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Autore: il dolce bacio di Harry    25/10/2020    1 recensioni
'Un odio chiamato amore'.
Caroline Smith e Harry Styles.
Lei odia lui, lui odia lei; ma alla fine siamo sicuri che sia realmente così?
Possono paure, debolezze e fragilità ostacolare quello che in realtà sembra essere un vero amore?
Tanti dubbi, troppe domande ma un'unica certezza: entrambi non riescono a fare a meno dell'altro...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Guardo fuori dalla finestra della sala.
C'è un sole splendido oggi nonostante il gran freddo.

Brighton.

Ah...
Sono a Brighton da qualche giorno.
E...
Devo dire che è veramente carina.
E poi c'è anche il mare, il che è fantastico.
L'altro ieri io e Luke siamo andati un po' in giro per orientarci meglio nella nostra nuova città.
Le risate...
Ci siamo persi non so quante volte, ma credo sia normale.
Qui si sta bene.
È... tranquillo.

Ed io ho bisogno di tranquillità.

Ufficialmente non ci siamo ancora trasferiti.
Abbiamo solo deciso di passare qualche giorno per ambientarci.
Ci trasferiamo prossima settimana, credo.
Pronti a voltare pagina.
Pronti a vivere una nuova avventura.
Sospiro.
C'è solo un'unica cosa.

Mi sento terribilmente sola.

Luke è a lavoro.
O meglio... sta sistemando i vari mobili e documenti per quando aprirà lo studio.
Mi ha consigliato di rimanere a casa a sistemare alcune cose e così ho fatto.
Ma... forse era meglio uscire.
Stare a casa... mi fa pensare.
Mi fa pensare al fatto che sono distante dai miei amici, dalla mia famiglia.

Mi mancano.
Mi mancano molto.
Mi mancano i ragazzi.
Mi mancano i miei, Anne, Desmond... Matty, Ella, gli zii e la nonna.

Mi manca Harry.

Dannatamente.

Mi manca come l'aria.
Ma ovviamente cerco di non pensarci.
Perché sennò è finita.
Solo che.

Le sue labbra.

Non posso dimenticare.
Non posso dimenticarle.
Il modo in cui mi bacia ogni volta...
È indescrivibile.

Ma...

Ma non devo pensarci.

No.
No, no e ancora no.

Quello che è successo tra noi è stato uno sbaglio.

Probabilmente dettato dalla paura.
Sono consapevole che abbiamo rischiato grosso.
Ma sono certa che non capiterà più.

Anche se a volte vorrei tanto tornare indietro... vivere la mia vita passata.

Quando ero semplicemente felice.

Perché...

Ora non lo sono.

E per quanto possa fingere di star bene…

Non sto bene.
Per niente.

Dovrei essere felice.
Dovrei essere pronta a mettermi in gioco con Luke...
Ma la verità è che ho capito che Luke non potrà mai e poi mai prendere il posto di Harry nel mio cuore.
E lo so.
Sono pallosa.
Ma è più forte di me.
Sto bene con lui.
Rido con lui.
Ma...
Quando diventa più dolce, quando cerca un contatto più intimo... mi irrigidisco.
Se mi bacia non ricambio.
Anzi a volte evito proprio che succeda.
Per fortuna Luke è comprensivo e non se la prende.
Mi sorride come a dire 'prenditi il tuo tempo'.
Sospiro.
Chissà quando riuscirò a prendere in mano la mia vita.
Quando riuscirò a star bene.
Anche a Brighton.
Anche con Luke.
Non lo so.
Non lo so proprio sinceramente...
Mi siedo sul divano accendendo la Tv.
Mi guardo intorno.
Ho una casa bellissima.

Eppure...

Eppure non è la mia.

Non la sento mia.


Non so nemmeno come farò a trasferirmici.
Già ora che ho solo passato qualche giorno mi fa strano.
Figuriamoci dopo.
Faccio zapping tra vari programmi prima di prendere il mio cellulare.
Lo sblocco e vado su whatsapp dove mi appaiono diverse foto della cena di ieri sera dei ragazzi.
Sorrido.
Mi manca ridere con loro.
Scorro le foto ed ho un tuffo al cuore.
Harry non c'è.

Strano...

Non c'è quasi mai.
E ciò mi rattrista.
Ma forse fa bene.
A viversi Violet.
A viversi la sua storia d'amore.
A viversi la sua vita.

Sbuffo.

Sto cedendo alla tristezza.

E non posso.

Non ora che ho iniziato una nuova vita.
Un nuovo capitolo.
Il mio cellulare prende a squillare, così mi affretto a rispondere.
È mio fratello.
Finalmente una voce amica.
Finalmente qualcuno con cui parlare.
Qualcuno che amo.
< Smith >.
< Care... disturbo? >.
< Mai >.
Sorride.

Come vorrei vederlo.

Tanto.

Tanto, tanto.

< Che fai? >.
Mi annoio.
Ecco cosa vorrei rispondere.
Ma evito.
< Niente, mi riposo >.
< Non sei allo studio a sistemare? >.
< No Luke mi ha consigliato di rimanere a casa >.
< Meglio così... riposati >.
Annuisco.
< Stavo pensando... >.
< Sì? >.
< Torni questo fine settimana? >.

Certo.
Certo che torno.

E non vedo l'ora.

Finalmente.

< Assolutamente >.
< Bene... stavo pensando >.
Ha in mente qualcosa.
Lo conosco.
< Sì... >.
< Ti va di vederci? >.
< Come no... >.
< Ok, così ti presento finalmente Sarah >.
Oh... la famosa Sarah.
Finalmente la conosco.
So che stanno insieme.
Lo so bene.
Ma fino ad ora non ho ancora avuto il piacere di conoscerla.
Ed ora finalmente lo avrò.
< Non vedo l'ora di conoscere mia cognata >.
< Scema > ride.
< Tanto è vero >.
< Comunque anche lei non vede l'ora >.
Ridacchio < lo sai vero che ti darò il tormento? >.
Ride < non esagerare >.
< Ok... >.
< Allora prenoto per quattro >.

Quattro?
Perché quattro?
Tyler, Sarah, io e...?
Chi è l'altra persona?
Scaccio via l'idea che possa essere Harry.

No.

Harry no.

Vero?

< Quattro? >.
Boccheggio aspettando di sentire chi sia la quarta persona.

Ma poi perché sono così in ansia?
Perché dovrebbero invitare Harry?
Perché?

Non stiamo più assieme.
Quindi... non ne vedo il motivo.

E se fosse però?
Se lo invitassero?


Ma poi mio fratello risponde ed io torno a respirare.
< Luke... direi di invitarlo che dici? >.

Ah.
Luke.

Giusto!

Come ho fatto a non pensarci prima...

Come?

Nemmeno mi ricordavo di Luke.

Capirai...

Sono proprio presa eh?

< Giusto, giusto >.
< Ormai è di famiglia >.

No.
Non è di famiglia.
Ma proprio per niente.

