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Autore: Eralery    08/11/2020    3 recensioni
Cap3:
« Sai, qualcuno qui ha un cervello… »
« Stai parlando di me, vero? » 
« Stiamo parlando di qualcuno che ha un cervello, non di qualcuno che ha le capacità intellettive di un asticello » rispose Lily, godendosi appieno la faccia scandalizzata che James mise su.
« Su, almeno di uno Snaso! » esclamò, punto nel vivo. « L’asticello può essere Sirius, al massimo! »

Cap8:
« Punto primo: io non sbavo dietro Lily Evans » precisò James, con aria truce. « Punto secondo: nessuno è immune al fattore Potter, figurati se può repellere qualcuno! Punto terzo: vaffanculo, Padfoot, okay? Vaffanculo ».
Cap18:
« Non pensare di poterti liberare così facilmente di me ».
Lily rimase in silenzio per qualche secondo, prima di sospirare e sciogliersi in un piccolo sorriso.
« Suona un po’ come una minaccia… » commentò a voce bassa, facendolo ridacchiare.
« Oh, è una minaccia bella e buona ».

Cap20:
Lily avvertì la mano di James stringersi intorno alla propria e le loro dita intrecciarsi, ma non c’era traccia di imbarazzo o di incertezza in tutto ciò. Non vi era abituata, ma quando James, sempre sorridente, si girò verso di lei per dirle qualcosa, Lily, in tutta quella situazione, non riuscì a trovarvi neanche un difetto.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Ordine della Fenice, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Under Their Scars'
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Capitolo 24

Fuori controllo 
 

24-fuori-controllo

Some sort of window to your right 

As he goes left, and you stay right 

Between the lines of fear and blame 

You begin to wonder why came 

“How to save a life”, The Fray

 

Lily sollevò i piedi da terra e li poggiò sul muretto su cui era seduta, stringendosi le ginocchia al petto. 

« E se uscissimo tutti e quattro insieme? » propose a Mary con un sorriso incoraggiante. 

Mary scosse la testa. « Assolutamente no. È il vostro primo vero appuntamento, dovete godervelo! Non preoccuparti, posso sopportare Sirius per qualche ora ».

« Sei sicura? »

« Assolutamente » rispose Mary, allungandosi e puntellandosi sui gomiti, il viso rivolto verso il cielo terso. « E non voglio che proprio oggi tu ti debba preoccupare per me e Sirius. Va’ ad Hogsmeade e divertiti! Tu e James vi meritate di passare un bel pomeriggio ». 

Lily sospirò, ma annuì e non aggiunse altro. Rivolse anche lei lo sguardo al cielo, ma dopo pochi secondi tornò ad osservare la propria migliore amica. 

Dopo colazione avevano deciso di sistemarsi sul bordo della vecchia fontana del cortile dell’Orologio, così da poter parlare per un po’ prima di andare ad Hogsmeade. 

Il giorno del suo primo appuntamento con James era arrivato, ma Lily stranamente non si sentiva in ansia: ormai era così abituata a passare del tempo da sola con lui che le sembrava quasi naturale. Certo, a volte ancora s’imbarazzava quando lui le prendeva la mano o, quando erano vicini, le circondava le spalle con un braccio; ma era una sensazione piacevole, e spesso era lei stessa a cercare per prima un contatto più intimo, che fosse un bacio a stampo veloce prima di una lezione o un abbraccio sul divano della Sala Comune. 

Era stata a mani basse la settimana più bella dell’ultimo periodo. Senza neanche sforzarsi, James riusciva a rendere ogni suo giorno migliore. Le dispiaceva solo che per Mary, invece, quel periodo si stava rivelando un vero inferno: ultimamente le cose con Sirius non sembravano andare per il verso giusto, e, sebbene lei non volesse parlarne, Lily sapeva che soffriva per questo. Aveva provato a convincerla ad uscire in quattro, quel giorno, ma Mary non voleva saperne: come le aveva appena ripetuto per l’ennesima volta, quella giornata doveva essere solo per lei e James. 

« Dove avete intenzione di andare? » domandò Mary, tornando a puntare gli occhi su di lei. 

Lily si strinse nelle spalle. « In realtà non ha voluto dirmi nulla. Credo sia una specie di sorpresa ».

« È proprio una cosa da James » rise Mary, scuotendo la testa. « Sono sicura che andrà bene ».

« Sì, lo penso anche io » ammise Lily, giocando con l’estremità della propria sciarpa. « Alla fine sto sempre bene, quando sto con lui. Per quanto mi riguarda va benissimo anche una semplice Burrobirra ai Tre Manici di Scopa ».

Mary allungò la gamba e, per scherzare, le diede un lieve calcio. « Ma sentila, come parla del suo ragazzo! Qualcuno qui è cotto a puntino, eh? »

Le guance di Lily assunsero subito colore e lei non rispose, continuando a tenere lo sguardo puntato sul proprio grembo, dove con le dita torturava la sciarpa di Grifondoro. 

Proprio quando stava per rispondere, una terza voce risuonò nel cortile semivuoto: « Oh, eccovi! Pronte? »

James si fermò proprio di fronte a loro, Sirius come sempre al suo fianco. Lily lo studiò rapidamente: ovviamente non indossava la divisa, ma dei semplici pantaloni neri e un maglione bordeaux con sopra una giacca scura. Anche Sirius indossava dei pantaloni neri, ma li aveva abbinati ad una felpa nera babbana che stonava parecchio con il cappotto di ottima fattura che portava come al solito. 

Mary si alzò dalla fontana e si spolverò della polvere inesistente dalle pieghe della gonna. Lily seguì il suo esempio e, non appena fu precisamente davanti a James, lui si chinò appena in avanti per darle un bacio a stampo. Lei sorrise sulle sue labbra e, quando si staccò, fece scivolare la mano nella sua. 

« Venite anche voi ad Hogsmeade? » domandò James, rivolgendosi a Mary e Sirius. 

« No, Prongs » rispose quest’ultimo, mentre Mary lo affiancava. « Penso che rimarremo al castello ».

« Finché state lontani dal mio letto, d’accordo » scherzò James, e Mary alzò gli occhi al cielo. 

« Tranquillo, Jam, è come il letto di mio fratello » gli disse. « Non mi ci avvicinerei neanche per tutti i galeoni del mondo ». 

