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Autore: Khailea    19/11/2020    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
Sammy-Ryujin-Johanna-Grace-Nadeshiko-Astral-Lacie:
 
Per un po’ i tre erano riusciti a muoversi senza problemi; avevano fatto attenzione, non avevano attirato altre lotte ed avevano parlato a bassa voce per non farsi scoprire. Quando però era arrivato sul gruppo un messaggio da parte di Johanna le cose si erano complicate.
-“Ho bisogno di aiuto. Sono al terzo piano, nella stanza a destra c’è un passaggio segreto, sono chiusa qui dentro”-
Così diceva il messaggio, però tutti e tre ricordavano bene il cellulare della ragazza era stato rubato giorni prima.
-Cosa facciamo?-
Chiese quindi Nadeshiko mentre teneva il suo cellulare, mostrando il messaggio, e la risposta di Astral fu immediata.
-Lo ignoriamo.-
-E se qualcuno stesse già andando nya?-
-E’ chiaramente una trappola. Tutti se ne accorgerebbero.-
Replicò il fratello non volendo metterle in pericolo inutilmente.
-Dobbiamo andare nya. Noi siamo abbastanza forti da poter battere chiunque nya, altri no.-
-Non devi sopravvalutarci Lacie, potrebbe essere un grave danno.-
-Non ci sto sopravvalutando Astry, sono oggettiva nya. Contro questi tipi di nemici abbiamo molte più possibilità, e se Sammy finisse nella loro trappola nya?-
Era palese dalla sua espressione che non avrebbe cambiato idea, ed era meglio accompagnarla piuttosto che lasciarla andare da sola.
-E va bene, ma se notiamo qualcosa di strano ce ne andiamo subito.-
-Potremmo perfino recuperare il cellulare di Johanna.-
Disse Nadeshiko speranzosa, capiva bene quanto brutto fosse star senza.
-Ok, andiamo a controllare.-
Sospirando irritato, ed anche sconfitto, il ragazzo si mosse per primo, procedendo con molta calma una volta arrivato alle scale del terzo piano.
La via apparentemente era libera, e c’erano solo tre porte; Nadeshiko prima di muoversi in quella indicata volle andare a vedere anche quella alla loro sinistra, trovando un bagno.
-Ooooh, sarebbe bellissimo farsi una vasca qua. E c’è già pure l’acqua pronta!-
-Non siamo qui per questo, almeno però sappiamo già cosa c’è dietro quella.-
Per esclusione Ayame avrebbe dovuto trovarsi allora in quella in fondo a sinistra, ma non potevano escludere anche la stanza segreta.
Aprendo la porta si ritrovarono in un luogo che sembrava un gigantesco armadio; le pareti erano dipinte in rosa ed in viola, con un gigantesco e morbido tappeto sul pavimento. C’era di tutto, gioielli, scarpe, borse, vestiti e quant’altro.
Nadeshiko quasi sbavava a tale visione.
-La voglio anche io una stanza così!-
-Secondo te dove sarà il passaggio segreto Astral nya?-
Chiese Lacie meno entusiasta, vista la difficile situazione.
-Proviamo a guardare dietro i vestiti intanto.-
-Alla mo’ di Narnia nya?-
Scherzando la sorella andò subito a controllare una parete, mentre Nadeshiko stava già guardando tramite uno specchio come poteva stare in simili vestiti.
-Oh, peccato ho un seno troppo grande per questi vestiti.-
Gli altri due nel frattempo continuarono la ricerca, fino a quando Astral non trovò una piccola maniglia nascosta.
-Ragazze! L’ho trovata!-
Entrambe immediatamente lo raggiunsero, pronte ad entrare nella stanza, già dal primo sguardo però era un luogo…particolare.
-Ma che…-
Astral in qualche modo non era stupito nel vedere, letteralmente, una stanza per il sesso. Dal letto a forma di cuore con una coperta tigrata a strisce nere e viola, ad un’altalena per il sesso e vari giocattoli per terra, e molti altri dettagli, non la si poteva definire in altro modo.
Il primo istinto del ragazzo sarebbe stato quello di chiudere gli occhi alla sorella, mentre Nadeshiko rideva divertita, ma una grossa mano lo colpì al torace, sbalzandolo contro un armadio nero.
Nell’oscurità non li avevano visti, ma c’erano ben due persone; uno era l’uomo che aveva combattuto l’altra sera contro Astral e gli altri, mentre il secondo era un energumeno gigantesco, che lo guardò in cagnesco.
Lacie naturalmente attaccò per primo il gigante, che però afferrandola per la vita la sbalzò via.
Fortunatamente la ragazza cadde sul letto, ma non senza un po’ di capogiri.
L’altro uomo nel frattempo aveva usato un piccolo cellulare per contattare i suoi colleghi, avvisandoli della situazione.
