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Autore: Maggiechan_75    23/10/2020    6 recensioni
Le nostre vite da marzo 2020 sono cambiate radicalmente. Tutti noi abbiamo reagito a questa novità che ci ha stravolto la vita in modo diverso. Vi siete mai domandati come i nostri due protagonisti avrebbero reagito a questo?
* Un appunto prima di iniziare. Anche se la storia si svolgerà in Giappone i fatti di cronaca legati al periodo di quarantena saranno quelli dell’Italia. (^NdMaggie^ più o meno:p)*
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: City Hunter, Altro contesto
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9 marzo 2020 ore 9:00

 

Il sole era già alto e, anche se gran parte dell’orizzonte era nascosto dai i grattacieli di Tokyo, si poteva percepire che, in cielo quel giorno, non fosse presente nemmeno una nuvola. Erano i primissimi segnali che preannunciavano l’arrivo della primavera, dopo un inverno particolarmente rigido. Kaori, davanti alla finestra, stava assaporando il tepore che il sole emanava attraverso i vetri. Una sensazione piacevole, ma evidentemente non per lei che esprimeva i suoi sentimenti attraverso uno suo sguardo triste. L’allegria e la dolcezza di una coppia di passerotti che stava giocando in volo tra i grattacieli richiamandosi allegramente, era in contrasto con la desolazione delle strade e dei marciapiedi deserti.

“Non ricordo di essermi mai svegliata così!” pensava malinconicamente.

Tutto sembrava immobile, come se il tempo si fosse fermato. “Ryo starà ancora dormendo” si disse alzando lo sguardo verso il soffitto non riuscendo a percepire nessun rumore nemmeno da lì. Ma era tempo di muoversi, il tempo di cambiarsi ed era pronta per salire nella zona giorno per preparare il caffè.

“Di sicuro ne avrà bisogno” pensò ricordando la notte precedente.

 

Ryo era tornato puntuale a mezzanotte ma decise di non andare subito a letto. Il suo festino privato continuò in solitaria tra una pinta di Corona (^NdMaggie^ la birra… la birra!!) e qualche film vietato ai minori di 18 anni. Ad un certo punto della notte, vedendo la luna piena, decise addirittura di dedicarci una serenata a squarciagola, lui era pure stonato. Kaori per forza di cose dovette alzarsi, salire e immobilizzarlo, ma soprattutto ammutolirlo avvolgendolo nel suo stesso futon.

 

A quel ricordo le era apparso un sorriso amaro “Ti è proprio così difficile accettare che per un po’ di tempo non potrai uscire di casa vero?” aveva pensato mentre le immagini mentali di Ryo che si ubriacava di birra scorrevano nella sua mente.

 

In realtà probabilmente Ryo non aveva ancora ben realizzato cosa significasse essere in “lockdown”. Forse non ci voleva nemmeno pensare. Fu quello motivo per cui aveva deciso di ubriacarsi. Voleva essere sicuro di non essere assalito da strani pensieri in piena notte. Si conosceva bene, i suoi veri pensieri le sue paure affioravano proprio nel dormiveglia. In genere adorava quei momenti, in quelle rare occasioni si sentiva un essere umano e non una “macchina per uccidere”. In quelli istanti, lontano da tutti e nascosto dalle coperte, anche lui poteva assaporare i sentimenti umani più intimi con i suoi pro e i suoi contro.

 

Alle 10:00, stanca del troppo silenzio, Kaori era piombata come un carro armato in camera di Ryo.

“DORMIGLIONE DAI SVEGLIATI CHE E’ TARDI”. “Ma che vuoi, lasciami dormire” aveva farfugliato lo sweeper da sotto le coperte. “Datti una calmata Kaori che ti prende!” abbaiò mentre cercava di abituarsi all’improvvisa luce accecante del mattino. Lei era lì, in piedi, con un sorriso entusiasmante come era solita usare quando gli dava il buon giorno, con la tazza azzurra di Ryo in mano fumante. Nemmeno l’invitante profumo del caffè appena fatto lo aveva invogliato ad alzarsi. “FORZA RYO! Il sole è già alto anche se staremmo a casa tutto il giorno questo non significa che dovremmo impoltronirci così! DAI SOCIO TIRATI SU!” Ryo sorrise di nascosto a quelle parole “solo tu riesci a essere così incoraggiante in questo momento di confusione e paura generale” aveva pensato mentre stava nascendo in lui un improvviso impulso di abbracciarla. Si era alzato con una finta espressione stizzita stampata sul suo volto e quasi si era scottato nel prendere velocemente la tazza e dileguarsi in 2 secondi.

