Nona Molly ci teneva particolarmente tanto a decorare la Tana per la cena di Natale. La sala da pranzo era piena di addobbi e vischi volanti che rendevano l’aria festosa, nell’angolo a sinistra della stanza regnava impetuoso l’albero di natale con della neve che scendeva da sola appoggiandosi sulle foglie del pino, senza mai accumularsi e delle candele che non si consumavano grazie alla magia. Voleva che il Natale per i suoi nipoti fosse una festa indimenticabile, un qualcosa che avrebbero ricordato anche quando avrebbero avuto una famiglia loro o quando sarebbero rimasti ad Hogwarts per passare il Natale con gli amici.
La confusione alla Tana iniziava già dalle quattro di pomeriggio quando Audrey e Percy arrivavano con Molly e Lucy solitamente gli ultimi erano Ron, Hermione e i figli oppure George e Angelina. Col tempo Molly aveva iniziato a cucinare molto meno perché si era divisa le portate con tutte le famiglie dei figli, quindi a lei al massimo doveva solo servire o riscaldare quanto portato. Il problema, solitamente, arrivava dopo cena, quando James, Hugo e Fred iniziavano a giocare con i loro giochi appena scartati.
«Guarda James, adesso ti volo di sopra con la mia nuova scopa giocattolo!» esclamò Fred ricevendo un’occhiata truce dalla madre che però fece finta di non notare.
«Non lo farai invece perché io ti trafiggo con la mia spada di Grifondoro!» rispose James altezzoso.
«Facciamo una gara di corsa?» propose Hugo con la voce stridula. Essendo il più piccolo tra i tre, non aveva giocattoli pericolosi come i cugini, aveva solo tre anni ed era ancora nella fase in cui riceveva pupazzi e giocattoli babbani da parte dei nonni Granger.
Lo sguardo di James si fece furbo all’improvviso. «Facciamo così» disse piano facendo avvicinare i cugini. «Facciamo a gara a chi si arrampica sull’albero»
«Mi piacce!» esclamò Hugo che aveva ancora qualche problema con le doppie.
«Io controllo quando la nonna esce dalla cucina, ok?» si offrì Fred.
«Ok. Prima entra Fred, poi entro io e poi entri tu, Hugo, va bene?» chiese. Il piccolo annuì anche se Fred aveva qualche dubbio avesse capito veramente.
Una volta avvistata la nonna lasciare la cucina, Fred entrò facendo cenno a James di seguirlo, James a sua volta fece cenno ad Hugo, che grazie alla sua bassa statura da bimbo di tre anni, riuscì a non farsi notare. Una volta in sala da pranzo, si fermarono tutti e tre davanti all’albero. Fred guardò i cugini. «Al mio via» disse. «3…2…1…VIA!» non fecero manco in tempo a staccare i piedi da terra che l’albero cadde con un gran fragore sopra di loro.
Il risultato fu che tutti gli adulti entrarono in sala spaventati, Hugo scoppiò a piangere, e mentre le rispettive madri recuperavano i figli da sotto l’albero per verificare che non avessero niente, i padri ridevano sotto lo sguardo di rimprovero delle mogli. Gli addobbi che Molly aveva appeso con tanta cura adesso erano riversati tutti sul pavimento, alcuni erano rotti, altri scheggiati.
Nessuno si era accorto di Teddy in un angolo che sorrideva soddisfatto: stava crescendo decisamente bene quei suoi cugini adottivi.