James rise e, dopo aver salutato sia Mary che Sirius, lui e Lily lasciarono il cortile e si avviarono verso il portone d’ingresso. Da lì poi raggiunsero il cancello di Hogwarts, da cui partiva la strada che portava fino al paesino di Hogsmeade. Il terreno era totalmente innevato e nel tragitto incontrarono molte persone: evidentemente quasi tutti gli studenti avevano deciso, come loro, di uscire dal castello per un po’ e bere qualcosa con gli amici. Non furono poche le occhiate che ricevettero, ma ormai entrambi stavano imparando a farci l’abitudine, perfino Lily. 

La loro prima tappa fu Mielandia. Non appena vi misero piede, facendo tintinnare il campanello quando aprirono la porta, Lily sentì l’odore dolciastro del negozio riempirle narici e polmoni. Gli scaffali sulle pareti erano colmi di qualunque tipo di dolce - dalle Api Frizzole, ai Topoghiacci, agli Scarafaggi a grappolo. Guardando bene, James si accorse di un nuovo tipo di dolce che fino ad allora non aveva mai visto: il proprietario lo stava presentando proprio in quel momento ad un gruppo di studenti del terzo anno. 

« Di cos’hai voglia? » domandò James, seguendo Lily all’interno del negozio. « Cioccorane? » tentò, ricordandosi di un discorso che avevano affrontato tempo prima. 

Lily gli sorrise, perché se ne ricordava anche lei. « Be’, con quelle andiamo sul sicuro ». 

James l’affiancò davanti all’espositore delle Cioccorane e ne prese una manciata. « Ti va di prendere le Gelatine Tuttigusti? » 

« Non è che mi facciano impazzire » disse Lily storcendo il naso. « Sono sempre stata sfigatissima. Ogni volta prendo qualche gusto schifoso! » gli spiegò, e James ridacchiò. 

« Dai, può essere divertente! » ribatté lui. « Però se non ti vanno possiamo tranquillamente prendere qualcos’altro ».

Lily tentennò appena, lanciando un’occhiata alle Gelatine. Non erano i suoi dolci preferiti, però doveva ammettere che ogni tanto le aveva prese insieme a Mary e si era divertita tantissimo a provarle con lei. 

« Va bene » acconsentì infine con un sospiro, sciogliendosi poi in un sorriso. « Prendiamole ».

« Sicura? »

« Sicurissima ». 

James le sorrise e la precedette verso la cassa. Posò le Cioccolate e le Gelatine sul bancone e tirò fuori il portafoglio. Lily fece per imitarlo e pagare la sua parte, ma lui la fermò afferrandole delicatamente la mano. Girò appena il viso verso di lei e scosse piano la testa, prima di tornare a guardare dritto davanti a sé. 

Dopo aver pagato, si ritrovarono nuovamente nel bel mezzo di Hogsmeade. Sembrava esserci meno gente rispetto a prima, forse perché la maggioranza aveva preferito rifugiarsi al caldo ai Tre Manici di Scopa o in qualche altro locale. Lily e James si incamminarono lungo la via principale, chiacchierando del più e del meno. Mentre parlavano, James giocava e disegnava figure immaginarie sul dorso della mano di Lily; lo faceva inconsciamente, ma ogni volta che accadeva lei si sentiva scaldare un po’ di più il petto. Sebbene fosse un gesto piccolo, infatti, le pareva estremamente intimo. 

Quasi non si accorse che avevano già raggiunto i Tre Manici, quando James si fermò. Fece per posare la mano sulla maniglia, ma lui la fermò. 

« Che c’è, forse preferisci Madama Piediburro? » scherzò lei. 

James si portò una mano al cuore con fare teatrale. « Mi hai scoperto » disse. « In realtà sono uscito con te solo per poter andare nella sua sala da tè ». 

Lily ridacchiò e lo colpì sul braccio con la mano, divertita. 

« Dai, davvero. Vuoi andare da qualche altra parte? » gli chiese. 

« In realtà sì » ammise, facendole sgranare gli occhi. « Però è una sorpresa. Puoi solo aspettarmi qui un paio di minuti? »

Lily annuì e, dopo averle dato un veloce bacio a stampo, James entrò nel locale. Lei guardò la porta chiudersi alle sue spalle prima di scostarsi e appoggiarsi al muro; si guardò intorno, affascinata dal bianco che sembrava aver ricoperto tutto il paese. Le era sempre piaciuta la neve: quando era piccola cercava sempre di convincere suo padre a portarla al parco dietro casa per poter giocare con Petunia in mezzo a tutto quel bianco. 

Il sorriso stava giusto per svanire dalle sue labbra, al pensiero di tutta la distanza che ormai si era insinuata tra lei e Petunia, quando la porta dei Tre Manici si aprì nuovamente per far passare James. In mano stringeva due bicchieri per l’asporto e il sorriso tornò immediatamente sul viso di Lily, quando incontrò il suo sguardo. 

« Fatto rifornimento? » 

James annuì, allegro. 

« E ora dove avevi intenzione di andare? »

« Fidati un po’, Evans » rise, mentre s’incamminavano l’una affianco all’altro. « Non volevo passare il pomeriggio insieme a mezza Hogwarts. Volevo passare un po’ di tempo con te, da soli. Ieri credo di aver sentito un ragazzo di Corvonero parlare di una scommessa su di noi e l’uscita di oggi ad Hogsmeade ».

Lily sospirò e alzò gli occhi al cielo. « Chissà perché è così importante per la gente sapere cosa facciamo ».

« L’hanno sempre fatto » fece presente James, stringendosi nelle spalle. « In fondo abbiamo dato spettacolo per anni ».

« Tu hai dato spettacolo per anni, vorrai dire » precisò Lily. 

« Oh, per favore » rise James. « Tu e le tue frasi melodrammatiche avete contribuito alla grande.  Cosa mi dici del tuo grande classico? Non uscirei con te neanche se dovessi scegliere tra te e la Piovra Gigante, Potter! » domandò, facendole il verso. « Sei un cliché vivente, Potter, nulla di più! E potrei andare avanti per ore ».

Lily lo guardò con la bocca spalancata, divertita e indignata allo stesso tempo. « Tu eri terribile! Riuscivi ad innervosirmi ogni volta! Eri… eri come una piaga personale ».

« Eppure adesso sei qui con me » rispose James con un sorriso sornione. « Con la tua piaga personale » aggiunse, ironizzando sulle sue ultime parole. 

« Già… penso che la me di qualche anno fa si butterebbe dalla Torre di Astronomia, se ci vedesse adesso ».

« Addirittura? »

« Oh, sì » gli assicurò Lily. « Però prima butterebbe te, ovviamente ».

