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Autore: CedroContento    20/10/2020    8 recensioni
Non sappiamo molto sugli anni di Astoria ad Hogwarts. Eppure era lì, nell'ombra, anche lei testimone degli eventi, e ad un certo punto anche Draco deve essersi accorto di lei, arrivando ad innamorarsene.
Sbirciando nel suo Pensatoio, qualcuno vuole ripercorrere gli anni scolastici della Serpeverde.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Secondo Anno
 
“Non posso credere ti abbia invitata!” esclama entusiasta Julie, mentre mi intreccia sapientemente i capelli. Il suo talento per le acconciature stasera mi torna proprio utile.
“Però non è giusto, anch’io volevo andare al Ballo del Ceppo, ci sarà anche Viktor Krum!” aggiunge imbronciata. Come se non lo avesse mai visto, passa le sue giornate a pedinarlo per tutto il castello, ha addirittura saltato due lezioni per quel motivo.
“In realtà, anch’io sto ancora cercando di realizzare il fatto che Blaise mi abbia invitata. Anzi, comincio a sentire un po’ di nausea, mi sa che devo vomitare…”
“Beh fattela passare! Queste sono occasioni che non si sprecano,” mi rimprovera la mia migliore amica. E un po’ ora mi sembra mia madre.
Julie sospira, e so a cosa pensa: questo è il punto in cui interverrebbe Nicole, ma lei è una Corvonero ora, da più di un anno. All’inizio del primo anno abbiamo cercato di mantenere l’amicizia, ma i Serpeverde sono storicamente in rivalità praticamente con qualsiasi altra Casa, così non ci è voluto molto che Nicole ci togliesse anche il saluto.
“Qualche volta mi manca,” ammette Julie, lisciando distrattamente una ciocca ribelle che si è liberata da una forcina.
“Anche a me,” dico, torturandomi le mani. “Perché sudo così tanto?”
“Basta tristezza!” si ricompone Julie, perfezionando la mia acconciatura con un sapiente colpo di bacchetta. “È la tua serata, vai e conquista!” mi incoraggia, con rinnovato entusiasmo.
“Va bene…” cerco di autoconvincermi, sistemando il mio vestito rosa antico, un colore che mi dona decisamente di più del solito verde.
Mia madre non ha badato spese per il mio abito o quello di mia sorella. Non sarà mai che una Greengrass, o ancora meglio una Purosangue, sfiguri ad evento pubblico; anche se si tratta solo di un ballo studentesco. Sono quei piccoli dettagli a fare la nostra superiorità.
 
Ma a me la nausea non passa. Anzi, quando raggiungo Blaise nella sala comune (e quanto è figo con quel completo elegante!!!) lotto per non correre in bagno a rimettere.
È che questa potrebbe essere la serata perfetta, la serata perfetta per il mio primo bacio. E se fosse Blaise a baciarmi… be’, in quel caso potrei svenire.
“Stai benissimo, Astoria. Sei molto bella,” si complimenta Zabini appena mi vede, facendomi arrossire come un peperone – lo so perché sento le orecchie andare a fuoco.
Con la coda dell’occhio vedo mia sorella, bella come una dea, sorridere di approvazione. Almeno oggi non la faccio sfigurare.
 
