi di far quel che volete, voi che potete” girò i tacchi con un gesto di commiato e si allontanò verso la chiesa, lasciando i tre a sbrigarsela da soli. Whisky il ragnetto la seguì come un docile cagnolino.

“Mordecai, ti lasciamo da solo, se è questo che desideri. Ma torniamo a casa”

“Perché non posso restare qui?”

Moravich non rispose. Se avesse detto qualcosa, qualunque cosa, in risposta, avrebbe potuto prendere in considerazione l’idea di seguirlo. Ma lo stava tenendo ancora all’oscuro. Ancora segreti.

“Non starò via molto. Ci vediamo più tardi”. Cercò di non badare alle voci dei fratelli che lo chiamavano mentre lui dava loro le spalle e si allontanava.

Piuttosto.

Col cavolo che voleva stare da solo in un cimitero!

Si sbrigò a raggiungere Alma. Ok, faceva inquietudine pure lei ma.. le faceva pure un po’ pena. Ok, ultimamente aveva il sospetto che le sue sensazioni facessero cilecca e questo lo destabilizzava un po’ ma non riusciva a credere che Alma avrebbe potuto nuocergli in qualche modo.

“Già qui?” chiese la ragazzina appena Mordecai la raggiunse. Non volle entrare in chiesa ma deviò verso una panchina e lì si sedette.

“Meglio che non mi porti uomini in casa o il padrone” fece un segno con le dita come se stesse mettendo le virgolette alla parola “si potrebbe irritare” .

Mordecai arrossì violentemente “Ma io non..!”

“Ma stai tranquillo! Sei quasi più pesante di quelli che hai lasciato fuori!”

“Sembri conoscerli bene”

“Bene… non tanto. Ma diciamo che se non li avessi conosciuti ora starei meglio. Forse.”

“Perché dici così?” non era semplice curiosità: si domandava cosa avessero fatto i suoi fratelli di così brutto da scatenare l’antipatia di una ragazzina all’apparenza così dolce.

“È una storia lunga e non mi va di rovinarmi la serata con ricordi spiacevoli. Se ti va, puoi sempre chiederlo a loro.” Fece una smorfia, come a intendere che non ci scommetteva un centesimo sulla loro sincerità di una loro eventuale risposta.

Ancora una volta, Mordecai ebbe l’impressione di intravedere un’altra figura evanescente sovrapposta ad Alma. Uno scheletro il cui aspetto era piuttosto familiare.

“Posso chiederti una cosa?”

Alma fece un cenno affermativo.

“Anche tu sei una divinità?” chiese titubante. Non era esattamente una domanda che faceva con leggerezza.

Alma lo guardò senza comprendere.

“Da quanto tempo sei qui, Mordecai?”

“Quasi un anno”

“Sei qui da un anno e te ne esci ancora con queste domande?” chiese incredula.

“Scusa tanto se sono venuta a conoscenza della tua esistenza da meno di una settimana!”

“Il punto non è conoscere me da una settimana ma essere ad Esqueleto da un anno e non conoscere i fondamentali. Comunque sì, sono pure io una divinità, e congratulazioni per lo spirito d’osservazione eh!”

“Siete davvero tante” sospirò.

Noi siamo… beh..Sì..? La cosa ti turba Mordecai?”

“No, non è quello. È che… vedo cose che non dovrei vedere, sento cose che non dovrei sentire… cose che mi sembrano familiari ma non dovrebbero esserlo… e non capisco”

“Ciò che non capisci oggi non è detto che non le capirai domani, basta metterci impegno”

Mordecai la guardò scettico.

“O almeno questo dice il maestro di scuola e, prima che tu me lo chieda, viene lui qui a darmi lezioni a domicilio. Homeschooling l’aveva chiamato”.

“Non credo di volerle davvero conoscere, queste cose”

“Perché?”

“Non so. Paura, credo”

“Ma così è peggio, no?”

Mordecai non rispose.

