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Autore: IdeaHunter    18/11/2020    0 recensioni
Una misteriosa Famiglia italiana fa visita a Tsuna e ai suoi guardiani e quel pazzo di Reborn ne approfitta per mettere alla prova il suo pupillo (AKA cercare di farlo ammazzare). Riusciranno Tsuna e i suoi a dimostrare il loro valore?
(Ambientata tra l'arco della cerimonia di successione e quello della maledizione degli Arcobaleno)
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ryohei si avvicinò verso il suo avversario tenendo alta la guardia, mentre Riccardo lo aspettava nella sua metà del campo senza smettere di molleggiare. Si fermò quando fu a un metro di distanza da lui; a quel punto i due iniziarono a girare, squadrandosi e cercando un punto cieco in cui colpire. Ryohei prese l’iniziativa, sferrando un gancio destro diretto verso il costato ma Riccardo riuscì a evitarlo con una specie di ruota, che gli diede anche l’occasione di contrattaccare con un calcio mirato alla mandibola che però si fermò contro l’avambraccio di Ryohei e lo costrinse a ritornare in posizione di guardia. Riccardo colse al volo l’occasione e continuò ad attaccare con una serie di calci mirati soprattutto al volto. Tsuna osservava il tutto con apprensione, mentre il resto dei suoi guardiani si sgolava a forza di tifare. Il sole dei Bellarosa sapeva decisamente il fatto suo e, pur sapendo che Ryohei tira fuori il meglio di sé quando è all’angolo, non poteva fare a meno di preoccuparsi. Ma, con sua grande sorpresa, anche Priamo sembrava in pensiero nonostante il vantaggio mantenuto dal suo guardiano; tornò a guardare la battaglia, e la situazione non era cambiata di molto: Riccardo continuava ad attaccare e Ryohei si era ritirato in difesa, anche se adesso schivava e bloccava i colpi con molta meno difficoltà. Tutt'un tratto, il pugile riuscì ad infilarsi nel buco lasciato dall’offensiva del suo avversario con un diretto sinistro che lo prese in pieno alla spalla; Riccardo fece due salti indietro per mettere distanza e strinse i denti, tenendosi la spalla dolorante. Priamo scosse la testa e Tsuna lo sentì borbottare: «Quello che temevo…» Pentesilea sbuffò: «Ha sferrato troppi attacchi troppo simili tra loro, finendo con l’abituare l’avversario al suo ritmo. Se quel pugile è un minimo sveglio, ora lo può gonfiare di mazzate». Il boss dei Vongola, a sentire questi ragionamenti, prese a incitarlo ancora più forte.
Ryohei ridacchiò e iniziò a restituirgli il favore con gli interessi, attaccando in modo serrato e colpendo i punti ciechi lasciati dalle acrobazie con cui l’altro schivava gli attacchi; Riccardo iniziò a rallentare, probabilmente a causa di tutte le botte ricevute che si facevano sentire, e questo lo lasciava ancora più aperto ad altri attacchi. Il tifo dei Vongola era infuocato, ma Tsuna notò qualcosa di strano: Ryohei sembrava insoddisfatto dello scontro, e invece Riccardo stava sorridendo sotto i baffi. Quando i due ripresero ulteriormente le distanze per recuperare fiato, Tsuna sentì quelli dell’altro gruppo parlottare tra di loro a bassa voce: «Ho capito cosa sta per fare…» «Già, anch’io. Ora ci sarà da divertirsi» Tsuna, preso dalla paura che Ryohei le prendesse come un salame, urlò: «Fratellone, stai attento!!» Riccardo in campo ridacchiò, i lividi ancora doloranti e le ferite ancora fresche: «Che ne dici? Ti piace il mio stile?» L’altro lo guardò serio: «Qualcosa non mi convince…mi è sembrato come se tu volessi solo fare scena» «Eh, sveglio. È più o meno così, infatti: volevo farti vedere di cos’è capace il mio corpo. Ora invece ti farò vedere di cosa è capace il mio spirito»
 
