- Parte uno -
«TRA SETTE
GIORNI MORIRAI!»
Yuri indugiò
perplesso con le dita sollevate sul touchpad all’urlo spettrale fuoriuscito
dalle casse dopo aver accettato la videochiamata. Dinanzi a lui il volto
paffuto del campione del mondo era perfettamente riconoscibile nonostante i
chili di cera bianca, gli occhi rossi e la cascata di capelli neri.
«Takao, ti
senti bene?»
Dall’altra
parte dello schermo Takao restò estremamente deluso dalla mancata reazione
spaventata dei russi: Yuri gli parlava con la cautela riservata ad un evaso dal
sanatorio, Ivan sportosi nel raggio d’azione della camera aveva semplicemente
corrugato le sopracciglia con scetticismo e Sergej alle loro spalle sullo
sfondo dopo una fugace occhiata era tornato addirittura a cucinare.
Lui aveva
impiegato ore per mettere a punto quel travestimento sottoponendosi ad una
seduta intensiva di trucco per somigliare in maniere perfetta a Samara e
nessuno gli stava dando la soddisfazione di urlare in preda al terrore. Ad
eccezione del professor Kappa, il suo amico aveva scagliato in aria il pc
spaventato a morte quando era uscito dal bagno, il tutto nonostante fosse a
conoscenza dell’identità sotto la maschera.
Suo nonno aveva
impiegato mezz’ora per farlo scendere dal tetto.
«Accidenti,
siete peggio di Kei! Mi avete smascherato subito!»
«Esce il tuo
nickname quando chiami…»
Takao rise
imbarazzato al sussurro esterrefatto di Yuri mentre Hilary si schiaffò una mano
sulla fronte, probabilmente il russo era intento a chiedersi quanti neuroni
fossero rimasti al suo fidanzato e lei non gli poteva dar di certo torto.
«Comunque, vi
avevamo chiamato per invitarvi alla festa di Halloween di dopodomani!» se
possibile il colorito di Yuri sbiancò ulteriormente alla parola “festa” e
all’euforia con cui la disse il giapponese «Abbiamo chiesto il permesso al
presidente Daitenji di utilizzare la palestra della nuova sede della BBA e
proprio lui si è offerto di pagarvi i biglietti aerei! Stiamo riunendo tutte le
squadre, non potete mancare all’appello! Sarà un modo per stare tutti insieme
senza la presenza di qualche pazzo con le manie di conquista del mondo, una
serata fra amici e al massimo qualche storia di paura»
Ivan appoggiò
la parte finale dell’invito pregustando le future espressioni terrorizzate
dello stesso Kinomiya ma sfortunatamente per lui, il suo capitano non sembrava
essere per nulla incline ad accettare. Yuri continuava a spostare in circolo la
freccia del mouse attorno al tasto rosso di chiusura chiamata, indeciso se
cliccarci sopra.
Ivan conosceva
il motivo, lo conosceva tutta la squadra.
Qualche mese
prima Yuri non si sarebbe fatto problemi a troncare la conversazione senza preamboli
ma gli eventi del torneo Bega avevano cambiato le cose, da parte loro c’era
della riconoscenza verso quel buffo ragazzo e anche il suo capitano dopo il
terzo invito declinato doveva aver finito le possibili scuse da rifilare.
Takao restò
speranzoso in attesa di risposta affiancato dal faccino sorridente di Max che
con le sue frasi americane aveva cominciato a insistere a sua volta scatenando una
perseveranza generale. Tutti i Bladebreakers si erano accalcati davanti lo
schermo.
«Let's go guys!»
«Sarà solo per
un giorno, potremmo anche approfittarne per qualche scontro amichevole di
beyblade» aggiunse Rei guadagnandosi un pollice alzato da Hilary – fuori
visuale – per l’ottima tattica adottata.
