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Autore: NoThing_Personal    02/12/2020    0 recensioni
Questa storia ha come protagonista una ragazza molto timida, molto più del normale o forse ha solo paura, una paura tanto assurda quanto reale... Ciò che le serve è solo qualcuno di cui fidarsi, ma si sa che la persona giusta non è mai la più semplice da accettare.
Dal 13°cap: «Tu credi nei sogni Haley? Forse eravamo davvero destinati a trovarci» le impedì di muoversi
«Come fai ad essere così sicuro dei sogni? Come hai fatto a non perdere te stesso dopo quello che hai passato?» mi chiese curiosa
«Non puoi mai essere certo di nulla Haley, ogni tanto devi solo crederci con tutto te stesso e quello che cerchi troverà il mondo per raggiungerti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Haley
 
23- Whole World is Watching
 
 
And I know you wish for more,
and I know you try.
And I hope you realize,
you know the time is right.
The whole world is watching when you rise.
 
Lo so che desideri di più,
lo so che ci provi.
Spero che tu comprenda
che il momento giusto è arrivato.
Il mondo intero ti guarda mentre ti alzi
 
(Within Temptation ft. Piotr Rogucki - 
Whole World is Watching) 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo la morte di mia madre, mia sorella tornò dal college per una settimana, fu una settimana molto strana.
Mia sorella piangeva per il dolore della perdita di sua madre ed io avrei solo voluto vederla un ultima volta per chiederle perché era stato così difficile volermi bene. E ogni volta che ci pensavo cercavo di calmare la mia rabbia che avrei rivolto sicuramente su mia sorella o su mio padre e andavo a casa di Nicole. Passavo pomeriggi a parlare con lei. Lei mi raccontava qualcosa di lei e io qualcosa di me. Avevo imparato da Nathan, un segreto per un segreto. E in questo modo riuscì in parte ad accettare quello che era stato e non poteva più essere cambiato. Però come mi aveva consigliato Nathan potevo cominciare a piccole dosi a parlare con mio padre.
Così una sera dopo la partenza di mia sorella, e la casa più vuota che mai, invitai a cena a casa nostra sia Nicole che Nathan e andò quasi bene, tralasciando il fatto che Nathan mandò più di qualche frecciatina a mio padre, lo vidi più volte provato a contenere la voglia di caccialo, ma per fortuna c’era Nicole riuscì a mitigare il litigio imminente.
«Nate» gli dissi stringendogli la mano sotto il tavolo cercando di attirare la sua attenzione prima che dicesse un'altra battuta velata
«Va bene scheggia» mi attirò a se e mi diede un bacio a fior di labbra
L’atmosfera si alleggerì solo dopo aver scoperto che Nathan era un giocatore di basket, mio padre gli fece mille domande al riguardo e vidi Nathan rilassarsi un po’ parlando del suo sport preferito mentre io accarezzavo la sua mano destra che mi aveva lasciato sulla gamba e giocavo con le sue dita intrappolandole nelle mie e guardando il suo profilo sorrisi ripensando a quanto normale fosse ormai quel gesto per me.
 
Nathan mi propose un secondo appuntamento ufficiale, io non ne sentivo il bisogno, mi piacevano molto le serate in cui riuscivo a cucinare per lui e poi ci mettevamo accoccolati a guardare film o quando ci divertivamo a giocare a basket nel campetto.
Mi portò a cena fuori, accettai a patto che non fosse troppo elegante il ristorante, lo vidi alzare gli occhi al cielo ma accettare.
Indossai un vestito color indaco e mi preparai per uscire, mio padre mi salutò facendo mezzo sorriso, lo avvisai che sarei rimasta a dormire da Nicole poi e lui acconsenti.
Appena sentì suonare la porta mi precipitai a scendere le scale ma purtroppo mio padre aveva già aperto la porta e stava già salutando Nathan e si stavano stringendo la mano.
Forse la cena dell’altro giorno non era andata così male pensai guardando Nathan sorridere gentile e poi alzare lo sguardo verso di me e il suo viso sembrò quasi illuminarsi.
Aveva dei pantaloni neri e una camicia bianca che si intravedeva sotto la giacca che portava, e i suoi capelli neri erano un po’ più ribelli del solito, era stupendo.
