Day 15: Incenso
C'era
odore di incenso
nell'aria quando Sam aprì gli occhi a fatica, scoprendo di
trovarsi
in una stanza spoglia e senza finestre con degli strani simboli
disegnati a terra e molte candele lungo le pareti e intorno a un
tavolo davanti a lui. Non aveva idea di come ci fosse arrivato e il
dolore martellante alle tempie non era d'aiuto.
Lentamente realizzò di
essere seduto su una scomoda sedia con i braccioli, ma quando
provò
ad alzarsi, si accorse di non poterlo fare: le braccia vi erano
saldamente legate con delle corde e persino le caviglie erano
bloccate insieme, rendendogli impossibile qualunque movimento.
La situazione era
decisamente brutta, ma il ragazzo cercò comunque di
liberarsi con
qualche strattone.
Purtroppo rischiò solo di
ribaltarsi, motivo per cui decise presto di lasciar perdere e
guardarsi un po' intorno nel tentativo di capire cosa stesse
succedendo. Aveva solo un vago ricordo di essere stato colpito alla
testa da qualcuno che non era riuscito a vedere appena uscito dal
locale in cui Dean aveva
attirato
l'attenzione di una ragazza seduta al bancone vicino a
loro.
Capendo che aria tirava, al termine della cena Sam aveva deciso di
lasciarli soli e approfittarne per fare intanto qualche ricerca sul
caso, ma al motel non ci era mai arrivato. Quanto tempo era passato
da allora?
«Ti sei svegliato,
finalmente» disse in quel momento una voce femminile che il
cacciatore non riconobbe e pochi secondi dopo apparve nel suo campo
visivo una giovane donna, all'incirca della sua età, che
sembrava
mangiarselo con gli occhi.
Sforzandosi un po', ricordò
vagamente di averla
già vista
quella sera al bar e che a un certo punto, dopo svariati
tentativi di fargli capire da lontano il suo interesse, avesse anche
cercato di parlargli, ma lui aveva perso da poco Jessica e l'aveva
quindi liquidata in maniera fin troppo brusca per i suoi standard,
costringendola evidentemente a rivedere i suoi piani.
Decisamente stupito dagli
sviluppi, ringraziò di non averle dato confidenza, dal
momento che
la strana luce nei suoi occhi e il lungo coltello che
appoggiò con
noncuranza sul tavolo non promettevano nulla di buono.
Mentre questa si avvicinava
con il sorriso sulle labbra, provò ancora d'istinto
a strattonare le corde nel disperato tentativo di liberare
le
braccia, ma quelle non cedettero.
«Non mi affannerei troppo,
se fossi in te. Non puoi fermare il mio rituale ma non pensiamoci
adesso» sussurrò con una volce dolce che stonava
terribilmente con
le sue parole, il bel viso vicinissimo al suo come se volesse
baciarlo, ma Sam voltò la testa dall'altra parte, cercando
di
pensare a un modo per uscirne.
«Che genere di rituale?»
ansimò suo malgrado mentre la ragazza, per ragioni note solo
a lei,
gli accarezzava lentamente il petto facendogli correre un brivido di
piacere e disgusto lungo tutta la colonna. La situazione stava
peggiorando sempre di più e al momento era del tutto inerme
tra le
mani di una sconosciuta decisamente squilibrata.
«Non preoccuparti, abbiamo
ancora un po' di tempo» insistette lei con lo stesso tono,
guardandolo negli occhi con evidente desiderio misto a tristezza, ma
Sam non aveva alcuna intenzione di arrendersi e ripeté
deciso la
domanda.
La giovane lo fissò
combattuta per qualche secondo ma alla fine fu costretta a cedere.
Era fin troppo evidente che non fosse interessato alla sua compagnia
e una rapida occhiata all'orologio appeso alla parete dietro di lui
le fece capire che era ora di darsi da fare.
«È una lunga storia ma
dovresti sentirti onorato di farne parte» gli rispose con un
sospiro, allontanandosi di poco con enorme sollievo del cacciatore
per rimirare però il coltello alla luce delle candele.
«Potrei anche esserlo se mi
dicessi qualcosa in più» provò ancora
Sam, nel tentativo di
prendere tempo. Così legato non poteva fare nulla per
contrastarla;
la sua unica speranza era che Dean fosse già sulle sue
tracce. Se
fosse riuscito a distrarla abbastanza a lungo, poteva ancora
salvarsi.
«Resterei volentieri a
parlare con te ma non abbiamo tutta la notte. Ammetto che in fondo mi
dispiace sacrificarti ma la Dea vuole così e non posso
permettermi
di deluderla» confessò la ragazza con un pizzico
di rimpianto,
parlando probabilmente più a se stessa che a lui, prima di
immergere
la lama in una bacinella sul tavolo e tornare lentamente al suo
fianco.
«Non sei obbligata a farlo»
riprovò il cacciatore, con il cuore che gli martellava nel
petto.
Non aveva capito molto del suo discorso ma a questo punto era chiaro
che fosse lei la misteriosa assassina che nelle ultime settimane
aveva ucciso diversi giovani uomini lasciando sui corpi delle strane
tracce che non erano riusciti ad attribuire a nessuna creatura
sovrannaturale a loro conosciuta. A quanto pare aveva scelto lui come
sua prossima vittima e quando la ragazza gli si avvicinò di
nuovo,
intravide sul suo polso uno strano simbolo come quello ripetuto
più
volte sul pavimento.