Non è di famiglia.

Non fa parte della mia famiglia.

< No? >.

No.
Non è il mio ragazzo.
Viviamo solo insieme.
Punto.

Ma... non stiamo insieme.

No.

< Non direi... >.
Sospiro.
< Ci vai a vivere insieme >.
Mi mordo le labbra.
Lo so.
Spero solo di aver preso la decisione migliore.
< Sì... >.
Lascio la frase in sospeso.
Come in sospeso è la mia vita.
Un altro sospiro.
Ormai... è tutto un sospiro.
Maledizione!
< Che hai? Tutto ok? >.

Beccata.
Beccata in pieno.

No.
Non va tutto ok.

Non va tutto ok per niente.

Anzi...

< Mh? > mi sprona a continuare.
< Sì... diciamo >.
Mento.

Come sempre.

Tanto non posso fare altrimenti.

< Quando ci vediamo ne parliamo di persona, ti va? >.
< Sì, va bene >.
< Sicura che stai bene Care? >.
Sospiro.
< Care? >.
< Sono qui >.
< Ti conosco... la tua voce non è calma >.
Ecco, appunto.

Forse perché io non sono tranquilla, non sono calma per niente?

< Lo so > rispondo afflitta.
< Dimmi solo che stai bene >.
Percepisco la sua preoccupazione e capisco di dover tirare avanti.
Ancora per poco.
Quando lo vedrò potrò dirgli quello che mi passa per la testa.
Ma così...
Lo farei preoccupare e basta.
E non voglio.
Ha altro a cui pensare.
< Sto... bene >.
< Non ti sento sicura >.
< Lo so... > prendo una pausa < è che... non so se sto facendo la scelta giusta >.
Sento dei rumori di sottofondo e delle voci.
È a lavoro probabilmente.
< Ascolta... devo andare >.
< Sei a lavoro immagino >.
< Ti prometto che non appena ci vediamo ne parliamo >.
Ok.
< Ok? > domanda aspettando che risponda.
Annuisco come se potesse vedermi.
< Ci sentiamo, ora devo proprio andare che ho una riunione >.
Che peccato che la chiamata sia già finita.
Una voce amica mi avrebbe fatto solo che bene.
< Ok, ti voglio bene >.
Gli voglio un gran bene.

Mannaggia...

Mi manca tanto.

< Anch'io piccola >.
Chiudo la chiamata per poi gettare il telefono vicino a me.

Che palle.

Non vedo l'ora che sia dopodomani.
Tornerò a Londra.
Tornerò a casa.

A casa mia, finalmente.

Rivedrò la mia famiglia.
E i miei amici.

Sì.

Soprattutto i miei amici.
I miei amati amici.
Sì è vero... qualche volta li odio.
Li odio quando fanno i commentini.
Li odio quando si ubriacano talmente tanto che dobbiamo trascinarli.
Ma li amo.
Ed ora mi rendo conto di quanto mi mancano...
Incredibile.

Comunque...

Li rivedrò.
E sono super contenta.
Sorrido.
Sicuramente l'alcool non mancherà.
Assolutamente.
Praticamente abbiamo organizzato una sorta di cena per celebrare il mio trasferimento.
Che poi cosa c'è da celebrare non l'ho mica capito.
Anzi.
Per me non c'è assolutamente nulla da celebrare.
Ma cercherò di essere il più serena possibile.
O almeno ci proverò.
Non sarà facile.

Soprattutto perché...

Ci sarà Harry.

O almeno credo.
In teoria ha detto che ci sarà. 
Poi magari cambia idea e dà buca.
Chissà se verrà anche Violet.
O sarà solo.
Boh.
Lo scopriremo solo vivendo.
Mi alzo dal divano.
Sono impaziente.
Non vedo l'ora che sia dopodomani.

Mamma mia.
Fremo all'idea.

E...

Sul serio, non scherzo.

Voglio solo tornare alla mia quotidianità.

Alla mia vita.
Voglio finalmente poter sorridere con le persone più importanti della mia vita.

Voglio solo poter essere di nuovo Caroline.

La Caroline di Londra.
Non quella di Brighton.
Quella di Brighton non la conosce nessuno.
È totalmente una nuova persona.
Mentre quella di Londra...
La si conosce bene.

E a me piace quella Caroline.
Io... sono quella Caroline.

La Caroline di Londra.




 
———



 
Mi volto sorridendo a Liam.
La serata sta andando a meraviglia.
La cena... è andata.
Tra tanti brindisi e... brindisi.
Ed ora ci stiamo rilassando in salotto con dei gin tonic tra le mani.

L'avevo detto che l'alcool non sarebbe mancato vero?

E ho mantenuto la promessa.
< Quanto vorrei bere > si lamenta Gemma facendo ridere tutti.
Le prendo la mano < manca poco dai... poi potrai bere fino allo sfinimento >.
Ride < sì, chi lo tiene il piccolo? >.
Mi indico < zia Caroline a tua disposizione >.
< Ma se sarai sempre a Brighton... >.
La guardo.
Un groppo mi sale in gola ma cerco di non farlo vedere.
Sto cercando di far la forte.

Ma in realtà... vorrei solo piangere.

Piangere, piangere.
E piangere.

< Ti prometto che ti darò il tormento >.
Annuisce < mi mancherai >.
< Anche a me > ammetto cercando di non far uscire nemmeno una lacrima.

Se piango è la fine.

E non mento.
Non mento affatto.
Devo andare di là così da potermi riprendere.

< Aspettami qui, arrivo subito >.
Gemma annuisce ed io mi alzo.
< Vuoi una mano? > domanda Luke guardandomi.
Scuoto la testa < no, no >.
Vado in cucina prima di appoggiare le mani sul tavolo.

Che... pesantezza.

Sento le voci provenire dal salotto e sorrido.

Come farò senza di loro?
Come?

Mi sporgo un po' sbirciando attraverso la porta della cucina.
Vedo Liam e Louis ridere con Niall.
Luke parlare con Matty.

E poi...

Vedo Harry toccare la pancia di Gemma col sorriso a trentadue denti.

Sorrido.

Stasera mi fa male vederlo.

Per quanto mi faccia bene... mi sta facendo male.

Il mio cuore è a pezzi.

E vederlo così... è uno strazio.

Le accarezza la pancia ascoltando i calci del bambino.

Maledizione!

Sospiro.

Non posso continuare così.
No.
Altrimenti finirò col non partire.
Col distruggere quella che potrebbe essere la mia seconda occasione.

E non posso.

Non ora.
Non più.


Una lacrima maledetta sfugge al mio controllo.
Ed io l'asciugo velocemente, come velocemente Niall apre la porta della cucina.

Merda!

< Tutto bene? >.
Annuisco < dovevo prendere un bicchiere d'acqua >.
< Smith... > si avvicina per poi accarezzarmi la guancia < lo so che non dev'essere facile >.

No.

Non è facile per niente.

Anzi...