-Tre sono qui, bloccate le scale.-
Nadeshiko tentò subito di attaccarlo, notando con la coda dell’occhio che da una delle sue tasche spuntava il cellulare di Johanna.
-Quello è della mia amica!-
Non dovevano essere sorpresi si trattasse di una trappola, infondo erano andati lì proprio per trovarne una, però avrebbero tutti preferito non aver ragione.
Astral una volta ripresosi tentò immediatamente di sparare alla testa dell’uomo che per primo lo aveva aggredito, colpendogli la spalla e la testa, ma questo si voltò sghignazzando colpendosela con un pugno. Udirono così un suono ferroso, chiaro segno aveva una placca di ferro. Per quanto riguardava l’altro proiettile invece la sua massa muscolare era così spessa che non era stato un problema venir colpiti anche così. Lacie però non si diede per vinta, e la sua prima reazione fu quella di lanciare contro l’uomo ogni genere di oggetto contro, seppur alquanto particolari.
-Non toccare mio fratello nya!-
L’ultima cosa che voleva era che lo attaccasse direttamente, ma quando lo raggiunse tentando di graffiarlo con gli artigli si trovò in difficoltà per lo stesso motivo dei proiettili.
Nadeshiko intanto si era vista costretta a cercar d’attaccare di più, e quando aveva notato di esser vicina al venir messa nell’angolo afferrò uno degli oggetti vicino a sé, rivelatosi un frustino, e colpì l’uomo.
Questo cominciò a sanguinare alla guancia, ma non batté ciglio e tentò di afferrarle l’arma. Nadeshiko a sua volta cercò di tenerlo lontano, calciando e saltando il più velocemente possibile.
Entrambi tenevano le mani sul manico del frustino, quindi quella era la loro unica opzione di attacco, ma l’uomo la spinse alla prima occasione contro la parete, tentando di soffocarla schiacciandoglielo sul collo. La ragazza però spingendo i piedi sul suo stomaco riuscì a liberarsi, facendolo cadere a terra.
Astral e Lacie del frattempo avevano unito le loro forze per continuare la lotta, la sorella infatti distraendo il nemico aveva dato tempo all’altro di riprendersi dalla precedente botta, e correndogli incontro gli si era aggrappato sulla schiena colpendolo con il manico della pistola in faccia, rompendogli così il labbro ed il naso.
Erano colpi minori, però rimanevano comunque meglio di niente, soprattutto perché dovevano concludere lo scontro non essendoci finestre o altre vie di fuga. Anche l’energumeno però non lesinava colpi, cercando di colpire soprattutto la ragazza, che con la sua agilità era alquanto pericolosa. Solo ad un certo punto ci riuscì, tirandole un calcio talmente tanto forte da sbalzarla sul candelabro nella stanza, dove quasi la ragazza perse i sensi.
-Lacie!-
Il fratello nella sua preoccupazione abbassò la guardia, e così il nemico riuscì ad afferrarlo per la collottola della maglia che indossava, prendendogli poi la testa e schiacciandolo contro il muro. Avrebbe potuto spiaccicargliela con poco, ed a giudicare dalla pressione stava esercitando era il suo obbiettivo.
-AAAAH!-
In un misto di rabbia e dolore Astral tentò un’azione molto pericolosa, sparando un colpo di pistola alle dita della mano che lo bloccavano, rischiando però di colpire sé stesso. Il risultato però fu migliore del previsto, in quanto mozzò all’altro ben due dita costringendolo a lasciarlo andare, e come effetto collaterale ebbe solo un forte fischio all’orecchio, dovuto dallo sparo.
Nadeshiko nel frattempo, con il suo avversario rialzatosi, aveva iniziato ad andare nel panico; lei era abbastanza brava da stenderlo più e più volte, ma se questo avesse continuato a rialzarsi prima o poi sarebbe stato il suo turno. Inoltre lei come già avevano visto non era in grado di ucciderlo, serviva qualcosa che potesse bloccarlo per molto tempo. L’idea perfetta grazie al cielo le venne appena in tempo, notando l’altalena non molto distante da dove si trovava.
-Che ne dici di rilassarti un po’?-
Chiese scherzosamente all’uomo, che come tutti gli altri non le rispose. La sua espressione assunse tuttavia una nota sorpresa, quando la ragazza cominciò ad attaccarlo con molta più foga rispetto a prima, ma ogni suo attacco veniva facilmente parato, ed otteneva solo qualche passo indietro.
Solo quando ormai era troppo tardi realizzò cosa stava facendo; con una forte spinta lo fece cadere proprio sulla base dell’altalena, e procedette a legargli mani e caviglie per evitare si muovesse. Sapendo inoltre come funzionavano lo spinse nuovamente in modo perdesse l’equilibrio, e non fosse in grado di liberarsi immediatamente.
