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Autore: Bluemoon Desire    24/11/2020    1 recensioni
[L\\\'Allieva]
[L\'Allieva]SEQUEL DI "PAURA D'AMARE"
La storia si colloca idealmente durante gli eventi dell'attuale terza stagione della fiction RAI.
E' trascorso un anno.
Molte cose sono cambiate dentro e fuori dall'Istituto di Medicina Legale di Roma.
Malcomess è andato in pensione e al suo posto è arrivata una "Suprema" di tutto rispetto, gli ex specializzandi sono ormai medici legali a tutti gli effetti, Alice e Claudio fanno ufficialmente coppia fissa e una bimba meravigliosa è arrivata a rallegrare (e tormentare) le giornate di Alice e della sua famiglia allargata.
Insomma, tutto sembra filare per il verso giusto. Ma il passato non sembra voler mollare la presa. Il ricordo del rapimento continua a tormentare Alice, e una nuova indagine finirà per riaprire quella ferita mai risanata, spingendola ad affrontare i suoi demoni interiori...
ATTENZIONE: La storyline e la caratterizzazione dei personaggi prendono spunto sia dalla fiction che dai romanzi di Alessia Gazzola.
Genere: Commedia, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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                                             CAPITOLO 3 

                                               "VIVERE"



"Vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare
qualcosa dalla vita."


— Pier Paolo Pasolini
 

L'indomani mattina, Alice si svegliò all'alba. 
La stanza era ancora immersa nella penombra, ma attraverso le piccole fessure della persiana filtrava già il leggero chiarore del mattino nascente. L'emicrania per fortuna sembrava averla abbandonata.
Stiracchiandosi, allungò il braccio a sfiorare l'altro lato del letto, ma la sua mano non incontrò nient'altro che un ammasso informe di coperte. Le lenzuola erano molto fredde, segno che Claudio doveva essere sgusciato via di casa già da un po'.
Le vecchie abitudini erano sempre dure a morire. 
Fu allora che, sollevandosi a sedere sul materasso, intravide quel bigliettino scritto a mano adagiato sul suo cuscino. 
 
                                        "Passo da casa per cambiarmi, ci vediamo in Istituto.
                                                                            Claudio."

                                                              ・・・

Per la prima volta in tre anni, raggiunse l'Istituto di Medicina Legale con un netto anticipo rispetto a tutti i suoi colleghi, tanto che perfino la solerte guardia - che da sempre vigilava l'ingresso dell'edificio - le rivolse un'occhiata sorpresa vedendola oltrepassare la soglia. 
Gli amati corridoi, solitamente caotici e affollati come Via Del Corso nel periodo dei saldi, le apparivano ora esageratamente silenziosi, quasi eterei. Tuttavia, bastò il solo pensiero di ciò che la attendeva in sala settoria per capovolgere totalmente quella "romantica" visione dell'Istituto, rendendole straziante perfino la vista dell'ascensore che conduceva al piano inferiore. 
Quel giorno più che mai, il discorso di Claudio sull'importanza del distacco emotivo nel loro lavoro sembrava calzare a pennello. Distratta dalle sue ansie e preoccupazioni, non si rese conto del silenzioso sopraggiungere di qualcuno alle sue spalle, e quando quella mano la sfiorò, il suo povero cuore fece un balzo disumano nel petto.
 
"...Alice? E' prestissimo, cosa ci fai qui a quest'ora?"
 
Dannata Suprema, lei e il suo passo felpato e silenziosissimo da ninja...aveva quasi rischiato un colpo apoplettico!
 
"Non riuscivo a dormire" si giustificò prontamente Alice, la voce un po' tremante come le accadeva sempre quando si ritrovava al cospetto di quella donna "Voglio fare le cose nel modo giusto, non voglio rischiare di commettere errori."
 
La Manes la fissò imperturbabile, per poi annuire debolmente alle sue parole.
 
"Viste le circostanze, credo che sia un bene per te che Claudio abbia deciso di affiancarti in questa autopsia" osservò infine, con un mezzo sorriso "Non sarà affatto una perizia semplice, Alice, immagino che tu lo abbia già intuito da sola."
 
"Purtroppo sì, professoressa"
 
"Non lasciarti scoraggiare, capita a tutti prima o poi d'incontrare un caso difficile...i bambini, poi, sono sempre lo scoglio peggiore. Sono sicura che troverai il modo di operare con la giusta meticolosità e lucidità."
 