È dannatamente difficile.

Difficile da non poterlo descrivere.

< Vieni qui > mi abbraccia prima di sussurrarmi < sei forte >.
Annuisco cercando di non piangere.
< Horan! >.
< Oddio Louis... > commenta Niall facendomi ridere.
< Venite, dai! >.
< Andiamo? > mi fa segno Niall prima di trascinarmi in cucina.
< Brindiamo a te Caroline Smith >.
Guardo Louis e sorrido.
< Anche se sei una rompi coglioni di prima categoria... ti vogliamo bene >.
Il mio cuore perde dei battiti.
< A Care! > urlano tutti prima di bere un lungo sorso.
< Styles... perché non ci suoni qualcosa? >.
Guardo Liam.

Non l'ha detto sul serio vero?

< Non voglio annoiarvi > spiega Harry grattandosi la mano.
< Ti prego Harry... sono curioso di sentirti suonare > lo sprona Luke.
Oh ingenuo Luke.
Non ti conviene farlo suonare.
Rimarresti talmente estasiato da restarci secco.

Come succede a me ogni volta.

< Dai... non fare il timido > gli dà una pacca sulla spacca Niall.
Vedo Harry tentennare per poi annuire.
< Vado a prendere la chitarra in macchina > esordisce prima di sparire.

Oddio.

Devo stare calma.
Sentirlo suonare può mandarmi in estasi.

Può farmi piangere.

Ed io non voglio.

No.

< Tutto ok? > domanda Luke avvicinandosi.
Annuisco < tutto a meraviglia... >.
Sorride.
Sorrido anch'io.
Ma il mio sorriso è piuttosto tirato.
< Eccolo >.
Mi volto vedendo Harry fare il suo ingresso con la chitarra tra le braccia.

Una visione.

Ma questo già si sa...

Da sempre.

< Però... >.
Luke prende parola.

Però?
Però cosa?

< Però voglio sentire qualcosa che hai scritto tu >.
Deglutisco.

Andiamo bene...

< Mi hanno detto che scrivi da Dio >.
< Esagerati > Harry ride ma non risponde.
< Ti prego >.
Guardo Luke.

Sul serio vuole sentire una canzone scritta da lui?

Perché...

Perché io potrei rimanerci secca.

'Care'.
Mi rimprovero come ogni dannata volta.

E lo so...

Sbaglio a pensare ad Harry.

Ma che posso farci?

< Ok... > si sistema sulla sedia.
Partono dei fischi.
Mi siedo.

Sarà meglio...

Sarà meglio semmai dovessi svenire, no?

< Cosa ci fai sentire? > chiede Gemma sorridendo.
< 18... è una canzone che ho scritto un po' di tempo fa >.
Deglutisco.

18.

Che... significa?

< L'ho scritta per una persona speciale >.
Mi guarda ed io perdo un battito.

È... per me.

Oddio.

È per me.

Lo so.

I suoi occhi me l'hanno detto.
Me l'hanno comunicato.


Oddio...

< Sarà per Violet?! > domanda Luke sorridendomi.
Lo guardo.

Luke, che ingenuo.

Quella canzone è per me.
Altro che per Violet...
Ma sto zitta.

D'altronde cosa posso fare?
Dirgli che è per me?

No, non posso.

Harry si schiarisce la voce e inizia a suonare una melodia.

Una melodia bellissima.
Una melodia che sa d'amore.



'I got a heart and I got a soul
Believe me I will use them both'.



Sospiro.


'We made a start
Be it a false one, I know
Baby, I don't want to feel alone'.



I suoi occhi puntano i miei.
Ed io non riesco nemmeno a voltarmi per non guardarlo.


'So kiss me where I lay down
My hands press to your cheeks
A long way from the playground'.



Mi mordo l'interno guancia.
È perfetto.
Perfetto, lui e la canzone.
Indescrivibile...


'I have loved you since we were 18
Long before we both thought the same thing
To be loved, to be in love
All I can do is say that these arms were made for holding you
I wanna love like you made me feel
When we were 18'.


Boccheggio.

Mi ha amata da quando avevamo diciott'anni.

Ed io lo so.
Lo so bene.
Lo so.
Perché me l'ha detto.
Una sera, abbracciati a letto.
Ricordo le sue esatte parole.
Ricordo la sua emozione nel descrivermi il suo amore.
Ricordo i suoi occhi lucidi.
Ricordo le sue labbra tremanti.
Ricordo le mie mani sul suo viso.

E... le nostre labbra attaccate.


'We took a chance
God knows we tried
Yet all along, I knew we'd be fine'.



Ecco, ci abbiamo provato.
Hai ragione.
Ma...
Non è andata come speravamo.
No?


'So pour me a drink oh love,
Let's split the night wide open and we'll see everything
We can live in love in slow motion, motion, motion'.



Sento gli occhi pizzicarmi ma cerco di non piangere.
Non posso ora.


'So kiss me where I lay down
My hands press to your cheeks
A long way from the playground'.



I nostri baci.
Hai ragione.
Le tue mani sulle mie guance.
Sempre.
Sempre e comunque.

I nostri meravigliosi baci.
Che non riesco nemmeno a descrivere...



'I have loved you since we were 18
Long before we both thought the same thing
To be loved and to be in love
And all I can do is say that these arms are made for holding you, ooh
And I wanna love like you made me feel
When we were 18'.



Hai ragione.
Ragione.

Forse solo le tue braccia possono tenermi.
Possono abbracciarmi.

E forse sei l'unico a potermi amare.

Come hai sempre fatto, da quando hai 18 anni.

Una lacrima scende.

Ed io non posso farci nulla.
Non più.

Sarà la sua voce...
Sarà il modo in cui mi guarda.
Sarà il modo in cui suona... fatto sta che è troppo.

Non posso farci nulla.

Mi emoziona.
Mi emoziona tanto.

Mi mordo le labbra.

Oh Harry.

Harry...

Questo addio è il più doloroso di tutti.

Come farò a rinunciare ai tuoi occhi?

Come?

Me lo puoi spiegare...
Non ci riesco. 

 
Da sola, non ci riesco proprio.



'When we were 18
Oh lord, when we were 18'.



Un'altra lacrima.
Ma tanto ormai...

Perché non dar libero sfogo alle mie emozioni?
A ciò che sento?

Non voglio più reprimere i miei sentimenti.

Mai più.


'Kiss me where I lay down
My hands press to your cheeks
A long way from the playground'.



Un sospiro.

La sua immensa voce.

Gliel'ho sempre detto che avrebbe potuto diventare un cantante.
Non mi ha mai ascoltata.
Ed ora sentendolo capisco che avrebbe un sacco di fortuna.
Perché...
Perché ha una voce immensa.
Pura, così piena ed avvolgente da far piangere.

Da farmi piangere.


'I have loved you since we were 18
Long before we both thought the same thing
To be loved and to be in love
And all I can do is say that these arms were made for holding you
And I want a love like you made me feel
When we were 18
I want a love like you made me feel
When we were 18
I want a love like you made me feel
When we were 18'.



