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Autore: NPC_Stories    30/10/2020    2 recensioni
L'anno scorso ho fatto l'inktober con Erika, quest'anno lei ha trovato questo fantastico promptober chiaramente a tema drow.
Non so se riuscirò a scrivere tutti i giorni, probabilmente saranno storie brevissime, non so se ci saranno dei disegni, ma so che i prompt sono troppo belli e cercherò di tirarne fuori qualcosa, probabilmente missing moments di altre mie storie.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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Questa storia è il sequel di 13. Drider e di 26. Ritual

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30. Ambush


1256 DR, Buio Profondo vicino a Eryndlyn

Krystel e Daren stavano correndo ormai da una ventina di minuti, anche se correre non è proprio il termine adatto. Non puoi muoverti in velocità su terreno accidentato, nemmeno se sei un elfo, e le caverne naturali non sono famose per l’uniformità del suolo. Il drider, invece, con le sue otto lunghe zampe da ragno non aveva alcun problema a muoversi rapidamente sulle pareti sconnesse, sembrava volare accarezzando appena le concrezioni rocciose. Era come essere inseguiti da un incubo.
L’unico escamotage a cui i due elfi scuri erano riusciti a pensare era infilarsi più spesso possibile in cunicoli stretti e serpeggianti, in modo da sfruttare la loro stazza più minuta. Purtroppo non avevano una vera idea di dove andare, e sapevano entrambi che si sarebbero stancati prima del drider. Krystel avrebbe voluto tirare fuori qualche trucco da strega, ma il mostro non le stava lasciando nemmeno il tempo di pensare, se si fosse fermata per provare a lanciargli un incantesimo probabilmente lui l’avrebbe raggiunta e uccisa prima che riuscisse a farsi venire in mente qualcosa. E c’era comunque un’alta probabilità che la magia gli rimbalzasse addosso, sembrava estremamente coriaceo.
La drow sapeva di essere stata, tecnicamente, in situazioni peggiori. Una volta si era trovata faccia a faccia con un demone. Eppure quella volta era stata troppo arrabbiata per sentire paura, invece adesso non riusciva a provare altro che sgomento e desolazione.
Aveva trascinato suo fratello verso la rovina. Avrebbe lasciato suo figlio orfano, sperduto nel pericoloso Buio Profondo a decine di miglia da casa. Non si era mai sentita così disperata…
Anzi, no.
Una volta si era già sentita così.
All’epoca i suoi piedi affondavano nel terreno limaccioso anziché scivolare sulla roccia bagnata, ma anche allora lei aveva continuato a muoversi, sempre avanti, solo nella speranza di non essere risucchiata dalla palude.
La drow si chiese brevemente perché le fosse venuto in mente proprio adesso, le due situazioni non avevano nulla in comune a parte la costernazione e il dolore di avere abbandonato ogni speranza.
Ma forse fu proprio quello a mettere in moto gli eventi che ne seguirono.

Mentre correva, con i rumori raschianti delle zampe del drider sempre più vicini, Krystel vide una luce davanti a sé. Non poteva essere la Superficie, si trovavano a miglia di profondità e dall'inizio dell'inseguimento avevano corso solo in discesa.
"Cos'è quella luce?" Domandò a suo fratello, con il fiato corto. Lui era più esperto di lei quando si trattava delle stranezze del Buio Profondo.
"Quale luce?" Chiese invece Daren, confuso.
Krystel per un attimo fu presa in contropiede dalla risposta, poi però quel puntino luminoso in lontananza cominciò ad assumere una forma e all'improvviso fu tutto chiaro. La strega sorrise, sentendosi inondare di sollievo.
Lui era tornato. Lo stesso spirito che era venuto in suo soccorso quando da bambina si era persa nella palude, circondata da liane assassine e troll che avrebbero potuto ucciderla in un secondo. Lo spirito era apparso quella notte di moltissimi anni prima per guidarla su un sentiero di terreno solido, poi non si era più fatto vedere per decenni, perché lei non era mai più stata minacciata da un pericolo che non potesse affrontare.
Adesso era tornato, e questo significava due cose: che lei era davvero nei guai, e che la sua dea non l'aveva abbandonata. Man mano che si avvicinava allo spirito luminoso quello diventava sempre più nitido nei contorni, rivelando la sua vera forma: un orso gigantesco. Krystel non ricordava nemmeno che fosse così grande. Forse erano le pareti della caverna a farlo sembrare ancora più imponente. Lo spirito dell'Orso era uno dei tanti servitori della dea della natura, e Krystel non sapeva come mai proprio quello spirito avesse scelto lei, ma gli era profondamente grata. L'orso rimase fermo per il tempo sufficiente per accertarsi che la strega lo avesse visto e lo stesse seguendo, poi si incamminò; anche se non stava correndo riusciva a muoversi molto velocemente. La drow afferrò suo fratello per un polso e lo invitò a correre più veloce, anche se lui fece resistenza per un momento quando lei ignorò un cunicolo stretto per proseguire la corsa nella galleria più larga.
“Seguimi!” Lo rimbeccò, perché non aveva tempo per spiegare oltre. Lui, abituato a obbedire ai comandi delle femmine drow, la seguì.

