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Autore: Aky ivanov    18/10/2020    1 recensioni
Raccolta di momenti e vicende svariate della vita dei nostri amati blader.
Brevi racconti in evoluzione su diversi generi e personaggi.
Capitolo uno - Vado a vivere da solo
Capitolo due - Routine irrinunciabile
Capitolo tre - Halloween in casa Kinomiya (pt1)
Capitolo quattro - Halloween in casa Kinomiya (pt2)
Penso di aver appena creato l'introduzione più disastrosa di sempre.
Aprite la storia per scoprire cosa succede quando l'insonnia incontra la presentazione di una Challenge.
“Questa storia partecipa a "Una Challenge in Zucca" indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp”
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Boris, Julia Fernandez, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Halloween in casa Kinomiya ~
 

- Parte uno -

 

 

«TRA SETTE GIORNI MORIRAI!»

Yuri indugiò perplesso con le dita sollevate sul touchpad all’urlo spettrale fuoriuscito dalle casse dopo aver accettato la videochiamata. Dinanzi a lui il volto paffuto del campione del mondo era perfettamente riconoscibile nonostante i chili di cera bianca, gli occhi rossi e la cascata di capelli neri.

«Takao, ti senti bene?»

Dall’altra parte dello schermo Takao restò estremamente deluso dalla mancata reazione spaventata dei russi: Yuri gli parlava con la cautela riservata ad un evaso dal sanatorio, Ivan sportosi nel raggio d’azione della camera aveva semplicemente corrugato le sopracciglia con scetticismo e Sergej alle loro spalle sullo sfondo dopo una fugace occhiata era tornato addirittura a cucinare.

Lui aveva impiegato ore per mettere a punto quel travestimento sottoponendosi ad una seduta intensiva di trucco per somigliare in maniere perfetta a Samara e nessuno gli stava dando la soddisfazione di urlare in preda al terrore. Ad eccezione del professor Kappa, il suo amico aveva scagliato in aria il pc spaventato a morte quando era uscito dal bagno, il tutto nonostante fosse a conoscenza dell’identità sotto la maschera.

Suo nonno aveva impiegato mezz’ora per farlo scendere dal tetto.

«Accidenti, siete peggio di Kei! Mi avete smascherato subito!»

«Esce il tuo nickname quando chiami…»

Takao rise imbarazzato al sussurro esterrefatto di Yuri mentre Hilary si schiaffò una mano sulla fronte, probabilmente il russo era intento a chiedersi quanti neuroni fossero rimasti al suo fidanzato e lei non gli poteva dar di certo torto.

«Comunque, vi avevamo chiamato per invitarvi alla festa di Halloween di dopodomani!» se possibile il colorito di Yuri sbiancò ulteriormente alla parola “festa” e all’euforia con cui la disse il giapponese «Abbiamo chiesto il permesso al presidente Daitenji di utilizzare la palestra della nuova sede della BBA e proprio lui si è offerto di pagarvi i biglietti aerei! Stiamo riunendo tutte le squadre, non potete mancare all’appello! Sarà un modo per stare tutti insieme senza la presenza di qualche pazzo con le manie di conquista del mondo, una serata fra amici e al massimo qualche storia di paura»

Ivan appoggiò la parte finale dell’invito pregustando le future espressioni terrorizzate dello stesso Kinomiya ma sfortunatamente per lui, il suo capitano non sembrava essere per nulla incline ad accettare. Yuri continuava a spostare in circolo la freccia del mouse attorno al tasto rosso di chiusura chiamata, indeciso se cliccarci sopra.

Ivan conosceva il motivo, lo conosceva tutta la squadra.

Qualche mese prima Yuri non si sarebbe fatto problemi a troncare la conversazione senza preamboli ma gli eventi del torneo Bega avevano cambiato le cose, da parte loro c’era della riconoscenza verso quel buffo ragazzo e anche il suo capitano dopo il terzo invito declinato doveva aver finito le possibili scuse da rifilare.

