Capitolo
2
Quando
il loro ballo terminò, Briseis venne quasi sospinta
fuori dalla pista dalle mani chiare e fredde di Cora Burke. Interdetta,
osservò
con la coda dell’occhio l’ex compagna di Casa che
si accingeva a sbattere le
lunghe ciglia e sorridere vezzosamente all’indirizzo di
Kieran. Il suo promesso
parve non essere particolarmente sorpreso e, anzi, si limitò
a porgerle il
braccio e assecondare l’implicita richiesta di un ballo della
giovane dama.
Rimasta ormai in disparte, a Briseis non rimase altro da fare se non
cercare le
amiche con lo sguardo. Trovò Ravenna intenta a volteggiare
con garbo tra le
braccia di Nathan Paciock, mentre Saoirse si ritrovava coinvolta in
un’accoppiata non troppo riuscita con Cassius Malfoy.
Tentò all’ora con Aries,
ma il rampollo dei Black aveva evidentemente intenzione di danzare con
ogni
singola dama presente all’interno della residenza dei
Peverell perché si
alternava in danze con questa e quell’altra giovane a una
rapidità disarmante.
Così non le rimase che rimanere in un angolo,
l’espressione leggermente
incupita mentre guardava Cora Burke umiliarla in quel modo sfacciato
davanti a
tutti, maledicendosi per la sua indole riservata che le impediva di
fare una
scenata.
Un
calice di vino elfico fece la comparsa davanti a lei,
accompagnata da una mano maschile.
Incontrò
lo sguardo di suo cugino.
-
Sembra che tu ne abbia bisogno molto più di me –
asserì
Gideon, sorridendole comprensivo.
Accettò
il calice, sorseggiandolo lentamente mentre continuava
a osservare la pista da ballo.
-
Cosa è successo? –
-
Quella strega
della Burke mi ha praticamente lanciata fuori dalla pista -,
spiegò rinserrando
la presa sul gambo del bicchiere, - e io… -
-
Non sei il tipo che si lascia andare alla furia. Se può
consolarti, la nostra famiglia approverebbe –
ironizzò.
Briseis
inarcò un sopracciglio perfettamente curato,
fingendosi incredula: - Mio cugino sta forse facendo della riuscita
ironia? –
Il
sorriso di Gideon si allargò ancora di più: -
Suppongo di
dovermi dichiarare irrimediabilmente colpevole. –
Risero
sommessamente, continuando a fissare la pista finchè il
ragazzo non ruppe nuovamente il silenzio: - Mi rendo conto di non
essere il
cavaliere più prestante tra i presenti, ma credi che la mia
graziosa cugina mi
concederebbe un giro di danze? –
-
Suppongo che sarebbe una sciocca a non farlo –
replicò,
prendendolo sottobraccio e lasciandosi guidare tra le decine di coppie
danzanti.
Ballarono
a lungo, separandosi solo quando fu chiaro che anche
Saoirse e Ravenna fossero decise a prendersi una pausa dal susseguirsi
di danze
concesse. Gideon fece per allontanarsi, ma la cugina lo trattenne.
-
Resta un po’ con noi -, lo pregò, - passi sempre
così poco
tempo con me e i miei amici. –
-
Ho promesso di dare il cambio a Lewis e far danzare un po’
Valerie -, mentì dopo un secondo di tentennamento, - ma non
mancherà
l’occasione nei prossimi giorni. –
Si
allontanò con un sorriso, dirigendosi verso gli amici senza
voltarsi indietro. La verità era che la combriccola di cui
si circondava
Briseis era piuttosto esclusiva e Gideon non si sentiva minimamente a
suo agio
in loro presenza; aveva sempre la sensazione di essere inadeguato o di
commettere qualche gaffe quando era in loro presenza, specialmente
quando
incontrava il sorriso sornione di Aries Black o le profonde iridi blu
piene di
giudizio di Ravenna Lestrange.
Raggiunse
Valerie e Lewis, scoprendo che a loro si era unito
Nathan Paciock. I tre stavano ascoltando con interesse i racconti
dell’ex
Tassorosso.