« Ovviamente » ripeté James, cercando di non ridere. 

Ridendo e scherzando, arrivarono alla banchina dell’Hogwarts Express. Il treno era fermo sui binari, anch’esso coperto di bianco, e nei dintorni non c’era nessuno. 

« Mi hai portata qui per uccidermi senza doverti preoccupare dei possibili testimoni? »

Lui non rispose, limitandosi a ridere e scuotere la testa; poggiò i bicchieri su un muretto lì vicino, tolse la neve che lo copriva e a quel punto tirò fuori dalla tasca un fazzoletto. Con la bacchetta lo fece diventare più grande e, dopo averlo ripiegato più volte su se stesso, lo sistemò sopra al muretto in pietra per improvvisare un sedile. 

« Hai pensato proprio a tutto, eh » commentò Lily quando James si girò verso di lei, le porse la mano e l’aiutò a issarsi sul muretto. 

« Assolutamente sì » ammise lui mentre le si sedeva accanto. « Cerco sempre di pensare a tutto in anticipo. Penso sia dovuto al Quidditch, il più delle volte devi giocare d’anticipo » aggiunse, riprendendo i bicchieri e porgendone uno a Lily. 

Lei lo afferrò e vi strinse le dita attorno, beandosi del lieve calore che l’oggetto emanava. Quando bevve un sorso di Burrobirra, constatò che era ancora bollente. Dopodiché poggiò il bicchiere accanto a sé. Nel frattempo James aprì il pacchetto di Mielandia e ne tirò fuori due Cioccorane. 

« È bello, qui. Tranquillo » commentò Lily, guardandosi intorno e aprendo la propria Cioccorana. « Ci vieni spesso? » gli domandò, afferrando il dolce prima che questo potesse scappare e dandogli un morso. 

« A volte » rispose James, bevendo un sorso di Burrobirra. « Di solito ci vengo se ho voglia di stare da solo o se ho bisogno di pensare ». 

« Tu che pensi » lo prese in giro Lily con un sorriso, mentre finiva la Cioccorana. « Strabiliante ».

James girò il viso verso di lei e mise su un’espressione divertita. « Mi raccomando, non essere sempre così dolce con me, qualcuno potrebbe davvero pensare che io ti piaccia » disse, facendola ridere.

Lily poggiò una mano sul muretto e l’altra sulla spalla di James, sporgendosi così verso di lui. Non appena sfiorò le sue labbra con le proprie, lo sentì stringerle la vita con un braccio mentre con una mano le scostava alcune ciocche dal viso. 

« Anche questo potrebbe far venire strane idee alle persone » continuò James, parlandole a pochi millimetri dalla bocca. 

« Allora è una fortuna che qui non ci sia nessuno, oltre a me e te » ribatté Lily con un sorriso. 

James ridacchiò, la mano ancora ferma sulla guancia di Lily. Con il pollice seguì il contorno del suo zigomo in una lenta e dolce carezza. Senza rendersene conto, lei piegò leggermente il viso verso la sua mano. Quando lui puntò gli occhi nei suoi, vi vide dentro una dolcezza tale che non poté trattenersi e poggiò di nuovo le labbra sulle sue per qualche secondo. Lily chiuse gli occhi e spostò la mano dal muretto alla sua nuca, baciandolo di nuovo e approfondendo il contatto. 

In quell’ultima settimana, era stata felice come poche altre volte prima. Lei e James avevano cercato di passare insieme più tempo possibile, approfittando delle lezioni buche e, ad essere onesti, a volte anche delle ronde. Quando lo aveva raccontato alle altre, Kate aveva messo su un’espressione intenerita e aveva commentato: « I primi tempi sono bellissimi. Non si riesce quasi a tenere le mani lontane dall’altro ». Ed era vero, almeno per quello che aveva potuto constatare fino a quel momento. 

Il resto del pomeriggio trascorse fin troppo veloce. Lo passarono interamente lì, rubandosi baci tra un discorso e l’altro. James la convinse anche a provare le Tutti I Gusti +1, e ovviamente i gusti schifosi capitarono tutti a lei, mentre lui, fortunato com’era, beccò solo caramelle deliziose. Glielo fece notare per stuzzicarlo, e anche quello scambio di botta e risposta finì con un bacio che sapeva un po’ di frutti di bosco e un po’ di sapone. 

Tornarono al castello che il sole era già calato e il freddo aveva iniziato a farsi troppo pungente. La maggior parte degli studenti doveva essere già rientrata, perché durante il tragitto incontrarono poca gente. Il calore della Sala Comune li avvolse non appena vi misero piede, con gran gioia di entrambi. 

« Dopo tutte quelle Cioccorane non so come riuscirò a cenare » disse Lily, iniziando a slacciarsi il cappotto. « Anzi, non so neanche se riuscirò a cenare ».

« Non ti preoccupare, in caso stai sicura che Sirius sarebbe disposto a mangiare anche la tua porzione » commentò James, togliendosi la sciarpa. « Probabilmente anche la mia ».

« Non capirò mai come faccia a mangiare così tanto e non ingrassare » sbuffò lei, alzando gli occhi al cielo. Quel ragazzo avrebbe potuto mangiare in un giorno tutto il suo fabbisogno calorico di una settimana, e comunque non mettere su neanche un etto. A volte, si disse, la vita era davvero ingiusta. 

« Alla prossima lezione di Divinazione lo chiederò alle foglie di tè » scherzò James, mentre le faceva passare la propria sciarpa dietro la schiena per avvicinarla a sé. « Vado a posare tutta questa roba. Ci vediamo a cena? » 

Lily sorrise e si appoggiò appena a lui con il peso. « Va bene. A dopo » lo salutò, dandogli un veloce bacio a stampo. 

James la lasciò andare e ognuno salì al proprio dormitorio. 

Non appena mise piede in stanza, Lily vide che le cortine del letto di Mary erano tirate completamente: doveva essere già rientrata, eppure nessun suono sembrava arrivare da lì dietro. 

« Mary? » la chiamò Lily, senza ottenere alcuna risposta. « Ci sei? »

A quel punto dalla porta del bagno fece capolino la testa di Kate, i capelli bagnati e l’espressione cospiratrice. Le fece segno di avvicinarsi e Lily, confusa, entrò in bagno con lei. Kate chiuse la porta e insonorizzò velocemente la stanza con un incantesimo non verbale. 