-Questo lo prendo io.-
Disse infine facendogli la linguaccia, riprendendo il telefono dell’amica.
Nel frattempo la situazione di Lacie non era molto cambiata, si trovava ancora sul lampadario ma iniziava a riprendersi dal violento colpo subito. Con la visione un po’ appannata riusciva a distinguere il fratello si trovasse in difficoltà, ma vista la stazza dell’avversario non era certa su come agire. Quando Astral riuscì a sfuggire alla presa dell’uomo si trovò a sua volta in difficoltà con le idee, ma realizzò all’ultimo minuto che avrebbero potuto usare facilmente il lampadario su cui Lacie era.
Attirò quindi il nemico sotto d’esso, scansandosi all’ultimo minuto durante il suo attacco.
-Lacie taglia la corda!-
Seppur intontita la ragazza fece subito come gli aveva detto, facendo cadere il lampadario sopra l’uomo; vista la forma rotonda riuscì a bloccarlo facilmente, e neppure qualcuno così forte poteva spezzare del ferro.
Al momento sembrava i tre avessero vinto.
-Dobbiamo andarcene da qui.-
Disse subito Astral, prendendo in braccio Lacie caduta sul letto, e Nadeshiko si precipitò subito ad aprire la porta, trovandola però chiusa.
-Quel tipo l’ha bloccata!-
Indicò immediatamente l’uomo bloccato sull’altalena, e rabbiosamente Astral vi si avvicinò colpendolo alla testa con la pistola, facendogli perdere i sensi. Lacie invece, rimanendo ancora in braccio al fratello, più perché gli piaceva che per altro, iniziò a frugare nelle sue tasche.
-Qui non c’è nya.-
Era veramente un grosso problema, perché più tardi uscivano prima quell’altro energumeno si sarebbe liberato.
Non sapevano però che non erano gli unici ad aver scelto di controllare quelle stanze, durante la loro lotta infatti, il gruppo di Sammy,Ryujin, Johanna e Grace aveva raggiunto il terzo piano, discutendo rapidamente sul da farsi.
-A destra c’è sicuramente una trappola.-
Disse immediatamente Grace.
-Però a sinistra la porta è chiusa, e forse qualcuno è andato a controllare io non fossi in pericolo.-
Effettivamente avevano usato il cellulare di Johanna, quindi era ovvio loro sapessero era un modo per attirarli da quella parte.
-Dovremmo aiutarli in quel caso…-
Sammy espresse subito la sua opinione, non molto distante da quella degli altri.
-Facciamo così, controlliamo se c’è qualcosa di strano e ce ne andiamo prima ci notino.-
La proposta di Ryujin sembrava essere la migliore, ed il ragazzo fu il primo ad entrare nella stanza a destra, scoprendo un gigantesco armadio fatto solo per Ayame.
-Me l’aspettavo.-
Ammise con una piccola risatina, mentre Johanna e Sammy si guardarono attorno meravigliate.
Un rumore però attirò la loro attenzione, e presto notarono un uomo nascosto tra i vestiti, che stava tentando di fuggire. Essendo solo uno Ryujin fu subito pronto a difendere le ragazze, e vi si parò davanti avvicinandosi all’avversario.
Questo mantenne a sua volta uno stile più difensivo del solito, ed il ragazzo notò che nella mano destra teneva saldamente una chiave.
-Ragazze, cercate se c’è un’altra porta.-
Il suo primo pensiero era che avesse intrappolato uno degli altri lì da qualche parte, o meglio, nella stanza segreta, da quanto diceva il messaggio.
Ryujin proprio per questo tentò subito di attaccarlo frontalmente, tirando dei pugni ben mirati che tuttavia vennero parati. Il problema era il fatto che, trovandosi ancora in mezzo ai vestiti, l’avversario approfittava di essi come ostacolo contro il ragazzo, deviando più facilmente i suoi colpi. Ryujin però non demordeva, continuando ad attaccare fino a quando non si abbassò di colpo, colpendo con la gamba i piedi dell’altro, riuscendo così a farlo cadere.
Non avevano corde per bloccarlo, quindi si vide costretto a colpirlo sul viso per farlo svenire.
-Abbiamo trovato una porta!-
Appena in tempo Johanna lo chiamò, rivelando una porticina nascosta tra vari abiti. Immediatamente il ragazzo si avvicinò, facendo girare la chiave nella serratura, ma con grande sorpresa trovarono dall’altra parte Lacie, Nadeshiko ed Astral.
-Ragazzi! State bene?-
Chiese Johanna preoccupata, rabbrividendo quando riconobbe uno dei suoi aggressori nei bagni della scuola.
-Sì! Abbiamo trovato il tuo telefono.-
Nadeshiko tutta allegra le porse il cellulare, che ravvivò l’amica.