«Esattamente,
Yuri devi assolutamente venire!» il piccoletto dai capelli rossi balzò sulle
spalle di Takao e Max urlando verso lo schermo e dopo aver tirato fuori il suo
fido beyblade dai jeans quasi lo schiantò contro il portatile «Gaia Dragoon non
vede l’ora di una nuova sfida!»
«Daichi scendi
immediatamente, mi stai tirando via la parrucca!» sbottò il giapponese
scaraventando il ragazzino dall’altra parte della stanza «E non stiamo
invitando solo Yuri ma tutti i Neoborg!»
«Che me ne
importa degli altri sono delle nullità come te, io voglio affrontare nuovamente
Yuri!»
L’inquietante
uomo/donna si alzò dando il via ad uno scontro di beyblade, nella palestra del
dojo addobbata da stravaganti decorazioni arancioni, inseguito da Hilary
incavolata nera che brandiva una scopa mentre la chiamata ancora avviata non la
stava più calcolando nessuno.
Ivan sorrise
malizioso all’indirizzo del suo capitano indicandogli lo schermo e mimando
strane e perverse gesticolazioni con le dita procurandosi un’occhiataccia
gelida.
«Non ricambi i sentimenti
della piccola scimmia? Sei così senza cuore?»
«E tu da quando
sei così petulante come Boris?»
«Chi osa
nominare il nome di Dio invano?»
Yuri alzò gli
occhi al cielo all’ingresso teatrale del suo amico nell’angusto cucinino,
rassegnazione rivolta anche agli esasperanti schiamazzi che lo spinsero ad
abbassare il volume per non diventare sordo.
Boris indicò
interrogativo lo schermo avvicinandosi al trio e ricevendo una mestolata sulle
mani da Sergej quando provò a rubare una delle sue ultime invenzioni culinarie.
«Finché non
siamo seduti a tavola non si toccano!»
«Giuro che per
ripicca prima o poi ti regalerò un grembiulino rosa shocking con tanto di
scritta “big mama”» bofonchiò massaggiandosi
la mano dolorante ed evitando per un soffio un ulteriore colpo inferocito.
«Glielo hai già
regalato» commentò piatto Ivanov incrociando le braccia davanti all’email
appena ricevuta da Daitenji, senza ottenere la loro conferma il presidente
aveva già prenotato i biglietti allegandoli al messaggio «E lo obblighi ad
indossarlo ogni qual volta perde ad uno scontro di bey, stessa cosa fa lui con
te»
«Oh, giusto,
non ti sfugge mai nulla» annuì convinto poggiando le braccia intrecciate sulla
testa del suo capitano che emise un basso ringhio scostandolo in malo modo «Ad
ogni modo, mi volete dire perché abbiamo dei biglietti aerei prenotati?
Ennesimo invito della banda di Kinomiya che sta starnazzando in sottofondo?»
«Esatto, festa
di Halloween di dopo domani ma Yuri non vuole far contento il suo amante
segreto» Ivan arretrò ridacchiando spostando con sé la sedia allo sguardo
ceruleo omicida, aggiungendo con tono sibillino «Il povero Daichi strimpella il
suo represso desiderio d’amore senza ottenerne approvazione, forse c’è troppa
differenza di età? Non ti giudicheremo Yu, stai tranquillo, ti accetteremo
anche come pedofilo»
«Ivan, smettila
di dire scemenze»
«Ma quali
scemenze, Ivan ha ragione!» esclamò il platinato battendo una poderosa pacca
sulla schiena di Yuri che tossì alla ricerca d’ossigeno «Quel piccoletto ha una
strana ossessione per te, ricordi il terzo campionato? Nella sua battaglia
contro Rick ti ha definito la sua fidanzata, quante risate mi sono fatto
in quel momento! Non è che hai fatto davvero qualche intrallazzo con lui e ora
non vuoi che venga a galla?» (*)
Yuri sbarrò gli occhi osservando il suo amico
per assicurarsi fosse serio, per chi diavolo l’aveva preso?