« È tornata in dormitorio da almeno un’ora, ma si è subito chiusa nel baldacchino e non ha voluto parlare » le spiegò con un sospiro. « Da quanto ho capito, ha litigato di nuovo con Sirius ». 

Stavolta fu Lily a sospirare mentre si appoggiava con la schiena alla porta chiusa. 

« Sai perché? » domandò, giocando con una ciocca di capelli. 

Kate scosse la testa, dispiaciuta. « No. Ho provato a chiedere ma dice di non volerne parlare e di voler stare da sola. Tra l’altro credo che abbia lanciato un Muffliato sul baldacchino, perché non si sente assolutamente niente, neanche un respiro ».

Lily annuì ed incrociò le braccia al petto. 

In effetti, se arrabbiata o triste, Mary era solita prendersi i propri spazi e tagliare il mondo fuori. Cosa facesse dietro quelle tende non lo avevano mai saputo con certezza - sicuramente piangeva, perché nonostante tutto non era in grado di nascondere gli occhi arrossati, ma Lily era piuttosto sicura che si lamentasse con se stessa e inveisse contro l’altra persona. D’altronde una volta l’aveva vista arrabbiarsi in Sala Grande, e per tutto il tragitto fino alla Sala Comune Mary si era tenuta qualche passo indietro mentre parlottava tra sé e sé e insultava Tracy Bulstrode di Serpeverde. 

« Mi dispiace un sacco vederla così » disse Kate, mentre si pettinava i capelli. 

« Anche a me, Kat. Anche a me ».

« Se solo si sfogasse con noi… ».

« Lo sai com’è fatta Mary » disse Lily. « Si tiene sempre tutto dentro ».

« Ma poi sta ancora più male! » protestò Kate, posando la spazzola sul lavandino con un po’ troppa aggressività. « Sono almeno due settimane che litigano di continuo! E dire che per qualche giorno ho pensato andasse di nuovo tutto bene, dopo San Valentino ».

Lily sospirò pesantemente e non disse nulla: in fondo, non sapeva neanche come rispondere. 

Anche lei era stanca di vedere Mary sempre nervosa e sulle spine e, qualche volta, era arrivata a chiedersi tra sé e sé perché mai l’amica continuasse a rimanere con una persona che la faceva stare così. Aveva visto Mary e Sirius insieme, felici, e, sebbene lui non le stesse particolarmente simpatico, le erano sembrati sempre bellissimi. Aveva visto come Sirius guardava Mary ed era palese che fosse innamorato di lei. Lily sapeva che Sirius faceva stare bene Mary, ma nelle ultime settimane si era anche resa conto di quanto lui riuscisse a renderla miserabile. E le dispiaceva vedere la propria migliore amica ridotta in quelle condizioni. 

Lily tirò la bacchetta fuori dalla tasca dei jeans e la puntò contro la porta, annullando l’incantesimo che Kate vi aveva posto. Uscì dal bagno e si avvicinò nuovamente al letto di Mary, sfiorandone appena le tendine con le dita. 

« Noi scendiamo a cena, Mary » disse, sperando che l’amica la stessa ad ascoltare. « Se non dovessi scendere, ti porteremo noi qualcosa su. E se vorrai parlare, dopo, lo sai che noi siamo qui per te ». 

Dopodiché guardò verso Kate, che nel frattempo si era asciugata del tutto i capelli con la bacchetta, e le fece cenno di avviarsi. La seguì subito e, dopo aver lanciato un’ultima occhiata verso il letto di Mary, si chiuse la porta della stanza alle spalle. 

 

*

 

Lily si stava sistemando la cravatta quando, dallo specchio, vide le cortine del baldacchino di Mary aprirsi piano. Dunque lasciò perdere la cravatta e la abbandonò sulla scrivania per girarsi verso l’amica. 

« Ehi » disse subito, sorridendole. 

« Ehi » rispose Mary con la voce un po’ roca. 

Mentre anche Claire e Kate si affacciavano ed uscivano dal bagno, Lily la guardò con attenzione in viso. Gli occhi non erano arrossati, quindi era riuscita a dormire, ma erano comunque leggermente cerchiati, e i capelli erano tutti arruffati. Nonostante ciò, Mary piegò le labbra in un sorriso mentre si alzava dal letto e si stiracchiava allungando le braccia sopra la testa. 

« Scusate per ieri » disse, rivolta a tutte e tre. 

« Non devi scusarti » le assicurò Kate con un sorriso incoraggiante. 

« Ma cos’è successo? » domandò invece Lily, diretta. « Avete litigato ad Hogsmeade? »

A quel punto il sorriso di Mary si fece amaro. « Veramente non ci siamo neanche arrivati, ad Hogsmeade. Siamo arrivati a malapena al parco del castello che abbiamo iniziato già a litigare ». 

« Oh… » fece Lily, azzittendosi immediatamente e pentendosi di averle fatto quella domanda. 

« Ma perché avete litigato, stavolta? » chiese invece Claire, consapevole di poter sembrare priva di tatto: tuttavia le importava di più sapere perché l’amica si fosse arrabbiata tanto. 

Mary sospirò e si strinse nelle spalle mentre si dirigeva verso il bagno. Loro sentirono l’acqua iniziare a scorrere, perciò si scambiarono uno sguardo e ripresero a prepararsi, convinte che Mary non avrebbe mai risposto alla domanda. Qualche minuto dopo, però, Mary uscì dal bagno avvolta in un asciugamano e con i capelli bagnati e finalmente parlò. 

« Lo sapete per cosa abbiamo litigato, sempre per le stesse cose… » fece, pettinandosi distrattamente i capelli. « Nell’ultimo mese spariva in continuazione, era sempre altrove con la testa, e ogni volta che mi azzardo a chiedere cosa c’è, cosa succede, o si chiude a riccio o inizia a rispondermi male. Ieri ha addirittura deciso che non valeva neanche la pena continuare a litigare e si è incamminato verso il Lago Nero, lasciandomi lì in mezzo al parco come una cretina ».

« Ma stai scherzando, spero » sbottò Claire prima che riuscisse a trattenersi. 

« Magari » rispose Mary. 

Lily la guardò afferrare la propria bacchetta dal comodino per asciugarsi i capelli e iniziare a prepararsi per scendere a colazione. Dire che era allibita era poco. Se c’era una cosa di cui era convinta, infatti, era che Sirius ci tenesse davvero a Mary. E contro ogni aspettativa, si ritrovò a difenderlo. 