"Farò del mio meglio"
 
La Suprema gettò una rapida occhiata al suo orologio e, senza aggiungere altro, si diresse di filato su per le scale per raggiungere il suo ufficio al piano superiore. Aveva l'aria piuttosto affrettata, e sembrava anche un pelino giù di corda, ma Alice preferì non indagare oltre. Claudio aveva ragione: doveva imparare a mettere dei paletti tra lei e quell'insaziabile curiosità che le albergava nel cuore, la stessa che, in più di un'occasione, in passato, le aveva causato non pochi problemi.
 
Dopo aver recuperato in fretta il suo camice dall'armadietto, lo indossò e raggiunse la saletta relax per prendersi un caffè, il secondo della giornata. E non erano ancora neppure le otto del mattino. 
Mentre sorseggiava in completa solitudine la sua bevanda calda, avvolta nel silenzio circostante, si ritrovò a viaggiare con la fantasia, immaginando i vari possibili scenari celati dietro la morte di quel povero bambino. 
Claudio avrebbe di certo ribadito che la ricostruzione del delitto non rientrava nelle mansioni di un medico legale, bensì in quelle degli inquirenti assegnati al caso, Einardi nella fattispecie, ma era davvero più forte di lei.
Non riusciva a non porsi domande. 
Come si poteva vivere così a stretto contatto con la morte e la crudeltà umana, senza mai chiedersi "PERCHE'?"
 
Alle 8.20 in punto, la salma della piccola vittima, ancora senza identità, raggiunse l'ingresso dell'Istituto di Medicina Legale, trasportata in una piccola bara di metallo da un paio di uomini corpulenti della polizia mortuaria. 
Circa venti minuti più tardi, Alice oltrepassò la soglia della sala settoria con indosso camice e guanti sterili, la testa fasciata da una cuffietta che non accennava a voler rimanere al suo posto e lo sguardo che spiccava fiero e luminoso dietro gli occhiali protettivi.
 
"Sei pronta?"
 
Claudio si materializzò dal nulla accanto a lei, già bardato di tutto punto e pronto a spalleggiarla in quella "prova del nove" sul campo. 
Alice non proferì parola, limitandosi ad annuire.
Insieme si avvicinarono al tavolo d'acciaio dove la salma del bambino era stata adagiata poco prima dagli operatori mortuari. 
Il cuore di Alice sembrò sprofondare come un pesante masso sul fondo dello stomaco. 
Disteso lì sopra, le sembrava ancora più piccolo e indifeso.
 
"Quando vuoi, Alice."
 
La voce di Claudio la riportò bruscamente alla realtà. 
Le consegnò il registratore e le fece un cenno d'incoraggiamento con la testa.
 
"Oggi è il 20 Novembre 2020, ore 8.47. Iniziamo l'esame esterno." recitò Alice nel microfono, con tono sicuro e professionale, cominciando a lavorare meticolosamente sotto la silenziosa guida di Claudio "Maschio, etnia ispanica, età stimata 8-9 anni, altezza un metro e 27 centimetri, fortemente sottopeso. Sul corpo si rilevano alcune vecchie cicatrici, numerosi ematomi in via di guarigione ed evidenti segni di deperimento organico riconducibili ad una prolungata denutrizione...i polpastrelli delle dita di entrambe le mani presentano ustioni di natura chimica, prelevo un campione di tessuto da sottoporre ad approfondite analisi di laboratorio. Sulla stoffa degli abiti è presente in gran quantità una sostanza oleosa, incolore, dall'odore acre, presumibilmente un liquido infiammabile. Sotto le unghie c'è del materiale organico di natura sconosciuta che vado a prelevare, insieme ad un campione di terriccio raccolto sotto la suola delle scarpe..."
 
A quel punto, Alice si bloccò. 
Interruppe la registrazione e si chinò un po' di più sul corpo del bambino, esaminando qualcosa da vicino.
 
"Claudio, guarda qui..." fece, indicando del materiale solido incastrato tra i capelli.
 
Claudio afferrò la potente lampada sospesa a mezz'aria sul tavolo settorio e la puntò dritta alla testa del bambino per osservare meglio da vicino l'area d'interesse.
 
"Sembra del sangue coagulato...potrebbe appartenere alla vittima, ma non è detto. C'è anche qualcos'altro...delle foglie...reperta tutto. Giorgio avrà il suo bel da fare in laboratorio nei prossimi giorni. Lo distrarrà dalla suocera tiranna."
 
