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Autore: Rumaan    31/10/2020    0 recensioni
Il Trio delle Meraviglie è tornato ad Hogwarts dopo la fine della guerra, per frequentare l’ultimo anno in tranquillità. La scuola, però, riuscirà ancora una volta a stupirli, quando la McGranitt annuncerà di voler spostare Hermione tra i Serpeverde, per promuovere l’unità tra Case, ormai inesistente.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 1 Disclaimer: i personaggi contenuti appartengono a J.K. Rowling.

 

N.B. Questa è una traduzione. La versione originale la potete trovare al seguente link: https://www.fanfiction.net/s/7290423/1/Gryffindor-s-Golden-Girl-to-Slytherin-s-Princess

Capitolo 1

Hermione sorrise, mentre si guardava attorno nella Sala Grande. Erano tornati ad Hogwarts da ormai un mese e provava un immenso ma semplice piacere a compiere la solita routine. Lo stress di essere sempre in fuga, per cercare gli Horcrux, e la battaglia finale, erano stati sostituiti dalla semplicità di studiare per i M.A.G.O. Quell’anno, Hermione era più che felice di starsene nelle retrovie ed aveva rifiutato l’opportunità di diventare Caposcuola. Prima degli ultimi e pazzi avvenimenti, diventarlo era stata la sua più grande ambizione; ora, non voleva altro che crogiolarsi nella mancanza di responsabilità. Comunque, Hogwarts non poteva che averne scelti altri due, assolutamente imbattibili: Neville Paciock e Hannah Abbott. Era bello vedere qualcun altro sotto i riflettori una volta tanto, una qualcosa che i tre amici avevano allegramente allontanato.

Hermione osservò il tavolo dei Grifondoro. Ron ed Harry, come al solito, si stavano scervellando con le strategie di Quidditch per vincere anche quell’anno. Ginny era occupata a condurre una conversazione piuttosto espressiva con Luna, che si trovava al tavolo opposto, dalla parte dei Corvonero. Non molto tempo dopo la battaglia finale, i quattro avevano deciso che rimanere amici fosse una priorità maggiore rispetto ad una possibile relazione e, comunque, avevano tutti compreso che andare ognuno per la propria stata l’idea migliore, nonostante la comunità magica premesse per il contrario. Nessuno di loro voleva portare avanti una relazione solo perché sarebbe stata una bella storia per i giornali.

La McGranitt si schiarì la voce. “Per favore, potrebbero rimanere solo i ragazzi del settimo anno?”.

Nella Sala Grande esplosero le chiacchiere, mentre i ragazzi più piccoli osservavano i più grandi, chiedendosi quale fosse il problema. Ginny lanciò uno sguardo ad Hermione, che scrollò le spalle.

Le panche si svuotarono lentamente, con grande irritazione della McGranitt, mentre sorvegliava gli studenti notando le assenze di quelli caduti in battaglia solo pochi mesi prima. Un estraneo non avrebbe mai creduto che fossero studenti, quei ragazzi con una tale vecchiaia e consapevolezza che traspariva dagli occhi. Nessuno attaccava più l’altro come negli anni precedenti. Non c’era più nemmeno l’animosità inevitabile tra le case di Grifondoro e Serpeverde, il che faceva stupire, dato il cattivo sangue che era sempre scorso, soprattutto tra Harry Potter e Draco Malfoy.

In quel momento, entrambi sedevano composti e pazienti, come non lo erano mai stati. Potter non percepiva più il senso di ingiustizia come negli anni precedenti ed il ghigno arrogante e perpetuo di Malfoy era scomparso. In effetti, la McGranitt era contenta di quella piccolo tregua tra i “capi” delle due case, poi presa ad esempio dagli amici. Non c’era niente di più che un piccolo cenno d’assenso, ma era più di ciò che avesse mai potuto sperare un paio d’anni prima.

Era un peccato che lo stesso comportamento non fosse seguito dai ragazzi più piccoli. Nulla, come sembrava, poteva dissipare i piccoli litigi che continuavano a scoppiare tra quelli del quinto anno in giù. La McGranitt aveva raggiunto il limite proprio il giorno prima, quando una rissa di gruppo era scoppiata nel corridoio di Incantesimi e diversi studenti erano finiti in infermeria. Era stato in quel momento che le era venuta in mente un’idea drastica, che sperava fosse accettata da quelli del settimo anno con modica grazia, così da sedare anche i più piccoli. Beh, era arrivato il momento di procedure.

“Sono sicura sia arrivato alla vostra attenzione che, nonostante l’eccellente esempio che avete voi stessi portato, il resto della scuola ha ancora problemi a lasciar perdere il passato”, iniziò la McGranitt.

Hermione sentì un brivido di disagio, mentre gli occhi della Professoressa scattavano verso di lei. Vi trovò impresso un leggero senso di colpa. Scosse appena la testa, sicura di starselo immaginando.