« Mary… non è una cosa che Sirius farebbe » disse, non sapendo neanche perché stesse cercando di trovare una giustificazione per un ragazzo che non le stava neanche così simpatico. « Per carità, so che Black sa essere un vero stronzo quando vuole, ma con te… con te no. So che deve essere frustrante per te, ma deve esserci qualcosa sotto, altrimenti non lo farebbe mai… »

« Lo so benissimo, Lily! Ma non migliora le cose, anzi, se possibile fa solo più male! » ribatté Mary con veemenza, allacciandosi i bottoni della camicia quasi con rabbia. « So benissimo che non è da lui ed è per questo che non riesco a prendere una posizione! Se non fosse stato Sirius, se si fosse trattato di qualcun altro, io avrei già chiuso questa relazione. Ma è Sirius ». Il suo tono, da aggressivo che era all’inizio, si era fatto man mano più flebile. Quando disse l’ultima frase, la voce di Mary sembrava sul punto di rompersi. 

« Magari è solo un brutto periodo… » provò a dire Kate, e Claire le lanciò un’occhiataccia. 

Mary non disse nulla e si limitò a scrollare le spalle. In silenzio, infilò la gonna e tirò su la zip; indossò velocemente le scarpe e si diede una rapida sistemata ai capelli, preferendo sfruttare il poco tempo a disposizione per mettersi il mascara e cercare di coprire un po’ le occhiaie con un correttore. 

« Sinceramente voglio cercare di staccare un attimo, ragazze » disse, girandosi di nuovo verso di loro. « Vorrei solo scendere in Sala Grande a mangiare qualcosa e smettere di parlare di Sirius almeno per un po’ ».

« Ma certo! » esclamò Claire, che era già pronta da tempo, prendendo la borsa e seguendola fuori dalla porta. 

Kate e Lily le seguirono subito dopo e nel tragitto fino alla Sala Grande spostarono la discussione sul disastroso appuntamento che aveva avuto Claire il giorno prima. Era uscita con un ragazzo di Corvonero, tale Stephen, che per tutto il tempo le aveva parlato di piante, magiche e non. Quando Claire raccontò del tono adorante che Stephen aveva usato per parlare del Grinzafico, Mary finalmente scoppiò a ridere e fu bello sentirsi più leggera. 

A colazione non incrociarono Sirius, che a quanto pare aveva convinto Peter ad accompagnarlo nelle cucine. James diede un bacio a stampo a Lily, prima di sedersi accanto a Mary; stava giusto per chiederle cosa fosse successo il giorno prima, quando Lily gli fece di nascosto segno di non aprir bocca sull’argomento. 

Lui con lo sguardo cercò di comunicare con lei: Ma che è successo? E forse ci riuscì davvero, perché l’occhiata che gli rivolse Lily sembrava proprio dire: Ne parliamo dopo

La colazione quindi trascorse in piena tranquillità: James iniziò a parlare del compleanno di Remus che si avvicinava e, tra le varie proteste dell’interessato, finalmente si avviarono verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure. Arrivarono appena in tempo e trovarono Sirius e Peter già seduti ad uno dei banchi in prima fila. 

Lily lo osservò di sottecchi. Non appena Mary aveva messo piede in aula, Sirius non le aveva staccato gli occhi di dosso per un secondo, ma lei aveva tirato dritto ed era andata ad occupare il solito banco accanto alla finestra. 

Nonostante si trattasse di Sirius Black, Lily provò pena per lui: era evidente che non era una sola persona a soffrire di quella situazione. Passando davanti al suo banco, Lily gli lanciò un’occhiata e provò ad accennare un sorriso. Per un attimo lui parve sorpreso da quel gesto, ma dopo un paio di secondi tornò ad essere di nuovo il classico Sirius Black di sempre. Intoccabile, un gradino sopra tutto e tutti. 

Mentre poggiava la borsa sul banco e si lasciava cadere sulla sedia, Lily pensò che anche lui era davvero una gran testa dura. 

Il resto della giornata passò lentamente. Per fortuna solo le lezioni della mattina erano comuni a tutti quanti, e dopo pranzo si erano divisi: Mary e Remus dovevano seguire Aritmanzia, lei Alchimia mentre Sirius, Peter e James avevano lezione di Divinazione. 

Dopo le lezioni Lily tornò in dormitorio e mise in borsa il libro di Erbologia, la materia che doveva studiare quel giorno: la professoressa Sprout aveva fissato un compito per quel mercoledì. Fatto ciò, lasciò i libri che non le sarebbero serviti ed uscì per dirigersi in Biblioteca. 

Era quasi arrivata a destinazione, quando sentì qualcosa che la costrinse a fermarsi nel bel mezzo del corridoio. Da dietro l’angolo provenivano due voci maschili, e lei le conosceva bene entrambe. Lily si accostò alla parete e si avvicinò leggermente, tendendo le orecchie per sentire meglio. 

« Non ti azzardare a dire… » stava dicendo James, ma venne interrotto. 

« Che c’è, ti dà fastidio? » berciò la seconda voce: Severus. « Io dico quello che voglio, Potter, e nel caso te lo fossi scordato, sono stato suo amico per molto più tempo di te ». Severus s’interruppe e Lily capì che l’espressione di James doveva averlo divertito, perché quando riprese a parlare il suo tono si era fatto più beffardo: « Che c’è, Potter? Non riesci a sopportare che ti vengano dette le cose in faccia? »

« Non farti strane idee, Piton » rispose James. « Tu continui a tirare in ballo il passato solo perché non hai nient’altro a cui aggrapparti ».

Severus protestò, ma la risata di James lo fece ammutolire. 

Lily riusciva ad immaginare perfettamente l’espressione sprezzante che doveva avere adesso James. Lei stessa aveva passato mesi, se non anni, a detestarla. Si piegò leggermente in avanti per poter sbirciare un po’ e finalmente riuscì a vederli: James e Severus si fronteggiavano, ma non erano da soli, c’erano anche Sirius e altri due Serpeverde.  

« Cosa vorresti dire? » lo incalzò James, facendo un passo in avanti. La sua postura, dritta e fiera, gli permisero di torreggiare su Severus, che sebbene fosse alto quasi quanto lui stava sempre ricurvo. « Tu l’hai persa nel momento in cui l’hai chiamata Sanguesporco. Non sei più niente per lei Non più ».