-Oh grazie!-
A quanto pare c’erano vari messaggi da parte di Mattia, ed anche un paio di chiamate. Doveva essersi veramente preoccupato…immediatamente gli scrisse chiedendogli scusa se non aveva risposto, spiegandogli aveva perso il telefono.
Forse un giorno gli avrebbe detto la verità, ma non era il caso in quel momento.
-Avete bisogno di qualcosa?-
Chiese Ryujin, preoccupandosi vedendo Astral teneva in braccio la sorella.
-Stiamo bene nya, siamo sicuri Ayame sia nella stanza in fondo al corridoio.-
Spiegò subito la ragazza con un sorriso, e Grace fu subito pronta ad allontanarsi.
-Bene, allora andiamocene.-
-Che ne facciamo di loro?-
Chiese tuttavia Johanna, indicando i due uomini nella stanza, ma la rossa trovò subito una soluzione, chiudendo la porta a chiave.
-Ecco fatto.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cirno-Vladimir-Annabelle:
 
Dopo essersi ripresi dalla lotta, assicurandosi non ci fosse più nessuno nei paraggi, i tre ripresero subito l’esplorazione della casa, partendo dalla stanza più vicina rispetto alla biblioteca in cui si trovavano.
-Dubito Ayame sia su questo piano, siamo sicuri di non voler salire?-
Chiese Annabelle guardandosi attorno, l’atmosfera per i suoi gusti era fin troppo desolata in una situazione del genere.
-Prevenire è meglio che curare. E’ meglio prima controllare tutte le stanze, poi proseguire. Metti che perdiamo qualcosa di utile.-
Vladimir preferiva essere sicuro di ciò che faceva, anche se significava impiegare più tempo. Aprendo la porta della nuova stanza però non poté trattenere un’espressione sorpresa.
-Che succede?-
Chiese Cirno guardandolo e superandolo per entrare, trovando così ben tre persone stese a terra e chiari segni di lotta.
-Andiamo via?-
La fretta di Annabelle era evidente, ma qualcosa attirò l’attenzione di Vladimir.
-Un attimo, sembra ci sia una stanza nascosta.-
Effettivamente chiunque se ne fosse andato da lì non aveva certo dato una sistemata, e così spinti dalla curiosità tutti loro andarono a controllare, trovando un altro corpo.
La testa schiacciata dal mobile ed il sangue sparso ovunque furono una brutta scena per Annabelle, che guardò da un’altra parte. Cirno rimase lì con lei sull’uscio dell’ingresso, mentre Vladimir controllò tutto ciò era nei dintorni.
-C’è una foto di Ayame…chissà perché l’avevano messa lì.-
Non sembrava una stanza usata per qualche culto o altro, quindi l’idea di un macabro stanzino pieno di foto della ragazza e cose varie venne subito scartata.
Aprendo invece uno degli scatoloni presenti dagli scaffali il ragazzo trovò numerosissimi numeri e note, ma li accantonò subito.
-Sono informazioni riguardanti conti e denaro. Compromettenti forse, visto erano così nascosti, ma non utili al momento.-
-Compromettenti?-
Chiese istintivamente Annabelle confusa.
-Sì, dati che rivelano commerci illegali e tanto altro. Però appunto a noi non servono, ed a prescindere sono abbastanza sicuro che se ficcanasassimo in giro ci cacceremmo in guai ben peggiori di quelli in cui siamo ora.-
-Per delle carte?-
Cirno non vedeva alcun valore in quelle cose, però non provò nemmeno a sfidare la sorte entrando e guardando a sua volta.
-Per delle carte si fanno delle guerre. Qui però non c’è niente, quindi è meglio andare.-
Anche lui non richiuse il passaggio, e nemmeno ci provò visto c’era un cadavere, prima di procedere in un’altra stanza però Annabelle si fermò.
-Dite quello stiamo facendo sia giusto?-
-Certo.-
Cirno non aveva alcun dubbio a riguardo, ma il ragazzo volle essere più specifico.
-Cosa intendi?-
-Cioè…qualcuno ha ucciso quella donna, e da quanto ho sentito alcuni del vostro gruppo l’hanno già fatto in passato…-
-Uccidere non è bello, ma non lo fanno a caso. Solo se costretti.-
Nemmeno Cirno era solita togliere la vita alle persone, solo congelarle e magari rompere qualcosa. Però sapeva altrettanto bene come, in quel genere di situazioni, altri non avevano avuto scelta.
-La polizia non sarebbe stata utile in questo caso?-
Chiese ancora Annabelle, insicura.
