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Autore: Rie29    25/11/2020    3 recensioni
Fred è sopravvissuto alla Battaglia di Hogwarts ma non sa chi lo abbia salvato.
Hermione nasconde un segreto e combatte contro gli incubi tremendi che l'assalgono di notte, reminescenze del passato.
Entrambi cercano risposte e soluzioni, ma non sanno che quelle sono molto vicine e che basterà poco perchè si ritrovino indissolubilmente legati l'uno all'altra. Affronteranno una sfida per cui non sono preparati: l'amore, cercando di venire a patti con una magia antica come il mondo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Lui che ci fa qui?” Sbottò Ron vedendo scendere Hermione e Fred, tutti ridacchianti e odiosamente felici per le scale.

“Buongiorno anche a te, fratellino” commentò lui divertito dalla rabbia del minore.

“Viene con noi. Uno in più non ci farà male” Hermione liquidò la faccenda con un gesto della mano. Avevano fatto fatica a uscire dalla doccia perchè il sapone e l'acqua calda rendevano tutto più interessante. Vestirsi poi era parsa un'impresa, ma alla fine si erano presentati in tempo. Hermione indossava dei jeans a vita alta in cui aveva infilato una camicetta a maniche corte azzurro cielo, morbida e di un tessuto che ricordava la seta. Si era legata i capelli in una coda alta e profumava di vaniglia e fiori freschi. Fred aveva i capelli ancora bagnati di un rosso più scuro rispetto al solito. Indossava una maglietta a maniche corte bianca e un paio di jeans strappati chiari. Non riusciva a smettere di guardare Hermione con quello sguardo tipico di possesso di un uomo innamorato. Erano semplicemente disgustosi da vedere.

“Scusate il ritardo” annunciò Harry sbadigliando. Aveva la faccia stanca di uno che non è riuscito a chiudere occhio e i suoi capelli solitamente scompigliati, sembravano essere stati pettinati con i petardi. Dietro di lui sbucò Ginny, tutta allegra. Si era vestita con un paio di pantaloncini corti e una canottiera bianca su cui aveva messo una camicia a quadri verdi di Harry. I capelli rossi erano legati in una lunga treccia e al polso aveva un braccialetto d'argento con un boccino d'oro al centro.

“Oh no anche lei no!” Si lamentò Ron vedendo la sorella.

“Lo sapevo che ci saresti stato anche tu” Ginny strizzò l'occhio a Fred, complici.

“Non ci penso neanche a rimanere a casa”

“Voi due farete solo casino” si lamentò Ron.

“Qui l'unico che fa casino sei tu Ronald” lo rimbeccò Ginny, contrariata.

“Siamo troppi, perchè non rimanete a casa?”

“Perchè non ci rimani tu?” Era una lotta persa con la sorella.

“Lo dico per il tuo bene” cambiò tattica lui.

“Certo, anche io. Bastiamo io e Fred ad aiutare questi due, tu non servi” Ginevra aveva il tono polemico di chi non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. Harry vide che Ron era pronto a ribattere e sapeva che la discussione sarebbe andata avanti all'infinito.

“Ora basta. Siamo una squadra e più siamo meglio è” il suo tono era quello del capo e come tale venne riconosciuto subito. Sia Ron che Ginny tacquero e annuirono alle sue parole. Fred fece l'occhiolino a Hermione prendendola per mano per trasmetterle tutto il suo divertimento misto ad ammirazione per l'amico.

“Ci divideremo in due squadre. Io, Ron e Hermione andremo avanti, mentre voi due controllerete le uscite posteriori delle abitazioni, impedendo la fuga a chiunque ci provi. Sono stato chiaro?” Domandò squadrandoli tutti con i suoi occhi verdi sfavillanti. Hermione gli sorrise incoraggiante. Sapeva che aveva diviso le squadre per tenere Fred e Ginny al sicuro e allo stesso tempo fare in modo che Ron non si sentisse escluso. Tutti fecero cenni d'assenso. Benchè Ginevra fosse un'attaccabrighe sapeva quando era il momento di accettare una sconfitta. Harry le aveva promesso di portarla, ma non di metterla sulla linea di fuoco. Era improbabile che qualcuno fuggisse. La loro non era un'azione offensiva. Stavano semplicemente indagando al posto del Ministero.