Salutammo mio padre e appena salimmo in macchina Nathan mi diede un bacio dolcissimo soffermandosi a mordere le mie labbra
«Sei bellissima»
Arrossi inevitabilmente
«E adoro vederti arrossire per cui non cambiare mai ti prego» mi disse bacandomi di nuovo
Arrivammo al ristornate ed era molto carino, l’atmosfera era calda e accogliente e c’era una piccola sala da ballo adiacente.
Passai una bellissima serata in compagnia di Nathan, era diversa dalla nostra prima uscita, meno imbarazzante ma più dolce.
«Aspetta qui» mi disse ad un certo punto alzandosi e andando verso un ragazzo che metteva la musica. Avevo uno strano presentimento.
All’improvviso il tipo di musica cambiò. Tutti si guardarono un po’ spaesati intorno mentre io invece cercavo i miei zaffiri preferiti lungo la stanza e quando li trovai, lo vidi sorridermi e farmi un breve inchino a distanza.
Andai da lui in mezzo alla stanza
«Tu sei pazzo»
«Lo ammeto. Ma solo di te» mi disse baciandomi e cingendomi i fianchi
E io scoppiai a ridere mentre iniziammo a muoverci a ritmo di The Longest Time di Billy Joel
«Ho capito che forse balli con me solo un certo tipo di musica» mi disse trattenendo una risata
«Ora so che la felicità va avanti, li è dove mi hai trovato. Ti voglio troppo. Penso che tu dovresti saperlo.
Ho intenzione di tenerti con me per tantissimo tempo» disse citando i versi della canzone.
«E spero tanto che li aggiungerai al quaderno e diventino parte di te» mentre mi stringeva a se
Gli misi le braccia attorno al collo e lo strinsi a me per baciarlo.
Erano solo le undici e mezza quando decidemmo di andare a casa, andai un secondo nella stanza di Nicole per togliermi le scarpe con i tacchi che cominciavano a far male.
«Scegli tu il film, arrivo tra un po’» gli dissi passandogli accanto e andando verso la cucina
Ero sicura di aver lasciato nel freezer dei tortini al cioccolato che avevo fatto quattro giorni prima, li dovevo nascondere infondo freezer, nascosti, da quando Nathan aveva scoperto che basavano dieci minuti nel forno per poi poterne mangiare a volontà.
Era davvero troppo goloso, se ne era mangiati sette in un giorno, non sapevo come facesse a mangiare così tanti dolci tutti insieme.
Dopo aver sfornato il tortino, presi la salsa ai mirtilli e cominciai a fare piccole decorazioni sul piatto
«Che fai?» mi chiese spuntando dalla stanza
Sobbalzai e combinai un disastro, la salsa ai mirtilli con cui volevo fare una decorazione si tramutò in un Picasso.
«Nulla» gli sorrisi spostandomi davanti al piatto per coprire il disastro che avevo combinato, avrei voluto fargli una piccola sorpresa ma mi stava rovinando tutto
«Vai di là arrivo subito»
 «Che nascondi come una ladra?» disse ridendo e avvicinandosi e sbriciando dietro di me.
Appena notò il tortino a forma di cuore in una pozza indefinita di salsa ai mirtilli mi guardò un po’ sorpreso.
«Hai rovinato il mio maldestro tentativo di fare una cosa romantica, non ne farò mai più per te ti avviso» finsi di arrabbiarmi ma le miei guance si infiammarono lo stesso
Era un disastro quel dolce.
Lui mi sorrise assaggiò la salsa ai mirtilli leccandosi le labbra non smettendo di guardarmi
«E’ delizioso» commentò «Haley» mi chiamò con un sussurro sommesso, ma fu abbastanza per convincermi a guardarlo negli occhi.
Aveva la mano destra protesa verso di me, come un silenzioso invito.