Krystel continuò a tallonare quello spirito che poteva vedere solo lei, finché alla fine non li condusse a una caverna stretta e in ripida discesa. Ad un certo punto l’orso si fermò di colpo e la strega capì che dovevano fare la stessa cosa: si fermò, appena prima di una parete completamente coperta da strane liane fosforescenti, e individuò un’alcova in una parete. Trascinò suo fratello lì, un attimo prima che il drider passasse accanto ai due a tutta velocità. Li aveva visti, ma era troppo grosso e pesante per fermare la sua corsa. Andò a sbattere contro la parete coperta di liane… e la sfondò, perché non c’era nessuna parete, solo una coltre molto spessa di quegli strani vegetali. Dall’altra parte, apparentemente, c’era una caverna… ma dopo un salto verso il basso di qualche decina di metri.
Le liane cercarono di avvilupparsi attorno al corpo di quella grossa preda, ma il drider in caduta libera fece strage di quei tentacoli vegetali senza neanche farlo apposta: il suo peso strappò le liane dalla roccia, trascinandole giù con sé.
Krystel si precipitò sul bordo del piccolo baratro, per vedere cosa ne fosse stato della creatura; le poche liane rimaste si agitavano e vibravano per il dolore, temporaneamente innocue. Circa trenta metri sotto di lei, il drider aveva accusato la caduta ma era ancora vivo. Si divincolava per liberarsi dalle liane morenti, ma con gesti goffi, deboli. Aveva un braccio spezzato e anche alcune zampe erano piegate in modo innaturale. Krystel capì che era il momento di agire, spinse i palmi delle mani contro la roccia e fece appello a uno dei suoi incantesimi da strega per entrare in contatto con l’essenza della pietra.
Non le piaceva alterare la natura, ma era solo per un breve momento, e per un bene superiore. Entrò in contatto con la pietra e le chiese di cambiare.
E la pietra cambiò, ma non quella immediatamente in contatto con le sue mani; la pietra sotto il drider. Si fece malleabile, poi semi-solida, trasformandosi in fango. Uno strato di roccia alto quasi quanto un drow si trasformò in fango e il drider ci affondò dentro per metà, sollevando ondate di mota ai lati del suo corpo. La cosa sembrò lasciarlo stranito, ma stava lottando su troppi fronti: le liane che nonostante fossero state strappate cercavano ancora di soffocarlo, le zampe che non si muovevano come voleva lui… riuscì a lanciare via le liane ma alla fine affondò nel fango con mezzo corpo, tre zampe e il braccio ancora sano, su cui aveva cercato inutilmente di puntellarsi.
Krystel scelse proprio quel momento per recitare l’incantesimo inverso e ritrasformare il fango in roccia, bloccando il mostro in una morsa di pietra molto più efficace di qualunque catena.
Finalmente si permise di tirare un sospiro di sollievo, ma ci sarebbe voluto più di questo per scacciare i tremori che ancora le squassavano il corpo.
Daren intanto si era portato accanto a lei e stava tagliando con la spada le poche liane rimaste, che avevano iniziato a protendersi verso la strega inginocchiata a terra.
“Bel lavoro” commentò il drow, sinceramente colpito. “Lo hai davvero condotto in una trappola. Come sapevi che qui c’era questo precipizio?”
“Io non lo sapevo. Il mio spirito protettore mi ha aiutato a guidare il drider qui, in una trappola… anzi, in un’imboscata” si corresse, guardando con più attenzione le pareti dell’enorme grotta.
Daren sollevò un sopracciglio e si sporse per cercare di vedere quello che stava vedendo lei.
“Imboscata? Non mi sembra che sia circondato di nemici.”
La drow stese un braccio, indicandogli con un gesto l’intera grotta.