Detto questo, il Guardiano del Sole dei Bellarosa fece un respiro profondo e strinse i pugni: da essi iniziò a scaturire una luce dorata purissima, che presto si diffuse in tutto il corpo e rese quasi impossibile distinguere chiaramente la figura del lottatore. Tsuna si coprì gli occhi con la mano, cercando di vedere cosa stesse succedendo ma invano. I Bellarosa, intanto, iniziarono a fare il tifo per il loro Guardiano, che ridiventò riconoscibile mentre la luce si spegneva gradualmente: sembrava di nuovo fresco come una rosa, non una sola ferita visibile sul corpo. Ryohei lo guardava a bocca aperta, mentre il tifo dei Vongola si spegneva e quello dei Bellarosa esplose fragoroso; Dino lo guardò preoccupato: «L’Attivazione del Sole. Ha riempito tutto il suo corpo di Fiamme del Sole per curarsi dalle ferite dei pugni di Ryohei.» Tsuna si morse un labbro: «È grave?» «In teoria no, tutti i guardiani del sole sono capaci di curare le proprie ferite con le fiamme. Ciò che m’impensierisce è la facilità con cui l’ha fatto»
Mentre erano in corso questi ragionamenti, Riccardo rise: «Voilà! Come nuovo!» Ryohei sorrise: «Ora inizierai a fare sul serio?» «Ci puoi giurare!» il lottatore scattò come un puma sul pugile, colpendolo con entrambi i piedi sugli avambracci chiusi a proteggere il petto e facendolo arretrare non poco; l’altro alzò la testa per non perdere il suo avversario di vista, ma nel momento in cui lo fece fu centrato da un tallone dritto allo zigomo sinistro che lo fece atterrare di schiena al limite del campo da tennis. Si alzò massaggiandosi la guancia e ripartì all’attacco con una serie di sinistri in rapida successione mirati alla faccia, che sbilanciarono l’avversario quel tanto che bastava per permettere di rifilargli un montante destro dritto allo stomaco. Ma, nel momento in cui il colpo arrivò all’addome dell’avversario, la zona sotto il pugno riprese a brillare per un momento, indicando l’azione curativa delle fiamme del Sole. Riccardo sfruttò il momentum del colpo e fece una capriola a mezz’aria, finendo seduto sulle spalle del pugile; dopo una frazione di secondo e con uno sforzo non indifferente del busto e delle gambe, lo spedì a terra con forza sufficiente a spezzare la spina dorsale di qualunque essere umano comune, Aka non Ryohei, che se la cavò con tutti i muscoli del collo storti e un gran mal di schiena, forse dovuto a un paio di vertebre fuori posto. Il pugile si rialzò, sputò per terra un dente e sorrise: «Era da un pezzo che non mi divertivo così. Che stile usi?» Riccardo sorrise compiaciuto: «La capoeira, l’arte marziale del sole. L’unico stile di lotta che mi permette di esprimermi»
Tsuna sembrava confuso: «La…che?» Priamo gli rispose: «La capoeria è uno stile di lotta brasiliano, a metà tra le arti marziali e la danza. Consiste in ampi movimenti armonici da parte dei lottatori e varie acrobazie spesso eseguite a ritmo di samba. Anche se è usata spesso come un divertimento, non vuol dire che non possa essere pericolosa» Dino guardò i due guardiani riprendere a combattere e si lasciò sfuggire un commento: «Non solo utilizza le fiamme per curarsi le ferite nel momento stesso in cui le subisce, ma le sfrutta pure per migliorare le prestazioni dei suoi muscoli, rendendoli più scattanti e forti. Un guardiano del sole in piena regola.».