“Da dove partiamo?” Questa volta si rivolse a Hermione. Era lei il cervello dell'operazione.

“Abbiamo due posti più probabili da pattugliare. Il primo è una vecchissima tenuta dei Black in Scozia. È andata alla madre di Tonks, ma lei e Narcissa sono sorelle quindi potrebbero nascondersi lì. O almeno potrebbe averlo fatto Draco. La tenuta non è troppo distante da Hogwarts, quindi ho pensato che se lui volesse tornare a scuola, quello sarebbe il posto perfetto per rintanarsi” spiegò.

“Allora ci Smaterializziamo a Hogsmead e prendiamo le scope per fare il resto del tragitto” concluse Harry, appellando la sua Firebolt con un colpo di bacchetta. Tutti gli altri lo imitarono e Fred sembrava così felice che Hermione si chiese in che guaio si fosse cacciata portandolo con sé.

 

Hogsmead era esattamente come la ricordavano. Piccola, caratteristica e piena di vita. Le attività che erano state sul punto di fallire a causa dei Carrow e più di Voldemort in generale, ora fiorivano in ogni dove. C'erano streghe e maghi che sostavano fuori dai locali, bevendosi una rinfrescante burrobirra o gustando un ghiacciolo sempre freddo di Mielandia. Zonko aveva esposto dei cartelloni arancioni in vetrina che promuovevano una nuvoletta portatile che ti nevicava in testa tutto il tempo. Fred, affascinato fece inconsciamente un passo in quella direzione, ma Hermione lo frenò tenendolo per la manica.

“Non è il momento. Siamo qui per altre cose” lo redarguì. Lui scrollò le spalle come se non gli importasse troppo, ma i suoi occhi continuavano a dardeggiare in direzione del negozio di scherzi. Erano in trattativa per acquistarlo, ma il proprietario teneva duro, intestardendosi sul prezzo. Se fossero riusciti a trovare un accordo, per i gemelli sarebbe stata la svolta del secolo. Non solo avrebbero fatto affari d'oro con gli studenti, ma i brevetti per le invenzioni di Zonko sarebbero stati acquisiti dai Tiri Vispi, ampliando il loro mercato a dismisura.

“Voleremo vicini e cerchiamo di tenere gli occhi aperti. I Mangiamorte potrebbero avere occhi e orecchie ovunque. Fred, tu porti Hermione?” Domandò Harry, anche se sapeva già la risposta.

“Certo, capo!” Gli fece il saluto militare, facendo ridere tutti e arrossire Harry. Era così abituato a prendere il controllo della situazione, che a volte risultava un po' troppo capetto.

