Harry e Ginny non vivevano insieme da molto tempo, circa un mese. Lei doveva ancora finire di portare le sue cose e stavano cercando di trovare un loro equilibro. Ginny aveva deciso di trasferirsi nella casa di Harry prima del matrimonio in modo tale da poterlo organizzare senza l’interferenza costante di sua madre che singhiozzava al pensiero della sua unica figlia femmina che si sposava. Ginny gli aveva rivelato che a volte pensava già addirittura ai nipotini, come se non ne avesse già! Harry aveva riso comprensivo e le aveva detto che avrebbero trovato una soluzione.
Quella mattina Harry si era svegliato prima di Ginny, che aveva un allenamento solo nel pomeriggio, e stava sorseggiando un succo di zucca fissando il vuoto ancora assonnato. Si riprese solo quando vide Ginny entrare con addosso solo la sua maglietta di due o tre taglie più grande. Provò uno strano calore nel petto, senza sapere perché e un sorriso spontaneo nacque sul suo viso. «Come fai a sorridere di prima mattina?» mugugnò la rossa dopo un grande sbadiglio.
«Mi fai ridere con questa maglietta addosso» rispose lui sincero indicandole quella vecchia maglietta che gli aveva regalato Ron qualche anno prima.
«È l’unica che ho trovato stamattina» ammise.
Poi fece quello che faceva tutte le mattine: si sedette accanto a lui e gli poggiò la testa sulla spalla. «Vuoi che ti faccio un caffè?» chiese parlando alla testa rossa della sua fidanzata. Aveva la crescente sensazione che si fosse addormentata su di lui. Tuttavia un movimento impercettibile gli fece capire che era sveglia. La baciò e poi le cinse le spalle con un braccio, stringendola a sé.
«Perché mi abbracci?» domandò leggermente più sveglia alzando la testa per guardarlo.
«Perché stamattina ho capito una cosa» rispose.
«E cioè?»
«E cioè che finalmente questo posto è diventato casa. E non perché ha muri, finestre e tutto quello che serve per farla diventare un edificio. È casa perché ci sono io e ci sei tu che mi rubi le magliette che ti stanno decisamente troppo grandi» Ginny sorrise e gli accarezzò una guancia.
«Posso baciarti o ho l’alito da Troll?» chiese divertita. Harry non le diede una risposta a parole, la avvicino a sé e la baciò. E di nuovo quella sensazione di calore si fece spazio nel suo petto ed Harry capì che casa non era un luogo, era qualsiasi momento che avrebbe passato con Ginny al suo fianco.