24/10/2020
0 recensioniParte Seconda – “Si rialza”
Oikawa alza la testa dal palmo delle mani e inizia a scrutare i polpastrelli ancora bagnati. Ha caldo e freddo allo stesso tempo, e non sopporta avere la maglietta incollata alla schiena, né le gocce di sudore che gli scendono lungo il collo rendendogli la pelle più appiccicosa di quello che già è. «Ehi, tutto bene?». Sente la mano di Iwaizumi poggiarsi sulla sua spalla. Non dice nulla.
«Oi, Oikawa. Rispondimi» continua con insistenza. Oikawa si volta e incontra i suoi occhi, ma distoglie lo sguardo subito dopo. «Sto bene». La voce gli esce un po' più dura del solito e sente una strizza al petto al pensiero che Hajime possa esserci rimasto male, eppure non accenna a scusarsi. Sente un sospiro e il lieve scricchiolio della panca che si libera dal peso opprimente della corporatura del compagno (anche se, a dirla tutta, qualsiasi cosa è opprimente per quelle vecchie assi di legno, con tutti i giocatori e i borsoni che si sono succeduti tra quelle quattro pareti) che dice, prima di avvicinarsi alla porta: «Gli altri sono già usciti. Sbrigati a cambiarti».
«Aspetta». Iwaizumi si ferma e si volta, paziente, ma nel suo sguardo Oikawa avverte una leggera irritazione. «Cosa c'è?»
Altro silenzio. «Scusa. Per prima». Oikawa fa un sospiro e si passa le mani tra i capelli. «Non avrei dovuto risponderti così. Sono un po' irritato».
Vicino ad Hajime c'è una macchia d'acqua sporca, ma abbastanza limpida da riuscire a intravederne il riflesso fare un passo verso di essa. A contatto con la suola della scarpa, Tooru sente un distinto ciaf.
«È solo una partita, Oikawa, una delle tante che ci saranno e di quelle che ci sono state. Se hanno vinto, è stata solo fortuna» dice, piegando un poco la testa di lato, come se i muscoli siano talmente stanchi da non reggere più il peso del capo. Oikawa lo osserva, con la stretta al petto che non accenna ad andarsene. «Intanto hanno vinto». Gli volta le spalle per prendere l'asciugamano dalla borsa e metterselo in spalla. «Andranno in finale e giocheranno contro la Shiratorizawa. È questo quello che conta». Arriva alle docce e prende a spogliarsi all'interno della cabina, cosa inusuale eppure istintiva in quel momento. Sente Iwaizumi schioccarsi la lingua e i suoi passi risuonare nello spogliatoio vuoto. «Senti, lo so che ti scoccia non essere riuscito a vincere il tuo scontro personale con Kageyama, ma non puoi farci nulla». Oikawa apre il getto d'acqua senza rivolgergli parola. «Oikawa, tu non hai il talento che ha lui. Quello che hai fatto, quello che riesci a fare, è solo frutto delle ore spese a esercitarti e migliorarti, con tutto il sudore che hai versato. E guarda dove sei arrivato». Hajime si interrompe e l'aria gli si fa un po' più pesante. Ancora, non dice nulla.
Altro schiocco. «Guarda lui dov'è andato a finire con il suo carattere. Lui... lui non capisce nemmeno i suoi stessi compagni di squadra, cosa che fai tu e alla perfezione». Fa una piccola pausa, come per dargli tempo di soppesare le sue parole. «Ed è grazie a questo se siamo arrivati in alto, tanto in alto».
Oikawa lo ascolta da sotto il getto della doccia, e non sa se gli occhi hanno preso a pizzicargli per lo shampoo o perché il cuore gli ha sobbalzato per un attimo nel petto subito prima. Cerca di mantenersi calmo e lo guarda di tanto in tanto con la coda dell'occhio.
Quando lo scorrere dell'acqua si arresta, Tooru è preso da un brivido freddo, tanto che trema mentre si infila l'accappatoio. «Non basta» dice, e si volta verso di lui mentre stringe la cinta. «Non è mai bastato, così come affidarsi solo agli altri. Un giocatore bravo non farà mai la differenza da solo, ma se ha dei compagni capaci...».
Arriva alla borsa e inizia a rivestirsi con ancora i capelli gocciolanti. Gli si è formato un nodo intorno alla gola, e la sua irritazione si è fatta più forte. Ha perso la voglia di conversare.
«E quindi?» Hajime gli si para davanti. «D'accordo, Kageyama è più bravo di te, ma puoi dire lo stesso dei suoi compagni di squadra? Pensi siano migliori di tutti noi? E, ah, non parlare, non ho finito; Kageyama è più bravo, d’accordo, ma non è detto che tu non riuscirai a raggiungerlo». Iwaizumi sorride. «C'è tempo per migliorare, Oikawa, così come per battere la Shiratorizawa. E lo faremo alla prima occasione. Insieme» e gli porge la mano. Oikawa la osserva, poi si sofferma sui suoi occhi, e pensa di non aver mai visto una luce così abbagliante scaturire da essi. Il cuore gli sussulta, quando ricambia la stretta.