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Autore: lapacechenonho    18/10/2020    2 recensioni
100 prompt per 100 storie.
100 storie che partono da una parola o da una frase.
Le storie sono (quasi tutte) scollegate fra loro, quindi si possono leggere anche singolarmente.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Lily/Scorpius, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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003: Noia. 
 
Personaggi: James Sirius Potter, Ginny Weasley,
Harry Potter
Coppie: Harry/Ginny
Genere: Slice of life, Generale
Raiting: Verde
Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
 
James Sirius Potter era un bambino piuttosto movimentato. Non riusciva a stare fermo più di tanto, doveva sempre avere qualcosa da fare e soprattutto qualcosa a cui pensare. Solo che adesso non poteva fare niente se non rimanere a letto.
Il giorno prima, infatti, giocando con i suoi fratelli, era caduto e si era rotto un piede. Mamma e papà si erano preoccupati tantissimo e avevano chiamato una Guaritrice loro amica (James non sapeva perché, ma i suoi genitori avevano sempre tanti amici) che gli aveva fatto bere una pozione schifosa. Aveva passato la notte più brutta della sua vita: far sistemare le ossa era dolorosissimo a detta del papà e James l'aveva capito a sue spese. La mamma ed il papà si erano alternati per non lasciarlo mai da solo e quando era quasi l'alba, si era addormentato tra le braccia del papà. 
James voleva diventare Grifondoro ma forse, dopo quella notte, si sarebbe accontentato di finire a Serpeverde. Comunque la signora dal nome strano gli aveva detto di rimanere a riposo per due o tre giorni. Ma già dopo un'ora dalla sveglia sentiva che la noia era troppa. I suoi fratelli erano a scuola, sua madre lavorava nella stanza accanto e suo padre era al Ministero.
«Tutto bene, James?» chiese la madre spuntando dalla porta. Era un poco stanca e James se ne dispiacque un po'. Annuì.
«Posso scendere sotto e correre con la scopa?» domandò speranzoso. Magari la mamma aveva dimenticato le parole della Guaritrice.
«James» sospirò. «Non puoi, lo sai cosa ha detto Astoria» disse con dolcezza.
«Ma io mi annoio!» brontolò il piccolo.
Sua madre sospirò e si guardò un po' in giro, poi il suo sguardo si illuminò. «Torno subito» disse.
La sentì dire "Accio" ma non sentì il nome dell'oggetto. Quando tornò nella stanza aveva sottobraccio una scacchiera magica. «Mamma non voglio giocare ai giochi dello zio Ron e di papà!» borbottò tenendosi la guancia con una mano.
«Tua madre ti insegnerà a giocare così bene che entro oggi pomeriggio potrai sfidare tuo padre e vincere» gli promise.
Effettivamente, la mattina ed il pomeriggio - fino al rientro dei fratelli da scuola - James e Ginny lo passarono in quel letto a giocare a scacchi magici. James rimase stupito quando la madre gli permise addirittura di pranzare a letto!
Rimase ulteriormente stupito quando la sera effettivamente vinse contro suo padre.
«Quando hai imparato a giocare a scacchi?» chiese suo padre sbalordito.
«Me l'ha insegnato la mamma» rispose lui tranquillo.
«La mamma?» domandò incredulo. James fece segno di sì con la testa. «Non sapevo sapesse giocare a scacchi».
La faccia confusa ed esterrefatta di suo padre lo fece gongolare.
In fondo, non era per niente male la noia. 
   
 
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