Con non poca difficoltà la mia mano tremante e un po' sudata si mosse da sola per congiungersi alla sua, come due calamite. Il corpo teso di Nathan parve rilassarsi sotto il mio tocco e si sciolse, mi tirò a sé guidando la mia mano sulla sua nuca, l'altra mano copiò il movimento della prima e nel momento stesso in cui entrambe le mie braccia furono legate dietro al suo collo, Nathan condusse i miei fianchi al suo corpo e la sua bocca alla mia
Iniziò con delicatezza, e trasportò la mia anima al passo della sua. Mi ritrovai in qualche modo cullata tra le sue braccia come se stessimo ballando un lento, finché non urtai il piano della cucina.
Accadde tutto troppo in fretta, nell'istante successivo mi trovai confinata tra il ripiano della cucina e il corpo caldo di Nathan che si premeva contro il mio, le mie labbra intrappolate nella morsa spietata delle sue. Erano baci furiosi, insaziabili, interminabili, ma mi adattai al suo ritmo prima ancora che potessi capire cosa stesse succedendo. Non era ancora soddisfatto ma ebbe il buon senso di staccarsi da me, che sconvolta non sapevo cosa fare. Faceva caldo.
Si allontanò facendo tre passi indietro e rimase lì impalato.
Lo vedevo un po’ irrequieto, era strano mise le mani nelle tasche dei pantaloni, poi le tolse, poi spostò il peso da una gamba all’altra
«Al diavolo» lo senti imprecare e fu di nuovo su di me, i palmi di Nathan viaggiarono giù, dietro le mie cosce e mi sollevarono mettendomi a sedere sopra il ripiano, in quel modo lo sentivo avvolgermi ed io lo strinsi altrettanto forte per imprimermi addosso il suo profumo della sua pelle.
Fece scivolare la testa di lato e prese a tracciare una fila di baci sul mio collo, partendo dall'orecchio e finendo alla clavicola. Baciava, mordeva e sfregava i denti sulla mia pelle, ma non faceva male, anzi, ero finita in una dimensione paradisiaca accompagnata dal suo amore e dal fuoco della sua passione. Gli accarezzai i capelli per tenerlo stretto a me e anche perché le sue ciocche morbide erano una tentazione. Il calore della sua lingua sul mio collo mi fece rabbrividire e quindi non riuscii più a trattenermi.
«Nathan...» gemetti. A lui piacque la mia reazione, perché continuò con quello che stava facendo, con la differenza che aumentò la sua foga.
«Aspetta, fa caldo» dissi con gli occhi chiusi e la testa rivolta verso l'alto, come a protendermi un po’ di sollievo. Mi diede un attimo di tregua, staccandosi dal mio collo, riuscii ad intravedere la familiare scintilla nei suoi occhi.
«Hai due opzioni» disse, poi mi baciò le labbra. «Numero uno...» continuò alternando parole e baci, «Possiamo aprire la finestra... Numero due... posso toglierti questo» Trasalii. Forse era vero avevo bevuto un po’ troppo o lo aveva fatto lui, del fatto che io sentissi caldo e che Nathan fosse così diretto. Eppure, non mi diede modo di rispondere, riprese a divorarmi le labbra con le sue, baciandomi come se non lo avesse mai fatto, come se non volesse che parlassi.
«La finestra» sbottai tra un bacio e l'altro. A quel punto Nathan si bloccò, i capelli che gli avevo arruffato gli coprivano la fronte, sembrò quasi spaventato e un po' deluso. Ma poi gli sorrisi e tornai a cingergli il collo con le mani.
«Scherzavo» gli sussurrai. Nathan sbarrò gli occhi.
«Sicura?» La sua espressione mi fece ridere, ma annuii ugualmente.
«Sono sicura, Nate.» Le sue braccia mi avvolsero di nuovo, ma non per abbracciarmi.
«Reggiti» mi intimò. Prima che potessi obbedirgli mi sollevò dal ripiano e mi portò nella sua camera.
Per fortuna perché avevo le gambe talmente molli che non ero sicura che sarei riuscita a camminare
«Fermami tu, scheggia. Non sono sicuro di poterci riuscire da solo.» Mi fece scivolare con delicatezza dalle sue braccia, come se avesse avuto paura di rompermi, e mi mise a sedere sul letto mi prese il volto tra le mani e fece in modo che lo guardassi negli occhi.
«Hai capito, Haley?» Annuii decisa, poggiando le mani sulle sue.