“Niente deviazioni dalla traiettoria. Non vogliamo perderci” li ammonì, ma guardava soprattutto Fred, che tutto allegro faceva finta di niente. Quando tutti furono pronti lei si trovò in aria a stringersi convulsamente alla vita di Fred, che era schizzato in alto senza neanche darle il tempo di abituarsi all'idea. Volare non le dispiaceva poi troppo, o almeno non le dispiaceva più dopo aver cavalcato un drago. La scopa, sembrava molto più sicura ed era piacevole stare appiccicata come un koala alla schiena di Fred. Sentiva la sua gioia nell'essere in aria, la sensazione di libertà che quello gli dava e si tranquillizzò. Anche se di normale il suo stomaco faceva le capriole di protesta, starsene con Fred e condividere le sue emozioni, riusciva a tranquillizzarla al punto che si godette il viaggio. Sorvolarono le brulle valli della Scozia, beandosi dell'aria fresca e dei paesaggi selvaggi. C'erano fiumi e fossi ovunque, piccoli laghi e colline verdeggianti a perdita d'occhio. Hermione era sempre stata innamorata di quel paesaggio, forse perchè era collegato alla scuola, forse semplicemente per la tranquillità e immutabilità delle brulle colline. Avrebbe voluto il tempo di girare ogni paesino che stavano sorvolando ad altezza vertiginosa, in modo che gli abitanti non li scorgessero. Un giorno, magari non troppo lontano, si promise, lascerò perdere doveri e responsabilità e mi concederò una lunga vacanza. Magari con Fred al suo fianco. Le sarebbe piaciuto molto. Quando finalmente avvistarono il maniero, Hermione fece un grido e iniziò la discesa. Quella era la parte che odiava di più. Aumentò la stretta sulla vista di lui che ridacchiò, percependo il panico. Il terreno si avvicinava troppo velocemente per i suoi gusti, ma sapeva che Fred aveva tutto sotto controllo. Aveva volato centinaia di volte, se non migliaia. Fin da quando aveva raggiunto l'età per combinare marachelle, con George si erano introdotti nel capanno dove Bill e Charlie tenevano le scope e senza pensare alle conseguenze vi erano montati in sella. Per poco non si erano spaccati la testa e quando la mamma l'aveva scoperto, aveva urlato per un giorno intero, col risultato di mettere lucchetti ad ogni porta. Non che questo li avesse fermati. Scassinare un lucchetto babbano era diventata una sfida personale e anche piuttosto semplice da imparare.

“Eri proprio carino da piccolo” commentò Hermione scendendo con il suo aiuto. Lui le lanciò un'occhiata divertita.

“Stai sempre a sbirciare nei miei pensieri”

“Sei tu che ci pensi senza tirare su barriere! Non posso far finta di niente, sono lì che mi fissano” si lamentò. Harry guardò l'amica battibeccare con Fred e si domandò come fosse possibile che non si fosse mai accorto di quello che c'era tra i due prima di quel momento. Hermione doveva essere stata innamorata di lui da molto tempo.

“Ora basta voi due. Dobbiamo mantenere un basso profilo. Ginny, Fred andate su retro. Voi due venite con me” si divisero. Il maniero era una costruzione imponente, scura e minacciosa. Con torrette acuminate, finestre sprangate e un cortile interamente invaso da erbacce selvatiche. Gli gnomi scorrazzavano indisturbati, padroni assoluti di quel rigoglioso appezzamento. Hermione si sentì a disagio in quel luogo, come se ci fosse qualcosa che non andava. Anche Harry sembrò percepirlo, perchè estrasse la bacchetta e si fece avanti. Sembrava che nessuno fosse passato di lì da molto tempo, ma la proprietà aveva mantenuto un certo splendore. Non sembrava in alcun modo che il tempo o le intemperie avessero scalfito la facciata di pietra nera, o le guglie svettanti. Tutto pareva in perfetto stato, a parte il prato. Una volta davanti al portone, su cui erano stati applicati due batacchi a forma di mostri zannuti, i tre amici si guardarono indecisi.

“Che facciamo, bussiamo?” Domandò Ron a disagio.