-No. La famiglia di Ayame è più potente del previsto, credo che però non siano stati i genitori ad organizzare tutto, ma i maggiordomi. Altrimenti avrebbero potuto mandare chissà quanti sicari e concludere la faccenda ben prima. Se però avessimo contattato la polizia non dubito però non avrebbero alzato un dito su di loro. In molte occasioni capita, e certe volte non hai nemmeno tempo di chiamarli.-
Un buon esempio poteva essere la loro vacanza a casa di Diana, anche se alla fine Vladimir aveva chiamato amici d’alto rango per sbrigare le ultime faccende.
Tuttavia nemmeno allora la polizia avrebbe potuto far nulla.
-Di solito chi attacca briga in questo modo è abbastanza potente da evitare problemi con la legge.-
Disse infine soppesando le varie avventure avute con gli altri.
-Così però rischiamo di essere come le persone ci attaccano.-
Annabelle non voleva certo dare contro al gruppo, ma era una persona più pacifica rispetto a molti di loro.
-Forse, dipende da come la vedi. Però l’unica cosa certa è che siamo disposti a tutto pur di aiutarci a vicenda. Quindi tanto male non dovremmo essere.-
La risposta di Vladimir non l’aiutò tanto come avrebbe sperato, però le stava parlando con tutta la sincerità possibile, capendo come poteva sentirsi.
-Sarà meglio continuare, prima di perderci qualcos’altro.-
Disse infine il ragazzo uscendo dalla stanza, e Cirno fu completamente d’accordo.
-Dici bene, non voglio essere l’ultima a trovare Ayame!-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Seraph-Milton-Hope-Khal-Ailea-Alexander-Daimonas-Jack:
 
Una volta usciti dal magazzino Daimonas e Jack non persero tempo, precipitandosi immediatamente alle scale che conducevano al secondo piano.
Avevano perso fin troppo tempo per i loro gusti, ed era evidente dalla fretta dei loro movimenti.
Una voce però li bloccò prima potessero andare fino al terzo piano.
-Daimonas?-
Ailea, assieme a Khal ed Alexander, erano appena usciti dall’ufficio dopo aver terminato di controllarlo, e con la coda dell’occhio la ragazza aveva notato i due. Immediatamente si precipitò ad abbracciare Daimonas, nonostante sapesse al ragazzo non piacesse molto il contatto fisico; ma con lei che gli era sempre stata vicino non era un grosso problema, come del resto con Milton o Jack.
-Menomale che state bene.-
Disse la ragazza lasciandolo subito andare. Jack avrebbe voluto fare una battuta del tipo “Ehi guarda che divento geloso così”, ma temeva di lasciarsi sfuggire qualcosa di troppo. L’impeto della battuta però era già partito, quindi dovette inventarsi qualcos’altro prima di cadere nel suo primo pensiero.
-E a me niente?-
Ailea lo guardò con un mezzo sorrisetto divertito, concedendo anche a lui un abbraccio, con forte rabbia da parte di Khal che avrebbe voluto strappargli le braccia.
-E’ successo qualcosa?-
Chiese intanto Daimonas preoccupato.
-No no, sono solo in pensiero per tutti in generale.-
Ammise la ragazza guardandosi attorno.
-Non c’è nessun’altro con voi?-
-Abbiamo incontrato solo maggiordomi.-
Disse subito Jack scuotendo il capo.
-Direi comunque di non separarsi, potrebbe essere rischioso a questo punto. Siamo quasi all’ultimo piano.-
La proposta di Khal venne accettata da tutti, e rimaneva solamente da decidere cosa fare.
-Avete già controllato questo piano?-
Chiese infatti Daimonas.
-No, ma è improbabile Ayame sia qui. Questo piano sembra quasi esclusivamente del padre.-
-Da cosa l’hai capito?-
Jack era sinceramente curioso dell’intuizione di Alexander, che cercò di spiegarsi rapidamente.
-Ho controllato delle foto sui suoi social. Dalla finestra si vede questa parte del giardino, ma la prospettiva è diversa. Quindi l’unica soluzione rimasta è il terzo piano.-
-Allora andiamo subito, prima arrivi qualcun altro.-
Jack fu il primo ad incamminarsi, ma fu costretto a fermarsi quando vide in cima alle scale un’ingarbugliata protezione di fili metallici pieni di spine. Quando gli altri arrivarono evitarono di toccarla, in caso ci fosse qualcos’altro.
-Non sembra gran che come protezione.-
Commentò Ailea, non notando altre trappole.
-Non sono nemmeno elettrificate. Chi le ha messe aveva fretta…quindi Ayame è veramente qui.-
Disse Khal sorridendo, felice presto quella situazione sarebbe finita.
-Ci servirebbero delle pinze…-
-Ci penso io.-
Daimonas alla frase di Alexander ne estrasse dopo pochi istanti un paio dalle proprie tasche, ed il biondo prendendole non fece nemmeno una domanda. Ormai sapevano non era umano, anche se analizzare i suoi poteri avrebbe potuto rivelarsi compromettente, quindi la migliore cosa da fare era lasciarlo fare liberamente ed imparare dalle sue azioni.