«Sì, invece, ma non avere
paura. Finirà presto, vedrai» sussurrò
con una strana espressione,
come se in realtà fosse sempre meno convinta di
ciò che stava per
fare, accarezzandogli con dolcezza una guancia un attimo prima di
aprirgli un taglio profondo su un braccio che gli strappò un
urlo.
Non aveva idea di cosa ci fosse su quella lama ma la ferita bruciava
terribilmente e la vista gli si appannò per un attimo mentre
il
sangue colava rapido in un'altra bacinella più piccola della
precedente.
Ottenuto ciò che voleva, la
ragazza si allontanò di nuovo senza guardarlo, diretta verso
il
tavolo ingombro di oggetti che Sam, ansimante, non riusciva a
identificare.
Stordito dal dolore e dalla
perdita di sangue, la vide aggiungere altri ingredienti prima di
prendere un libro antico e pronunciare una formula di evocazione in
una lingua sconosciuta con la voce che tremava. Alla fine prese un
respiro profondo, afferrò di nuovo il coltello e
tornò da lui,
levandolo in alto come se volesse piantarglielo nel cuore, ma la sua
mano stava visibilmente tremando. Che ci fosse ancora una minima
possibilità di non farle portare a termine il rituale?
«Aspetta!» riprovò a
fatica senza neanche sapere bene cosa dirle. Avrebbe voluto fare
appello al suo evidente ripensamento ma ormai faticava anche solo a
stare sveglio e alla fine, a corto di idee, si ritrovò
semplicemente
a invocare tra sé il fratello per l'ultima volta.
«Mi dispiace ma devo farlo.
Manca poco ormai e ho bisogno del Suo favore» disse lei
disperata,
iniziando a calare l'arma, che però non arrivò
mai a colpirlo. Un
attimo dopo, infatti, il rumore di uno sparo rimbombò nella
stanza e
gli occhi della ragazza si spalancarono per la sorpresa mentre dalla
bocca le usciva uno strano suono, subito seguito da un rivolo di
sangue che le colò sul mento.
Sam la vide accasciarsi a
terra e alle sue spalle apparve confusamente una figura che avrebbe
riconosciuto tra mille.
«Dean...» mormorò
incredulo e sollevato, un attimo prima di perdere i sensi mentre
questi lo raggiungeva di corsa urlando il suo nome.
Si
svegliò poco dopo con la testa appoggiata alla spalla del
fratello e
la sua voce nelle orecchie ma all'inizio non si sforzò
nemmeno di
aprire gli occhi. Aveva la nausea e si sentiva troppo debole per fare
qualsiasi cosa ma non poté evitare di sollevarsi di scatto
con un
lamento quando il maggiore gli premette un pezzo di stoffa sulla
ferita per tamponare il sangue.
«Scusa, Sammy, ma devo
fermare l'emorragia» gli disse dispiaciuto, attirandolo di
nuovo
vicino a sé.
Per qualche secondo regnò
il silenzio mentre Sam si sforzava di non gemere per il dolore e Dean
inveiva contro la ragazza. Era stata una fortuna che si fosse accorto
in tempo della sparizione del fratello, che aveva rintracciato grazie
al GPS del telefono, arrivando appena in tempo per salvarlo. Non era
certo in buone condizioni, ma sapeva che sarebbe potuta andare molto
peggio. Come avrebbero infatti scoperto qualche ora dopo grazie al
libro che il più grande aveva deciso di portar via dalla sua
cantina, la giovane stava cercando di evocare un'antichissima
divinità pagana che pretendeva sacrifici umani per elargire
i suoi
favori e Sam avrebbe dovuto essere la sua ultima vittima. Per
fortuna, in un certo senso, la ragazza si era invaghita di lui,
decidendo quindi di aspettarne il risveglio per potergli parlare
prima di ucciderlo, o Dean non sarebbe mai arrivato in tempo.
Poco dopo il sangue si fermò
e il maggiore dei Winchester poté finire di liberarlo dalle
corde e
rimetterlo faticosamente in piedi, sostenendolo per tutto il tragitto
fino all'Impala e dentro al motel, dove lo adagiò subito su
uno dei
letti per medicargli la ferita e mettergli del ghiaccio sul livido
che si era già formato nel punto colpito dalla ragazza per
stordirlo.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto anche la terza storia di oggi!
Purtroppo ci ho messo decisamente più del previsto con
queste ultime
fic (e con questa in particolare), ma non c'era verso di farle venire
fuori in maniera decente e volevo evitare di saltare dei prompt.
Il
povero Sam è finito di nuovo nei guai, ma per fortuna Dean
è
arrivato in tempo. Non sono riuscita a inventarmi una
divinità
pagana specifica per il rituale, ma spero di aver reso il tutto in
maniera almeno decente. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e
grazie per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo.
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo il gruppo facebook che ho fondato
tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli
anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste
bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto,
augurandovi una buona serata e buonanotte per dopo.
Un
bacio e alla prossima!
Ellygattina