“Certo così avvisiamo chiunque ci sia all'interno del nostro arrivo!” Sibilò Hermione piccata. Harry tolse tutti dagli indugi e tentò di aprire il portone. Incredibilmente quello si aprì con un cigolio sinistro. L'interno era completamente privo di mobilio. Le pareti scure erano state rivestite con una carta da parati verde e argento, raffigurante tanti serpenti, a riprova che quella era un'abitazione di purosangue Serpeverde. Hermione rabbrividì, ma seguì Harry all'interno. Come l'esterno, tutto sembrava perfettamente conservato, benchè non vi fossero mobili. Attraversarono un ampio ingresso e si trovarono in quello che una volta doveva essere un salone. Alle pareti erano rimasti appesi alcuni quadri raffiguranti la campagna circostante, mentre tutti gli altri, che si notavano per la loro assenza, erano stati rimossi. Ne trovarono i resti sparsi per la casa. C'erano pezzi di cornici distrutte ovunque, frammenti di tele, mezzi volti deturpati. Qualcuno doveva aver distrutto i quadri di famiglia in un eccesso d'ira. Erano pochi gli eredi dei Black che potevano aver compiuto un tale scempio. Uno era Sirius, che aveva disprezzato dal profondo dell'animo la famiglia. Lui che era l'unico Black appartenente alla casa di Grifondoro, lui che aveva rinnegato tutti per combattere contro Voldemort. L'altro, era qualcuno che fosse stato ferito da quella famiglia. Qualcuno che odiava i suoi parenti, che lo avevano costretto a diventare qualcuno che non era. Hermione sentì il cuore batterle forte. Se aveva ragione, Draco era stato in quel luogo e con un po' di fortuna l'avrebbero trovato appostato da qualche parte. Continuarono a setacciare il maniero metodicamente, senza mai dividersi, anche se questo richiese più tempo, per evitare imboscate. Harry li guidava come se ci fosse già stato. Una volta che il piano terra fu evidentemente sgombro, si arrampicarono lungo l'enorme scalinata di marmo. I corrimano non presentavano neanche un granello di polvere e i tappeti verdi erano immacolati. C'era sicuramente una magia di conservazione molto potente lanciata sulla casa, altrimenti il tempo avrebbe quantomeno fatto depositare della polvere in giro. Fu al piano superiore che trovarono i primi segni di vita. Entrarono in una camera da cui anche la carta da parati era stata divelta, lasciando sul muro segni di magia, e un fuoco l'aveva divorata nel caminetto. C'erano pezzi di quadri mezzi anneriti, il letto era disfatto e sul cassettone una bottiglia di vino mezza finita e degli avanzi erano stati abbandonati di recente. L'unico ritratto che si era salvato era vuoto.

“Dividiamoci e vediamo se troviamo qualcuno” sussurrò Harry, facendo segno a ognuno di prendere una direzione differente. Silenziosi come gatti si dispersero. Hermione poteva sentire l'impazienza di Fred anche da quella distanza. Sapeva che lui era preoccupato per lei, sapeva che c'era la possibilità di un'imboscata e tutto quel tempo senza avere notizie lo stava snervando. Forzando un po' il legame cercò di fargli capire che stava andando tutto bene, che avevano trovato qualcosa e che sarebbe presto tornata da lui. Poi si rimise in allerta. Sentiva dei rumori provenire da dietro una porta chiusa. Avrebbe voluto chiamare gli altri, ma non c'era tempo e se avesse fatto rumore chiunque ci fosse dietro quella porta l'avrebbe sentita e sarebbe scappato. Così si appostò in corridoio, con i nervi a fior di pelle e la bacchetta spianata. Non dovette attendere più di due minuti. Da dietro la porta spuntò Draco Malfoy in accappatoio. Appena la vide strillò di sorpresa, rischiando di inciampare nelle ciabatte di pelo che indossava.

“Che cosa ci fai qui, Granger?!” Strillò, coprendosi il petto pallido. Era appena uscito dalla doccia e i capelli argentei sgocciolavano sul pavimento di legno scuro.

“Io?! Sono venuta a cercare te!” Esclamò lei imbarazzata. Sentendo le grida, Harry e Ron si precipitarono in corridoio.

“Potter, Weasley! Dannazione ma non si può avere un po' di privacy?!” Sbottò Draco, che non sembrava troppo sorpreso della presenza degli altri due.

“Draco, dove sono i tuoi genitori?” Domandò Harry, senza abbassare la bacchetta.

“Non qui, Potter. Datti una calmata, sono solo” sbuffò lui oltrepassandoli e andando verso la camera dove avevano trovato segni di vita.

“Chiamo Fred e Ginny” avvertì Hermione.

“Avete portato tutta la dannata famiglia Weasley?” Li derise Draco, cominciando a frugare nei cassetti, alla ricerca di qualcosa da mettersi. Hermione inviò un segnale a Fred e lo sentì muoversi all'esterno. Il loro legame era sempre più forte e sapeva che lui era preoccupato per la cosa. Stranamente lei non provava le stesse sensazioni in merito.

“Draco sei ricercato da tutti gli Auror del paese!” Esclamò Harry che non lo perdeva d'occhio.