Alice si affrettò a raccogliere un campione di entrambe le tracce organiche, poi tornò ad ispezionare un'ultima volta il corpo prima di passare alla fase successiva dell'esame, assicurandosi di non aver tralasciato nulla.
Eliminati i vestiti, su quel tavolo d'acciaio non rimase altro che un piccolo ammasso scheletrico, pallido ed emaciato, ricoperto da uno strato di pelle talmente sottile che, quando Alice praticò sul torace l'incisione ad Y con il bisturi durante l'esame interno, le sembrò quasi d'incidere direttamente le sue ossa.
 
"I tessuti degli organi interni presentano tracce di lesioni compatibili con un massivo shock cardiocircolatorio..." riprese a dettare al microfono del registratore, mentre Claudio si allontanava dal tavolo per esaminare le immagini radiologiche "...forte congestione polmonare bilaterale, splenomegalia e cardiomegalia da indagare. E' presente inoltre una diffusa necrosi ischemica negli strati più interni della parete ventricolare sinistra..."
 
"...l'RX evidenzia una frattura diafisaria in via di rimodellamento all'omero sinistro, con presenza di chiodi endomidollari..." soggiunse alle sue spalle Claudio, indicando la posizione esatta della frattura sull'immagine radiologica "...a giudicare dall'aspetto direi che risale a non più di tre o quattro mesi fa...il numero di serie degli impianti potrebbe risultarci utile per l'identificazione..."
 
Alice annuì, tamponandosi leggermente il sudore della fronte con il dorso della mano. Il quadro d'insieme stava diventando ogni minuto più agghiacciante. 
Quale mostro senza cuore poteva aver mai sottoposto un bambino a delle torture simili? 
Era terrificante anche solo il pensiero di ciò che doveva aver sofferto tra le mani dei suoi aguzzini.
 
Ma le brutte sorprese non erano ancora finite, purtroppo.
Esaminando la regione epigastrica, s'imbatterono in qualcosa di ancora più inquietante e sconvolgente.
Qualcosa che andava ben oltre qualsiasi cosa Alice avesse mai potuto immaginare, e la fantasia non le mancava di certo.
 
"Ma che diavolo...?"
 
Lo sguardo di Claudio si adombrò di colpo, mentre la ruga che solcava la sua fronte si faceva più marcata del solito.
Afferrando la pinza chirurgica dal carrello degli strumenti, estrasse con precisione millimetrica un piccolo oggetto di forma ovulare incastratosi nell'ansa del colon trasverso del bambino, per poi trasportarlo sotto il cono di luce della lampada per osservarlo meglio.
Anche Alice si avvicinò per dare un'occhiata.
 
"Claudio, ma quello è...?"
 
"...un ovulo di cocaina, sì."
 
"Ce ne sono altri?"
 
"Aspetta...cazzo sì, eccoli qui..."
 
Uno ad uno, estrassero gli altri ovuli presenti, cinque in totale, tutti delle dimensioni di un chicco d'uva.
Non ve n'era uno che fosse ancora intatto. 
Maneggiandoli con estrema cura, li inserirono tra i campioni da inviare urgentemente ad Anceschi per le analisi di laboratorio.
 
"Le sue considerazioni finali, Dottoressa Allevi?"  la apostrofò Claudio, quando l'autopsia era ormai giunta agli sgoccioli.
 
Dietro la mascherina, Alice abbozzò un tenue sorriso.
Le mancava da morire sentirlo rivolgersi a lei con quel tono un po' da "professorino", ed era sicura che anche a lui mancasse...anche se non lo avrebbe mai ammesso.

"A seguito delle evidenze patologiche rilevate nel corso dell'autopsia, la mia conclusione è che la vittima sia deceduta in seguito ad un grave shock cardiocircolatorio innescato da un rilascio massivo di cocaina nell'organismo" dichiarò Alice, senza la benché minima traccia di esitazione nella voce.
 
Dall'altra parte del tavolo, Claudio sollevò il pollice in segno di approvazione. 
Sembrava piuttosto compiaciuto. 
Dopotutto, lei rimaneva pur sempre una SUA allieva. 
         
                                                                                    ・・・


Circa tre ore più tardi, Alice era seduta comodamente nell'auto ipertecnologica di Claudio, con una benda nera calata sugli occhi e neanche la benché minima idea di dove fossero diretti.
 
"Claudio...si può sapere dove mi stai portando?"
 
"Ancora? Non ti hanno mai insegnato il significato della parola 'sorpresa'?"
 
"Ma lo sai che sono curiosa!"
 