«Sì, ho capi...» Non lasciò neanche che terminassi la frase, doveva aver superato il punto di non ritorno, mi toccava e mi baciava come se ne avesse avuto disperatamente bisogno. Era una situazione particolare, non voleva farmi del male, ma sentivo che era difficile per lui trattenersi oltre. Continuai ad accarezzargli i capelli, le braccia, la schiena. Lui era più audace.
Sentivo le sue mani fare su e giù sulle mie gambe, come se volesse tenermi al caldo, ignorando il fatto che stessi già bruciando. Arrivò ai miei fianchi, finì per alzarmi la gonna, provai a non sussultare, ma lui se ne accorse lo stesso e la riabbassò. Mi strinse ancora di più, se avesse continuato così i nostri corpi si sarebbero fusi.
«Nathan» gemetti di nuovo
Mi liberò le spalle dal vestito e disegnò una fila di baci dal collo fino alla fine della clavicola, schioccando le labbra come ventose, ma in un modo talmente delicato che, sebbene stessi sudando per il calore che mi bruciava, sentii chiaramente i miei muscoli contrarsi nel tremore che nasceva dal punto toccato dalla sua bocca e terminava nel mio ventre. Sospirai, ma di piacere e mi ascoltai mentre producevo suoni che non sapevo essere in grado di emettere. Le sue mani esperte continuarono a muoversi sul mio corpo, infine giunsero alla zip e con facilità la aprirono.
«Fermami, Haley» sussurrò nel mio orecchio. La sua voce era diversa, persino la sua voce era fonte di appagamento e contrariamente alle parole pronunciate non mi invitava a fermarlo, ma a continuare.
Perciò scossi la testa.
«No.»
E con una naturalezza infinita, Nathan mi sfilò il vestito.
E poi si fermò e lo vidi guardarmi, nella penombra della stanza. Mi sentivo strana, accaldata.
«Cos’ho di strano ora?» gli chiesi non capivo perché si fosse fermato
Lui mi sorrise e scosse la testa e inspirò profondamente.
Si alzò e cominciò a sbottonarsi la camicia lentamente, cercò i miei occhi ma io ero distratta dai movimenti delle sue mani, mentre si toglieva la camicia, ed era quasi divertito notai. Averlo così vicino mi vece venire una fitta allo stomaco, come se avessi fame, non riuscivo a staccare gli occhi dal suo corpo.
E poi ritornò su di me baciandomi
«Mi piace come mi guardi ora» mi sussurrò nell’orecchio appena si staccò
E prese la mia mano e la condusse sui suoi pettorali, schiacciò le dita con il suo palmo per farle aderire maggiormente al suo corpo e non mi lasciò neanche un attimo mentre la guidava suo ogni muscolo, fino a ritornare sul suo cuore.
«Ti amo» disse per la seconda volta
Ero un fascio di nervi adesso che poteva vedermi e io potevo vedere lui
«Fidati di me perché io ti sto dando il mio cuore, non spezzarlo»
Bastò quella frase per farmi perdere la testa e lo baciai come se in quel modo potessi ripagarlo di tutto quello l’amore che mi stava donando, fu l’ultima cosa che gli senti dire prima che la sua stanza si riempisse di gemiti e ansimi.
 
Mi svegliai il mattino seguente coperta solo dal lenzuolo e con la sua schiena scoperta difronte a me.
Gli sfiorai delicatamente il tatuaggio disegnando il contorno della fenice e la scritta Per aspera ad astra.
Mi sentivo stranamente felice, la mia felicità dipendeva da lui, era la mia luce. Mi sentivo completa con lui
«Grazie per aver creduto nei sogni strani, Ti amo» gli sussurrai sottovoce per paura di svegliarlo
«Un giorno me lo dirai anche guardandomi negli occhi e non credendo che io stia dormendo?» mi chiese voltandosi e guardandomi negli occhi
Sussultai, non sapevo si fosse svegliato, non mi sembrava che il suo respiro fosse cambiato.
«Ti amo anch’io» sussurrò Nathan con una strana luce negli occhi
e mi baciò facendomi sentire amata e completa al suo fianco.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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