Takao restò speranzoso in attesa di risposta affiancato dal faccino sorridente di Max che con le sue frasi americane aveva cominciato a insistere a sua volta scatenando una perseveranza generale. Tutti i Bladebreakers si erano accalcati davanti lo schermo.

«Let's go guys

«Sarà solo per un giorno, potremmo anche approfittarne per qualche scontro amichevole di beyblade» aggiunse Rei guadagnandosi un pollice alzato da Hilary – fuori visuale – per l’ottima tattica adottata.

«Esattamente, Yuri devi assolutamente venire!» il piccoletto dai capelli rossi balzò sulle spalle di Takao e Max urlando verso lo schermo e dopo aver tirato fuori il suo fido beyblade dai jeans quasi lo schiantò contro il portatile «Gaia Dragoon non vede l’ora di una nuova sfida!»

«Daichi scendi immediatamente, mi stai tirando via la parrucca!» sbottò il giapponese scaraventando il ragazzino dall’altra parte della stanza «E non stiamo invitando solo Yuri ma tutti i Neoborg!»

«Che me ne importa degli altri sono delle nullità come te, io voglio affrontare nuovamente Yuri!»

L’inquietante uomo/donna si alzò dando il via ad uno scontro di beyblade, nella palestra del dojo addobbata da stravaganti decorazioni arancioni, inseguito da Hilary incavolata nera che brandiva una scopa mentre la chiamata ancora avviata non la stava più calcolando nessuno.

 

Ivan sorrise malizioso all’indirizzo del suo capitano indicandogli lo schermo e mimando strane e perverse gesticolazioni con le dita procurandosi un’occhiataccia gelida.

«Non ricambi i sentimenti della piccola scimmia? Sei così senza cuore?»

«E tu da quando sei così petulante come Boris?»

«Chi osa nominare il nome di Dio invano?»

Yuri alzò gli occhi al cielo all’ingresso teatrale del suo amico nell’angusto cucinino, rassegnazione rivolta anche agli esasperanti schiamazzi che lo spinsero ad abbassare il volume per non diventare sordo.

Boris indicò interrogativo lo schermo avvicinandosi al trio e ricevendo una mestolata sulle mani da Sergej quando provò a rubare una delle sue ultime invenzioni culinarie.

«Finché non siamo seduti a tavola non si toccano!»

«Giuro che per ripicca prima o poi ti regalerò un grembiulino rosa shocking con tanto di scritta “big mama» bofonchiò massaggiandosi la mano dolorante ed evitando per un soffio un ulteriore colpo inferocito.

«Glielo hai già regalato» commentò piatto Ivanov incrociando le braccia davanti all’email appena ricevuta da Daitenji, senza ottenere la loro conferma il presidente aveva già prenotato i biglietti allegandoli al messaggio «E lo obblighi ad indossarlo ogni qual volta perde ad uno scontro di bey, stessa cosa fa lui con te»

«Oh, giusto, non ti sfugge mai nulla» annuì convinto poggiando le braccia intrecciate sulla testa del suo capitano che emise un basso ringhio scostandolo in malo modo «Ad ogni modo, mi volete dire perché abbiamo dei biglietti aerei prenotati? Ennesimo invito della banda di Kinomiya che sta starnazzando in sottofondo?»