Con un gesto della mano diede ordine a Sergej
che in un cenno del capo obbedì prontamente colpendo a sorpresa con un’energica
mestolata la testa di Boris, aprendosi in un sorrisetto soddisfatto solo alla
vista della smorfia dolorante.
«Ehi, ragazzi
ci siete ancora?»
Richiamati da
Takao i quattro tornarono a dare la propria attenzione alla presunta Samara
ancora più malandata rispetto alla sua prima apparizione, l’abito era stato
strappato all’altezza del petto, il nero attorno all’occhio non sembrava più
trucco e la parrucca era ricaduta scompostamente sulla testa.
«Ma cosa
diavolo saresti?» chiese scettico Boris massaggiandosi la nuca dolorante.
«Samara, mai
visto “The Ring”?»
«No»
«Allora venite
dopodomani così possiamo guardarlo tutti insieme!» trillò allegro Takao
avvicinandosi poi al microfono del portatile per sussurrare cospiratorio «Non
ve l’ho detto prima ma Kei ci terrebbe tanto a vedervi qui, non fa che parlare
di voi e di quanto gli manchiate»
«Takao non
inventarti le cose!»
Dal fondo della
stanza Kei – fino a quel momento rimasto in disparte – innervosito oltremisura
si distanziò dalla parete avvicinandosi al moro seguito da Rei, Max e Hilary,
tutti addossati un'altra volta vicino alla webcam per evitare una possibile
strage. Al contrario di Manabu che pregava in un angolo per la sorte del suo
computer.
«Non me ne
frega nulla se accettano o meno, nemmeno io ci voglio venire alla festa!»
«Dai su, non
fare l’asociale, io e Hilary stiamo organizzando il tutto da due settimane!»
«Celebrare
Halloween è una gran perdita di tempo» concluse inacidito il bicolore incrociando
le braccia e voltando stizzito la testa dal lato opposto alla sottospecie di
fantasma insistente «Figurarsi se io ne voglio perdere con voi e con loro»
«Lo sappiamo
che dici così ma infondo ci vuoi bene»
In Russia Ivan
si scambiò un’occhiata rassegnata con Yuri, chiedendosi se non fossero loro i
fantasmi. I ragazzi avevano iniziato a bisticciare sulla questione Hiwatari
finendo non si sa come a disquisire dei dolci che Daichi voleva recuperare
andando a fare dolcetto o scherzetto in serata, ignorandoli completamente.
«Yu, ma è una
parrucca quella che ha Takao?»
«Credo di sì»
rispose incerto al piccoletto, la testa inclinata per provare altre angolazioni
concludendo con una scrollata di spalle noncurante «A meno che non abbia
tagliato i capelli a Kon per metterseli in testa»
«Quello è un
desiderio che ho io dalla nostra prima sfida. Dai capitano, andiamo in
Giappone così posso farlo!»
«Boris stai
cercando di arruffianarmi?»
Allo sguardo
d’angelo innocente che rasentava più l’inclinazione demoniaca la baraonda si
quietò e Takao ritornò all’attacco più pimpante e speranzoso che mai.
«Allora
verrete?»
«No»
«Dai Yuri! Mi
hanno già dato buca Lai e Michelle per altri impegni, non potete farlo anche voi…»
Yuri sospirò
sconsolato non sapendo se trovare inquietante o petulante il campione del mondo
che tentava di fargli gli occhioni dolci con ancora le lenti a contatto
indossate ma voltandosi alla sua destra seppe con certezza che la risposta
giusta era la seconda. Riteneva più preoccupante il suo migliore amico con la
medesima espressione a cui si era aggiunto pure l’assillo di Ivan dall’altro
lato e il non proferir parola di Sergej che significava “non parlo perché ti
andrei contro”.