“Quando mi hanno portata qui, c’erano tante cose che non capivo e anch’io avevo paura. Piangevo sempre, volevo la mamma e il papà. Ma Esqueleto è così: ti sussurra delle cose e finché non le capisci ti spaventano. Poi però ci arrivi a capirle (ci arrivano tutti) e ti rendi conto che la paura era per l’attesa, non per quello che verrai davvero a sapere”.

 “E non potrei, semplicemente, ignorarle?”

“Se sei qui a Esqueleto no, non puoi non ascoltare. Anche se ti strappassi occhi e orecchie, continueresti a vedere e sentire cose. Però dopo va meglio. Credo”.

“Tu… hai una mamma e un papà? Dove sono ora?”

“Fuori” rispose laconica.

“Mi dispiace”

“Sapessi a me… Piuttosto, non capisco perché hai detto tutte queste cose a me, che non mi conosci – e da queste parti è sempre meglio conoscere bene il proprio interlocutore, vero Whisky? -  mentre stai evitando Jason e Moravich. Dovreste essere più che amici, o sbaglio?”.

Mordecai guardò il ragno reagire al richiamo di Alma “Dimmi che avete tolto le ghiandole velenose a quel ragno”.

“Potrei anche dirtelo, ma sarebbe una bugia. Avanti, sputa il rospo”.

“Beh, tu mi sembri così carina, un po’ come Artemisia, e sento che non faccio male a dirti queste cose.”

“Oh, la bibliotecaria! Sì è carinissima, mi porta sempre tanti libri per passare il tempo, sai com’è, qui è un po’ un mortorio!” sorrise alla sua stessa battuta.

“Quanto ai miei fratelli sento che mi tengono nascosto qualcosa. Questo mi inquieta”.

“Ma se ti vogliono bene, forse non ti dicono tutto per non farti agitare, ti agiti già abbastanza da solo!”

Mordecai rimase in silenzio a riflettere su quanto detto.

“Ma, come hai detto tu prima, non sapere le cose mi mette ansia lo stesso”.

“Loro sanno meglio di te cos’è Esqueleto. Avranno voluto aspettare che cogliessi i segni che la città ti sta mandando, come è successo a tutti. Ma nessuno può sapere meglio di te se è giunto il momento di capire, e a certe cose, credimi, è molto meglio arrivarci da solo. Se venissero solamente raccontate, potresti non crederci. Basta affidarsi ai sogni, ti si sveleranno quando sarai pronto ad accoglierli”.

I sogni… tipo quello fatto mesi addietro, quello dove c’era uno scheletro molto somigliante all’ombra che va e viene dall’aspetto di Alma? …meglio non affrontare il discorso, sarebbe piuttosto complicato e, soprattutto, Mordecai aveva la sensazione che, se glielo avesse detto, la ragazzina gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia.

“Quindi… dovrei sognare”

“Col cuore aperto alla voglia di conoscenza. Che poetessa che sono” si autocompiacque la ragazzina. “E dacci dentro con camomilla, passiflora o melissa, che ansioso come sei scommetto che fatichi a prendere sonno. Chiedi qualche infuso a Ebenezer, sono sicura che la conosci”.

“No, ora non sono più ansioso”. Era vero. Non aveva affrontato direttamente il discorso, forse non lo avrebbe affrontato comunque coi fratelli, ma chiacchierare alla leggera, senza interruzioni provenienti dall’esterno, e allo stesso tempo ricevere rassicurazioni sul fatto che era normale ciò che stava succedendo, che la colpa è della città, che quando le cose saranno chiare allora saranno meno spaventose, lo aveva fatto stare un po’ meglio. Esqueleto e i suoi abitanti saranno pure inquietanti ma almeno le ragazze sono  rassicuranti. Anche quando talvolta assumono sembianze spaventose. E anche quando iniziano a lanciare sbadigli senza ritegno.

“Ti ringrazio Alma. Si sta facendo davvero tardi. Credo che tornerò dai miei fratelli”

“Scommetto che li troverai ancora attaccati al cancello”

“E tu dovresti davvero andare a dormire”

“Puoi giurarci che lo farò”

Si alzarono dalla panchina.