La canzone finisce.
Asciugo velocemente una lacrima, mentre applausi su applausi si levano in aria.
Luke si complimenta con Harry.

Ed io...
Non so che fare.

Se gettarmi addosso a lui.
Se fuggire, da lui.
O se fingere.


Come sempre.

Forse...

Forse, forse.
Forse ho bisogno un attimo di star da sola.

Sì, forse è la soluzione migliore.

Senza pensarci mi alzo velocemente per andare di là, in cucina.
Al riparo da tutti.
Finalmente libera di potermi sfogare.
Chiudo la porta per poi lasciare scorrere le lacrime.

Non so più se riesco a tornare di là e far finta di star bene.
Di essere felice di partire.
Non so più nulla in realtà.
Non so nemmeno perché abbia detto di sì a Luke.

Non so...

Non so nemmeno perché io ed Harry non siamo tornati insieme non appena si è fatto vivo.

Forse, dovevo veramente mettere via le mie paranoie e perdonarlo.

A quest'ora... sarei felice.

No?

Sospiro.
E mentre altre lacrime scendono sento la porta della cucina aprirsi.
Tiro su col naso cercando di asciugare le lacrime.
Non possono vedermi in questo stato.

No.

< Care >.

La sua voce.

Oddio.

Non mi volto.
Non ne ho il coraggio.
Non adesso.
Non con le lacrime a scendermi sulle guance.

< Ehi > mi fa voltare.
Distolgo lo sguardo.
< Guardami... >.
La sua mano tira su il mio viso, facendo sì che i nostri occhi si incrocino.
< È per la canzone? >.
Sorrido.
No.

La canzone era perfetta.

Esattamente come lui...

< Mi dispiace se te le sia presa >.
Scuoto la testa < non me la sono presa >.
< Se è per la canzone, te lo giuro non volevo farti piangere >.
< La canzone è perfetta >.
Mi sorride.
< Sicura? >.
Annuisco.
Tanto è vero.

La canzone è perfetta.
Perfetta come lui, d'altronde.

< E perché piangi? >.
Lo guardo.

Penso al fatto che non lo vedrò così spesso.
Penso ai suoi occhi, troppo distanti dai miei
e... crollo.

Piango.
Piango lacrime amare.

Mi guarda e annuisce.

Ha capito.
Lo so per certo.

< È per via della partenza? >.
Annuisco.
< È che... > provo a spiegare.
< Cosa? >.
< Mi fa male pensare che non ti vedrò così spesso >.

L'ho detto.
L'ho detto.

E fanculo.

Dovevo farlo.

Chi se ne frega delle conseguenze?

< Shh >.
Sbatto le palpebre e dopo un scendo mi ritrovo tra le sue braccia.
La testa sul suo petto.
Annuso il suo profumo e sorrido.
Le sue braccia mi stringono saldamente.
< Mi mancherai anche tu Caroline >.
Una carezza sulla testa.
< Non voglio che tu parta >.

Oh Harry.
Nemmeno io.

Ma d'altronde cosa posso fare?

Cosa posso fare se non partire e dimenticarti?

< Neanch'io... > sussurro.
< Allora non farlo >.
Deglutisco.

Vorrei.

Vorrei tanto, ma non posso.

Mi stringo di più alla sua schiena.
< Devo farlo... >.
< Oh Care > esordisce < siamo così stupidi... che non ammeteremo mai di non poter fare a meno l'uno dell'altro >.

Il mio cuore fa mille capriole.

Ha ragione.
Fottutamente ragione.

I nostri cuori si apparterranno sempre.
Che noi lo vogliamo o meno.

Sarà sempre così.

< È che siamo testardi >.
Ride.
Anch'io.

E poi...

Il silenzio.
Solo i nostri corpi intrecciati.
Solo le nostre anime ad incontrarsi.
Solo i nostri cuori... a riconoscersi.
Non so nemmeno quanti minuti passino, so solo che ce ne stiamo in silenzio.
Nessuno dei due fiata.
Ed è un bene.
Non riesco a parlare.
Non so nemmeno cosa poter dire.
L'unica cosa che so è che non voglio più partire, forse.
O forse sì.

Non lo so nemmeno io a dire il vero.

Non so più nulla.

< Lo sai? >.
Mi sposto per poterlo osservare.
< Nel mio cuore ci sei sempre >.
< Anche nel mio >.
< Ci sarai per sempre >.
Una lacrima scende, lacrima che Harry afferra subito.
< Mi dispiace averti fatta star male >.
Lo guardo.
< Se tornassi indietro mi comporterei diversamente >.
< Lo so >.
< Però credimi... > prende fiato.
Annuisco.
< Non avrei mai voluto che finisse in questo modo >.

Neanch'io.
Neanch'io.

Ma ormai...

È andata così.

Forse doveva andare così.

Chi lo sa?

Nessuno in realtà.

< Nemmeno io Harry, nemmeno io > affermo.
< Mi mancherai >.
< Anche tu >.
Mi sorride.
Ed io mi sciolgo.
Le sue mani mi riportano verso di lui.
La mia testa sul suo petto.
Chiudo gli occhi.

Voglio imprimermi questo momento.
Voglio ricordarmelo per sempre.
Voglio poter ricordare com'è sentire il suo odore da vicino.


< Ehi... >.
Una voce ad interromperci.
Ad interrompere il momento magico che stavamo vivendo.
Sobbalzo.
Mi stacco dall'abbraccio per poi guardare Liam.
< Non volevo interrompervi >.
< Tranquillo > gli rispondo.
< È che il tuo cellulare squilla > indica Harry.
< Arrivo >.
Lo vedo uscire dalla cucina.
< Scusami Care, non pensavo di interrompervi >.
Sorrido a Liam < tranquillo... ci stavamo salutando >.
Mi sorride, passano alcuni minuti ed io non so perché me ne stia impalata di fronte a Liam non sapendo cosa dire.
Non sapendo cosa fare.

So solo che... provo tante cose.

Un mix di emozioni e sentimenti.
Harry rientra.
< Ok, allora vado di là > fa segno con la mano Liam prima di uscire.
< Non rispondi? > domando mentre il cellulare ha ripreso a squillare.
< Può aspettare >.

Chi?
Chi può aspettare?

< Ti volevo anche dire... >.
Mi guarda intensamente.
Sì.

Cosa deve dirmi?

Il mio cuore... un martello pneumatico.