«Smettetela di
sembrare tutti i bambini, andateci voi se volete ma io non vengo»
Hilary alzò le
mani tirandosene fuori, gli occhi di Yuri le davano i brividi quando
diventavano così taglienti e non ci teneva ad essere una delle vittime della
sua furia, aveva già rischiato abbastanza assecondando Takao e la strampalata
idea di chiamarli quando in Russia sarebbe stata ora di cena. Credeva che tutti
sarebbero stati più malleabile solo perché lo era lui ogni qual volta si
parlava di cibo? Roba da pazzi.
Il suo compito
era sistemare i futon nella palestra per tutti gli ospiti, ed era una fortuna
che alcuni di loro fossero arrivati con preavviso alleggerendole il lavoro perché
se avesse voluto aspettare l’aiuto del suo ragazzo sarebbe diventata vecchia.
Ragazzo che ignorava
persino i suggerimenti di Max e Rei sul non insistere più del dovuto, doveva
ritenersi già soddisfatto di averne persuaso tre su quattro.
«Yuri ma non
sarei a mio agio sapendoti lì tutto solo, se non vuoi accettare per far
contento me fallo almeno per i tuoi compagni»
Takao non capì
bene cosa successe nei secondi successivi.
Ivan scambiò
una serie di battute in russo con Yuri che ne sembrò contrariato, probabilmente
il più piccolo stava dando manforte alle sue parole e venne aiutato a sorpresa da
Sergej che si unì al duo in un modo che gli ricordò tanto nonno Jey durante uno
dei suoi rimproveri. I toni si accesero più del dovuto ma non ebbe il tempo di
capire se fosse una sua impressione per la durezza della lingua o per una
litigata perché Boris tenutosi fuori dal terzetto si sporse verso lo schermo
guardando svogliatamente l’orologio.
«Kinomiya non
ho tempo da perdere. La festa è dopodomani, giusto?»
«Sì, ma
Yuri…non l’ho ancora convinto!» il gruppo russo smise di battibeccare ed in
particolare il diretto interessato sbuffò infastidito per quella caparbietà «Ho
dovuto insistere ore anche per far venire Andrew e Gianni, per favore non farmi
ripetere l’esperienza Yuri! Non c’è davvero nulla che ti possa convincere?»
L’interpellato
non ebbe modo di rispondere per sé ne riuscì a spostare la massa ingombrante
liberando completamente la sua visuale, aveva sperato che essendo in ritardo
per il suo appuntamento Boris avrebbe desistito.
Speranza
inutile.
«Kinomiya, ci
sarà Julia?»
Mollò una
ginocchiata alla giuntura del ginocchio di Boris al nome della ragazza non
sortendo alcun effetto concreto, la differenza di forza vinceva ancora una
volta e nonostante l’attacco alle spalle, il colpo basso peggiore non era
di certo suo.
«Mh? Sì, lei e Raul son-»
«Ah perfetto,
allora tranquillo che non devi inventarti altro, l’hai appena convinto» lo
interruppe il russo indicando il suo capitano con un’alzata di spalle,
lanciando l’ennesima occhiata all’orologio conscio di non essersi ancora
vestito per uscire.
Hilary si
irrigidì lasciando cadere il futon appena trasportato accanto al fidanzato per
chiedergli precisazioni sulla disposizione e persino Kei sbarrò gli occhi
perdendo parte della sua compostezza tornando a osservare i suoi compagni
dell’altro continente, precisamente provando un inusuale moto di compassione
per il suo ultimo capitano.
«- sono già qui»
terminò incerto Takao quando Boris era ormai scomparso dalla visuale
sventolando una mano in segno di saluto.
La conclusione
della frase non giunse mai alle orecchie di Boris ormai uscito dalla cucina
dove rimasero solo Sergej e Ivan, entrambi con una mano premuta sulla fronte
non osando guardare e infierire ulteriormente sull’orgoglio del loro capitano.