“È per questo che ho preso questa decisione, un po’ melodrammatica ma necessaria, per promuovere l’unità tra Case anche tra il resto della scuola”. La McGranitt percepì i borbottii tra gli studenti, che iniziavano a capire sarebbe successo qualcosa di poco piacevole.  

“Sarebbe di grande aiuto se sia un membro di Serpeverde che uno di Grifondoro si scambiassero di Casa per il resto del semestre". La McGranitt bloccò sul nascere tutti i sussulti e le esclamazioni sottovoce, per continuare.

“Perciò Signorina Granger e Signorina Parkinson, per favore, seguitemi per altri dettagli”. Con queste parole, la Professoressa si incamminò per uscire dalla Sala, gesticolando ad entrambe di seguirla.

Ad Hermione tutto sembrava muoversi più lentamente del normale, mentre assorbiva le reazioni dei suoi amici e raccoglieva maldestra le sue cose. Ron ed Harry avevano entrambi espressioni incredule dipinte in faccia. Osservò la Sala Grande e vide Pansy Parkinson fare le sue stesse mosse. Si avviarono dietro la McGranitt, entrambe troppo sconvolte per fare altro.

L’ufficio della McGranitt.

In quelli che parvero secondi, Hermione e Pansy si trovarono nell’ufficio, ad affrontare la Professoressa, mentre i quadri mormoravano tra loro. Hermione alzò lo sguardo e vide gli occhi di Albus Silente osservarla. Fu in quel momento che si rese conto chi ci fosse in realtà dietro quell’idea. Di fianco a Silente c’era anche un altro ritratto, tutt’altro che felice. L’espressione di Severus Piton indicava esattamente cosa ne pensasse della questione.

Pansy balbettò di fianco a lei. “Ma Professoressa, non capisco”.

La McGranitt sospirò. “Sentite, so che si tratta di una cosa ingiusta per entrambe ma, francamente, la situazione tra gli studenti più piccoli sta sfuggendo di mano. Dobbiamo mandare un messaggio forte che tale comportamento non è accettabile. Non mi viene in mente niente di meglio che incoraggiare l’unità tra Case grazie alla sostituzione di un paio di membri”.

Dietro la sua testa, Silente annuiva concorde. “Per quanto possa sembrare difficile, Signorina Parkinson e Signorina Granger, crediamo che voi due abbiate una mentalità sufficientemente aperta per affrontare la situazione. Entrambe siete arrivate lontano in un paio di mesi e necessitiamo di due persone dalla mente fredda e abbastanza tattica da arrivare in fondo”.

A quelle parole, Piton fece una smorfia. Hermione si ritrovò a dover dare ragione al vecchio professore di pozioni. Inoltre, non concordava con l’immagine di apertura mentale affibbiata alla Parkinson. Le venne in mente la sua indecisione durante la battaglia finale.

Come se stesse leggendo i suoi pensieri, Piton la guardò e fece un’altra smorfia. “Non parla, Signorina Granger. Una volta tanto non ha nulla da dire?”.

Hermione distolse lo sguardo da lui e lo posò sulla McGranitt. “Immagino non ci siano alternative?”.

La McGranitt scosse la testa e le fece un piccolo sorriso. Sapeva di poter contare su di lei e che avrebbe appreso la situazione scegliendo la soluzione migliore. “Mi spiace, Signorina Granger, ma ormai ho deciso. Lei e la Signorina Parkinson vi scambierete domani. Diventerà una Serpeverde a tutti gli effetti, avrà un letto nel dormitorio, siederà alla tavola e guadagnerà o perderà punti per la sua nuova Casa. Lo stesso vale per lei, Signorina Parkinson”.

Hermione sospirò e si voltò a guardare Pansy, che era ancora molto scossa.

“Vi suggerisco di andare a fare i bagagli ed a passare l’ultima sera con i vostri amici. Da domani dovrete passare il tempo con quelli della vostra nuova Casa. Non vi permetterò di svignarvela nelle vostre vecchie sale comuni. Vi chiedo anche di sedere con i vostri compagni durante tutte le lezioni. Compreso?”. Sia Hermione che Pansy annuirono.

“Molto bene, allora andate”, disse la McGranitt, affrettandole.

Quando la porta si richiuse, si permise di rilassarsi, sollevata. Guardò Silente e disse: “Beh, Albus, devi ancora convincermi che la tua idea possa funzionare”.

Albus sorrise. “Dai tempo al tempo, Minerva. Sono sicuro ci saranno fuochi d’artificio per un po’ ma anche che, alla fine, questo settimo anno ci sorprenderà”.

Piton fece l’ennesima smorfia e lasciò il quadro, per poi comparire in quello nelle Segrete.

 

 

  
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