Per qualche secondo il silenziò calò tra i cinque ragazzi e venne interrotto solo dal rumore dei passi di James, che evidentemente doveva aver ritenuto chiusa la discussione e si era girato per andarsene. Aveva quasi raggiunto l’angolo dietro cui si trovava Lily, quando Severus parlò di nuovo: 

« Non la meriti neanche tu. Te ne rendi conto? »

Lily guardò James fermarsi, proprio ad un passo da lei, e trattenne il respiro nel tentativo di non farsi notare. James prese un respiro profondo e, quando finalmente parlò, lei sentì una morsa al cuore.

« Lo so. È vero » rispose James e la sua voce era delicata, leggera. E Lily avrebbe solo voluto mostrarsi, abbracciarlo e dirgli che sì, sì, ma certo che la meritava. Per quello che aveva potuto vedere in quei mesi, forse era lei a non meritare una persona come lui. 

« Non sei abbastanza per lei » sputò ancora Severus, ma la sua stessa voce lo tradiva. Lei lo conosceva bene, e non le fu difficile capire che non era solo la rabbia a farlo parlare, ma anche il dispiacere. 

« È vero anche questo, Piton » disse James, e Lily non avvertì sconfitta nella sua voce, ma pietà. « Solo che io voglio diventarlo. Voglio renderla felice… e lo farò. E questo è sicuramente più di quanto tu possa dire ».

Fu in quel momento che Lily si decise a fare un passo avanti. Solo James, che dava le spalle agli altri quattro, la vide e immediatamente aprì la bocca per dirle qualcosa. Tuttavia Severus aveva già messo mano alla bacchetta ed aveva scagliato il primo Schiantesimo. 

« Protego! » gridò Sirius, e James si girò appena in tempo per vedere il lampo di luce infrangersi contro la barriera evocata dall’amico. Probabilmente, se non ci fosse stato Sirius, James sarebbe finito contro la parete dietro di lui. 

« Solo una serpe come te potrebbe attaccare una persona alle spalle, Piton » commentò Sirius, deridendolo. 

« Tanto ci sei sempre tu a guardargli le spalle, vero, Black? » s’intromise Wilkes. « Non è che MacDonald e la Sanguesporco sono solo due coperture? » aggiunse, ironico, trovando l’appoggio del terzo Serpeverde.

« Parli tu, Wilkes? » disse James con lo stesso tono allusivo. « Dove l’hai lasciato Avery, stavolta? Avete litigato, per caso? »

Wilkes digrignò i denti e lanciò contro James un incantesimo non verbale che venne prontamente parato dal Grifondoro. 

« Tornatevene da dove siete venuti » sbottò James. « Non mi va di perdere tempo con voi, oggi ». 

« Se davvero credi che ti daremo retta, Potter, sei solo un illuso » ribatté Piton. 

« Dovrà andare dalla sua lurida Sanguesporco… » soffiò invece Wilkes, sapendo bene di toccare un nervo scoperto. 

La risposta di James, infatti, non tardò ad arrivare. Il suo Stupeficium stava quasi per colpire Wilkes in pieno petto, ma Piton lo bloccò all’ultimo e dopo lanciò verso James un altro incantesimo. Vedendo che Wilkes stava per alzare nuovamente la bacchetta contro James, Sirius si mosse e gli scagliò contro un Incarcerarmus che il Serpeverde riuscì a scansare. 

Capendo che la situazione non sarebbe migliorata a breve ma, anzi, poteva solo peggiorare, Lily svoltò l’angolo e si palesò davanti a tutti. Tuttavia, nessuno le prestò attenzione visto che erano tutti concentrati a duellare l’uno contro l’altro. Persino il terzo Serpeverde si era unito e lanciava incantesimi ora contro James, ora contro Sirius. 

« Smettetela! » gridò Lily, e così attirò l’attenzione di James e di Severus. 

James aprì la bocca per dire qualcosa, ma quando sentì Severus lanciargli contro uno Stupeficium si girò per provare ad evitare il lampo di luce. Ancora una volta fu Sirius ad evocare un Protego per proteggerlo, ma Wilkes ne approfittò per lanciare contro di lui uno strano incantesimo: stavolta lo colpì al braccio, lacerando la stoffa e ferendo la pelle. 

« Brutto figlio… » sussurrò Sirius, rabbioso, tornando a scagliare incantesimi contro Wilkes. 

« Lily, ti prego, va’ via » la implorò James, senza però girarsi verso di lei e continuando a duellare contro Severus. 

« Io non vado proprio da nessuna parte! » sbottò lei, cercando la bacchetta nella propria borsa. 

« Vai! » insistette lui con veemenza, lanciandole uno sguardo veloce da sopra la spalla. 

« Hai sentito cosa ha detto Potter » berciò Severus, mentre evocava un incanto di protezione. « Vattene, così il tuo caro Caposcuola può continuare a fare ciò che gli è sempre venuto meglio: l’arrogante pallone gonfiato che crede sempre — ». 

Severus dovette interrompersi perché, a quelle parole, James non ci vide più e iniziò a duellare con molta più foga. Siccome nessuno sembrava intenzionata a darle retta, Lily scelse di prendere la strada più saggia: lo studio del professor Vitious non era lontano, così si girò e corse in quella direzione. La borsa continuava a sbatterle sul fianco, ma lei tirò dritto verso lo studio del professore e, una volta arrivata, spalancò la porta senza neanche bussare. 

« Signorina Evans? » esclamò Vitious, quando la vide comparire sulla soglia del suo ufficio tutta trafelata e col fiato grosso. 

« Professore, mi dispiace interromperla così » disse subito Lily, piegandosi e appoggiandosi allo stipite della porta per riprendere fiato. « Deve venire con me immediatamente ».

 

*

 

« Su, signor Potter » stava dicendo Madama Chips, che si era avvicinata al letto di James. Tra le mani aveva un bicchiere il cui contenuto aveva un aspetto ben poco invitante: il colore ricordava la fanghiglia, e come se ciò non bastasse sembrava anche ribollire. « Beva questo. Tempo due ore e potrà tranquillamente andare a cena con i suoi compagni ». 

James annuì e si raddrizzò. Prese il bicchiere dal comodino e lo guardò con aria incerta. 

« Dai » lo incitò Lily, che era seduta sul bordo del suo letto. 

James sospirò e si arrese. Avvicinò il bicchiere alla bocca e, stando bene attento a non respirare col naso, bevve il più velocemente possibile. Meno tempo ci metteva, meglio era. Quando finì tutta la pozione, tossì forte e scosse la testa, come a voler scacciare il saporaccio che quell’intruglio aveva lasciato nella sua bocca. 

