(Casa.)
(Non solo)
vivere
Trova
Daphne, le rivolge un sorriso di convenienza e si dilegua all’esterno senza
attendere una reazione – l’ha visto, tanto basta. Non voleva andare a quell’inutile
festa, ma ha vinto lo sguardo preoccupato di sua madre: ha dovuto assentire e lasciare
Villa Malfoy dopo mesi di reclusione voluta.
Nella
sala allo stesso tempo familiare ed estranea si è sentito mancare il respiro.
Troppe persone, troppo rumore – troppo.
I
giardini, invece, sono silenziosi. Decide che sono il posto perfetto per
passare un’ora o due – quanto resisterà? – prima di tornare.
«Ciao».
Sussulta
riconoscendo la voce; l’ha seguito? Si volta e si blocca – si è sbagliato.
«Greengrass» mormora con un cenno di saluto. La ragazza davanti a lui non è
Daphne, come credeva, ma sua sorella minore: Astoria.
«Non
ti piace?» gli domanda, accennando alla festa in pieno svolgimento all’interno.
«Non
ho voglia di ballare» risponde, secco.
Astoria
lo scruta curiosa. «Un tempo amavi ballare» dice, avvicinandosi. «Ricordi le
nostre lezioni insieme? Ballavi con Daphne; io avevo Blaise. Era divertente».
È
vero: gli piaceva eseguire con precisione i passi, guidare. Era divertente,
ma ora non l’attrae per nulla.
«Le
persone cambiano». Quando ha parlato così con Astoria Greengrass? Mai,
forse.
«Cosa
ti piace, adesso?»
La
guarda interrogativo. Lei sorride.
«Le
persone cambiano, è vero: tuttavia dev’esserci qualcosa che ti piace, se non il
ballo».
Spiazzato,
non sa bene come rispondere. Qualcosa che gli piace…
«Non
lo sai?» Astoria lo scruta, ancora. Cosa vuole da lui?
«Che
importanza ha?» mormora, sulla difensiva.
«Le
passioni sono vitali» afferma Astoria, convinta. «Non credi?»
«No»
replica, indispettito. «Si vive anche senza. Una casa e del cibo, sì, sono vitali».
Astoria
scuote la testa. «Vitto e alloggio servono a sopravvivere, nient’altro».
Draco
non tenta di celare lo scetticismo, ma lei non si scoraggia.
«Non
bisogna tenere in massimo conto il vivere come tale» dichiara, fissandolo
serissima, «bensì il vivere bene».
«Sono
vivo e sono libero». Stavolta muove lui un passo in avanti. «È più di quanto
meriti».
«Ti
senti in colpa. Per questo non vuoi vivere» sentenzia Astoria, annuendo.
«Assurdo, io—»
«Vivere
davvero, intendo».
Vorrebbe
ribattere, urlarle che si sbaglia – non può, non riesce.
A
che servirebbe negare l’evidenza?
Si
scopre a tremare. Astoria ora si limita a osservarlo. Solo musica ovattata turba
il silenzio, finché Draco non inizia – piano – a parlare. Non la guarda.
«Non
riesco» sussurra. «Non… è troppo. Delle persone sono morte, se
chiudo gli occhi mi sembra di vederle – sentirle. Non posso fingere che non sia
successo e ballare». Soffia l’ultima parola, gesticolando verso la sala.
Lei
si avvicina e gli afferra la mano – Draco non protesta.
«È
vero, è terribile» mormora. «Piangere per sempre, però, significherebbe
morire».
«Forse
sarebbe giusto». La stretta si fa più forte.
«No!
Non rinunciare alla vita, tantomeno per i morti».
Facile.
«Non
è facile. Ma forse…» Per la prima volta quella sera, Astoria esita. Draco la guarda. «Potrei
aiutarti».
Non risponde
subito; è una promessa dolce, forse troppo.
A
fine serata i giardini sono teatro di un tacito ballo.
NdA
Ho
inteso il prompt del writober, Casa, in modo molto “temporaneo” stavolta e, mi
rendo conto, decisamente non protagonista.
Draco
cambia casa per una sera, cosa che dopo mesi di reclusione equivale di
fatto a cambiare aria, ma soprattutto compagnia. Personalmente trovo che
questa flash si incastri molto bene con la #17, riprendendo la tematica del “troppo”
e mostrando il primo
avvicinamento con Astoria.
Comunque,
perdonatemi per il prompt sullo sfondo.
Ha
preso decisamente più spazio invece quello del contest:
“Non
bisogna tenere in massimo conto il vivere come tale bensì il vivere bene”.
[Questa storia si è classificata seconda al contest "Prompts letterari per un contest lampo" indetto da matiscrivo sul forum di EFP]
Le “persone
morte” a cui pensa Draco sono, nella mia testa, Charity Burbage (morta davanti
ai suoi occhi) e Vincent Tiger, che oltre a morire davanti a lui era anche una
parte importante della sua vita, nonostante tutto.
Spero
che il contesto sia chiaro, chiudo qui.
Grazie
per aver letto!