«Esatto, festa di Halloween di dopo domani ma Yuri non vuole far contento il suo amante segreto» Ivan arretrò ridacchiando spostando con sé la sedia allo sguardo ceruleo omicida, aggiungendo con tono sibillino «Il povero Daichi strimpella il suo represso desiderio d’amore senza ottenerne approvazione, forse c’è troppa differenza di età? Non ti giudicheremo Yu, stai tranquillo, ti accetteremo anche come pedofilo»

«Ivan, smettila di dire scemenze»

«Ma quali scemenze, Ivan ha ragione!» esclamò il platinato battendo una poderosa pacca sulla schiena di Yuri che tossì alla ricerca d’ossigeno «Quel piccoletto ha una strana ossessione per te, ricordi il terzo campionato? Nella sua battaglia contro Rick ti ha definito la sua fidanzata, quante risate mi sono fatto in quel momento! Non è che hai fatto davvero qualche intrallazzo con lui e ora non vuoi che venga a galla?» (*)

Yuri sbarrò gli occhi osservando il suo amico per assicurarsi fosse serio, per chi diavolo l’aveva preso?

Con un gesto della mano diede ordine a Sergej che in un cenno del capo obbedì prontamente colpendo a sorpresa con un’energica mestolata la testa di Boris, aprendosi in un sorrisetto soddisfatto solo alla vista della smorfia dolorante.

 

«Ehi, ragazzi ci siete ancora?»

Richiamati da Takao i quattro tornarono a dare la propria attenzione alla presunta Samara ancora più malandata rispetto alla sua prima apparizione, l’abito era stato strappato all’altezza del petto, il nero attorno all’occhio non sembrava più trucco e la parrucca era ricaduta scompostamente sulla testa.

«Ma cosa diavolo saresti?» chiese scettico Boris massaggiandosi la nuca dolorante.

«Samara, mai visto “The Ring”

«No»

«Allora venite dopodomani così possiamo guardarlo tutti insieme!» trillò allegro Takao avvicinandosi poi al microfono del portatile per sussurrare cospiratorio «Non ve l’ho detto prima ma Kei ci terrebbe tanto a vedervi qui, non fa che parlare di voi e di quanto gli manchiate»

«Takao non inventarti le cose!»

Dal fondo della stanza Kei – fino a quel momento rimasto in disparte – innervosito oltremisura si distanziò dalla parete avvicinandosi al moro seguito da Rei, Max e Hilary, tutti addossati un'altra volta vicino alla webcam per evitare una possibile strage. Al contrario di Manabu che pregava in un angolo per la sorte del suo computer.

«Non me ne frega nulla se accettano o meno, nemmeno io ci voglio venire alla festa!»

«Dai su, non fare l’asociale, io e Hilary stiamo organizzando il tutto da due settimane!»

«Celebrare Halloween è una gran perdita di tempo» concluse inacidito il bicolore incrociando le braccia e voltando stizzito la testa dal lato opposto alla sottospecie di fantasma insistente «Figurarsi se io ne voglio perdere con voi e con loro»

«Lo sappiamo che dici così ma infondo ci vuoi bene»

 

In Russia Ivan si scambiò un’occhiata rassegnata con Yuri, chiedendosi se non fossero loro i fantasmi. I ragazzi avevano iniziato a bisticciare sulla questione Hiwatari finendo non si sa come a disquisire dei dolci che Daichi voleva recuperare andando a fare dolcetto o scherzetto in serata, ignorandoli completamente.

«Yu, ma è una parrucca quella che ha Takao?»

«Credo di sì» rispose incerto al piccoletto, la testa inclinata per provare altre angolazioni concludendo con una scrollata di spalle noncurante «A meno che non abbia tagliato i capelli a Kon per metterseli in testa»

«Quello è un desiderio che ho io dalla nostra prima sfida. Dai capitano, andiamo in Giappone così posso farlo!»

«Boris stai cercando di arruffianarmi?»

Allo sguardo d’angelo innocente che rasentava più l’inclinazione demoniaca la baraonda si quietò e Takao ritornò all’attacco più pimpante e speranzoso che mai.

«Allora verrete?»

«No»

«Dai Yuri! Mi hanno già dato buca Lai e Michelle per altri impegni, non potete farlo anche voi…»

Yuri sospirò sconsolato non sapendo se trovare inquietante o petulante il campione del mondo che tentava di fargli gli occhioni dolci con ancora le lenti a contatto indossate ma voltandosi alla sua destra seppe con certezza che la risposta giusta era la seconda. Riteneva più preoccupante il suo migliore amico con la medesima espressione a cui si era aggiunto pure l’assillo di Ivan dall’altro lato e il non proferir parola di Sergej che significava “non parlo perché ti andrei contro”.