Il primo filo si ruppe piuttosto facilmente, ma visto il groviglio impiegò svariati minuti prima di aprire una fessura grande appena per far passare Daimonas, che comunque aspettò assieme agli altri.
Le mani del ragazzo iniziavano ad arrossarsi, ma lui continuava imperterrito come se fosse qualcosa di importantissimo, ed effettivamente lo era visto non voleva irritare ancor di più il fratello.
Fu il primo a tirare un sospiro di sollievo quando finalmente il passaggio fu abbastanza grande per far passare tutti.
-Ottimo lavoro.-
Fino a quel momento Alexander si era appoggiato alle sue ginocchia per tagliare i fili, e Khal prima che si alzasse gli accarezzò la testa in segno di riconoscimento. Poteva dirsi un buon segno, anche se non c’era mai nessuna garanzia.
Il gruppo si ritrovò così davanti ad un ampio salone rettangolare, dal quale si aprivano tre porte.
-Ok, abbiamo una possibilità su tre di trovarla subito.-
Disse Jack sussurrando, intuendo non dovessero fare troppo rumore.
-Dove andiamo?-
-Proviamo a sinistra?-
Daimonas alla domanda di Ailea aveva pensato fosse meglio controllare le stanze in ordine, e nessuno ebbe da ridire a proposito.
Trovarono la porta aperta, ed entrando scoprirono un lussuoso bagno con una gigantesca vasca da bagno al centro, ancora piena d’acqua.
-Dovrebbe essere veramente vicina, la vasca è…-
Prima che Khal potesse terminare la frase, qualcuno alle spalle dell’ultimo del gruppo, ovvero Jack, lo spinse con forza all’interno, facendo così entrare tutti e chiudendo immediatamente la porta alle loro spalle.
-Ma che?!-
Ailea si precipitò subito ad aprirla, ma a quanto pare l’avevano già chiusa a chiave.
-Bastardi!-
La ragazza tentò perfino di sfondarla tirando delle spallate contro d’essa, ma il legno era troppo spesso e non ottenne alcun risultato.
-Ferma, così ti farai male. C’è un’altra porta, possiamo provare a controllarla.-
Alexander mentre le parlava tentò subito di aprire l’altra maniglia, ma anche con questa non ottennero alcun risultato.
-Però c’è la finestra, magari possiamo arrampicarci fuori?-
Nemmeno la proposta di Daimonas era fattibile, perché da dove si trovavano non c’era nessun appiglio.
La prima reazione di Ailea sarebbe stata quella di prendere a calci la porta fino a quando non si fosse rotta, ma portandosi le mani tra i capelli cercò di calmarsi e di non esagerare. Era comunque assieme ai suoi amici ed al suo ragazzo, tutti molto intelligenti, quindi avrebbero potuto trovare una soluzione più pratica.
Al secondo piano intanto, Seraph era appena riuscita a scassinare la serratura, e ad uscire da quella sottospecie di dormitorio assieme ad Hope e Milton.
-C’è qualcuno?-
Chiese Milton mentre Seraph controllava l’esterno.
-No, nessuno. Andiamo.-
Immediatamente le tre si diressero verso le scale per continuare ad esplorare la casa, trovando con sorpresa un groviglio di fili di ferro in cui già qualcuno aveva aperto un passaggio.
-Sarà stato uno dei nostri amici.-
Disse subito Hope quasi allegra, ma sobbalzò quando sentì dei forti tonfi dall’altra parte delle scale. Immediatamente le ragazze si precipitarono di sopra, quando però ormai il rumore era cessato.
-Da dove veniva?-
Milton si guardò attorno preoccupata, vedendo però solo le tre porte ed il corridoio della casa. Seraph appoggiò subito l’orecchio alla porta alla loro sinistra per controllare, e sentendovi delle voci dall’altra parte l’aprì, trovando Daimonas, Jack, Khal, Alexander ed Ailea.
-Ma che state facendo?-
Chiese con fare perplesso, entrando assieme alle altre.
-Non chiudere!-
Purtroppo nonostante l’avvertimento di Jack qualcuno, proprio come prima, bloccò tutti i presenti nel bagno, chiudendo nuovamente la porta a chiave.
Questa volta Ailea vi si lanciò completamente sopra, prendendola a calci in un impeto di rabbia.
-Figli di puttana!-
Mentre lei era presa dalla rabbia Hope corse subito da Alexander, abbracciandolo e baciandolo felice.
-Menomale, stai bene.-
Il ragazzo in un primo momento fu colto alla sprovvista da quel gesto, ma con un sorriso carico di gioia la strinse più forte a sé, inebriandosi del profumo dei suoi capelli come se niente avesse più importanza. Anche Milton abbracciò sia Jack che Daimonas, che la ricambiarono subito.