« Che schifo » si lamentò mentre posava il bicchiere ormai vuoto sul comodino. « Sembrava cibo scaduto ». 

Lily ridacchiò sommessamente e si avvicinò un po’ a lui. Allungò le mani verso il suo viso e con delicatezza spostò la piccola benda che Madama Chips aveva sistemato sulla fronte di James. Per fortuna nessuno si era fatto davvero male, però James si era ritrovato comunque con un taglio sul sopracciglio e si era slogato una caviglia nel tentativo evitare un incantesimo. 

Sotto la benda, Lily vide che l’unguento stava facendo il suo lavoro in maniera ineccepibile. I bordi del taglio erano già meno evidenti di mezz’ora prima e il nuovo strato di pelle s’intravedeva al di sotto. 

James circondò il polso di Lily con le dita e avvicinò la sua mano alla propria bocca per depositarvi un bacio. « Sta’ tranquilla » le disse con un sorriso incoraggiante. 

Lily si corrucciò un attimo, tentata di tenergli il broncio, ma alla fine si limitò a sospirare. Aprì la bocca per parlare, ma lui la precedette.

« Mi dispiace, davvero » le assicurò. « Non avrei dovuto duellare con lui, anzi, non avrei dovuto prestargli attenzione sin dall’inizio. Però voglio tu sappia che non sono andato là con l’intenzione di attaccarlo o prendermela con lui ». 

Con la mano libera Lily gli accarezzò la guancia, leggermente ruvida per un accenno di barba. « Lo so, James » rispose. « Non sono arrabbiata ». 

« No? » si sorprese subito lui, guardandola con stupore. 

« No » ripeté Lily scuotendo la testa. « Vi ho sentiti discutere… » aggiunse a voce più bassa, senza guardarlo negli occhi. 

James rimase in silenzio per qualche secondo e deglutì a vuoto. « Ah » fu tutto ciò che riuscì a dire,  non sapendo davvero cos’altro aggiungere. Ripensò a tutto ciò che aveva detto e rinfacciato a Piton, a quanto doveva esserle sembrato arrogante nel dire che lui l’avrebbe resa felice sicuramente. « Scusami » esalò a fatica con un sospiro.

Lily spostò immediatamente lo sguardo su di lui, confusa. « Per cosa dovrei scusarti? »

« Per avergli detto che lui non è più niente per te, per essere stato arrogante, eccetera eccetera eccetera » rispose James, che aveva lasciato andare il suo polso ed aveva preso a disegnare forme indistinte sul suo palmo. 

Lily trattenne a stento una risata. « Non sei stato arrogante » gli disse con tono dolce. « Però ci sono cose che hai detto su cui non siamo d’accordo… »

« Tipo? »

« Tipo che non è vero che non sei abbastanza per me » disse Lily, sentendo le proprie guance tradirle e arrossarsi. « O che non mi meriti… Davvero pensi tutte queste cavolate? » 

James non rispose e si strinse nelle spalle, così lei gli prese il viso tra le mani e lo guardò dritto negli occhi. 

« Sei davvero stupido quando dici cose del genere » gli disse con un sorriso. « Ti sei comportato da imbecille per anni, è vero, io questo lo so meglio di chiunque altro, ed è proprio per questo che meglio di chiunque altro riesco a vedere quanto tu sia cresciuto. Parliamoci chiaro, sei sempre tu, con la tua fissa per il Quidditch, quel dannato Boccino che Merlino solo sa da dove l’hai fregato, e ti piace ancora fare scherzi e violare le regole con gli altri… ma ora sai che c’è un limite. Ora, se voglio parlarti seriamente, posso farlo senza che tu prenda tutto sottogamba. Io quando ti guardo non vedo più un ragazzino arrogante, James, sennò non sarei qua ». 

Lui sorrise e le posò una mano sulla nuca, facendole avvicinare il viso al proprio per poterla baciare. Lily si staccò prima che il bacio potesse farsi più profondo e dare a Madama Chips un’ottima scusa per cacciarla definitivamente fuori dall’Infermeria. 

« Però che ci facevi là? » gli chiese, sistemandosi le maniche della divisa. 

James sospirò e con un cenno del capo indicò un letto poco distante, la cui tendina era tirata, e sul quale era stato messo Sirius. Madama Chips era ancora là dietro, a prescrivergli qualche pozione o a sistemargli il braccio. Durante quel duello, infatti, Wilkes era riuscito a fargli cadere un’armatura addosso rompendogli così il braccio destro. 

« A quanto pare Sirius se l’è presa con quel Serpeverde del quinto anno e sono intervenuti Piton e Wilkes » disse. « Io li ho raggiunti quasi subito perché… be’… »

« Perché non volevi che Sirius fosse da solo contro altre tre persone » finì Lily per lui. 

James si strinse nelle spalle e lanciò di nuovo un’occhiata al letto di Sirius. « Io non lo so cosa gli stia passando per la testa in questo periodo. È sempre incazzato e quando cerchiamo di parlargli o se ne va o ci risponde di merda ». 

Andava avanti così da più di due settimane, ormai. All’inizio avevano pensato che fosse solo una giornata no, ma poi la giornata si era trasformata in un weekend, il weekend in una settimana ed avevano capito che doveva esserci qualcosa sotto. Il problema sorgeva ogni volta che provavano ad affrontare il discorso con Sirius: le prime volte aveva aggirato il problema ed evitato ogni domanda diretta, dopo un po’ aveva iniziato ad infastidirsi e ormai nessuno sapeva più come comportarsi, perché bastava una parola fuori luogo e Sirius scattava su come una molla. 

« Sì, lo so, me l’ha detto anche Mary… litigano di continuo proprio per questo » disse Lily a bassa voce. 

Gli occhi di James saettarono di nuovo su di lei. Sembrava sorpreso. « Ma non ne sapevo niente! » esclamò. « Non me ne sono neanche reso conto… sono un idiota… ma perché non mi ha detto nulla? »

« La conosci: è testarda ed orgogliosa come un mulo » sospirò Lily. « E, conoscendola, sospetto che non ti abbia detto nulla per non darti problemi ».

« Non mi avrebbe dato alcun problema! Ma è la mia migliore amica, non voglio che si tenga le cose dentro! » protestò James. Forse non era stato esattamente presente nelle ultime settimane, visto che non aveva fatto altro che pensare a Lily e stare con lei, ma Mary rimaneva sempre la sua amica più cara. Il pensiero che potesse essersi tenuta tutto dentro per non rovinargli quel momento lo fece sentire in colpa. 