"Sai cosa si dice della gatta che ha fretta, Alice?"
 
"E dai..."
 
"Siamo quasi arrivati, Sacrofano, resisti"
 
Quando la macchina di CC cominciò pian piano a rallentare la sua corsa - segno che erano vicini alla destinazione - Alice fu quasi sul punto di abbassare quella benda e dare una sbirciatina veloce fuori dal finestrino. 
La curiosità la stava uccidendo. 
Era più forte di lei, detestava rimanere all'oscuro.
 
A pensarci bene, non era affatto nello stile di Claudio comportarsi in modo tanto misterioso, lui che per primo, da perfetto maniaco del controllo quale era, aborriva le sorprese e qualsiasi altra cosa che potesse sfuggire alla logica razionale della pianificazione. 
Al contrario, quella sera si era presentato senza alcun preavviso al suo appartamento e, senza darle alcuna spiegazione, se l'era trascinata via sotto gli sguardi attoniti di Cordelia, Marco e Lara. 
Non che si stesse lamentando, anzi, era rimasta piacevolmente colpita da quel suo slancio improvvisato, ma avrebbe anche potuto anticiparle qualcosina!

D'un tratto, l'auto si fermò e il rumore del motore si spense.
Alice sentì lo sportello aprirsi dal lato del guidatore per poi richiudersi con un tonfo secco, facendo vibrare l'intero abitacolo. 
Subito dopo, fu lo sportello dalla sua parte a spalancarsi. 
Pochi istanti, e sentì le braccia forti di Claudio cingerle saldamente la vita, per poi sollevarla di peso, aiutandola ad uscire dall'auto.
Il suo equilibrio precario le giocava brutti scherzi già in condizioni normali, con entrambi i piedi ben piantati a terra e lo sguardo vigile davanti a sé, figuriamoci cosa avrebbe potuto combinare in quella condizione di temporanea cecità! 
Meglio non rischiare. 
 
"Ora puoi anche togliere la benda, Sacrofano" le sussurrò d'un tratto Claudio contro l'orecchio, con quel solito tono di voce caldo e sensuale a cui lei non era mai riuscita a resistere.
 
Non se lo fece ripetere due volte. 
Afferrò la benda e se la tirò via in un sol colpo, strizzando leggermente gli occhi davanti agli ultimi abbaglianti raggi del tramonto che si stagliavano all'orizzonte. 
Quando finalmente fu in grado di vedere con chiarezza dove fossero, quasi le prese un colpo.
 
"MI HAI PORTATA AL CENTRO COMMERCIALE?!" urlò con l'entusiasmo esagitato di una bambina la mattina di Natale, gettandogli letteralmente le braccia al collo.
 
Claudio scoppiò a ridere, stringendola a sé.
 
"Ti avevo promesso che, dopo la tua prima perizia, ti avrei portata da qualche parte a festeggiare, no? Sono un uomo di parola."
 
"E' vero, sai sorprendermi quando vuoi"
 
"...fosse stato per te, ci saremmo limitati a mangiare pappette per neonati sul divano di casa tua, brindando con un succo di frutta!"
 
"Ma quando mai?!"
 
Alice sentì le lacrime pungerle gli occhi, mentre il cuore le si riempiva di una gioia quasi indescrivibile.
Per quanto Claudio stesse cercando, come al suo solito, di sminuire l'intera questione, lei sapeva bene che dietro quel gesto apparentemente "normale" si nascondeva qualcosa di ben più profondo e significativo. 
Quel luogo rappresentava un'importante metafora per entrambi, un simbolo di impegno e reciproca condivisione.

"Ora non montarti la testa, Sacrofano...sarà la prima ed ultima volta che mi vedrai fare il fidanzatino noioso per i corridoi affollati di questo Inferno di cristallo!" si affrettò ad aggiungere subito Claudio con un tono che voleva suonare imperativo, ma che finì per perdere tutta la sua aura di severità quando i suoi occhi incrociarono lo sguardo estasiato di Alice.
 
Ricacciando a fatica indietro le lacrime, Alice gli sfiorò dolcemente la guancia, sentendo la sua barbetta ispida solleticarle il palmo della mano.
 
"Grazie, Claudio."
 
Lui inarcò un sopracciglio.
 
"Non azzardarti a piangere o ti riporto subito a casa!" la redarguì poi, con falsa severità.
 
"Che stronzo che sei! Stavo solo cercando di ringraziarti per le tue buone intenzioni..."
 