-
Cosa mi sono perso? –
-
Nathan ci stava aggiornando sui progressi del piccolo
Gabriel -, spiegò Valerie, - sembra che il bambino sia un
bel terremoto. –
-
E la sua reputazione come padre vedovo è già
abbastanza per
tenere alla larga le donzelle -, aggiunse Lewis a mo’ di
spiegazione, - perciò
non lo preoccupa particolarmente farsi vedere mentre conversa con
“Traditori
del loro sangue e loro simpatizzanti”. –
Concluse
la frase, mimando delle virgolette a mezz’aria e
imitando il tono indignato con il quale più di una delle
matrone presenti aveva
commentato l’estensione dell’invito di Percival a
una famiglia caduta in
disgrazia, a causa delle discutibili frequentazioni, come quella dei
Weasley.
-
Cosa che non dovrebbe preoccupare nessuna persona provvista
di materia grigia -, intervenne a sorpresa la voce di Erin Moody, -
seppur devo
ammettere che in questa sala, al momento, tali persone possono davvero
contarsi
sulla punta delle dita. –
Lewis
ammiccò all’indirizzo dell’ex
Grifondoro, ironizzando: -
Siete forse qui per reclamare una danza con il miglior ballerino di
sempre,
miss Moody? –
-
In quel caso sarei andata dritta verso Aries Black -, lo
rimbeccò, - tuttavia, malgrado non voglia intaccare troppo
la tua autostima,
sono qui per tua cugina. –
Lewis
si finse scandalizzato, suscitando le risate di Gideon e
Nathan.
-
Miss Moody ma cosa dite?! –
Erin
roteò gli occhi al cielo, trattenendo a sua volta una
risata, e si rivolse a Valerie: - Ti unisci a me e Alexandrina? Stiamo
cercando
dissolute fanciulle desiderose di unirsi a un’improvvisata
quadriglia[1]
tutta femminile. –
-
A dir poco oltraggioso – commentò Lewis,
proseguendo sulla
falsa riga di quella riuscita imitazione, tra le risate collettive.
Valerie
annuì, ridendo.
-
Sono assolutamente con voi, ma manca un elemento se vogliamo
condurre una quadriglia. –
-
Contatterò il Maestro di cerimonia[2]
per stroncare sul nascere questa insana follia. –
Erin
non potè trattenersi ulteriormente e rise al suono di
quel falsetto. Poi riprese il controllo di sé e della sua
mimica facciale e
bofonchiò: - Imbecille. –
Prese
Valerie per mano e la condusse con sé, alla ricerca
dell’ultimo elemento per la loro danza, accompagnate dalla
voce di Lewis che
decretava: - Linguaggio, mademoiselle! –
*
Ravenna
osservò corrucciata il modo con cui Cora continuava a
cercare di monopolizzare l’attenzione di Kieran, malgrado
avessero già
abbandonato la pista da ballo da un po’.
-
Qualcuno dovrebbe ricordare a quella serpe viziata qual è il
suo posto – sibilò.
Non
aveva mai nutrito particolare simpatia per lei,
specialmente perché ai suoi occhi era fin troppo palese come
la ragazza si
sforzasse in modo ostentato di farsi piacere da chi la circondava e
dalla
stessa Saoirse. Eppure era altrettanto evidente quanto in
realtà non
sopportasse affatto la sorella minore dell’oggetto delle sue
instancabili
attenzioni.
Saoirse
prese un sorso di vino, assaporandolo lentamente prima
di annuire.
-
Sono d’accordo. –
-
Ragazze… -
Briseis
cercò di riportare alla tranquillità le amiche,
ma le
conosceva ormai troppo bene per sapere quanto i suoi tentativi fossero
del
tutto inutili. Lei poteva anche essere gentile e garbata, ma Saoirse e
Ravenna
erano sempre più che pronte ad accorrere in suo soccorso e a
ergersi a sue
paladine.
-
Permetti che sia io ad occuparmene? –
La
domanda di Ravenna suonava bene, ma non era diretta a lei
quanto piuttosto alla Gaunt.
Saoirse
annuì, una scintilla furba negli occhi chiari: -
Assolutamente, dai il peggio di te. –
La
Lestrange stirò le labbra in un sorriso che, se Briseis non
fosse stata certa della loro amicizia, le avrebbe fatto correre un
brivido
freddo lungo la schiena.
-
Oui, bien sûr,
ma chère[3].
–
Poi
voltò loro le spalle e marciò risolutamente
verso la coppia, afferrando un calice dal vassoio che uno dei camerieri
stava
servendo in giro per la sala. Fece finta d’inciampare
nell’orlo del suo abito
d’alta sartoria e rovesciò il contenuto dritto sul
candido abito di Cora,
stando attenta a non macchiare né Kieran né
tantomeno Emily e Martin che si
trovavano a pochi passi da loro.