« Magari quando usciamo puoi provare a parlarle » disse Lily con un sorriso incoraggiante. 

James annuì e stava giusto per rispondere, quando la porta dell’Infermeria si aprì. I primi ad entrarono furono Peter e Remus, che non appena lo scorsero si avvicinarono; l’ultima fu Mary, che si chiusa la porta alle spalle e li raggiunse a sua volta. In effetti, anche sotto la preoccupazione, si vedeva che era giù di morale. 

« Che è successo? » domandò subito Peter. 

James tentennò un attimo, che sembrò bastare per confermare i sospetti di Mary. 

« C’è lo zampino di Sirius, vero? » chiese con un tono abbastanza duro. 

Anche stavolta James tacque, ma l’occhiata che lanciò a Lily lo tradì. La ragazza, d’altro canto, sembrava guardare Mary con aria dispiaciuta. Con un tempismo a dir poco disastroso, Madama Chips si allontanò dal letto di Sirius e si avvicinò nuovamente a quello di James. 

« Qualcuno può assicurarsi che il signor Black beva il suo Ossofast? » chiese, rivolta a nessuno in particolare. 

Mary colse l’occasione al volo. « Vado io » disse, e il suo tono fu così perentorio che nessuno si azzardò a controbattere. 

« Forse dovremmo…? » tentò Remus non appena lei si fu allontanata. Tuttavia Peter scosse la testa, così Remus annuì e non continuò. 

Nel frattempo Mary aveva raggiunto il letto di Sirius e la tenda nascondeva anche lei agli occhi degli altri. Lui era sdraiato sul letto con le gambe incrociate e si girò verso Mary solo quando lei gli si parò di fronte: prima infatti aveva lo sguardo perso fuori la finestra. 

« Ma si può sapere che ti prende? » sbottò Mary, cercando di non alzare la voce. Non voleva che gli altri sentissero.

« Lascia perdere » rispose laconicamente Sirius. 

« No che non lascio perdere! » ribatté lei, stringendo i pugni lungo i fianchi. « Sono almeno due settimane che ti comporti e mi tratti di merda, questa situazione io non la sopporto più! Si può sapere che diamine ti passa per il cervello? Qual è il tuo problema? »

« Non devo darti spiegazioni per qualunque cosa » s’infervorò Sirius, raddrizzandosi. « Chi sei, mia madre? »

Mary rimase un attimo senza parole, dopodiché le uscì una breve e sconvolta risata. « Non devi darmi spiegazioni… sai che c’è? Hai ragione, non devi darmi spiegazioni, ma allora io non sono obbligata a farmi andare bene tutto quanto e non sono di certo obbligata a passare sopra ogni cosa! » esplose, ormai incurante di chiunque potesse sentirla: non ne poteva più. « Mi hai ripetuto fino alla nausea che dovevo aprirmi con te, mi hai rotto il cazzo di continuo con tutte quelle storie sulla fiducia, e poi tu in primis ti comporti così? Sai come si chiamano le persone come te, Sirius? Ipocriti. Ecco cosa sei! »

Per la prima volta da quando lo conosceva, le parve di scorgere davvero rabbia nei suoi occhi. La cosa la colpì perché mai, mai lo aveva visto rivolgere a lei uno sguardo del genere. Ma lei quelle cose le pensava davvero, e non era più disposta a tenersele dentro, non avrebbe avuto senso farlo. Le maniera dolci non l’avevano portata a niente, in quelle settimane. 

« Tu non sai neanche di cosa stai parlando! » scattò Sirius, quasi abbaiando. 

« No che non lo so! Certo che non lo so! Tu non me ne parli! » ribatté lei con ovvietà, sentendo di star raggiungendo il limite. « Che devo fare, darti del Veritaserum? Cosa pretendi che io faccia? »

« Prova a capirmi, cazzo! » 

« Io ci ho provato, Sirius! Sei tu che non me lo permetti! Cosa posso capire se continui a chiuderti a riccio? » gli domandò Mary, cercando di non far vedere quanto stesse male per quella situazione. « Ma io sono stufa, Sir, sono stufa di stare buona a chiederti come stai se tu poi non fai altro che rispondermi di merda! Io così non ce la faccio, non ci sto! Non puoi continuare a trattarmi in questo modo quando cerco solo di aiutarti! Non ci sto! » continuò, sentendo gli occhi inumidirsi pericolosamente e facendo un passo indietro. 

« Mary, per favore… » cominciò Sirius, ma lei scosse la testa. 

Sapeva bene che se l’avesse lasciato parlare, alla fine l’avrebbe avuta vinta lui. Ma questa volta non poteva lasciar correre così, doveva tenere il punto. Doveva rimanere ferma sulle proprie posizioni, se voleva davvero che qualcosa cambiasse. 

« No » esalò infine, bloccandolo. « Mary niente ».

Così dicendo, si girò e si avviò ad ampie falcate verso la porta dell’Infermeria. Lo sentì richiamarla, così come sentì anche le voci degli altri chiamarla, ma spinse con forza la porta ed uscì senza girarsi mai indietro. 

Quando la porta si richiuse alle spalle di Mary, l’Infermeria si fece subito più silenziosa. James guardò verso Lily, che però aveva abbassato la testa e sembrava non avere la minima intenzione di muoversi, poi spostò lo sguardo su Remus e Peter. Nessuno aveva ancora detto nulla, quando si sentì un forte fragore metallico, come di un oggetto che cadeva sul pavimento di pietra. 

Madama Chips comparve immediatamente sulla soglia del proprio studio. « Signor Black! Si azzardi a dare di nuovo un calcio a qualcosa e giuro che la mando dal preside per farla sospendere! E beva quell’Ossofast! »



 

Note: 
Inizio scusandomi enormemente per il ritardo mostruoso con cui pubblico questo capitolo, non aggiungo altro perché non ho scusanti. In questi giorni mi metterò subito a scrivere il prossimo per cercare di aggiornare in tempi brevi. 

Ringrazio comunque cescapadfoot, CatherineC94, Micas e Anthia_Black per le recensioni che hanno lasciato allo scorso capitolo. Sono contenta che la storia vi piaccia e spero continui ad essere così! 
Se vi va, fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto! Come sempre vi ricordo che per notizie, spoiler e altri contenuti potete trovarmi sulla mia pagina facebook, ecco il link: https://www.facebook.com/EraleryTheRestIsStillToWrite 

Un bacio, 
Ale

 

   
 
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