Intanto nel campo da tennis la situazione non era migliorata per Ryohei: Riccardo continuava a sferrare colpi a ritmo sempre più serrato e con un pattern sempre meno prevedibile, con il pugile che faceva del suo meglio per stargli al passo ma con scarso successo. Dopo l’ennesimo calcio ricevuto in piena mandibola, Ryohei mandò un ruggito e colpì in pieno Riccardo al viso, facendolo volare indietro per due metri buoni. Questi si rialzò col volto illuminato dalle fiamme del Sole che facevano il loro effetto, mentre il pugile ansimava allo stremo delle forze; tuttavia, il suo braccio destro stava iniziando a fumare, e al di sopra di esso si poteva vedere il calore emesso dall’arto. Quelli erano i segnali dell’ultimo attacco di Ryohei, il suo colpo più forte, il Maximum Cannon. Riccardo, a vedere quella scena, assunse un’espressione di terrore, indicatrice del fatto che doveva aver già sentito parlare di quel pugno e nutriva per esso una paura sincera e genuina; così ripartì all’attacco, deciso a non dargli il tempo di caricare il colpo. Iniziò a colpire con un pattern così apparentemente casuale che si sarebbe detto stesse ballando la Break-dance addosso a Ryohei, che nel mentre faceva del suo meglio per minimizzare i danni, avendo ormai capito che non era possibile schivare o bloccare tutti gli attacchi.
Tsuna e i suoi guardiani erano col cuore in gola, mentre quelli dell’altra famiglia tifavano incessantemente ma sempre con i nervi tesi. Il giovane Boss dei Vongola aveva seriamente paura che Riccardo potesse mandare al tappeto il suo Guardiano prima che avesse il tempo di colpirlo col Maximum Cannon, ma quella era la loro ultima carta da giocare. Dino si morse un labbro, mugugnando: «La battaglia finirà a breve: tutto dipende da quell’ultimo pugno di Ryohei»
 
Il suddetto, intanto, continuava a incassare cercando di non cedere mentre accumulava forza nel braccio destro; tutt’un tratto, completamente inaspettato, Riccardo portò un pugno al suddetto braccio del pugile, colpendolo al gomito e aprendogli la guardia al petto, dove arrivò un poderoso calcio che lo fece indietreggiare di un metro. Tsuna sussultò, mentre Gokudera strinse i denti con fare nervoso: «Porca miseria, adesso testa a prato è seriamente nei guai…» Chrome gli fece eco: «Non riuscirà a usare il Maximum Cannon dopo un colpo del genere al braccio!» Il boss dei Vongola guardò il lottatore di capoeira, preoccupato: «L’ha fatto apposta… lo ha colpito lì apposta per mettergli fuori gioco il braccio». Riccardo, intanto, ansimava per la veloce sequela di attacchi, mentre Ryohei riusciva a malapena a reggersi in piedi; tuttavia, sorrideva con una grinta da fare paura: «Eh…non sei per niente male…ma mi sottovaluti…» Mentre parlava il suo braccio destro prese a illuminarsi similmente a come aveva fatto Riccardo da cinque minuti a questa parte. Riccardo sbiancò, mentre Yamamoto lanciò un urlo di entusiasmo: «Le fiamme del sole! Si sta curando il braccio destro!» Tutta la tensione accumulata da Tsuna fino a quel momento esplose in un unico urlo: «Ora! Colpiscilo!» Il pugile non se lo fece certo ripetere, e scattò verso l’altro con una rapidità sorprendente per uno conciato così male. Riccardo si lasciò prendere dal panico e provò a togliersi ma l’unico risultato fu quello di finire esattamente davanti al braccio destro di Ryohei, che in quel momento mandò un ruggito a pieni polmoni: «MAXIMUM CANNON!»
Ciò che colpì l’altro subito dopo non fu un pugno, o anche solo qualcosa di simile: fu, senza “se” e senza “ma”, una cannonata, che risuonò per tutta la scuola facendo vibrare i vetri delle finestre e lanciando Riccardo contro il muro del cortile, a dieci metri dal campo da tennis. Il tifo dei Vongola esplose, mentre i Bellarosa rimasero a bocca aperta mentre il loro boss correva da Riccardo per controllare le sue condizioni. Reborn fischiò la fine dell’incontro: «La vittoria di questo round va a Ryohei Sasagawa della famiglia Vongola!»
   
 
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