Yuri deglutì a
vuoto impietrito davanti lo schermo non sollevando nemmeno più il petto per
respirare, immobile al pari di una statua marmorea nella vana speranza di
soffrire d’allucinazioni. A malincuore dovette però ammettere che la sua vista
non aveva nessun problema, dall’altra parte del mondo accanto a Takao la
ragazza che lo aveva scombussolato nell’anima era apparsa appena era stata
chiamata in causa.
Spuntata nello
stesso identico momento in cui il suo migliore amico aveva ben pensato di gettare
all’aria un segreto che doveva restare tale per il resto della loro vita.
Enunciato in
una lingua comprensibile a tutti, chiara anche per lei.
Voleva morire.
Poteva
inventare centinaia di combinazioni semantiche diverse per uscire dalla
situazione sviando la questione, ma il suo cervello gli aveva detto addio,
l’aveva salutato imbarcandosi per mare, inghiottito da un mulinello, finito
nelle profondità dell’abisso, divorato da uno squalo…e il solo andare alla
deriva nella sua stessa mente indicava chiaramente il suo stato di squilibrio.
A quel punto una qualunque parola sarebbe andata bene, pure la più stupida, ma
le sue labbra restarono sigillate.
Daichi store la
bocca in una smorfia per quell’improvviso e insensato silenzio.
«Ebbene? Siete
diventati tutti muti?»
«My friend…mi
dispiace dirlo ma hai il tatto di un elefante»
«Io? E Boris
allora? Vi siete zittiti dopo le sue parole!» il ragazzino incrociò le braccia
contrariato, riserbando un’occhiata scettica alle due pozze cerule sbarrate
sullo schermo «Nessuno dice niente, Yuri sembra aver visto un fantasma…ma
soprattutto, perché sarebbe stata la presenza di Julia a con-»
Daichi si
ritrovò privato di ulteriori centimetri d’altezza all’improvviso pungo sulla
testa.
«Ochetta ma sei
impazzita?!»
«Bertuccia fai silenzio e pensa prima di parlare!»
Rei forzò un
sorriso alternando lo sguardo dalla madrilena sorpresa ancora accucciata
accanto al computer a Yuri che non dava alcun segno di vita non provando ad
abbandonare nemmeno la sua postazione. Sperava soltanto che la sua squadra
presente in sala avesse la decenza di non farsi vedere per infliggergli il
colpo di grazia.
Per quel poco
che conosceva il russo, aveva compreso non fosse molto diverso da Kei quando si
parlava di questioni sentimentali e al suo posto non avrebbe di certo voluto
che le sue emozioni fossero divulgate e rese di dominio pubblico da terzi.
Yuri però non
era l’unico a preoccuparlo, Raul si era rintanato a dondolare in un angolino
alla ricerca del suo coraggio da fratello iperprotettivo. Non servivano i
mostri o storie dell’orrore per ghiacciare l’atmosfera in perfetto stile
Halloween, era bastata un’uscita sbagliata di Boris per creare l’ambiente
perfetto.
Sergej
picchiettò incerto la spalla del suo sventurato amico non ottenendo alcun
movimento.
«Yu? Sei ancora
vivo?»
Guardò impensierito
Ivan che si stava grattando la nuca non sapendo che pesci prendere, si erano
aspettati un improvviso scatto da psicopatico e il fatto che non fosse giunto
li inquietava maggiormente. Alla prima occasione avrebbe fritto Boris per cena.
«Yuri reagisci
un minimo, non puoi stare qui come uno stoccafisso!»
Ne avrebbe
fritti due, al primo avrebbe aggiunto pure Ivan e la sua delicatezza
disarmante.
«In tutto ciò
quindi verrete?»
Probabilmente
gli sarebbe servito un pentolone, avrebbe inserito anche Takao tagliandogli
personalmente la lingua così da non avere più interruzioni nei momenti meno
opportuni.