< Cosa? >.
Sbuffa.
< Dimmi tutto > lo rincuoro.
Sta per rispondere ma viene interrotto dalle chiamate che continuano, mi guarda scocciato ma dopo un po' risponde.
Non riesco a percepire di chi sia la voce dall'altro capo del telefono.
Ma già immagino.
Violet.
D'altronde è la sua ragazza.
< Ok, ok >.
Chiude la chiamata di botto.
Mi guarda < devo andare >.
Annuisco.
< Tutto bene? >.
Annuisce un po' mogio < mi ha chiamato Violet che è ad una festa e vuole che la vado a riprendere >.
Ecco.
Immaginavo fosse Violet e infatti...
Come non detto.
< Vai senza problemi > gli dico per poi sorridergli.
La sua ragazza ha bisogno di lui ed è giusto che vada.
< Cosa volevi dirmi? > chiedo.
Mi sorride, si avvicina e mi accarezza una guancia.
Lo guardo, forse boccheggio.
Leggo nei suoi occhi tante emozioni.

Una lacrima gli sfugge.

< Oh > sussurro.
Si morde le labbra.
Lo sprono a dirmi ciò che voleva dirmi.
Sta per dirmi finalmente quello che voleva dirmi ma Niall entra in cucina con due bicchieri tra le mani.

Dannazione!

Possibile mai?
Ma cos'è?

È una congiura.

Chi sarà il prossimo?
Luke?

< Ragazzi, venite... si brinda >.
Sospiro.
Lo guardo.

Vorrei tanto dirgli di tornarsene di là per un po' ma non posso.

Anche se...

Ci hanno rovinato il momento.

Prima Liam.
Adesso Niall.
Nel mentre Violet.

Porca miseria!

Stava per dirmi qualcosa.

Qualcosa di importante.

Che adesso non riuscirà a dirmi...


E...

Ed io rimarrò con sto dubbio...

< Devo andare... >.
Annuisco ad Harry che mi regala uno dei suoi sorrisi.
La sua mano sfiora la mia.
Diversi brividi.
Lungo la schiena.
< Ciao Caroline >.
< Ciao Harry >.
Lo vedo uscire dalla porta della cucina e devo appellarmi a tutte le forze per non buttarmi a terra e piangere.
Fino allo sfinimento...
< Dove va? >.
< Da Violet > spiego a Niall che mi passa il bicchiere.
< Coraggio, torniamo dagli altri >.
Annuisco.
< Stai bene? > mi domanda guardandomi negli occhi. 

 
No.

Non sto bene per niente.

Ma ormai... è fatta.

Perchè...

Ci siamo detti addio.

< In effetti no > ammetto.
< Vieni qui piccola > le sue mani mi accarezzano la schiena mentre io penso a quanto questa sera sia stato pesante.
Molto pesante.

Penso al fatto che ormai è come se io ed Harry ci fossimo detti addio.

E penso a come... per tutti questi anni, mesi, giorni io non abbia fatto nient'altro che amarlo.

E ciò... mi rattrista.

< Niall >.

Sono triste.

Ed è vero.

Ma la festa è di là.

Ed io devo inseguire la mia nuova vita.

No?

< Andiamo > gli dico prima di tornare in sala, accolta da grandi applausi.
< Tutto ok? > mi domanda Luke.
Annuisco < tutto ok >.
Alzo il mio bicchiere in aria < ora però... brindiamo >.
Sorrido ai miei amici.

Dentro ho un vuoto... ma cerco di non pensarci.

Perché se ci penso.
Penso solo ad una cosa...

Ad Harry.
Al fatto che non sia qui.

E al fatto che ci siamo detti addio.



 
———


 

< Mi dica signorina > dice il cameriere all'ingresso del ristorante.
< Mio fratello ha prenotato per quattro >.
Annuisce < il nome? >.
< Tyler Smith >.
< Venga con me >.
Annuisco per poi seguirlo tra i tavoli.
< Caroline! > esclama mio fratello vedendomi arrivare.
Sorrido per poi abbracciarlo.
< Come stai? >.
< Bene, bene >.
Mi sorride prima di indicare Sarah vicino a lui.
La guardo.
È bellissima.
Mora, occhi chiari e portamento aggraziato.
< Caroline lei è Sarah >.
Le sorrido prima di porgerle la mia mano, che afferra stringendola nella sua.
< Caroline, piacere di conoscerti >.
< Il piacere è mio Caroline > afferma Sarah con un largo sorriso.
< Ci sediamo? > propone Tyler prima di chiedermi che fine abbia fatto Luke.
< Non è potuto venire >.
Mento.
In realtà non gli ho nemmeno chiesto di venire.
Voglio passare del tempo con mio fratello.

Con parte della mia famiglia.

E Luke a malincuore non è la mia famiglia.

< Peccato >.
Faccio un segno con la mano < sarà per la prossima >.
Annuisce prima di sedersi.
< Allora cosa ci racconti di bello? >.

Di bello?

Di bello forse niente.

Ma sono dettagli...
Stupidissimi dettagli.

Sospiro < mhh, solite cose >.
< Care >.
Guardo Tyler e guardo Sarah.

Non voglio rompere.
Non voglio far vedere a Sarah quanto sia complicata la mia vita.

Cioè... la conosco appena.

Non voglio fare cattiva impressione.
Non con lei, che so essere importante per mio fratello.

< Puoi parlarmene >.
Annuisco.

Lo so.
Lo so per certo.

Ma so che non ne ho voglia adesso.

< Ty non voglio rattristare nessuno >.
Mi sorride < non lo farai >.

No.
Non è questa la serata adatta per lamentarmi di quanto sia triste.

E di quanto la mia vita faccia schifo in questo momento.

Continuo < ti prometto che ti spiegherò >.
Annuisce.
< Ok... pensiamo alle cose serie >.
< Cosa? >.
< Al cibo >.
Sarah ride.
< Mia sorella pensa sempre al cibo >.
< Ehi > rimprovero Tyler < non farmi passare per quella che non sono >.
< Dice così perché non vuole fare brutta impressione >.
Gli faccio una linguaccia.
Afferro il menù iniziando a sfogliarlo.
Quanta roba!
Come farò a scegliere?
Ma penso di sapere cosa prenderò.
Un bel piatto italiano.
Spaghetti al pomodoro.
Sì, direi che ci sta.
< Voi cosa prendete? > domando aspettando di sentire le risposte.
< Hamburger di manzo, con bacon, pomodori, cheddar >.
Roteo gli occhi.
Mio fratello è una fogna.
< Io spaghetti al pomodoro >.
Guardo Sarah e sorrido < anch'io >.
< Non ci credo > afferma Tyler squadrandoci.
Io e Sarah guardiamo prima di scoppiare a ridere.
Nemmeno a farci apposta eh.
< Ho come l'impressione che andrete d'accordo > scherza Tyler prima che il cameriere arrivi per prendere le nostre ordinazioni.
< Ok, ora che abbiamo ordinato > dico prima di bere un po' d'acqua < posso concentrarmi su di voi >.
Vedo Tyler sospirare.
Già sa che cosa sto per fare.
Oh se lo sa.
Ma devo capire, indagare no?
D'altronde è il compito di una sorella.
Giusto?
< Quindi... > sorrido a Sarah < mio fratello ha fatto la prima mossa immagino >.
Lei annuisce < sì anche se ci ha messo un secolo, sì >.
< Mamma mia Tyler! > urlo per poi abbassare la voce < sei assurdo >.
< Te l'ho detto, avevo paura mi rifiutasse >.
< E invece non l'ho fatto... > risponde Sarah guardandolo.
Come sono carini.
Si vede che stanno bene.
Si vede dai loro occhi.