Cora
proruppe in un verso a metà strada tra
un’imprecazione repressa a forza e un urletto sorpreso.
Osservò
inorridita la gigantesca macchia vermiglia
che stava rapidamente prendendo forma al centro del suo splendido
vestito e
aprì bocca come per dire qualcosa, ma l’unico
suono che produsse fu una sorta
di boccheggiare indignato.
-
Le mie scuse più sincere, non era mia intenzione,
sono stata così terribilmente maldestra –
esclamò Ravenna, portandosi una mano
sulla bocca con fare mortificato.
La
ragazza la oltrepassò, procedendo spedita fuori
dalla sala da ballo, forse alla ricerca di una soluzione disperata per
rimediare al danno oppure decisa a un cambio d’abito
dell’ultimo minuto.
Ravenna
incrociò lo sguardo di Kieran, che si stava
palesemente trattenendo dallo scoppiare a ridere, e
dichiarò: - Non c’è di che,
chère chérie[4].
–
Poi,
rapida così come era apparsa, tornò sui suoi
passi
come se nulla fosse.
Emily
e Martin, che avevano assistito all’intera
scena in silenzio, incrociarono lo sguardo di Kieran e si lasciarono
sfuggire
due tiepide risate.
-
Sapevo che Ravenna Lestrange fosse una ragazza da
gestire con cura -, decretò Martin, - ma non immaginavo
certo che potesse
rivelarsi così insidiosa. –
-
Ravenna sposa la filosofia dell’apparenza del bel
fiore che nasconde l’essenza del serpente nascosto al di
sotto – confermò
Kieran, incredibilmente sollevato dall’essersi finalmente
liberato
dell’ingombrante presenza della sua dama.
-
E in quest’occasione in particolare posso capire
il perché del suo comportamento -, aggiunse Emily, - dal
momento che Cora è
stata veramente molto scortese nei confronti di Briseis. –
-
Avresti fatto lo stesso al suo posto? –
-
Avrei fatto di peggio -, replicò senza scomporsi,
- se qualcuna delle presenti avesse provato a portarti via da me.
–
Kieran
inarcò un sopracciglio, rivolgendosi all’ex
Corvonero: - Sembra che tu abbia fatto una scelta piuttosto
impegnativa. Ti
conviene non contrariare mai la tua futura sposa, almeno che non voglia
andare
incontro a qualche incidente di percorso. –
Martin
sorrise, cingendole la vita con un braccio e
attirandola a sé, prima di depositarle un delicato bacio
sulla guancia: - E
questa è una delle innumerevoli ragioni per le quali so che
lei è la persona
giusta per me. –
*
-
Devo dedurre che dietro quel piccolo incidente ci
sia anche tu? –
La
voce forzatamente melensa e vezzosa di Cassius
interruppe le risate che ancora squassavano Saoirse, spingendo la
ragazza a
voltarsi verso il suo ennesimo pretendente. Aveva sperato di sottrarsi
alla
corte serrata di Cassius almeno per quella sera, ma sfortunatamente
sembrava
che il giovane non fosse minimamente intenzionato a lasciar perdere.
-
Solo un po’ -, ammise sfacciatamente, - e solo per
ristabilire il giusto ordine degli eventi. –
-
Uno spirito vendicativo veramente incantevole -,
replicò il biondo, - ma non mi sono certo avvicinato solo
per congratularmi
dell’ottima vendetta messa a punto. –
Saoirse
finse di non avere idea di dove volesse
andare a parare.
-
Ah, no? –
-
Certo che no. È dall’inizio dei festeggiamenti che
cerco l’occasione per avvicinarmi e ottenere un giro di
danze, ma sei stata
oltremodo richiesta. Dunque, ora che sei finalmente sola e disponibile,
sarei
tanto onorato da ottenere un ballo? –
Accompagnò
quella sua richiesta da un inchino.
Rifiutare
senza una valida scusa sarebbe stato
oltremodo scortese, senza contare il fatto che suo padre
l’avrebbe uccisa se
avesse saputo che si sottraeva in modo spudorato alla corte
dell’unico rampollo
dei Malfoy, così chinò il capo e si
esibì nella più aggraziata delle riverenze.