«Smettetela di sembrare tutti i bambini, andateci voi se volete ma io non vengo»

 

Hilary alzò le mani tirandosene fuori, gli occhi di Yuri le davano i brividi quando diventavano così taglienti e non ci teneva ad essere una delle vittime della sua furia, aveva già rischiato abbastanza assecondando Takao e la strampalata idea di chiamarli quando in Russia sarebbe stata ora di cena. Credeva che tutti sarebbero stati più malleabile solo perché lo era lui ogni qual volta si parlava di cibo? Roba da pazzi.

Il suo compito era sistemare i futon nella palestra per tutti gli ospiti, ed era una fortuna che alcuni di loro fossero arrivati con preavviso alleggerendole il lavoro perché se avesse voluto aspettare l’aiuto del suo ragazzo sarebbe diventata vecchia.

Ragazzo che ignorava persino i suggerimenti di Max e Rei sul non insistere più del dovuto, doveva ritenersi già soddisfatto di averne persuaso tre su quattro.

«Yuri ma non sarei a mio agio sapendoti lì tutto solo, se non vuoi accettare per far contento me fallo almeno per i tuoi compagni»

Takao non capì bene cosa successe nei secondi successivi.

Ivan scambiò una serie di battute in russo con Yuri che ne sembrò contrariato, probabilmente il più piccolo stava dando manforte alle sue parole e venne aiutato a sorpresa da Sergej che si unì al duo in un modo che gli ricordò tanto nonno Jey durante uno dei suoi rimproveri. I toni si accesero più del dovuto ma non ebbe il tempo di capire se fosse una sua impressione per la durezza della lingua o per una litigata perché Boris tenutosi fuori dal terzetto si sporse verso lo schermo guardando svogliatamente l’orologio.

«Kinomiya non ho tempo da perdere. La festa è dopodomani, giusto?»

«Sì, ma Yuri…non l’ho ancora convinto!» il gruppo russo smise di battibeccare ed in particolare il diretto interessato sbuffò infastidito per quella caparbietà «Ho dovuto insistere ore anche per far venire Andrew e Gianni, per favore non farmi ripetere l’esperienza Yuri! Non c’è davvero nulla che ti possa convincere?»

 

L’interpellato non ebbe modo di rispondere per sé ne riuscì a spostare la massa ingombrante liberando completamente la sua visuale, aveva sperato che essendo in ritardo per il suo appuntamento Boris avrebbe desistito.

Speranza inutile.

«Kinomiya, ci sarà Julia?»

Mollò una ginocchiata alla giuntura del ginocchio di Boris al nome della ragazza non sortendo alcun effetto concreto, la differenza di forza vinceva ancora una volta e nonostante l’attacco alle spalle, il colpo basso peggiore non era di certo suo.

«Mh? Sì, lei e Raul son-»

«Ah perfetto, allora tranquillo che non devi inventarti altro, l’hai appena convinto» lo interruppe il russo indicando il suo capitano con un’alzata di spalle, lanciando l’ennesima occhiata all’orologio conscio di non essersi ancora vestito per uscire.

Hilary si irrigidì lasciando cadere il futon appena trasportato accanto al fidanzato per chiedergli precisazioni sulla disposizione e persino Kei sbarrò gli occhi perdendo parte della sua compostezza tornando a osservare i suoi compagni dell’altro continente, precisamente provando un inusuale moto di compassione per il suo ultimo capitano.

«- sono già qui» terminò incerto Takao quando Boris era ormai scomparso dalla visuale sventolando una mano in segno di saluto.