“Perchè non ho fatto niente” un po' di panico si era insinuato nella sua corazza da menefreghista.

“I tuoi genitori sono evasi e così i Carrow. Secondo te perchè sei ricercato, razza di idiota?!” Sbottò Ron.

“Io non ne so niente, ora andatevene” liquidò la faccenda. Trovò dei vestiti in un cassettone e rimase in attesa che qualcuno se ne andasse per lasciargli un po' di privacy. Solo Hermione si voltò, gli altri due non erano così ingenui da dare le spalle a Malfoy. Fred e Ginny arrivarono che lui si era già reso presentabile. Fred scrutava tutto attorno attento e guardingo, con la bacchetta in mano e la scopa nell'altra, come se fosse pronto alla fuga.

“Tutto bene?” Domandò non appena la raggiunse.

“Sì, non credo che voglia farci del male. Sarebbe estremamente stupido” alzò la voce sulle ultime parole, per fare in modo che lui capisse bene.

“Granger non sono idiota. Venite accomodiamoci nel salotto, visto che non avete intenzione di andarvene” li precedette fuori dalla camera, come se non avesse cinque bacchette puntate alla schiena e una quantità di risentimento tale che ci si poteva riempire tutto il maniero, a seguirlo. Quello che lui chiamava salotto era una specie di enorme stanza con un divano sfondato, qualche cuscino per terra e un tavolino ingombro di bottiglie.

“Sedetevi, non sia mai che mi si accusi di non essere un bravo padrone di casa” ghignò, beffardo. I ragazzi trovarono spazio attorno al tavolino, mentre lui recuperava una sedia e vi si lasciava cadere con un sospiro. Era strano vederlo in abiti normali, con i jeans e un golf grigio a collo alto e non tutto in tiro, ma pareva quasi un adolescente normale.

“Malfoy, abbiamo bisogno di risposte” lo incalzò Harry, che stava cominciando a spazientirsi.

“Immagino che non ti accontenterai di un mio: non centro niente eh, Potter?”

“Ascolta, se non ci dici tutto, saremo costretti a portarti al Ministero” Hermione prese la parola, cercando di evitare uno scontro tra i due. Nonostante tutto, Harry provava del risentimento infinito verso quel ragazzo pallido ed emaciato.

“Credo che mi ci porterete comunque, anzi sarebbe meglio muoversi, visto che qualsiasi cosa dirò non mi crederete. Quindi d'accordo giochiamo ai piccoli salvatori del mondo magico” li sbeffeggiò. Fred non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito. Draco lo guardò sorpreso.

“Senti lo so che è una merda questa situazione e che vivere qui non deve essere uno spasso. Non è che tu sia proprio in vacanza in un cinque stelle. Però devi capire che se non collabori gente molto peggio di noi verrà qui a bussare alla porta e non si fermeranno a chiacchierare amabilmente, ma ti accuseranno di complicità in evasione” fece Fred, sorprendendo tutti.

“Direi che non ho molte possibilità eh?” Li scrutò uno per uno, domandandosi come mai ogni volta che succedeva qualcosa erano sempre pronti a ficcare il naso dove non dovevano. Ginny scosse la testa e rinfoderò la bacchetta. Hermione e Fred la imitarono, ma Harry si limitò a posarla sul tavolino e Ron incrociò le braccia scuotendo il capo. Non era disposto a cedere.

“Tutto è cominciato quel giorno che ci siamo incontrati al Ministero, Granger. Come tutti sapete bene ho subito molti processi prima di essere dichiarato innocente. Ma ho dovuto continuare a recarmi al Ministero per le deposizioni su altri Mangiamorte, in particolare sui miei genitori e sui Carrow. Insomma ho passato questi mesi al Ministero. Sarò sincero, l'idea che mio padre finisca ad Azkaban per sempre non mi dispiaceva troppo. Avrei potuto ereditare tutti i soldi di famiglia, le case e un titolo niente male. Sarei campato di rendita e avrei potuto fare quello che volevo. Ma amo mia madre e quindi sono andato a deporre a suo favore. Badate bene, non ho mentito. Lei non ha avuto colpe in tutto ciò a parte una fiducia cieca in mio padre e il desiderio di tenerci tutti in vita” cominciò. Hermione e Ginny si accomodarono meglio, anche se il divano era duro e bitorzoluto.