Hilary colpì
sulla nuca il suo fidanzato stringendo le mani al petto per evitare di
strangolarlo, aveva dimenticato che erano due gli elefanti della squadra e
quasi non urlò per la sorpresa nell’udire finalmente la voce atona di Yuri.
Un tono dall’oltretomba
capace di farla rabbrividire.
«Sì Takao, ci
vediamo ad Halloween»
Il giapponese
abbracciò euforico la madrilena accanto a lui battendo le mani estasiato senza
aver colto nulla della precedente tensione, lui era solo felice di aver
convinto la squadra più restia di tutte.
«Beato lui che
non capisce mai nulla» sussurrò la brunetta osservando il sorriso spaesato
comparso sul volto arrossato di Julia che nella migliore delle ipotesi stava
ancora fantasticando sul suo glaciale amichetto dell’est.
«Forse è un
bene sai?» sorrise affabilmente Rei rispondendo in un altrettanto bisbiglio «Sarà
l’unico a non spettegolare e chi meglio di lui può trascinare una
conversazione?»
«Sono così
felice di averti convinto! Mi raccomando, vi aspetto!» proseguì il moretto
incurante dei timori altrui.
«Certamente» il
capitano della Neoborg continuò a tener fisso lo sguardo gelido sullo schermo
alzandosi con movimenti lenti dalla sedia «Ora scusami, ho una commissione
da sbrigare»
Hilary ammirò silenziosamente
quell’elegante uscita di scena, al posto di Yuri non solo sarebbe diventata
interamente della stessa tonalità dei suoi capelli – lui aveva assunto solo un
leggero colorito porpora sugli zigomi – ma avrebbe balbettato come un’idiota
per mettere due frasi insieme e sarebbe scappata via alla prima occasione
utile.
Di certo non
sarebbe rimasta a parlare con quella tranquillità, tantomeno con la fonte del
suo disagio presente davanti a lei. Si chiedeva soltanto quali commissioni
avesse da fare, in Russia dovevano essere ormai passate le
venti e dubitava vi fossero ancora negozi aperti.
La gioia di
Takao non riuscì a coinvolgere in egual modo i due russi ancora visibili nella
webcam che non accennavano a rispondere. Ivan con occhi vacui stava osservando
la tovaglia apparecchiata strattonando la manica dell’amico in leggera
apprensione.
«Ser…non vorrei
allarmarti ma Yuri è uscito con un coltello»
In Giappone
l’ultima cosa che videro prima del segnale d’interruzione chiamata fu lo scatto
di Sergej degno di un maratoneta. Quell’anno il film horror sarebbe stato
superfluo, avrebbero avuto una testimonianza in prima persona.
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Prompt usato: Celebrare Halloween è una gran perdita di tempo
Oneshot dalle 3057
parole.
Buongiorno gente! ^^
(*) Sto alludendo alla puntata 24 di G-Revolution, precisamente al momento prima della sfida di
Daichi VS Rick quando i due discutono sull’arrivare in finale.
Vi
allego lo spezzone in questione xD
La storia
sarebbe dovuta rientrare nella raccolta di flashfic ma
come avrete notato, all’interno non ha nulla di flash, quindi ho dovuto
modificare le caratteristiche della storia… sorpresi? Io non molto, sapevo che
la gioia delle 500 parole non sarebbe durata a lungo ç.ç
Dovevo pur
metterlo qualcosa a tema con ottobre nei prompt della challenge e a tal
proposito ringrazio Beatris Hiwatari, senza la sua storia
di Halloween probabilmente nemmeno mi sarebbe partito l’interesse per questa
festa XD
Ringrazio tutti
coloro che continuano a seguire/preferire/ricordare questa raccolta ma soprattutto
a leggerla e recensirla! ❤
Ci vediamo al prossimo
prompt (se ho il tempo di scriverlo ç.ç)
Aky
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono
proprietà di Takao Aoki, questa
storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.