“Lo è. Questa pietra…” si slacciò in tutta fretta il nastro che teneva i suoi capelli legati in una coda, recitò un breve incantesimo e il nastro si accese di luce magica. Poi lo lasciò cadere lungo la parete del dirupo, in modo che illuminasse la roccia mentre scivolava lentamente verso terra. Daren si sporse per vedere meglio: la parete era punteggiata di macchie viola.
“Che cos’è?” Chiese, perplesso. “Il segno del passaggio di qualche mostro? Oppure un fungo infestante?”
“No, è una pietra” spiegò lei. “L’ho riconosciuta dalle sue vibrazioni energetiche. Ha un colore simile all’ametista, ma più opaca, e a livello magico ci sarà più utile. Sugilite.”
Il guerriero non conosceva le proprietà magiche delle pietre, ma sapeva che a volte i maghi usavano le gemme preziose per gli incantesimi più potenti.
“Pensi di poter usare questa… suggellite come focus per riprovare il rituale?”
“Sì… e no. Il mio errore è stato affrontare la condizione del drider come se fosse un semplice incantesimo di metamorfosi da invertire, senza prima attaccare e rimuovere la maledizione che ha addosso. La maledizione agisce come un sigillo, che devo spezzare prima di poter andare oltre e invertire la trasmutazione. La sugilite aiuta le persone a ricordare la propria vera natura, a riallinearsi con sé stesse, a ritrovare il proprio centro. Inoltre porta a bilanciarsi e rafforza l’autocontrollo. Sono sicura che il solo passare un po’ di tempo circondato da queste pietre sarebbe già utile, ma io le userò in un rituale per far recuperare al drider la sua memoria e la sua lucidità. Questo aiuterà a rompere la maledizione perché a quel punto potremo agire su due fronti. È infinitamente più efficace aiutare qualcuno che vuole essere aiutato.”
“Quindi stai pensando a un rituale… in tre parti? Prima fargli recuperare il senno, poi rimuovere la maledizione con il suo aiuto, e infine ritrasformarlo in drow?”
“Sì, esattamente” confermò lei, soddisfatta.
“Vuoi scendere adesso? Ti ricordo che quella cosa può sputare veleno.”
“Lo so. E credo che al momento ci attaccherebbe a vista. No, lasciamolo qui per qualche giorno. Le pietre inizieranno ad agire sulla sua psiche e nel frattempo il suo corpo si indebolirà per la fame. Non sarebbe un male, anche se mi dispiace lasciarlo lì affamato e dolorante e in una posizione in cui sicuramente non può…”
“Non mi interessa minimamente cosa può o non può fare in quella posizione” Daren tagliò corto. “Ti sei già esposta a molti pericoli, sorella, non rischiare ancora. Non morirà se rimane incastrato lì per qualche giorno e non è così indifeso da diventare una facile preda per altri mostri.”
Krystel aveva qualche dubbio, ma suo fratello aveva delle valide argomentazioni. Il terrore che aveva provato quando si era sentita condannata, la disperazione per suo figlio che rischiava di rimanere orfano e solo, di sicuro per lei valevano di più del benessere di un completo sconosciuto che aveva cercato di ucciderla.
“Un paio di giorni” accettò. “Però teniamo d’occhio la grotta. Non mi piace lasciarlo del tutto indifeso, in questo momento non è in sé.”
“Krystel, se fosse in sé sarebbe un drow. È molto probabile che avrebbe cercato di ucciderti comunque.”
Daren l'aveva detto in tono da umorismo nero, ma sua sorella sapeva che le sue parole avevano un fondo di verità. E questo la fece dubitare, per un momento: se fosse riuscita a liberare quel drider dalla maledizione, se fosse riuscita a farlo tornare quello di un tempo… sarebbe riuscita a non farlo diventare un nemico?

   
 
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