«Ti prego, ti prego, ti prego!» esclamò Lily con le mani giunte guardando il marito con gli occhi dolci. James le lanciò un’occhiataccia.
«No, Lily, non prenderemo un gatto!» rispose categorico. «Stiamo già per avere un bambino, non possiamo prenderci anche un animale!» le fece notare. Lily si imbronciò.
«E perché no?» domandò con le braccia incrociate come una bambina.
«Perché tu non devi stancarti e io non voglio prendermi cura di un gatto» rispose l’uomo dai capelli sbarazzini.
«Di’ la verità, ti fanno paura i gatti» lo canzonò lei. James si sentì punto nel profondo e si accigliò.
«Sono un Grifondoro ed un Auror, non ho paura dei gatti!» protestò.
«Bene, allora prendiamone uno. Che ti costa?» disse con un sorriso furbo. James sbuffò e il sorriso di Lily si fece ancora più largo. Quando James si sentiva colpito nel suo lato Grifondoro non c’era niente che tenesse.
«Solo un paio di galeoni» protestò.
«I soldi non ci mancano» gli fece notare, sempre più sorridente.
Erano davanti al Serraglio Stregato da circa dieci minuti che discutevano sulla scelta di prendere un gatto o meno. Lily ne aveva avuto uno ai tempi di Hogwarts, ma dopo essere tornata a casa dopo il settimo anno, il fidanzato si sua sorella Petunia lo aveva accidentalmente investito con la macchina. Dopo un primo momento di rabbia, aveva accantonato l’evento consapevole che entro pochi giorni avrebbe lasciato la casa dei suoi genitori. Adesso Lily ne desiderava un altro. Avere un animale da compagnia ad Hogwarts, come un gatto, era stato positivo per Lily, e voleva che lo fosse anche per il suo bambino o la sua bambina. E poi, dopo averne avuto uno, non riusciva ad immaginare la sua vita senza un gatto.
«Sei impossibile» mormorò James dirigendosi verso l’entrata del negozio. «Io non me ne prendo cura» l’avvertì prima di aprire la porta. Lily saltellò sul posto battendo le mani e poi lo seguì.
Alla fine scelsero un micio di appena pochi mesi con il pelo rosso e arruffato, gli occhi verdi, che non stava fermo un attimo. Appena Lily lo aveva accarezzato aveva iniziato a fare le fusa. Era stato amore a prima vista, così, rassegnato, James aveva pagato e avevano lasciato il negozio salutando.
A casa, con quel batuffolo arancione sulle gambe che ronfava, a James non sembrava una cattiva idea avere un animale domestico. «Sai, ti assomiglia» osservò.
«Vorresti dire che ho il pelo e la faccia da gatto?» chiese ironica. Aveva la guancia appoggiata alla spalla del marito e accarezzava il gatto.
«Intendo dire che è rosso e ha gli occhi verdi come te» rispose alzando gli occhi al cielo. Lily rise non sapendo che risposta dare al marito. «Che nome gli diamo?»
Lily si fermò un attimo a pensare, ricordando quello che aveva tentato di fare quel piccolo micio per tutto il pomeriggio: arrampicarsi ai loro pantaloni per essere preso in braccio e accarezzato. «Grattastinchi» pronunciò con tono solenne.
«E Grattastinchi sia!» rispose James sorridendo.
 
Note: c’è una teoria secondo la quale Grattastinchi fosse il gatto dei Potter. Nel terzo libro viene detto ad Hermione che il negozio ha l’animale da tantissimo tempo e che aveva già questo nome e per questo motivo ha riconosciuto Crosta, perchè lo conosceva. Probabilmente questa teoria è una grande cavolata, ma la trovo particolarmente divertente, perciò ho deciso di scriverci su.