“Senti puoi arrivare al punto? Non siamo affatto dispiaciuti per te e i tuoi meravigliosi genitori Mangiamorte che hanno tentato di ucciderci una quantità di volte incalcolabile” sbottò Ron interrompendolo. Draco gli lanciò un'occhiata gelida e lo ignorò.

“Come stavo dicendo ero al Ministero per alcune deposizioni quando uno di quegli aggeggi che usano come promemoria si è schiantato nel taschino della mia giacca. L'ho aperto e vi ho trovato un messaggio che mi ha messo in allarme” si alzò per cercare qualcosa in quel caos di stanza. Finalmente ne emerse con un biglietto, che lanciò a Harry. Era tutto sgualcito e in alcuni punti vi era stato versato del liquido appiccicoso, probabilmente burrobirra.

“Fatti trovare pronto per domani notte. Verremo a prenderti. M & P”

“Ovviamente m e p sta per mamma e papà” spiegò, come se avesse a che fare con un branco di ragazzini idioti.

“Cosa hai fatto quando hai ricevuto il biglietto?” Indagò Hermione con voce dolce.

“Sono andato a casa, ho fatto le valigie e sono scappato. Sono stato un paio di giorni a casa di Astoria e poi sono venuto qui, non volevo rimanere in un posto troppo a lungo, ma evidentemente avevo sottovalutato il trio impiccione” una smorfia di amaro divertimento gli contorse il volto pallido.

“Non sono venuti a cercarti qui?” Hermione era scandalizzata dall'idiozia dei suoi genitori, era stato il primo posto in cui l'avevano cercato loro e non sapevano neanche della sua esistenza fino a un giorno prima.

“Ovviamente sì, Granger. Ma io ero da Astoria. Quando sono arrivato ho trovato un biglietto sulla porta. Diceva: Draco siamo evasi. Ci nasconderemo per un po' di giorni e poi partiremo per l'America. Il biglietto è una passaporta” Harry tremò d'impazienza accanto a Hermione. Sentiva la tensione del suo corpo irradiare ad ondate.

“Quindi?!” Lo incalzò Ginny, che sembrava appassionata.

“Ho distrutto il biglietto. Per quanto ami i miei genitori non voglio emigrare in America, è pieno di zotici inutili. Devo finire la scuola qui e intraprendere gli studi da Medimago” Sbuffò spazientito dalla loro ottusa visione delle cose.

“Perchè mai hai distrutto il biglietto?!” Esclamò Hermione a voce alta.

“Sei sorda, Granger o solo stupida?”

“Hey occhio a come le parli. Non costringermi a farti del male” lo avvisò Fred. Draco spostò lo sguardo tra l'uno e l'altra e cominciò a ridere di gusto.

“Voi Weasley siete proprio degli idioti! Non solo avete disonorato il vostro nome, ma adesso vi fate la guerra tra fratelli per lei?” Evidentemente non era cambiato affatto. Hermione non riuscì neanche a reagire, che Fred gli aveva sferrato un pugno diritto sul naso con talmente tanta forza che ribaltò dalla sedia, finendo a terra, in un lago di sangue.

“Ripetilo, stronzo” ringhiò. Anche Ron e Harry si erano alzati in piedi, pronti all'offensiva, ma erano stati battuti sul tempo. Draco emise un gemito di dolore, cercando di tamponare il sangue che zampillava. Fred gli aveva rotto il naso.

“Cazzo, mi hai rotto il naso” piagnucolò quello.

“Oh per l'amor di Merlino! Fatela finita tutti! Malfoy alzati. Epismendo!” Esclamò Hermione bloccando il sangue. Poi afferrò il naso di Draco e con un colpo di bacchetta lo rimise a posto con un sonoro schiocco che fece rabbrividire il ragazzo. Con le lacrime agli occhi e la faccia di chi volesse solo saltare addosso al suo assalitore, si rimise a sedere.