“Fai attenzione alla tarantola”

“Tranquillo, dorme fuori. È un ragno da guardia”

Mordecai rise per la battuta.

“Non era una battuta. Lui fa davvero la guardia”.

“Buonanotte Alma”  sorvolò il biondo, seppur sentendo scivolare un sudorino freddo dietro al collo.

“Buonanotte˜˜” cantilenò leggera la ragazzina sparendo nella chiesa. Chissà se dormiva in una bara come i vampiri. Il parallelismo gli fece tornare in mente il fatto che, quella sera, era stato lui, semmai, a bere sangue, non Alma. Rabbrividì. Meglio non farsi domande.

 

**

Mordecai notò i fratelli lasciar andare un sospiro di sollievo nel vederlo tornare e, soprattutto, nel vederlo uscire dal cancello del cimitero, che si chiuse da solo alle sue spalle.

“Davvero, non c’era bisogno che rimaneste al freddo solo per aspettarmi” non era irritato ma era sinceramente dispiaciuto di averli lasciati all’aperto. Dopotutto, era ottobre.

Jason appoggiò una mano sulla spalla del biondo, come per dirgli che non sarebbero mai potuti andare a dormire sapendolo fuori casa e turbato.

“Torniamo a casa. Mi è venuta voglia di bere qualcosa di caldo”  propose il biondo. Chissà se tenevano della camomilla in casa.

“Sì, torniamo a casa. Dovrebbero esserci diversi tipi di tisana nella dispensa” disse Moravich.

Bingo.

 

 

**

La routine giornaliera di Alma era scandita da piccoli doveri che le garantivano la salvezza dalla precipitazione in uno stato di angoscia perenne legata allo stare confinata della stessa zona per tutti i giorni della sua vita a Esqueleto, iniziata ben cinque anni prima, quando aveva a malapena concluso la prima elementare. La mattina si alzava presto per dare il becchime alle quaglie (sì, aveva un piccolo pollaio nella parte più interna del cimitero, ai suoi amici non dispiaceva) prima di prepararsi la colazione e iniziare a studiare, da privatista ovviamente, le materie dal programma di prima media. Il pomeriggio, dopo la scuola, sarebbe venuto il maestro della scuola della città a darle un po’ di ripetizioni e non voleva mai trovarsi impreparata. Poi c’era la chitarra, il giardinaggio (coltivava personalmente i cempasùchil che adornavano il cimitero durante il Dia de muertos e ne forniva al Pavo come suo contributo personale alla festa a cui non avrebbe partecipato) e, ovviamente, le chiacchiere con gli amici che occupavano le tombe. L’unica seccatura, a parte l’isolamento ovviamente, era la visita giornaliera del padrone del luogo.

“Il mio servitore mi ha informato che hai avuto delle visite ieri sera” le comunicò laconico Dorian.

“È il lavoro di Whisky dopotutto” commentò piattamente.

Dorian si accigliò “Non potevi dargli un nome più dignitoso?”

“A lui sembra piacere” rispose facendo spallucce.

“Non lasciarti coinvolgere Alma. Ciò che deve accadere, accadrà”.

“Certamente, ciò che deve accadere, accadrà, ma intanto hai messo i tuoi servitori a sorvegliare Mordecai”

“Sono i suoi fratelli. Avranno cura di lui”

“Oh sì, Mordecai non dubita dell’amore che i suoi fratelli provano per lui. Sfortunatamente, a chi va la loro lealtà?”

“E la tua lealtà? Dove si schiererà stavolta?” domandò Dorian affilando lo sguardo.

Era soltanto una ragazzina ed era ancor più piccola quando incontrò per la prima volta quell’uomo altissimo dall’aspetto cupo, responsabile della sua prigionia ad Esqueleto, tuttavia lo guardò dritto negli occhi “La mia lealtà verso di te non è mai vacillata e mi dispiace che tu lo abbia messo in dubbio. Ma sono Alma Elefthería ora, e non ho alcuna intenzione di rinunciare a questa esistenza. Non di nuovo”.

  
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