"...sì, e la maleducazione..." la schernì lui con una smorfia beffarda delle sue, prima di attirarla a sé con prepotenza per rubarle un bacio.
 
Un bacio breve ma intenso, che lasciò Alice tutta scombussolata e accaldata. 
Forse era quello il vero sapore della felicità.
A volte un po' amaro, mai troppo dolce...sempre dannatamente delizioso.
 
                                                                                ・・・

"Oh, Alice... com'è andata ieri l'autopsia?"
 
Fu il vocione baritonale di Paolone a darle il buongiorno in Istituto l'indomani mattina, seguito a ruota dalla vocetta squittente di Scanner, AKA Erika La Stella, ovvero la ex infame (raccomandata) traditrice nipote della Wally, attualmente in viaggio lungo la via della redenzione. Un po' come San Paolo sulla via di Damasco...o nel suo caso, di Baltimora. 
Lara, al contrario, non alzò neppure lo sguardo quando la vide entrare nella saletta. 
Da quando lei e Marco erano ai ferri corti, capitava spesso che non le rivolgesse neppure la parola.
Come se le improvvise smanie professionali di suo fratello fossero colpa sua, poi!
Fortuna che almeno Camillina non le riversava addosso le sue paturnie familiari, limitandosi generosamente a qualche rigurgitino ogni tanto.
 
"L'autopsia è andata alla grande, è l'intera faccenda di contorno che è un vero casino!" rispose Alice, prendendo posto alla sua scrivania.
 
"Sì, lo sappiamo" intervenne Erika, abbassando il tono della voce "Ieri la D'Angelo ha sentito Claudio dire alla Boschi che si tratta di un bambino"
 
Giulia D'Angelo era una dei nuovi giovani specializzandi del primo anno, una ragazzina abruzzese sulla ventina, solare e piena d'entusiasmo, anche se un tantino goffa. Le ricordava se stessa agli albori della sua carriera in Istituto, e in effetti, proprio come lei, anche Giulia sembrava subire particolarmente il fascino magnetico di Conforti, tanto che non perdeva mai l'occasione per saltellargli attorno nella vana speranza che lui decidesse di portarsela dietro in qualche sopralluogo.
 
"Bedda matri, che camurria!" commentò Paolone, dando sfoggio del suo meraviglioso siciliano "Il tuo primo caso ufficiale e già un picciriddu morto ammazzato..."
 
"Lasciamo stare, va" commentò Alice, tirando un profondo sospiro.

Con un fiero sventolìo di camice, Claudio comparve sulla soglia della saletta, l'aria sospettosamente ringalluzzita, perfino vagamente allegra. Batté forte le mani un paio di volte per attirare su di sé l'attenzione di tutti i presenti.
 
"Anatomopatetici, aprite bene le orecchie perché non lo ripeterò una seconda volta..." annunciò, rivolto all'intero gruppo "...la vostra presenza, per quanto inutile, è richiesta domani pomeriggio per un'esercitazione straordinaria di laboratorio con il sottoscritto. Non accetto ritardi o defezioni...hai capito bene, Allevi?" e così dicendo, le rivolse una lunga occhiata ammonitrice.
 
Alice arricciò indignata il naso, trattenendo a stento una parolaccia.
Era sempre il solito infamone.

"Di che esercitazione si tratta, Professore?" lo apostrofò Erika, piena di curiosità.
 
"Niente domande, Scanner, conservale per domani" tagliò corto Claudio, riappropriandosi di quel solito tono spiccio e impaziente che riservava ai suoi specializzandi "Mi aspetto la massima partecipazione e collaborazione da parte di tutti voi...specializzandi ed ex specializzandi in attesa di una certa borsa di studio...senza fare nomi..." 
 
Nel pronunciare quell'ultima frase, il suo sguardo indugiò su Lara, Paolone e Alice, che subito si guardarono a vicenda con aria sorpresa. Erano mesi che si parlava di quel famigerato concorso per accedere al dottorato in Istituto, ma fino a quel momento non c'erano mai state conferme né da parte della Suprema, né tantomeno da parte di altri docenti.
Che finalmente si stesse muovendo qualcosa? 
 
Così velocemente com'era apparso, Claudio si congedò, svanendo con un rapido guizzo di camice nel corridoio esterno. Decisa a saperne di più su quella faccenda, Alice si precipitò fuori dalla stanza per raggiungerlo.
 
"Claudio...aspetta!"
 
Lui si voltò controvoglia, sospettando già il motivo di tanta urgenza.
 