“Sei un animale, Weasley”

“Io? Ti rendi conto che siamo qui per aiutarti e tu non fai altro che insultarci? Ti conviene cambiare registro o ci metto due secondi a chiamare Savage e farti sbattere in gattabuia per il resto della tua miserabile, inutile vita” Hermione non aveva mai visto Fred così infuriato. Tratteneva a stento la rabbia. Allora gli prese la mano, e gli inviò un po' della sua calma. Aveva passato anni a subire i soprusi di Malfoy e della sua cricca di Serpeverde e ormai quelle parole non la toccavano più. Però era strano. In ascensore non era stato così cattivo, anzi aveva letto della tristezza nei suoi occhi. Poi lo notò. In fondo alla stanza c'era un quadro che non era riuscito a staccare dal muro e bruciare. C'erano dei segni di incantesimi intorno alla cornice, ma quello era immobile. Rappresentava una vecchia signora raggrinzita, col naso adunco, il pallore tipico degli anziani e i capelli neri. Sembrava immobile, ma ad una seconda occhiata, Hermione si accorse che batteva le palpebre di tanto in tanto. Afferrò la mano di Fred e gli inviò quel pensiero. I suoi occhi scattarono in fondo alla stanza individuando il quadro in questione. Draco era controllato e non poteva esporsi troppo. C'era qualcuno che sapeva che erano lì, qualcuno che sarebbe arrivato di lì a pochi istanti probabilmente. Hermione sentì l'adrenalina pompare nelle vene e analizzò brevemente le loro alternative. Dovevano portare via Draco da quella casa e dovevano farlo alla svelta, per salvarsi la pelle. I Mangiamorte erano sicuramente in arrivo. Hermione estrasse la bacchetta e gli altri lo notarono. Ginny si alzò e andò alla finestra, fingendo di passeggiare e sgranchirsi le membra. Harry entrò immediatamente in modalità allarme.

“Fred, prendi Ron e va a controllare in camera di Malfoy che abbia detto la verità sulla passaporta distrutta” ordinò Hermione. Quello annuì e si allungò a darle un rapidissimo bacio sulle labbra. Draco li guardò andare via con un certo sollievo. Sicuramente temeva un altro pugno. Doveva escogitare un modo per portare Draco fuori da quella stanza senza che il quadro si insospettisse. Non ricordava se ce ne fosse stato uno anche nella camera da letto e non conosceva la pianta del maniero. Non avevano finito di ispezionarlo. Si maledisse mentalmente. Avevano creduto che fosse solo e avevano abbassato la guardia. Dall'imboscata a casa Lovegood non erano migliorati affatto. Ingenui e approssimativi. Ora doveva rimediare.

“Non posso vederti conciato così, andiamo di là, hai bisogno di vestiti puliti” fece Hermione, cercando di non guardare il quadro. Dracò capì immediatamente che lei aveva afferrato la situazione. Si alzarono tutti insieme e come in una processione si diressero nell'ingresso. Sentiva Fred al piano di sotto che sistemava la trappola, aiutato da Ron.

“Ci sono altri quadri in casa?” Sibilò Hermione non appena misero piede fuori dal salotto.

“In ogni camera da letto” fu la risposta a fior di labbra.

“Dobbiamo andarcene. I Mangiamorte stanno arrivando” annunciò Hermione. Harry sbiancò guardando Ginny, terrorizzato per lei. Doveva essere solo una missione ricognitiva e invece li avevano trascinati in un potenziale scontro armato.

“Niente panico. Malfoy immagino che non ci si possa smaterializzare qui dentro” disse Harry.

“Dici bene, o usciamo dalla porta principale o da quella sul retro”

“Non c'è il tetto?” Fece Hermione. Era più sicuro che uscire dalla porta. Draco annuì. Calcolando mentalmente quanto tempo sarebbe trascorso prima dell'arrivo dei suoi genitori. Non dovevano averne molto.