-
Con molto piacere – asserì, accettando il
baciamano del suo cavaliere e lasciandosi condurre sulla pista.
Cassius
era un abile ballerino, questo gli andava
riconosciuto, anche se rinserrava un po’ troppo la presa
sulla sua vita e la
teneva stretta a sé quanto più
l’etichetta considerava socialmente accettabile.
-
Siamo una bella coppia – asserì d’un
tratto.
-
Credi? –
-
Ne sono certo. Entrambi provenienti da ottime
famiglie, giovani e attraenti, sarebbe del tutto naturale pensare
che… -
La
fine della danza interruppe Cassius, susseguita
dall’arrivo del più impensabile degli aspiranti
cavalieri.
Sheridan
Crouch, seguito a breve distanza da Michael
Potter che teneva al braccio Alexandrina Selwyn, giunse come una vera e
propria
benedizione agli occhi di Saoirse.
-
Spiacente d’interrompere -, esordì l’ex
Grifondoro, - ma mi domandavo se mademoiselle fosse tanto gentile da
concedermi
un ballo. –
Cassius
si voltò verso di lui, socchiudendo gli
occhi chiari e squadrandolo con evidente disprezzo.
-
Crouch, qui era in atto una conversazione. –
-
Eppure mi sembrava che la pista da ballo fosse il luogo
deputato alle danze. Il salotto è più adatto alle
conversazioni, sono certo che
lì troverai qualcuno con cui farlo mentre io e Saoirse
danziamo – replicò,
sarcasticamente, senza minimamente scomporsi.
Cassius
parve sul punto di replicare, ma Alexandrina
tossicchiò richiamando timidamente l’attenzione su
di sé.
-
Credo che il maestro di cerimonia stia venendo da
questa parte. –
Atterrito
all’idea di venir ripreso davanti
all’elité del mondo magico[5],
Cassius abbandonò la pista con la promessa di raggiungere
Saoirse più tardi e
riprendere la conversazione.
-
Non credevo che l’avrei mai detto -, decretò alla
fine la ragazza, - ma sono davvero contenta di vederti, Crouch.
–
Seymour
sorrise, prendendola per mano e facendola
volteggiare aggraziatamente mentre la musica sanciva l’inizio
del successivo
ballo.
-
C’è sempre una prima volta, dovresti saperlo
ormai. –
Presero
a danzare in silenzio, sotto gli sguardi che
Michael e Alexandrina rivolgevano loro ogni qualvolta si ritrovavano a
ballare
nelle vicinanze.
-
Sembra che Seymour stia giocando bene le sue carte
– osservò la ragazza.
-
Già -, convenne Michael, - spero solo che non
finisca con il rovinare tutto con una delle sue solite battutine
sfrontate. –
-
Sono certa che non accadrà. Non siamo a scuola,
dove cercava di attirare la sua attenzione con apprezzamenti sfrontati,
e
Saoirse lo sta già considerando. –
-
Spero tu abbia ragione, ma adesso concentriamoci
sul nostro ballo. –
Alexandrina
piroettò, seppur con meno grazia di
quanta ne avessero le altre giovani che danzavano attorno a lei,
assecondando
il desiderio del suo cavaliere.
E
potè giurare di scorgere lo sguardo d’approvazione
di sua madre, che la osservava dall’altro capo della sala.
*
-
Come è mai potuto accadere che
la nipote del migliore anfitrione del mondo magico si ritrovi tutta
sola alla
vigilia del più grande bagno di sangue della storia
contemporanea del mondo
magico? –
Josephine
si allontanò dalla
balaustra del terrazzo, dove si era rifugiata appena una manciata di
minuti
prima per prendere un po’ d’aria, e rivolse
un’occhiata all’indirizzo del
ragazzo che le aveva rivolto la parola.
Aries
Black si stagliava,
illuminato dai candidi raggi lunari, sulla soglia
dell’immensa portafinestra e
la osservava con pacato interesse.
-
Mi riprendo dopo un’immensa
serie di chiacchiere frivole, balli estenuanti e tutti i doveri che
competono a
una buona padrona di casa – replicò, socchiudendo
gli occhi per mettere meglio
a fuoco ciò che il ragazzo stringeva in pugno, - e quella
non è una delle
bottiglie di whiskey incendiario della riserva personale di mio nonno?
–
Aries
le rivolse un sorriso
colpevole, avvicinandolesi.