“Buongiorno …. e GRAZIE!” aveva borbottato Kaori ancora confusa dalla rapidità degli ultimi avvenimenti. Rimase lì.. ferma davanti al suo letto, ormai vuoto. Ryo era già sulla porta del bagno “Grazie collega” disse con un fil di voce talmente bassa che nemmeno i suoi stessi pensieri potevano sentirla.

 

La mattinata era passata tranquilla. Ryo l’aveva dedicata alla lettura, no ma che dico, alla visione della sua collezione segreta di riviste. Mentre il tornado Kaori aveva deciso che ora aveva tutto il tempo per le pulizie primaverili che non aveva mai fatto in vita sua! Entrambi a loro modo cercavano di tenere la mente occupata per non pensare. Se lo avessero fatto sarebbero stati colti da pensieri che nemmeno loro sarebbero stati in grado di gestire.

 

Il tempo però quel giorno passava sempre troppo lento. Per due persone come loro era inconcepibile ritrovarsi chiusi in casa. Già a mezzogiorno avevano cominciato ad avvertire i segnali di tensione dovuta ad una strano senso di claustrofobia di cui entrambi non avevano mai sofferto .

Questo stato Ryo non lo riusciva proprio a gestire e non resistette. Nelle prime ore del pomeriggio, di nascosto come un ladro, decise di uscire pur sapendo di non rispettare il regolamento. Per lui spostarsi in città, lontano da occhi indiscreti, era molto facile abituato a mimetizzarsi e a nascondersi sin da ragazzino.

Non ci volle però molto tempo che Kaori si accorgesse della sua assenza. “Sciocco ma dove diavolo sei andato?” lo sguardo era triste e malinconico. Anche questa volta il suo collega aveva dato prova della sua immaturità. Ma era davvero così o il suo modo di vivere ed essere rendeva irrealizzabile la vita rinchiuso in casa? “Non sono passate nemmeno 12 ore” pensava mentre era davanti alla finestra ad osservare le strade deserte. Stava davvero succedendo? Il tempo,almeno fuori dalle case e dagli ambienti domestici, si era fermato!

 

I suoi pensieri vennero interrotti dallo squillo del suo cellulare. La suoneria di “ I will always love you ” di Witney Yuston a tutto volume aveva invaso tutta la stanza rompendo quel silenzio ormai insopportabile.“Ciao Kaori come va?” la voce squillante di Miki per un attimo le fece passare il malumore, dopo tutto anche lei aveva in casa un uomo che … “scusami Umibozu e da te?” ecco appunto anche Umi non era riuscito a rimanere in casa. “Veramente no...quindi deduco che Ryo non è da te” rispose. “Veramente è qui invece!” balbettò imbarazzata immaginandosi l’amica colta da vampate di calore dovuta ad una improvvisa rabbia di gelosia nei suoi confronti. “C..che Cosaaa!!??!! Passami quel mascalzone Miki”. Dopo due secondi di mutismo “Mi spiace se l’è filata appena ha capito che stavo parlando con te” disse con tono dispiaciuto. “Kaori ti prego se vedi Umibozu rimandalo a casa” e con questo chiuse la telefonata.

Miki era preoccupata quanto lei, questa nuova consapevolezza la fece sentire meno sola. Nelle ultime ore vedendo Ryo così tranquillo, aveva pensato che forse la sua reazione al “lockdown” fosse esagerata. Lei aveva paura e se ne rendeva conto. La sua era una paura dello “sconosciuto” di qualcosa che non aveva mai provato e più grande di lei, era naturale esserlo. Eppure guardando la naturalezza del collega si sentiva una stupida. decise quindi di farsi una cioccolata calda e vedersi un bel film alla TV… tanto tempo ce ne era!

 

Il panorama quella notte era molto familiare. Uno spettacolo per gli occhi! Giochi di luci sembravano dividere la superstrada di 6 corsie in due metà. Fasce di luci rosse si allontanavano dalla visuale mentre quelle bianche che scorrevano a velocità più sostenuta, si avvicinavano fino ad oltrepassare il campo visivo. Kaori dall’alto della terrazza osservava tutto questo ascoltando i rumori assordanti in torno a lei. Motori delle macchine di varie cilindrate, rumori di clacson erano ormai suoni abituali per lei, talmente normali che non avendoli nella realtà iniziò ad immaginarseli e successivamente a sognarli in quel pisolino che si era concessa sul divano nell’attesa che Ryo si decidesse a ritornare.

 

Ryo rientrò ad ora di cena come era solito fare, ritrovò Kaori seduta ad attenderlo imbracciando un grosso martellone di legno da 100T.

 

Dopo un a lunga “chiacchierata” a suon di martellate Ryo promise di non uscire più di nascosto e piagnucolante se ne andò a letto senza cena!

   
 
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