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Autore: Rumaan    31/10/2020    0 recensioni
Il Trio delle Meraviglie è tornato ad Hogwarts dopo la fine della guerra, per frequentare l’ultimo anno in tranquillità. La scuola, però, riuscirà ancora una volta a stupirli, quando la McGranitt annuncerà di voler spostare Hermione tra i Serpeverde, per promuovere l’unità tra Case, ormai inesistente.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 2

Capitolo 2

Sala Comune dei Grifondoro

Hermione fece un respiro profondo per calmare l’affanno, mentre girava l’angolo verso la Sala Comune.

La Signora Grassa la salutò. “Immagino di dover cambiare la parola d’ordine domani, signorina. Se quello che mi dice Violet è corretto, non sarai più una delle mie”.

“Sì, hanno deciso che andrò a Serpeverde per il resto del semestre”.

“È un peccato mia cara. Mi mancherai, soprattutto da quando non vai più a zonzo di notte”. Con quelle parole la Signora Grassa aprì il passaggio ed Hermione piombò nel delirio della Sala Comune.

Harry, Ron e Ginny le volarono addosso. “Che succede, Hermione? La McGranitt fa sul serio? Non possono farti andare tra le serpi, ti uccideranno”. L’ultima frase venne urlata da Ron, tutto rosso in faccia. La Sala Comune si zittì e tutti gli occhi vennero puntati su di lei.

Hermione sorrise tristemente agli amici. “Mi spiace, ragazzi, la McGranitt è stata chiarissima. Dovrò cambiare Casa domani”.

“Non lo permetteremo”, urlò Ron. “Harry ora andrà a dire alla McGranitt che non può permettere una cosa del genere”.

Hermione mise un braccio sulle spalle di entrambi i ragazzi. “Non funzionerà, Ron. Nemmeno il bambino che è sopravvissuto riuscirà a farmela cavare questa volta. È stata un’idea di Silente”.

Ron digrignò i denti e si acquattò di fronte al camino. Hermione lo seguì, trascinandosi dietro Harry e Ginny. “Andiamo Ron, passiamo un’ultima bella serata. Dopotutto, passerà un po’ prima che possa tornare a casa”.

Harry le sorrise. Si poteva sempre contare su di lei, per vedere l’aspetto positivo delle cose. “Ok, vado in cucina a recuperare qualcosa da mangiare. Daremo ad Hermione un addio come si deve”.


Sala Comune dei Serpeverde

Nello stesso momento, nei sotterranei, Pansy si appoggiava a Draco, che fissava le fiamme verdi. Lui le accarezzava un braccio per confortarla, mentre ogni tanto lanciava uno sguardo al dipinto del padrino.

“Non riesco a credere che tu l’abbia permesso, Severus. Davvero, a cosa pensava la McGranitt quando ha acconsentito all’idea di Silente?”, disse Draco.

“Draco, Draco, non è che sia avvezzo allo strano funzionamento delle menti Grifondoro. Ho dato loro contro finché ho potuto, ma il Professor Silente era deciso”.

Pansy si lamentò di nuovo. “Non riesco a credere che diventerò una Grifondoro per due mesi interi”.

Blasie Zabini la prese in giro. “Tornerai qui abbronzata, visto il sole che batte lassù”.

Draco lanciò uno sguardo ammonitore a Blasie. Non era il momento per commenti del genere. Era davvero preoccupato per ciò che sarebbe potuto succedere a Pansy. Ci avrebbe scommesso che I Grifondoro non avrebbero dimenticato il suo impulsivo desiderio di allungare Potter al Signore Oscuro. Nessuno di quei nobili cuori ci avrebbe pensato due volte a maledirla in difesa del loro prezioso eroe. Da ciò che Pansy aveva riferito, non le sarebbe stato permesso tornare alla Sala Comune ogni tanto.

“Oooh, Potter si vendicherà”, grugnì Pansy, inconsciamente dando voce ai pensieri di Draco. “La mia vita non vale la pena di essere vissuta”.

“Non preoccuparti Pansy, non permetteremo ai Grifondoro di toccarti”, disse Theodore Nott.

“Dimentichi, comunque, che in cambio avremo la ragazza del trio. Scommetto che Potter ci penserà due volte a superare il limite, per paura di ciò che potremmo farle per ripicca”, sottolineò Daphne Greengrass.

Draco ci pensò su. Silente doveva aver adorato l’idea di mettere la sua Nata Babbana preferita nei sotterranei. Lei era abbastanza intelligente da carpire tutti i loro segreti ed andare a riferirli. Doveva assicurarsi di accorciare il guinzaglio ai compagni. La Granger non avrebbe infilato il naso nei suoi affari.

Diede uno sguardo alla Sala Comune. Quelli del settimo anno si erano presi i posti davanti al camino. Vide anche qualcuno del quarto e del quinto anno, pronti alla sfida. Non erano abbastanza grandi da aver fatto parte della guerra, così si aggrappavano all’animosità. Avrebbero visto nella Granger l’occasione per vendicare molte famiglia Purosangue. Doveva tenerli d’occhio.

Daphne si alzò. “Andiamo Pansy, facciamo i bagagli”.