 

La conclusione della frase non giunse mai alle orecchie di Boris ormai uscito dalla cucina dove rimasero solo Sergej e Ivan, entrambi con una mano premuta sulla fronte non osando guardare e infierire ulteriormente sull’orgoglio del loro capitano.

Yuri deglutì a vuoto impietrito davanti lo schermo non sollevando nemmeno più il petto per respirare, immobile al pari di una statua marmorea nella vana speranza di soffrire d’allucinazioni. A malincuore dovette però ammettere che la sua vista non aveva nessun problema, dall’altra parte del mondo accanto a Takao la ragazza che lo aveva scombussolato nell’anima era apparsa appena era stata chiamata in causa.

Spuntata nello stesso identico momento in cui il suo migliore amico aveva ben pensato di gettare all’aria un segreto che doveva restare tale per il resto della loro vita.

Enunciato in una lingua comprensibile a tutti, chiara anche per lei.

Voleva morire.

Poteva inventare centinaia di combinazioni semantiche diverse per uscire dalla situazione sviando la questione, ma il suo cervello gli aveva detto addio, l’aveva salutato imbarcandosi per mare, inghiottito da un mulinello, finito nelle profondità dell’abisso, divorato da uno squalo…e il solo andare alla deriva nella sua stessa mente indicava chiaramente il suo stato di squilibrio. A quel punto una qualunque parola sarebbe andata bene, pure la più stupida, ma le sue labbra restarono sigillate.

 

Daichi store la bocca in una smorfia per quell’improvviso e insensato silenzio.

«Ebbene? Siete diventati tutti muti?»

«My friend…mi dispiace dirlo ma hai il tatto di un elefante»

«Io? E Boris allora? Vi siete zittiti dopo le sue parole!» il ragazzino incrociò le braccia contrariato, riserbando un’occhiata scettica alle due pozze cerule sbarrate sullo schermo «Nessuno dice niente, Yuri sembra aver visto un fantasma…ma soprattutto, perché sarebbe stata la presenza di Julia a con-»

Daichi si ritrovò privato di ulteriori centimetri d’altezza all’improvviso pungo sulla testa.

«Ochetta ma sei impazzita?!»

«Bertuccia fai silenzio e pensa prima di parlare!»

Rei forzò un sorriso alternando lo sguardo dalla madrilena sorpresa ancora accucciata accanto al computer a Yuri che non dava alcun segno di vita non provando ad abbandonare nemmeno la sua postazione. Sperava soltanto che la sua squadra presente in sala avesse la decenza di non farsi vedere per infliggergli il colpo di grazia.

Per quel poco che conosceva il russo, aveva compreso non fosse molto diverso da Kei quando si parlava di questioni sentimentali e al suo posto non avrebbe di certo voluto che le sue emozioni fossero divulgate e rese di dominio pubblico da terzi.

Yuri però non era l’unico a preoccuparlo, Raul si era rintanato a dondolare in un angolino alla ricerca del suo coraggio da fratello iperprotettivo. Non servivano i mostri o storie dell’orrore per ghiacciare l’atmosfera in perfetto stile Halloween, era bastata un’uscita sbagliata di Boris per creare l’ambiente perfetto.

 

Sergej picchiettò incerto la spalla del suo sventurato amico non ottenendo alcun movimento.

«Yu? Sei ancora vivo?»

Guardò impensierito Ivan che si stava grattando la nuca non sapendo che pesci prendere, si erano aspettati un improvviso scatto da psicopatico e il fatto che non fosse giunto li inquietava maggiormente. Alla prima occasione avrebbe fritto Boris per cena.

«Yuri reagisci un minimo, non puoi stare qui come uno stoccafisso!»

Ne avrebbe fritti due, al primo avrebbe aggiunto pure Ivan e la sua delicatezza disarmante.

«In tutto ciò quindi verrete?»

Probabilmente gli sarebbe servito un pentolone, avrebbe inserito anche Takao tagliandogli personalmente la lingua così da non avere più interruzioni nei momenti meno opportuni. 