“Dobbiamo andarcene ora” sibilò lui. Fred e Ron arrivarono di corsa, col fiato corto.

“Sul tetto. Ci smaterializziamo tutti insieme e andiamo alla Tana, chiaro? Io vado ad avvertire Savage e vi raggiungo. Ron tu porti Malfoy. Ginevra devi andare con loro, non voglio sentire storie” ordinò secco. Si divisero in tre gruppi e cominciarono a salire le scale per raggiungere il tetto. Avevano appena fatto una rampa che dall'ingresso arrivò un frastuono assordante. Un allarme spacca timpani era partito. Ci fu un boato e uno strillo. Evidentemente avevano cercato di farlo tacere e l'incantesimo gli si era rivoltato contro. Fred sogghignò, felice che il loro dispositivo funzionasse così bene. Qualcuno sbraitò degli ordini e un raggio rosso schizzò su per le scale, rimbalzando sul corrimano che andò in mille pezzi.

“Idiota, hanno mio figlio!” Strillò Narcissa. La sua voce acuta e preoccupata giungeva alle orecchie dei ragazzi nitida come se fossero stati lì. Harry non arrestò la loro corsa, ma li avrebbe sentiti anche un sordo. Procedevano come elefanti.

“Muffilato” sussurrò Hermione e i loro passi vennero immediatamente attutiti. Così avrebbero guadagnato qualche istante prezioso. Scorgeva negli occhi di Harry tutta la voglia di tornare indietro e affrontare i Malfoy, ma la presenza di Ginny lo faceva desistere. Doveva prima portarla in salvo e poi, forse sarebbe tornato per loro. Raggiunsero una scaletta stretta e ripida che furono costretti a percorrere uno per volta. Ron era in testa, seguito da Draco e Harry chiudeva la fila. Hermione era proprio davanti a lui, quando Lucius Malfoy spuntò dalle scale. Sembrava che fosse invecchiato di almeno dieci anni, con la pelle grigiastra e le occhiaie profonde. I capelli biondo platino avevano perso il solito splendore e gli occhi erano acquosi.

“Potter, restituiscimi mio figlio” ringhiò. Harry si fermò, vibrando per l'attesa e Hermione lo affiancò. Non sarebbe scappata lasciandolo lì.

“Draco viene con noi e se lo volete indietro, dovrete venire a prendervelo, stronzi” Esclamò Fred spuntando da dietro di loro. Malfoy senior si mosse, ma Hermione fu più veloce. Evocò un incantesimo protettivo su cui s'infranse un fascio di luce verde. Stava cercando di ucciderli.

“Stupeficium!” Esclamò Harry. Nascissa urlò qualcosa, trascinando via il marito per la veste.

“Muovetevi adesso, dobbiamo andarcene!” Fred li sospinse su per la scala, evitando per un pelo un incantesimo che si schiantò sul muro alle sue spalle. Con un ghigno divertito estrasse qualcosa dalla tasca e lo lanciò sul pavimento. Una nuvola di fumo nero e denso si sparse per l'angusto corridoio, rendendo difficile anche respirare. Harry, Hermione e Fred si precipitarono sul tetto, dove Ginny e gli altri aspettavano.

“Stanno arrivando. Andiamo, adesso!” Urlò Harry. Ron agganciò Malfoy per la collottola e piroettando su se stesso si smaterializzarono. Fred afferrò Hermione e insieme a lei e Harry sparirono, lasciandosi alle spalle Narcissa e Lucius, affranti e furiosi.

Note: Salve a tutti! Non so come ma sono riuscita a finire questo dannato capitolo in tempo! Non ho neanche riguardato quello che ho scritto, quindi non odiatemi se ci saranno orrori ortografici. Mi dispiaceva troppo per tutti quelli che mi hanno chiesto di continuare e quindi mi sono sforzata. Mi sa che si capisce che non ero molto ispirata, perchè...bhè non è che mi convince molto, mi sembra un pò...piatto, ma considerate che è stato uno sforzo, quindi non odiatemi! Spero che apprezzerete lo sforzo e anche il capitolo. 

   
 
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