Dormitorio delle ragazze, Grifondoro

Hermione si svegliò a causa dei raggi del sole che filtravano dalla finestra più alta della torre. Si stiracchiò e si raggomitolò di nuovo sotto le coperte; poi la realtà la colpì. Sarebbe stata l’ultima volta, in quei mesi, in cui si sarebbe svegliata vedendo i prati di Hogwarts. Da quella note in poi si sarebbe trovata nei bui sotterranei, probabilmente a morire di consunzione. Perchè era dovuto toccare a lei?

Era preoccupata, nonostante la sera prima avesse indossato una maschera coraggiosa. I Nati Babbani non erano esattamente i benvenuti tra le serpi. Le avevano reso la vita un inferno dal momento in cui aveva messo piede ad Hogwarts ed ora sarebbe diventata una di loro. Non che la l’avrebbero mai considerata tale. Avrebbe dovuto dormire con un occhio aperto, alla faccia dell’anno rilassante che si era prospettato all’inizio.

Finì di fare i bagagli e si trascinò in Sala Grande, dirigendosi deliberatamente al tavolo Grifondoro. Non si sarebbe seduta a quello nuovo finché non l’avesse costretta la McGranitt. Mentre si imburrava il toast, sentì una fitta allo stomaco al pensiero che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui avrebbe sentito Ginny far ridere il resto della tavolata. Ron si riempì immediatamente la bocca di uova strapazzate e bacon, annuendo di tanto in tanto alla sorella per fare a finta di starla ad ascoltare. Harry ci aveva già rinunciando e ronfava contro la spalla di Ginny.

“Ehi, svegliati pigrone”, urlò Ginny, colpendolo con il cucchiaio.

“Eh? Perché?”, mormorò Harry.

“Sprecherai l’ultima mattina con Hermione a sbavare sulla mia spalla?”.

“Ehm no, ciao Hermione”, le sorrise assonnato Harry.

Lei gli sorrise di rimando, contenta dello sforzo, mentre Ginny si spazzolava teatralmente la veste dalla bava che in realtà non c’era. Scuotendo i capelli, fece l’occhiolino ad Hermione.

I gufi iniziarono ad arrivare ed una busta venne lasciata cadere nel piatto di Hermione.

Cara Signorina Granger,

la Professoressa McGranitt mi ha in formato del cambio di circostanze. La incontrerò di fronte la Sala Comune Serpeverde dopo la fine delle lezioni questo pomeriggio, così da informarla sulla parola d’ordine e presentarla alla sua nuova Casa.

Non vedo l’ora di vederla risplendere nei colori Serpeverde, mia cara.

Cordialmente,

Professor Horace Lumacorno.

Hermione grugnì. Si era dimenticata di Lumacorno. Non pensava sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe preferito Piton come direttore, almeno la odiava ed ignorava bellamente. Avrebbe dovuto aspettarsi più inviti del solito per unirsi al Lumaclub, quell’anno.

“Che succede?”, chiese Ron.

Lei gli passò la lettera e gli diede una sberla quando lo vide ghignare. “Harry, credo tu non sia più il preferito di Lumacorno, ora che la piccola So-Tutto-Io sarà dei suoi”.

“Grazie mille Ron, fortuna che non volevi mettessi piede nei sotterranei”.

Ron le mise un braccio sulle spalle. “Oh andiamo Hermione, devi ammettere almeno che il vecchio Luma ti tratterà meglio di quanto avrebbe fatto Piton”.

“Avrei preferito Piton. I commenti sarcastici ed il trattamento sleale che mi riservava sarebbero stati molto più divertenti se avesse dovuto togliere punti alla sua stessa Casa”.

La fine delle lezioni arrivò troppo presto, quel giorno, per due studentesse. Sia Pansy che Hermione avrebbero voluto che il tempo rallentasse. Inevitabilmente, suonò anche l’ultima campanella e si ritrovarono a trascinare i piedi ai lati opposti del castello.  


Torre Grifondoro

Pansy si asciugò sulla gonna le mani sudate. Avrebbe dovuto incontrare la nuova direttrice di Grifondoro, la Professoressa Sinistra, da un minuto all’altro. Seguì un paio di Grifondoro del secondo anno fino al grande ritratto della Signora Grassa, vestita di rosa. Prese un respiro profondo e si avvicinò.

“Buona sera, Signorina Parkinson, benvenuta a Grifondoro”, disse amichevole la Professoressa.

Pansy le fece un sorriso tirato. Schiena dritta Pansy, si disse. Non permettere che ti feriscano. L’orgoglio Serpeverde la confortava. Raddrizzò le spalle ed alzò la testa, mentre il ritratto si scansava e lei metteva piede nella tana dei leni.

Sotterranei Serpeverde

Hermione si sistemò un ciuffo ribelle dietro l’orecchio, mentre tentava di resistere alla voglia di giocare con le mani.

“Cara Signorina Granger”, sentì tuonare la voce di Lumacorno. “Sono così orgoglioso di darle il benvenuto nell’illustre casa di Serpeverde”.

Una porta venne rivelata nel muro di pietra di fronte a Lumacorno. Portava ad una lunga ma bassa Sala Comune, molto più buia di quella dei Grifondoro. Hermione rabbrividì. Ecco perché i Serpeverde si comportavano come una nidiata di vipere. Harry e Ron non le avevano reso giustizia. La stanza era ancora meno confortante di quanto avesse immaginato. Testa in alto Hermione, hai affrontato e battuto i Mangiamorte, questi qua non hanno nulla a che fare con loro. Rise sommessamente, mentre entrava nella loro tana.

 

  
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