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Autore: Jenny80_big    28/11/2020    0 recensioni
Charlie e Don vogliono recuperare un vero rapporto fraterno tra loro. Per farlo ripercorreranno il loro passato, imparando dagli errori fatti, per essere, finalmente, una famiglia.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlie Eppes, Don Eppes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

 

Durante la pausa pranzo, Don si diresse verso CalSci, sperando di riuscire a parlare con suo fratello. Aveva provato più volte a chiamarlo al cellulare, ma tutte le chiamate venivano inoltrate alla segreteria telefonica, mentre era riuscito a parlare con suo padre senza problemi. Arrivato all'ufficio di suo fratello vide che stava parlando con una studentessa. 

Gli ritornò in mente Amita, la ragazza a cui suo fratello aveva fatto da relatore. Pensava davvero che Charlie avesse trovato la ragazza giusta, lui ne era molto innamorato e fu sbalordito quando seppe che lei aveva accettato un'offerta di lavoro ad Harvard e Charlie non l'avrebbe seguita. 

Aveva provato a suggerirgli di chiedere un trasferimento, d'altronde, con il suo genio, ogni università del paese sarebbe stata più che felice di averlo alle proprie dipendenze, ma lui aveva liquidato in fretta il discorso. Chiaramente non voleva affrontare l'argomento e lui non insistette. Riflettendoci ora, aveva perso un'ulteriore occasione di avvicinarsi a suo fratello, di creare un rapporto migliore e di dargli sostegno.

Fu riportato al presente dalla studentessa che usciva dall'ufficio, così lui bussò alla porta per annunciare la sua presenza. Charlie alzò lo sguardo per vedere chi fosse e Don notò l'espressione felice sul suo volto quando lo riconobbe e ne fu compiaciuto, anche se gli dispiaceva portare brutte notizie.

"Ciao Charlie. Mi chiedevo se potevamo pranzare assieme. Devo assolutamente parlarti di una cosa!"

Suo fratello gli lanciò uno sguardo incuriosito

"Certo, se ti va bene pranzare qui alla caffetteria, perché ho solo mezz'ora, poi continuano gli incontri con gli studenti. Ti serve aiuto con un caso?"

Chiese vedendo l'espressione preoccupata di Don.

"La caffetteria va benissimo e non è proprio un caso di cui ti devo parlare."

Disse Don dirigendosi fuori dell'ufficio.

Charlie, incuriosito, lo seguì, ma fino alla caffetteria suo fratello non parlo più. Ordinarono un paio di panini e trovarono un posto per sedersi.

Don vedeva che Charlie stava morendo dalla curiosità così iniziò a spiegare la situazione senza giri di parole "Oggi ho ricevuto un'email con delle minacce."

Charlie lo interruppe "Ti serve che ti aiuti ad individuare chi l'ha mandata? Ho un paio di algoritmi che potrebbero aiutarti in modo efficace…"

"No Charlie, non è questo!" Lo interruppe Don, non sorpreso dalla mente di suo fratello che viaggiava velocissima

"Se ne stanno già occupando i nostri tecnici. Il problema è che le minacce erano sì rivolte a me, ma gli obiettivi siete tu e papà"

"Oh, mio Dio! Papà sta bene, gli è successo qualcosa?" 

"Tranquillo, è già stato avvisato. Un agente lo sta già tenendo d'occhio. Sono venuto ad avvisarti che oggi avrai anche tu un agente che ti sorveglierà, poi stasera verrò a cena così potrò spiegarvi come si svolgerà la sorveglianza."

"Ma Don, non è necessario! E se fosse solo un espediente per distrarti è il vero obiettivo fossi tu?" 

"Charlie, non c'è da discutere! Tu e papà sarete protetti, punto! Io sono un agente dell'FBI e sono armato, non devi preoccuparti. Poi c'è la mia squadra che mi tiene d'occhio!"

Vedendo che Charlie non era convinto, aggiunse

"Senti, ora devo andare! Tu stai attento e guarda se vedi qualcosa fuori dall'ordinario. Qualsiasi cosa, dillo all'agente che ti sarà assegnato. Stasera ne parleremo con calma, ok?"

Charlie lo guardò con un cipiglio, ma acconsentì. Lo accompagnò al suo ufficio, ognuno perso nei propri pensieri. Don fu rassicurato dal fatto che suo fratello non aveva fatto troppe storie.  

Di sicuro ci sarebbero state lamentele e proteste la sera, ma ci avrebbe pensato al momento opportuno.

Arrivati alla porta dell'ufficio del matematico vide che, l'agente incaricato a proteggere Charlie era già arrivato, così lo presentò a suo fratello, che gli strinse la mano. Si rintanò nel suo ufficio, non prima di aver lanciato un'occhiataccia a suo fratello che non riuscì a reprimere un sorriso per la sua reazione.

Arrivato all'FBI, chiese alla sua squadra se ci fossero novità su chi avesse mandato le minacce ma ricevette risposte negative, così si concentrò sul suo lavoro, un po' più tranquillo sapendo che almeno i suoi familiari  erano protetti.

L'ora di cena arrivò in fretta e andò a casa di Charlie. Appena arrivato si diresse in cucina a salutare il padre, che stava preparando la cena, e gli disse che il matematico sarebbe arrivato un po' in ritardo.

Colse l'occasione per chiedere ad Alan se le cose con il  fratello andassero meglio. Alan subito lo rassicurò:

"Sì, un cambiamento incredibile! Non so cosa turbasse tuo fratello, ma questo weekend ha smesso di evitarmi e non ha più quell'aria turbata. Ho provato a chiedergli cosa lo preoccupasse tanto ma, lo conosci, ha cambiato subito argomento. Non ho voluto insistere, mi basta vederlo tranquillo. Lavora ancora troppo, a mio parere, ma non è più ossessivo come prima. Sabato è venuto a casa per cena e ieri pomeriggio lo abbiamo passato insieme. "

Don fu felice di sentire che suo fratello stava bene, anche se era curioso di sapere cosa lo avesse turbato in quel modo. Se la sua ipotesi iniziale era corretta, e il disagio di Charlie era stato causato dal suo comportamento, cosa aveva risolto la situazione? Non si erano ancora confrontati su quello che era successo dopo il caso e il comportamento di Don. Poteva esserci qualcos'altro che turbava il matematico di cui lui non era a conoscenza? Si rese conto che non ne aveva idea, non conosceva la vita di Charlie. Non sapeva se, oltre Larry, avesse altri amici, cosa faceva nel suo tempo libero o quali fossero i suoi hobby.

Gli fu dolorosamente chiaro, nuovamente, quanto lontani fossero. 

Effettivamente, se Charlie avesse avuto un problema personale, difficilmente sarebbe andato da lui per un aiuto o per un consiglio: questo l'ha reso triste.

Fu distolto dalle sue riflessioni, dall'arrivo dell'oggetto di tali pensieri. Don notò subito il cambiamento visto da suo padre, Charlie era davvero più rilassato , anche se appariva ancora stanco. Vedeva però nei suoi occhi espressivi il desiderio di terminare il discorso iniziato a pranzo ed essendo consapevole di quanto esplosiva potesse diventare questa  discussione, decise di accantonare nuovamente i conflitti derivati dalla loro relazione (o mancanza di questa) e concentrarsi sui problemi più immediati, relativi alle minacce ricevute e la conseguente protezione imposta. Ma suo padre decise che, per prima cosa, avrebbero cenato, evitando qualsiasi polemica per ora.

   
 
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