E gli occhi si sa parlano.

Anche gli occhi di Harry hanno sempre parlato molto bene...

Harry!

'Shh, smettila'.

Giusto.

Basta a pensare ad Harry.

Basta.

< Dove il primo bacio? > domando curiosa facendo ridere la mora.
< Fatti gli affari tuoi >.
< Eddai Ty, sono solo curiosa >.
< Sei una ficcanaso... >.
Faccio spallucce.
< Sotto casa mia >.
Mi volto verso la mora sorridendole.
Vedo che è una ragazza che non si fa problemi a raccontare cose della sua vita.
Mi piace.
< Che romantici >.
< Beh tuo fratello era rosso come un peperone >.
Ridacchio.
< Uno grande e grosso come te? >.
Anche Tyler ride < capita anche ai migliori >.
< Come no >.
< L'hai già presentata a mamma e papà? > domando immaginando mia madre in preda al panico.
< Non ancora... Vorrei farlo con te presente >.
Ridacchio.
< Così proteggo Sarah? >.
Annuisce < ma tutto sta a te e a quando deciderai di tornare a casa per passare un po' di tempo coi tuoi >.
Annuisco < presto spero... è che tra tutto sono molto indaffarata >.
< Vive a Brighton adesso > spiega Tyler a Sarah integrandola nella conversazione.
< Vivi da sola? > chiede lei mangiucchiando del pane.
Scuoto la testa < no, con Luke >.
Sorride < il tuo ragazzo? >.

No.
No, assolutamente.
Non è il mio ragazzo.

< No, non è il mio ragazzo > mi affetto a rispondere.
< Scusami pensavo di sì... Tyler mi aveva detto un'altra cosa >.
Guardo Tyler.

È scemo?
O cosa?

< Ty > lo richiamo < come devo farvi capire che Luke non è il mio ragazzo? >.
< Andiamo Care... vivete insieme >.

E allora?
Che vuol dire?
Che se due vivono insieme stanno per forza insieme?

Quanto bigottismo...

< E allora? >.
< Come e allora? > chiede Tyler.
< Tyler >.
Inizio a perdere la pazienza.
< Non lo dico e ripeto più > respiro < io e Luke non stiamo insieme >.
Annuisce < ok, scusa >, mi indica < ma sappi che lo fai solo per Harry >.
Rido nervosa.

Ma che diavolo dice?
È scemo?

'Dice la verità...'

Zittisco la mia stupida coscienza e mi concentro su Tyler.
< Non ha senso quello che dici > alzo la mano facendo per poco cadere il piatto che il cameriere ha in mano.
Merda.

Devo calmarmi.

Ora.

Senza se e ma.

< Non lo faccio per nessuno, tanto meno per Harry >.
< Signorina il suo piatto > mi dice il cameriere prima di appoggiare gli spaghetti fumanti sul tavolo.
Ringrazio sorridendo cordiale.
Vedo Sarah non capire nulla così mi affretto a spiegare < Harry è il mio ex >.
Lei annuisce prima che io le confidi < quello che mi ha mollata sull'altare >.
< Sapevo di questa storia e non potevo crederci >.
Sospiro < credimi, nemmeno io >, le sorrido < ma ormai è andata così >.
< Caroline >.
Guardo Tyler.
< Stai ancora male per Harry... lo so >.
Roteo gli occhi.

Ma possibile che dobbiamo parlare di me?

E... di Harry?

Cioè...

Dovrei conoscere Sarah, o no?
Era questo l'obiettivo.
Conoscerla.

Invece mi sembra che qui si stia parlando solo di me... e di Harry.

Dannazione.

< Mi sto stancando, te lo dico >.
Tyler sbuffa ma a me non importa.
Se non la smette vado via.

E vaffanculo.

Vaffanculo a tutti...

< Cambiamo argomento vi va? > propone Sarah mentre io la ringrazio mentalmente.

Sia lodato!

Finalmente...

< Sì, direi di sì > commentiamo io e Tyler.
< Sembrano squisiti > indico gli spaghetti per poi vedere Sarah annuire.
< Mangiamo? Che dite? >.
Afferro la forchetta per poi arrotolare gli spaghetti e assaggiarli.
Wow.
Che squisitezza.
Una vera e propria bontà.
< Come ti trovi a lavoro? > domando a Sarah voltandomi leggermente.
< Bene, anche se essere un avvocato è stancante >.
Annuisco < immagino... >.
< So che fai la segretaria >.
< Sì, esatto >.
< Anche adesso a Brighton? >.
< Sì, sono nello studio di... >.
Mi blocco non appena sento mio fratello spostare la sedia ed alzarsi.

Che fa?

E poi...

< Harry >.
Ed il mio cuore perde un battito.

Mi volto e mi trovo appunto... Harry.

Porca merda.

Che diavolo ci fa qui?

< Ciao Care > mi saluta con la mano. 

Sempre brutto eh?

 
Ricambio il saluto, cercando di essere il più tranquilla possibile.

O sperando almeno di apparire tranquilla.

< Che mi dici? Come mai qui? > domanda Harry a Tyler che spiega brevemente della nostra cena per poi indicare Sarah che sorride.
< Piacere Harry > si sporge per darle la mano.
< Harry? Come quell'Harry? > domanda Sarah guardandomi.

Merda.

Vedo Harry squadrarmi.

Ed io vorrei morire.

Merda.

Ora saprà che abbiamo parlato anche di lui.

< Mh? >.
Guardo Sarah per poi annuire impercettibilmente.

Fanculo.

Non mi deve importare se pensa che abbiamo parlato di lui.
Non me ne deve fregare.

Non più.

< Piacere mio comunque... Sarah >.
< E tu? > Tyler riporta l'attenzione su di lui.
Grazie.
< Come mai qui? Tutto solo? >.
< In realtà non sono solo... sto aspettando che torni Violet per sederci > indica il posto < siamo qui, in questo tavolo vicino al vostro >.

E vabbhe allora.

Che cazzo.

Pure vicino a noi?

< Ah, bene > risponde Tyler dandogli una pacca sulla spalla.

Bene?

È un male.

Un male.

Non va per niente bene.
Va solo male.

Porca merda.

Va uno schifo.

< Vi lascio cenare in santa pace allora > commenta Harry guardando i nostri piatti sul tavolo.

Sì.
Ecco.

Grazie mille.
Ottima scelta.
Si stan freddando.
E dobbiamo rimetterci a mangiare.

Bravo Harry.
Per una volta approvo.
E concordo.

< Ehi, eccomi > dice Violet sbucando come al solito in tutta la sua perfezione.
< Care? >.
Le sorrido < ciao Violet >.
< Che bello incontrarti qui >.
< Sì... > balbetto qualcosa di incomprensibile.

