Albus e Scorpius passeggiavano per Hogsmeade come se nulla fosse. Tra loro c'era un silenzio tombale, entrambi con le mani dentro le tasche dei pantaloni. Scorpius aveva insistito per vedersi quella mattina, nonostante i continui rifiuti di Albus, dato che già si vedevano ogni giorno durante la settimana.
Era settembre e i weekend ad Hogsmeade non erano ancora iniziati. Scorpius gettò un'occhiata alle torri della scuola con un pizzico di nostalgia. «Perché a scuola non ci siamo mai parlati? Eravamo tutti e due a Serpeverde e per giunta dello stesso anno...» domandò Scorpius ad Albus.
«A scuola non eri proprio il compagno di casa più simpatico» gli fece notare. Scorpius annuì rammentando le angherie che aveva fatto subire ad ogni discendente Potter/Weasley.
Nella sua testa di quindicenne aveva senso: cosa c'è di meglio per farsi notare, che prendere in giro la persona che si desidera, ovvero l'ultima dei Potter? A circa vent'anni si sarebbe volentieri schiantato da solo.
Entrarono ai Tre Manici di Scopa e optarono entrambi per dell'Acquaviola, faceva ancora troppo caldo per una Burrobirra. «Albus ti devo dire una cosa» annunciò Scorpius fissando il liquido nel bicchiere. «Però devi promettermi che non ti arrabbierai».
«Cosa hai combinato, Scorpius?» domandò esasperato.
Di solito quando iniziava così doveva cacciarlo fuori da qualche pasticcio con qualche ragazza. «Sto uscendo con una ragazza» disse senza alzare lo sguardo. Il verso di approvazione di Albus lo incoraggiò a continuare. «E questa ragazza è tua sorella».
In tempo record, Scorpius venne raggiunto da un’abbondante dose di Acquaviola generosamente sputacchiata dall'amico che adesso annaspava guardandolo con disprezzo.
«Come hai potuto?» sibilò. Avevano già attirato gli sguardi di alcune persone, non volevano fare spettacolo.
«Senti è successo e basta!» rispose secco.
«Al mio compleanno, vero? Ad un certo punto non trovavo né te, né lei».
«No. Prima».
Albus portò le mani chiuse a pugno sugli occhi gettando la testa all'indietro. «Salazar, Scorpius! Come puoi illudere così mia sorella! Non si va con la sorella del migliore amico per principio!»
«Io non la sto illudendo, io la amo davvero!» protestò.
«Ma è mia sorella!» tentò Albus.
«E quindi?»
«Quindi non si fa. Non si esce con la sorella del migliore amico. È la regola d'oro!»
«La tua famiglia ed i Paciock siete amici, eppure non ti fai scrupoli a farti la figlia minore negli stanzini dell'Accademia» disse sibillino. Albus tentennò e sembrò tornare in sé.
Gli diede solo una pacca sulla spalla, ancora contrariato. «Ho esagerato, scusa». Scorpius gli sorrise. «In bocca al lupo con mia sorella, imparerai che non è una signorina aggraziata».
Scorpius ridacchiò. Non erano i salti di gioia ma in fondo, si disse, sarebbe potuta andare molto peggio.