-Stai bene Milton? Vi hanno attaccate?-
-Sì, ma ce la siamo cavata.-
Rispose la ragazza alla domanda di Daimonas.
-Quindi adesso che sta succedendo?-
Seraph provò ad aprire anche l’altra porta, ma senza ovviamente alcun successo; in realtà non se lo aspettava nemmeno.
-Semplicemente ci hanno intrappolati, e stiamo cercando un modo per uscire da qui.-
Khal non si perse in troppi giri di parole, ma mentre parlavano nessuno si accorse che qualcuno aveva aperto uno spiraglio dalla porta misteriosa, approfittandone per lanciare un piccolo oggetto rotondo.
-Giù!-
All’urlo di Seraph tutti cercarono di allontanarsi, sospettando fosse una bomba, ma aprendosi la sfera liberò un gas rosa, che bruciò nei polmoni dei ragazzi non appena lo inalarono.
-Coff coff, dobbiamo andarcene coff.-
Hope cercò subito di coprirsi naso e bocca con una maglia, ma ormai era tardi.
-Rompiamo la finestra!-
Daimonas si precipitò subito contro d’essa, colpendola in vari punti fino a quando non si aprì un grosso spazio. Anche Ailea non perse tempo e lanciò fuori la sfera che stava continuando a rilasciare quel gas.
-La stanza ne è pregna ormai, dobbiamo uscire!-
-Ma come? Le porte sono troppo rigide.-
Hope aveva ragione, ma non per questo Milton si arrese, e sorprendendo tutti uscì dalla finestra aggrappandosi al sottilissimo bordo di essa. Daimonas le corse subito incontro, uscendo ed afferrandola in modo non cadesse.
Era sicuramente un metodo poco ortodosso, ma sempre meglio che star lì dentro, soprattutto perché alcuni, come Hope, Alexander ed Ailea, iniziavano a sentire un forte mancamento.
Tutti loro però uscirono comunque, cercando un appiglio nel muro esterno e nei loro amici; Khal per evitare cadesse tenne stretta a sé la compagna.
-Credo di stare per vomitare…-
Sussurrò Ailea con un forte capogiro.
-Resisti, puoi farcela amore.-
Non potevano rimanere lì fermi troppo a lungo, soprattutto visti gli effetti del gas. L’unica soluzione possibile per il momento era camminare lungo il bordo, cercando un nuovo ingresso verso l’interno.
 
 
 
 
 
 
 
 
Lighneers-Zell-Yume:
 
I tre dopo aver controllato il secondo piano si erano immediatamente spostati verso l’ultimo, trovando come altri l’ostacolo di fili di ferro, ma grazie all’aperura già creata non fu difficile superarlo. A quel punto rimaneva solo da scegliere da quale delle tre porte andare.
-Per logica la stanza giusta sarà quella.-
Disse Lighneers indicando la porta infondo al corridoio, anche se l’unica logica che aveva in mente era che, al posto di Ayame, avrebbe preso quella stanza.
Quando raggiunse la maniglia però trovò la porta chiusa a chiave, ma questo non sembrò preoccuparlo, visto si allontanò per prendere la rincorsa.
-Sicuro sia una bona ide…-
Yume non poté nemmeno terminare la frase che il ragazzo era già andato contro la porta, non ottenendo grandi risultati. Senza demordere però il ragazzo ritentò un’altra volta, ed un’altra ancora, fino a quando non riuscì letteralmente a sfondarla, cadendo a terra assieme a d essa.
Immediatamente gli occhi del ragazzo si incrociarono con quelli di Ayame, che sorpresa si sollevò dal letto.
-Lighneers!-
Pochi istanti dopo l’entrata del ragazzo e degli altri due, dalla finestra più vicina alla porta qualcun altro fece capolino, rompendola; si trattava di Ailea, Khal, Alexander, Daimonas, Jack, Hope, Seraph e Milton.
Non furono però certo gli ultimi, perché alle spalle di Lighneers arrivarono presto anche Astral, Lacie, Grace, Johanna, Samantha, Nadeshiko, Ryujin, Cirno, Vladimir e perfino Annabelle.
Ayame li guardò tutti confusa, mentre il maggiordomo Geronimo si alzò dalla propria sedia.
-Ma…cosa state facendo qui?-
Chiese la ragazza confusa.
-In realtà speravamo potessi spiegarcelo tu.-
Rispose Vladimir notando quanto la ragazza fosse diventata pallida, effettivamente però era chiaro a tutti. Sembrava decisamente diversa rispetto al solito.
-Credo di poter darvi io una risposta.-
Disse ad un certo punto il maggiordomo, prendendo l’attenzione di tutti.