Che le dico?
Che non vedevo l'ora di beccarli qui?

No.
Non posso.

Perché non è la verità.
E quindi non posso e riesco a dirlo.

< Siamo qui? > domanda ad Harry che annuisce.
< Siamo anche vicini >.
Annuisco mostrandomi contenta.

Ma in realtà sono tutto tranne che contenta.

< Ok, sediamoci allora > propone Harry non prima di avermi guardata.
Mhhh.

Può evitare di guardarmi?

< Dai sediamoci >.
Sorrido a Violet prima di vederli sedersi per poi afferrare i loro menù.

Ed ora?

Che facciamo?
Di che parliamo?

< Allora dicevamo... >.
Sarah.

Benedetta Sarah.

Grazie.
Mi hai già salvata un paio di volte.

E già ti voglio bene.

< Sì parlavamo di lavoro >.
Annuisce.
< Mi piace molto il mio lavoro anche se a volte arrivo la sera ad essere sfinita > ammetto prima di prendere un'altra forchettata di spaghetti.
Ormai son tiepidi.
Ma sono buoni lo stesso.
< Ti credo... poi ci capiamo e nel periodo delle udienze è un macello >.
Ridacchio.
Oh sì.
Lo so bene.
Quindi sì ha ragione.
Ci capiamo alla perfezione.
Sto per rispondere ma vengo catturata dalla telefonata di Violet nel tavolo accanto.
Sento dire che non può, che è fuori etc.
E poi sento le sedie strisciare sul pavimento, come se si stessero alzando.

Che succede?

< Scusate ma noi andiamo... Violet ha ricevuto una telefonata di lavoro > spiega Harry avvicinandosi a Tyler.
< È un'urgenza > spiega Violet picchiettando coi piedi per terra.

Meglio.
Meglio che vanno via.

Meglio per me.

Aaah.

Ora posso finalmente tornare a respirare.

Finalmente.

< Ma no dai... tu Harry resta > propone mio fratello.

Cosa?
Cosa?
Che cosa?


Ma no.

Anche no.

Non ci siamo.
Non ci siamo proprio.

< No, non vorrei disturbare >.

Ecco.
Bravo.

Vai a casa.

E basta.

< No ma a noi fa piacere >, guarda me e Sarah aspettando una nostra reazione.
Sarah annuisce ed io faccio la stessa cosa ma più titubante.
< Harry che fai? > domanda Violet < io devo andare ora >.
< Dai rimani... ci facciamo una chiacchierata > afferma Tyler cercando di convincerlo.
Guardo Harry sperando che dica di no.
E invece mi sbaglio.
Perché cede e accetta l'invito.

Che cazzo...

< Ok, allora scappo > afferma Violet salutando tutti con la mano, per poi sparire dal ristorante in fretta e furia.

Porca merda.

Harry qui con noi non ci voleva proprio.

Eh no.
Che cazzo.


< Voi continuate a mangiare, io adesso ordino > ci dice Harry prendendo il menù.
< Sempre carina Violet > confessa mio fratello ad Harry che annuisce.
< Vanno bene le cose tra di voi? >.
< Va tutto a meraviglia > spiega con un sorriso.

Che nervoso.

Adoro Violet.

E non scherzo.
Son seria eh...
Però mi sta sul cazzo che tutti parlano di quanto sia carina, di quanto sia sempre gentile etc.
La elogiano sempre ed io non ne posso più.

Cioè va bene... è carina e tutto ma bisogna ripeterlo sempre?

No.
Non credo.

< Finalmente tra noi Smith > si volta per guardarmi.
Annuisco < eggià >.
< Tutto bene a Brighton? >.
< Tutto a meraviglia > rispondo per poi mandar giù un altro boccone < ci stiamo ambientando alla casa e alla città >.
Annuisce < sono contento >, si porta una mano tra i capelli < e tra un ambientamento ed un altro parlate anche di me? >.
Lo guardo per capire se scherza.

Ma è scemo?

No, non scherza.

È dannatamente serio.

< Ma che cosa stai dicendo? > domando appoggiando la forchetta.
Giusto in caso le cose si dovessero mettere male... altrimenti mi verrebbe voglia di infilzarlo una volta per tutte.
< Hai capito bene >.
< No, spiegati perché non ho capito >.
< Allora... > respira < cos'è questa storia del 'quell'Harry?' >.

Merda.

Ha sentito.

Mannaggia a lui.

< Siccome stasera mi pare di aver capito che sono stato oggetto di conversazione volevo capire se anche con Luke parli di me >.
< Non sei stato oggetto di conversazione > affermo decisa.
< Ah no? >.
Lo guardo.

Sul serio fa?

< Perché non riesci a lasciarmi in pace? >.
Strabuzzo gli occhi.

No vabbhe.

Questa... è troppo.

Non lo capisco.

Un giorno mi bacia, un giorno mi dice che non vuole che vada via... ed ora mi tratta così.

Ma che diavolo pensa?

Chi diavolo è?

Basta.

Mi ha già fatto salire il nervoso.

Devo uscire sennò gli spacco la faccia...

Appoggio il tovagliolo sul tavolo alzandomi < vado a prendere una boccata d'aria >.
A passo spedito vado fuori dal ristorante dove mi appoggio sul muro di una casa.

Che schifo.

Non so dire altro.

Se non che schifo.

Io non lo lascerei in pace...

Io!

Santi numi!
Aiutatemi per favore.

< Invece di scappare possiamo parlare? >.

Oddio.

Eccolo...

< Non ho niente da dirti >.
< Sì invece >.
< Harry mi hai rotto il cazzo > sbotto.
< Mi dici perché non riesci ad andare avanti? >.
Lo guardo prima di puntargli un indice contro < ma ti senti le cazzate che dici? >.
< Io? E tu invece? >.
< Io? Cosa c'entro io? > domando.
< Devi spiegarmi perché non riesci ad accettare il fatto che stia con Violet e basta >.
Ridacchio.

È un coglione.

Ed io che ancora sto male per lui...

Sono una cazzo di stupida di merda.

< L'ho accettato, mi sembra >.
< No... non l'hai fatto perché ti vedo, lo leggo dai tuoi occhi >.
< Cosa? > chiedo < che sei un coglione? >.
< Che non riesci a non pensarmi... >.
Sospiro.
< Non ci riesci Care, ti conosco >.
< E allora? > lo sfido < anche se fosse? >
< Io voglio solo andare avanti Care >.
< Ma chi ti dice nulla! > urlo.
< Non dici nulla ma le tue azioni sono altre >.
Si gratta la testa < sono stufo Care >.
< Tu? Sapessi io... >.
< Io amo Violet punto >.
Annuisco.

Ok.

E allora?

Buon per lui.