 

Hilary colpì sulla nuca il suo fidanzato stringendo le mani al petto per evitare di strangolarlo, aveva dimenticato che erano due gli elefanti della squadra e quasi non urlò per la sorpresa nell’udire finalmente la voce atona di Yuri.

Un tono dall’oltretomba capace di farla rabbrividire.

«Sì Takao, ci vediamo ad Halloween»

Il giapponese abbracciò euforico la madrilena accanto a lui battendo le mani estasiato senza aver colto nulla della precedente tensione, lui era solo felice di aver convinto la squadra più restia di tutte.

«Beato lui che non capisce mai nulla» sussurrò la brunetta osservando il sorriso spaesato comparso sul volto arrossato di Julia che nella migliore delle ipotesi stava ancora fantasticando sul suo glaciale amichetto dell’est.

«Forse è un bene sai?» sorrise affabilmente Rei rispondendo in un altrettanto bisbiglio «Sarà l’unico a non spettegolare e chi meglio di lui può trascinare una conversazione?»

«Sono così felice di averti convinto! Mi raccomando, vi aspetto!» proseguì il moretto incurante dei timori altrui.

«Certamente» il capitano della Neoborg continuò a tener fisso lo sguardo gelido sullo schermo alzandosi con movimenti lenti dalla sedia «Ora scusami, ho una commissione da sbrigare»

Hilary ammirò silenziosamente quell’elegante uscita di scena, al posto di Yuri non solo sarebbe diventata interamente della stessa tonalità dei suoi capelli – lui aveva assunto solo un leggero colorito porpora sugli zigomi – ma avrebbe balbettato come un’idiota per mettere due frasi insieme e sarebbe scappata via alla prima occasione utile.

Di certo non sarebbe rimasta a parlare con quella tranquillità, tantomeno con la fonte del suo disagio presente davanti a lei. Si chiedeva soltanto quali commissioni avesse da fare, in Russia dovevano essere ormai passate le venti e dubitava vi fossero ancora negozi aperti.

 

La gioia di Takao non riuscì a coinvolgere in egual modo i due russi ancora visibili nella webcam che non accennavano a rispondere. Ivan con occhi vacui stava osservando la tovaglia apparecchiata strattonando la manica dell’amico in leggera apprensione.

«Ser…non vorrei allarmarti ma Yuri è uscito con un coltello»

 

In Giappone l’ultima cosa che videro prima del segnale d’interruzione chiamata fu lo scatto di Sergej degno di un maratoneta. Quell’anno il film horror sarebbe stato superfluo, avrebbero avuto una testimonianza in prima persona.

 

____________________


Prompt usato: Celebrare Halloween è una gran perdita di tempo

Oneshot dalle 3057 parole.

 

Buongiorno gente! ^^

(*) Sto alludendo alla puntata 24 di G-Revolution, precisamente al momento prima della sfida di Daichi VS Rick quando i due discutono sull’arrivare in finale.
Vi allego lo spezzone in questione xD


La storia sarebbe dovuta rientrare nella raccolta di flashfic ma come avrete notato, all’interno non ha nulla di flash, quindi ho dovuto modificare le caratteristiche della storia… sorpresi? Io non molto, sapevo che la gioia delle 500 parole non sarebbe durata a lungo ç.ç

Dovevo pur metterlo qualcosa a tema con ottobre nei prompt della challenge e a tal proposito ringrazio Beatris Hiwatari, senza la sua storia di Halloween probabilmente nemmeno mi sarebbe partito l’interesse per questa festa XD

Ringrazio tutti coloro che continuano a seguire/preferire/ricordare questa raccolta ma soprattutto a leggerla e recensirla!
Ci vediamo al prossimo prompt (se ho il tempo di scriverlo ç.ç)

 

Aky

 

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Takao Aoki, questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

   
 
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