-Nell’ultimo periodo la signorina Ayame ha iniziato a precipitare verso un baratro senza fondo, ed era compito nostro aiutarla.-
-Cosa intendi?-
Domandò Grace confusa.
-Parlo di un dolore talmente grande da distruggerla, portandola a cercare conforto in alcol e droghe, raggiungendo i confini della depressione.-
Quindi era per questo del suo aspetto sciupato? E del suo comportamento così spento?
Tutti rimasero in silenzio, mentre la ragazza abbassò lo sguardo stringendo i pugni; non voleva sapessero, non voleva essere rifiutata da loro.
-Coloro che lavorano in questa casa hanno lo scopo di proteggerla. Non potevamo forzala a dirci cosa le arrecava tale dolore, ma potevamo cercare di distruggerlo.-
-Cosa intendi Geronimo?-
Chiese stavolta Ayame, preoccupata di star già intuendo la risposta.
-Abbiamo cercato di eliminare i qui presenti, intuendo fossero loro la causa di tutto.-
Questo rispondeva alle domande di tutti, ma gettava anche nello sconforto la ragazza, che fissò l’uomo per svariati minuti, fino a quando abbassando lo sguardo non accennò ad una risata.
-Bene, ora perfino voi pensate di sapere cosa è meglio per me…-
-Ayame…-
Johanna fece per avvicinarsi, ma si fermò immediatamente non sapendo se fosse o meno il caso.
-Non importa! Non importa più niente ormai no? Perché tanto nessuno di voi mi sopporta!-
Urlò la ragazza indicando tutti loro, soffermandosi in particolare su Lighneers, con grande sofferenza negli occhi. Hope però fu la prima a ribattere.
-Questo non è vero, sei nostra amica.-
-E’ vero, altrimenti perché saremmo qui?-
Continuò Sammy quasi con le lacrime, sentendosi in colpa per non aver notato prima stava male.
-Vogliamo aggiustare le cose…-
Alle parole di Annabelle Ayame rimase a fissarla con uno sguardo indecifrabile.
-Volete aggiustare il nulla…a cosa serve tutto questo se tanto io farò soffrire voi e viceversa?-
-Perché ne vale la pena, perché la nostra amicizia vale di più.-
Yume parlò a cuore aperto, ricordando tutti i momenti divertenti passati con lei.
-So bene come ci si sente quando sei sommersa dai dubbi e dalle tue stesse paranoie. Però non lasciare che vincano loro, perché non sono reali. Noi ti vogliamo bene.-
Anche Nadeshiko cercava di convincerla, ma non era così facile, soprattutto a questo punto.
-I dubbi ci sono per un motivo, sarà perché hanno ragione? Così fantastica e così bella, però tutti mi odiano.-
Ayame aveva paura di soffrire, aveva paura di venir tradita, e di star ancora una volta male.
Nei suoi occhi Lighneers capiva tutto questo, e capiva perfettamente com’era sentirsi in quel modo.
C’era una sola cosa che poteva fare a quel punto.
Sorprendendo tutti i presenti il ragazzo fu il primo a raggiungerla, ed una volta sedutosi accanto a lei le prese il viso con una mano, baciandola.
-Non rinunciare ai tuoi sentimenti, ok?-
Ayame rimase immobile per svariati secondi, con gli occhi spalancati e lucidi, fino a quando questi non si inumidirono, riempiendosi di lacrime.
-N-non lo farò!-
Cominciando un pianto disperato la ragazza gli saltò addosso abbracciandolo, e lui la lasciò fare. Dopo poco anche gli altri si avvicinarono, sedendosi tutti sul letto ed abbracciandola, mentre Ailea per consolarla cantò una canzone, seguita in coro da tutti gli altri.
-Stiamo parlando…non so cosa dire.
Lo dirò comunque.
Oggi è un altro giorno per trovarti.
Defilandoti.
Verrò per il tuo amore, ok?
Prendimi (prendimi).
Prendimi (prendimi).
Me ne sarò andato, in un giorno o due.
Quindi inutile dire, sono in vantaggio ma sto inciampando.
Imparando lentamente che la vita è ok…
Dì, dopo di me: non è meglio essere al sicuro che dispiaciuti.
Prendimi (prendimi).
Prendimi (prendimi).
Me ne sarò andato, in un giorno o due.
Oh, le cose che dici…
È la vita o solo mettere da parte le mie preoccupazioni.
Sei tutte le cose che devo ricordare…
Stai svanendo.
Verrò comunque per te.
Prendimi (prendimi).
Prendimi (prendimi).
Me ne sarò andato, in un giorno.
Prendimi (prendimi).
Prendimi (prendimi).
Me ne sarò andato, in un giorno.-
 
 
(canzone Take on me https://www.youtube.com/watch?v=Q08427Of6as )
   
 
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