< Buon per te >.
< No, non hai capito... >.
Mi schiarisco la voce.
< Devi darti una svegliata cazzo! La vita va avanti... la nostra storia non ha funzionato amen >.
< Ma chi cazzo sei tu per dirmi che devo svegliarmi? >.
< Uno che non vuole vederti a quarant'anni sola perché ancora pensi a cose passate >.
< Ah, siamo amici adesso... >.
< Perché che siamo? >.
< Harry... mi hai baciata quella sera, ti rendi conto? >.
< Ero sotto analgesico >.
Porto in alto mano.

Ah ok.

Sotto analgesico.

< Sei un imbecille >.
< Quel bacio non ha significato nulla per me >.

Pugnalata al petto.

< Non ha cambiato la mia idea... >.
< Su cosa? >.
< Sull'amare Violet >.
Annuisco < non doveva cambiare nulla >.
< Non hai capito... >.
Porto una mano sul fianco < spiegami >.
< Avremmo potuto anche scopare ma per me non avrebbe significato nulla >.

Un'altra pugnalata al petto.

Ma sono dettagli.

Piccolissimi.

Stupidissimi dettagli.

< Smith io amo Violet >.
< L'ho capito >.
Si morde le labbra < ed ho capito che è l'unica donna che abbia mai amato >. 

 
L'ennesima pugnalata.

Eccola...

È arrivata.

< Non voglio che tu stia male per un qualcosa che forse... >.
< Forse? >.
La mia voce ridotta ad un sussurro.
< Che forse non era amore >.

Sbam.

Colpita e affondata.

I nostri occhi si incrociano.
I miei più lucidi, i suoi così sicuri.

Così diversi da come li ho conosciuti ed amati io.

< Mi avevi detto che mi amavi... che non avevi > mi blocco e mi schiarisco la voce.

Non ho intenzione di dargli la soddisfazione di vedermi piangere.

Non ora né mai.

< Che non avevi mai finto >.
< Ho detto tante cose che non pensavo... >.
La sua frase lasciata in sospeso.

Sospiro.

Mi guarda.
Io guardo a terra.
Ripensando a tutto.

Ai nostri tre anni.
Al suo abbandono sull'altare.
Al suo ritorno.
Al mio cedere.

Ai nostri corpi intrecciati.

Alle sue menzogne.

Ai suoi baci.

Alle sue bugie.

A lui.

E... a quanto lo odio.

Lo guardo.

Mi fa schifo.

Come mi fa schifo essermi lasciata abbindolare da tutto.

Guardo in alto impedendo che una lacrima cada sulla mia guancia.

Non piangerò.

< Ti odio come non mai > sbotto infine prima di tornare dentro il ristorante, afferrare le mie cose ed uscire a passo svelto senza badare ai richiami di Tyler.

Vaffanculo.
Vaffanculo.

Vaffanculo!

Corro, nella sera.
Le suole delle mie scarpe a contatto con l'asfalto.
Il cuore gonfio.
Le lacrime che fuoriescono.

Mi ha distrutta.
Mi ha sempre annientata.

Mi ha sempre... usata.

Attraverso la strada per poi imbucare una stradina.
So dove sto andando.
L'ho capito e saputo fin dal primo momento.

E va bene così.

Devo seguire il mio istinto.

Mi fermo per riprendere fiato, mentre nella mia testa si susseguono immagini e immagini.

Suoni, colori, odori.
È stato falso.
È stato tutto una falsità.

La mia vita, il suo amore.

Il nostro amore.
Una stupida farsa.


E a me viene da vomitare.

Allungo il passo per poi ritrovarmi davanti una casetta a mattoncini, col cuore in gola e tremila pensieri.
Leggo il nome.
Luke.
Guardo le finestre, notando la luce accesa in sala.
È sveglio.
Senza pensarci ulteriormente pigio il campanello aspettando di trovarmi di fronte Luke.
Mi guardo intorno.

Non so nemmeno che cazzo sto facendo.

Ma in fondo va bene così.
In fondo mi va bene così.

< Care? >.
La porta si apre di più rivelando un Luke sorpreso ma sorridente.
< Che ci fai qui? >.
< Posso entrare? > domando vedendolo annuire.
< Scusa la confusione ma prima ci sono stati degli amici e non ho avuto tempo per riordinare >.
Faccio un cenno con la mano come a dire 'non importa'.
Mi indica la sala < ti vuoi sedere? >.
Non rispondo così si accerta che io stia bene.
< Sì >.
< Sicura sicura? >.
Lo guardo.
Sorriso splendido.
Occhi limpidi, puri, genuini.
Dolce, tenero... sincero soprattutto.
Deglutisco.
Lo guardo sorridermi.

E decido.

Decido di spegnere la mia testa.
Decido di lasciare fuori da questa casa i miei problemi.

Decido di lasciare fuori Harry.

Senza pensarci nemmeno mi avvicino per poi baciarlo.
< Care > si stacca, impacciato come non mai.
< Luke > porto una mano tra i suoi capelli per poi avvicinarmi ancora di più.
E in un niente mi bacia.
E i suoi baci non sono niente di tenero o di dolce.
Sono dei baci passionali, pieni di voglia.
Lascio che le nostre lingue si incontrino, si scoprano.
Come stiamo per fare anche noi.
Mi sussurra di andare su, in camera ed io concordo lasciando che mi conduca dove voglia e come voglia.
Lascio che le mie mani tolgano i suoi indumenti, tra un bacio e un altro, lascio che le sue mani tolgano i miei indumenti che butta a caso, a terra.
Le sue mani sfiorano il mio corpo come se avesse paura di farmi del male.

Ma in realtà stanno facendo di tutto tranne che farmi male.

Mi stanno facendo sentire bene.

Come non accadeva ta tempo...


Mi stanno facendo capire che mi desiderano, mi desiderano come non mai.

E a me questa cosa fa impazzire.
La sua bocca si sposta sul mio collo, sulla clavicola, sui miei seni, sul mio ventre, tra le mie gambe ed io devo cercare di reprimere la parte più animalesca di me che mi sta ordinando di afferrargli i cappelli per avere maggior controllo della situazione.
Torna su e dopo alcuni baci si ferma.
Lo guardo non capendo.

Che succede?

< Che succede? >.
< Sei sicura? >.
Annuisco.
< Non vorrei che ti tirassi all'ultimo, proprio sul più bello >.
Scuoto la testa.
Lo tiro verso di me per poi baciarlo < non voglio pensare a niente >.
Lo vedo annuire prima di baciarmi il ventre.
< Non farmi pensare a niente Luke > gli supplico prima di bloccarmi non appena Luke con poca grazia mi toglie le mutandine andando a posare una scia di baci languidi sul mio essere donna.
E non appeno sento la sua lingua leccarmi, sono costretta ad aggrapparmi alla sponda del letto prima di lasciare andare un gemito.
Chiudo gli occhi.

Vaffanculo Harry Styles.

Vaffanculo te e il tuo 'non riesci ad andare avanti'.


Perché evidentemente... non è così. 
   
   
   
   
   
   
 
  
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