Se era un bacio quello che volevo, di sicuro non è nelle intenzioni di Blaise deludermi, visto che passo metà della serata a cercare di tenerlo a bada. Non solo mi ritrovo le sue mani ovunque – e sono sicura che ne abbia almeno un altro paio nascoste sotto la camicia –, ma si abbassa continuamente cercando a tradimento le mie labbra. E non è proprio che io non voglia, ma il primo bacio dovrebbe essere speciale, magico. Quel momento non c’è ancora stato. Voglio che sia perfetto, p-e-r-f-e-t-t-o.
Solo che, più Zabini insiste, più mi risulta antipatico. La voglia di baciarlo sfiora i minimi storici, e la mia cotta per lui presto svanisce come l’effetto di una pozione mal riuscita.
Comincio ad essere sfinita e decisamente nervosa quando raggiungiamo mia sorella, Nott, la Parkinson e Malfoy, pigramente riuniti attorno a un tavolo. Hanno proprio l’aria di un mucchio di aristocratici annoiati.
“Voglio ballare,” brontola la Parkinson, facendo alzare gli occhi al cielo al suo cavaliere. Se lo sguardo di Malfoy potesse uccidere…Non può, giusto?
Comunque, non ci vuole troppo perché Pansy, a suon di capricci, convinca tutti a tornare in pista. Eccetto Draco, lui a quel punto non si alzerebbe neanche sotto la maledizione Imperius. È una questione di principio, lo so perché conosco la logica di un Serpeverde.
“Io faccio compagnia a Draco,” azzardo, quando Zabini mi porge la mano. “È che le scarpe mi fanno male cane ai piedi,” uso come scusa.
Non è vero, le mie scarpe con i tacchi sono comodissime, le adoro; potrei correrci una maratona, volendo. Ma se devo togliermi ancora una volta le mani di Blaise dal sedere, giuro che gli lancio una fattura. Mi rimane solo il dubbio se non sia peggio lui o starmene da sola con Malfoy.
Non può uccidere con lo sguardo. Non può uccidere con lo sguardo.
Siamo seduti al tavolo in silenzio da pochi minuti, a guardare gli altri che si scatenano in pista. Scuoto la testa, quando noto che, visto che Blaise ha fallito con me, passa senza troppe cerimonie a Daphne. Draco invece non guarda loro. “Andiamocene,” decide d’un tratto, facendomi saltare sulla sedia.
Intercetto la traiettoria del suo sguardo e vedo che scruta, con tutto l’odio di cui è capace, Potter. Non mi stupisce; quello sta antipatico anche a me. Ha la strana fissa di voler sempre stare per forza al centro dell’attenzione. Ancora ogni tanto mi chiedo come abbia fatto a mettere il suo nome nel Calice di Fuoco.
Draco non aspetta di sapere se mi va di andarmene o meno, si alza e mi porge galantemente il braccio.
Per un attimo la cosa mi confonde, ma poi mi ricordo che l’apparenza viene prima di tutto nel nostro mondo, e Draco non si farà mai vedere lasciare da solo il ballo.
“Facciamo il giro dai giardini ok?” chiede, più che altro per informarmi.
Io non sarei tanto d’accordo visto che in giardino ci sono un mucchio di coppie che pomiciano. Se vado di là con Draco, oltre ad essere totalmente imbarazzante, tutti penseranno che… Ma è proprio questa la sua intenzione, mi rendo conto. Mi usa per fare dispetto a Pansy, una pura vendetta nei suoi confronti. E quasi mi sembra di sentire lo sguardo omicida dell’amica di mia sorella sulla nuca, mentre usciamo.
Mi pento all’istante di non essermi aggregata agli altri.
Sbircio con la coda dell’occhio Draco, mentre facciamo il giro lungo. Piano, per perdere abbastanza tempo da sembrare ciò che non è.
Sono infastidita dalla situazione, ma mi rendo conto di non sentirmi poi tanto a disagio accanto a lui; anzi mi sento intoccabile.
Io e Draco ci conosciamo da sempre, giocavamo assieme da bambini. O meglio, lui e Daphne erano compagni di giochi, io ero quella che li rincorreva ovunque, cercando di stare al passo. Lo trovo cambiato negli ultimi anni, eppure è sempre uguale. Una cosa è certa, non mi rivolgeva parola da una vita.
“Non era la serata che ti aspettavi?” indaga, pigramente, senza nessun interesse.
Mi chiedo se il disappunto mi si legga così chiaramente in faccia, ma anche se così non fosse, Draco ha sempre avuto il dono della perspicacia.
“Già…” sospiro. “È che Blaise… non era come pensavo. È un’idiota,” ammetto, ormai completamente disillusa.
La mia confessione strappa almeno una piccola risata a Draco. “Concordo,” dice. “È un ragazzo, e tu sei carina stasera. Noi siamo fatti così” aggiunge, centrando il punto, senza che io abbia bisogno di spiegarmi ulteriormente. Perspicace.
“E tu, hai la serata che volevi?” chiedo, non ho voglia di parlare ancora di Zabini.
“Io sono qui solo perché devo”.
Certo, lui non ha bisogno di fare affidamento su uno stupido ballo per strappare anche più di un bacio alla Parkinson. O a qualunque altra Serpeverde, volendo essere sinceri.
Un cespuglio si mette a tremare al nostro passaggio, e ne sbuca una coppietta che cerca di ricomporsi alla svelta. Riconosco una Tassorosso e un Corvonero più grandi di me.
“Direi che possiamo tornarcene in sala comune. Ne ho abbastanza,” commenta Draco.
 
Quella sera, nel mio letto, fatico a prendere sonno. Ripercorro mentalmente la serata, ma non è Zabini a riempire i miei pensieri.
Ha detto che sono carina.

 
   
 
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