"Alice, lo sai che non posso dirti niente...non insistere..." le fece presente, un po' sulla difensiva.
 
"Ma se non ti ho ancora chiesto niente!"
 
"Come se non ti conoscessi!"
 
"Va bene, è vero...però..."
 
"Alice..."
 
"Dimmi soltanto se si sta muovendo qualcosa...lo sai quanto ci tengo a rimanere qui con te...con voi..."
 
Claudio sbuffò, roteando gli occhi. 
Non era mai riuscito a resistere al fascino di quei grandi e teneri occhioni da Bambi, e Alice questo lo sapeva benissimo. 
 
"Sì, si sta muovendo qualcosa" ammise infine, con quieta rassegnazione.
 
Alice si sforzò di mantenere la calma.
 
"Ti ringrazio" commentò, con un contegno che aveva quasi del miracoloso. 
 
Claudio scrollò piano la testa, visibilmente divertito da quel tentativo (fallito) di mostrare un briciolo di maturo autocontrollo. 
 
"Non sei per niente credibile, Alice" esclamò, scoppiando a ridere.
Dopo aver gettato un'occhiata circospetta lungo il corridoio principale, assicurandosi che nessuno li stesse osservando, la prese per mano e se la trascinò rapidamente fino al suo ufficio, al piano superiore. 
Una volta dentro, si premurò di chiudere a chiave la porta per evitare che qualcuno li interrompesse.
 
Alice lo fissò con il cuore che le martellava impazzito nel petto.
Sembrava disperatamente fuori controllo, pronto a travolgerla come soltanto lui riusciva a fare. Da sempre.
 
"Non pensi che potrebbero bussare e...?" provò ad obiettare con un fil di voce, ma senza troppa convinzione.
 
"Sacrofano, tu pensi troppo..." la liquidò subito lui, agganciando le braccia attorno alla sua stretta vita per poi attirarla possessivamente a sé fissandola con una tale intensità da farla arrossire.
 
Alice sentì il sangue ribollirle nelle vene, mentre quelle labbra scivolavano languide sulla sua pelle come una lenta carezza rovente...infinita. Le mani di Claudio, così sicure e forti, la spogliarono velocemente del camice per poi insinuarsi sfrontate sotto la sua camicetta, facendola rabbrividire a contatto con la sua schiena nuda.
 
"Claudio..." sospirò, insinuando le dita tra i suoi folti capelli bruni, massaggiandogli con dolcezza la nuca.
 
"...siamo solo io e te ...solo io e te..." mormorò lui di rimando contro le sue labbra, prima di catturarle in un nuovo bacio mozzafiato che le fece perdere totalmente ogni contatto con la realtà.
 
'Accidenti a lui e a quel suo modo assurdamente sexy di baciare', imprecò mentalmente Alice, sentendosi di colpo privata di qualsiasi freno inibitorio. 
Era quasi inquietante il potere che quell'uomo era in grado di esercitare sulla sua lucidità mentale. Un solo sguardo riusciva ad annientare le sue difese come poche altre cose al mondo, neppure la leggendaria potenza distruttiva della Boschi aveva mai raggiunto certi livelli.
 
Claudio la sospinse dolcemente verso la parete più vicina, lambendo il suo collo nudo con una lunga scia di caldi e umidi baci alternati a piccoli morsi, le mani che continuavano ad accarezzare ogni centimetro di quel corpo senza riuscire a staccarsene.
 
"...maledetto Diavolo tentatore ..." mormorò Alice, totalmente in balia di quella selvaggia estasi di piacere.
 
Il suo corpo guizzava e s'inarcava in continuazione sotto il tocco esperto di Claudio, desiderando soltanto che quel momento magico non finisse mai. Per una volta, non voleva pensare né al futuro, né a quel che sarebbe potuto accadere – o non accadere - tra lei e Claudio. Erano insieme, tutto il resto non importava.
Non ancora. 


ANGOLO DELL'AUTOREEd eccoci arrivati al terzo capitolo...qualche tocco di romanticismo in stile Conforti (senza esagerare), un pizzico di cruda realtà e qualche piccolo indizio sul futuro all'orizzonte...per Alice è soltanto l'inizio.
Presto si troverà a dover affrontare sfide che potrebbero spingerla sull'orlo di un pericoloso baratro...sarà in grado di superarle? Claudio riuscirà a restare al suo fianco, o la vita finirà per separarli? 

LO SCOPRIREMO SOLO VIVENDO! #StayTuned 
   
 
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