-
Forse. –
-
Ti ucciderà non appena se ne
accorgerà. –
-
Se
se ne accorgerà
-, la corresse, - e poi non credo che lo farebbe. Guardami, sono troppo
attraente per essere ucciso da chicchessia. –
Josephine
scosse il capo,
increspando le labbra in un sorriso, ma si sforzò di non
scoppiare a ridere.
Aries era già abbastanza sfrontato ed esuberante senza che
lei lo incoraggiasse
ulteriormente.
-
Sono certa che in quella sala da
ballo ci sia almeno una dama che non è ancora stata stregata
dal tuo fascino
abbacinante. Non credi che dovresti rientrare e porre rimedio a un tale
imperdonabile errore di calcolo? –
Si
arrampicò sulla balaustra in
marmo e vi sedette, ondeggiando le lunghe gambe muscolose avanti e
indietro.
-
Potrei -, riconobbe, - ma dentro
non succede più nulla da quando Ravenna ha rovinato
l’abito di Cora. –
-
Quindi avevo ragione. Sei qui
solo per gli scandali, gli intrighi e… -
-
Le morti accidentali – concluse per
lei, sorridendo malandrino.
-
Non credo si arriverà a tanto. –
-
Oh, non saprei. Sono piuttosto
certo che Cora attenterà alla vita di Ravenna prima o poi,
erano mesi che non
riusciva a passare tanto tempo in compagnia di Kieran e lei le ha
rovinato
tutto. –
Quell’ironia
e quelle battute
pronte non la ingannavano, sapeva che uno come Aries Black non faceva
mai nulla
senza un obiettivo ben delineato in mente, così
provò a insistere.
-
Perché sei venuto qui? Intendo
il motivo reale. –
Il
ragazzo saltò giù dalla
balaustra, inchinandosi galantemente davanti a lei, ed eluse la domanda
con la
sua consueta abilità.
-
Rientriamo, miss Peverell, prima
che qualcuno si accorga della nostra assenza e cominci a spianare la
strada a indicibili
voci di sconcezze inaudite. –
Josephine
avrebbe voluto
obiettare, insistere per trovare una spiegazione che potesse soddisfare
la sua
curiosità, ma c’era un fondo di verità
nelle sue parole: non poteva correre il
rischio che si diffondessero pettegolezzi scabrosi, voci di quel tipo
potevano
rovinare per sempre la reputazione di una giovane e rispettabile
Purosangue.
Così
si limitò a seguirlo,
ripromettendosi che avrebbe indagato in futuro sulle circostanze che
avevano
portato lì il rampollo dei Black.
Spazio
autrice:
Buonasera!
Mi
scuso
se ci ho messo molto a pubblicare, ma spero che il capitolo sia di
vostro gradimento
e sia valso l’attesa. Avrei intenzione d’inserire
dei flashback sui vari
personaggi nel corso dei prossimi capitoli. Perciò avrei
bisogno che mi
mandaste qualche informazione più dettagliata principalmente
sui suoi anni di
scuola (se volete che faccia riferimento a qualcosa in particolare nel
corso
del capitolo dedicato al vostro OC fatemelo presente ed
esaudirò le vostre
richieste). Inoltre vorrei porvi due domande:
1)
con
quali OC il vostro personaggio potrebbe andare d’accordo?
Quali non
sopporterebbe?
2)
vi
chiederei di votare tra i seguenti OC, il più votato
sarà il protagonista dei
flashback del prossimo capitolo:
Valerie Weasley
Saoirse Gaunt
Alexandrina Selwyn
Aspetto
le vostre risposte tramite messaggio private.
Buon
weekend!
[1]
Danza
in cui i ballerini,
disposti su due file frontali, compiono cinque figurazioni. Tali
figurazioni
vengono decise dal coreografo del ballo, al fine di assicurarsi che
ogni
quadriglia sia diversa dall’altra.
[2]
Figura
che vigilava e
presiedeva la sala da ballo, assicurandosi che eleganza e buone maniere
venissero rispettate.
[3]
Sì,
certamente, mia cara.
[4]
Caro
tesoro.
[5]
Secondo
le regole del
galateo, infatti, nessun cavaliere poteva reclamare per sé
una dama se c’erano
altri che desideravano ballare con lei. Inoltre non era possibile
rifiutare un
invito, a meno che il carnet di ballo della dama in questione fosse
già pieno.